97 - Ultimo saluto

La colazione a casa di Nath fu molto abbondante e piena di allegria quella mattina. Era un giorno normale per gli altri ma non per quella famiglia che si era presa un giorno di pausa dal lavoro solo per il figlio maggiore e la ragazza che proveniva da Stavira.

A quanto pareva Chez aveva fatto sapere a tutta la famiglia che i due avevano iniziato a frequentarsi seriamente, o così aveva detto solo per un bacio casto spiato. Così Nath si era dovuto sorbire l'intera famiglia a prenderlo affettuosamente in giro e a metterlo in imbarazzo davanti a Nissa che nemmeno lei sapeva cosa fare. Erano davvero felici, evidentemente non se lo erano aspettati a causa della timidezza e la "reputazione" di lui che correva nelle stradine del villaggio.

– Lasciali perdere, sono ridicoli.– sbuffò Nath quando si lasciò abbandonare sul piccolo divano, la ragazza dai capelli biondi accanto a lui ad osservare dei ritratti di famiglia che la madre di lui le stava mostrando.

– Siamo solo contenti per voi.– ribatté la donna.

– Quante altre volte devi dirlo?– continuò lui passandosi una mano sul volto e poi tra i capelli.

– Penso che tornerò indietro, qua dentro c'è troppa energia positiva!– esclamò qualcuno che gli fece sgranare gli occhi e guardare da dove provenisse la voce: inizialmente sembrò un'ombra quella che vide ma poi i lineamenti si fecero familiari e riconobbe Sheera. Se ne stava tranquilla seduta su bordo della finestra della piccola sala in cui erano alla sua sinistra, le ali nere che richiuse e fece svanire, sul volto una smorfia schifata per quanta energia per lei insopportabile ci fosse là dentro.

– Mi hai fatto preoccupare, di nuovo!– si lamentò lui alzandosi e raggiungendola mentre fece spallucce e si mise in piedi.

– So fingere ti ricordo. alzò gli occhi al cielo la corvina prima che lui la abbracciasse. Per un attimo le diede fastidio ma glielo lasciò fare comunque, anche se era meglio che nnon si abituasse troppo alla cosa.

– Non vi mangio. In teoria.– disse al resto della famiglia che la stava fissando. Era andata lì solo per incontrare Nath e nient'altro, non aveva immaginato che potessero essere tutti lì, solitamente lavoravano. E la cosa le sembrò sospetta, non era mai accaduto prima di allora, o forse solo qualche giorno per la malattia di Nico, il quale la stava squadrando dalla testa ai piedi e dai piedi alla testa in continuazione.

– Ho un posto per i guardoni negli Abissi Infernali, sai?– gli disse a quel punto fredda, Nath che ridacchiò e le diede una lieve spallata.

– Quindi sei una Dea?– domandò Chez nascosto dietro le gambe del padre davanti la porta della cucina davanti a lei che si fece sull'attenti.

– Non gridare, non ho voglia di catturare l'attenzione!– ribatté lei guardando oltre la finestra da cui era entrata, per strada svariati Salir a camminare e fare compere. Evidentemente Nath aveva dovuto raccontare qualcosa in quanto i suoi genitori avevano iniziato a ricordare come il loro figlio fosse finito a lavorare per una famiglia di Stavira; prima, con l'incantesimo, la storia era iniziata con un viaggiatore che aveva assaggiato qualcosa dal loro forno e il ragazzo si era offerto di partire per poter esaudire la sua offerta di lavoro. Persino le lettere che si erano spediti in quelle settimane erano state modificate.

– Damon però aveva detto che quella strana spada uccideva anche voi.– cambiò discorso Nissa, e solo allora la corvina la notò ancora seduta sul divano.

– Ah, c'è anche la biondina.–

– Puoi non chiamarmi così?– sbuffò lei ma Sheera la fissò seria.

– Devo risponderti?–

– Lasciala perdere, è il suo passatempo infastidire. Niente di inusuale.– si intromise la voce di Kyra che comparse accanto all'altra Dea che scosse la testa. L'energia positiva iniziava ad essere troppa.

– E rispondendo alla tua domanda, non possiamo morire, tornare solo sfere di energia sì ma non svanire. Altrimenti non ci sareste più neppure voi.– aggiunse salutando poi i presenti con un sorriso. Come spesso accadeva, la sua luce rassicurò i loro animi, persino Nico che rimaneva distante da chi non conosceva le si avvicinò ammirato iniziando a parlarle e a chiederle strane cose che Sheera non ascoltò. Solo fece un cenno a Nath ed entrambi andarono nella camera di quest'ultimo che era abbastanza curioso di sapere cosa le passasse per la testa.

– Che succede?– domandò quando chiuse la porta dietro di sé, la Dea che si mise a curiosare in giro e fermandosi ad uno scaffale dove squadrò svariati libri. Alcuni li aveva visti grazie a quel ragazzo quando le aveva insegnato ciò che imparava a scuola, era stato lui a proporre di aiutarla di nascosto. Era stato anche un modo per ripassare, infatti aveva preso sempre voti buoni.

– No, sai, era solo per parlare un po' dato che non l'abbiamo potuto fare così tanto con tutto quello che è accaduto.– disse lei appoggiandosi al tavolino posto nell'angolo, lo sguardo ai suoi piedi.

– E poi...– ricominciò a parlare. Sembrava un po' a disagio e lo notò dal suo modo di sistemarsi i capelli corvini passando una mano tra essi.

– Dovrei ringraziarti, per molte cose.–

Nath sorrise e si avvicinò un poco, dondolandosi poi sui piedi con le mani in tasca.

– Beh, non è che io abbia fatto molto in realtà. Eri tu quella che alla fine, nonostante tutti i casini in cui fossi, continuavi a difendermi.–

– Sì ma avevano solo paura di me, se non mi avevi intorno allora tornavano a tormentarti. La mia presenza ti ha dato un po' di problemi.–

Il ragazzo dagli occhi verdi ridacchiò ripensando al passato, a quando erano piccoli.

– Lo ammetto, volevano persuadermi a starti lontano. Le solite cavolate come il fatto che mi stessi insegnando modi per uccidermi.–

Sheera scosse la testa, ricordava ancora le voci che aveva sentito girare per Agraq. Per un certo periodo, prima di aver conosciuto Nath, si diceva che fosse stata maledetta solo perché non aveva parlato per un intero mese quando lei, semplicemente, non aveva voluto aprir bocca. Poi, solitamente tutti i bambini avevano paura del buio mentre lei ne era sempre stata attratta e per un periodo, proprio per questo, avevano iniziato a chiamarla con uno strano nome di cui si dimenticò. O ancora quando uccise piccoli insetti che solitamente spaventavano le altre bambine senza alcun rimorso in corpo.

– Sono pericolosa da sempre, per poco non ti ucciso. Eppure non hai mai avuto paura di me, anche sapendo chi fossi. Non è da tutti saper veder oltre come te.–

– Che amico sarei se non mi fidassi? Specialmente se non ti accettassi così come sei, finalmente hai tutto il tuo potere.– disse lui contento e lei sorrise appena prima che aggiungesse altro.

– E poi, se non fossi venuto con te non avrei mai conosciuto Nissa o Kyra, o avuto la possibilità di aiutare la mia famiglia. Mi hai mostrato fin da subito che non bisogna giudicare qualcuno. Eche non importa quanti ostacoli ci si ritrova davanti, conta quanto è forte il desiderio di arrivare alla fine, arrivare a cosa conta più di tutto come la libertà, essere sé stessi. Però ora ho scoperto di essere secondo in lista dopo Kyra, il che non mi va giù.- disse alla fine facendo il finto offeso beccandosi poco dopo un lieve colpo in testa che lo fece lamentare.

– Idiota.– lo riprese lei ridacchiando. Subito dopo fece apparire nella sua mano una collana da una catenella argentea con un ciondolo di una pietra nera simile a quella che portava al collo lei e la diede al ragazzo che la osservò confuso.

– Se avrai mai problemi quando sarò lontana, ti aiuterà. Per qualsiasi cosa.–

Nath fu felice di quel regalo e sorrise contento prima di pensare a qualcosa.

– In realtà sarei curioso di sapere come funziona il tuo ruolo da Dea Nera, sai? Nel senso, sei tu a decidere quando una persona muore? E lo percepisci? Cosa accade se per caso...– iniziò a domandarle a raffica facendola ridacchiare e scuotere la testa, avvicinandosi e dandogli una lieve spinta.

– Lascia stare al momento, magari te lo spiegherò più avanti.–

Il ragazzo dai capelli castani sbuffò, non poteva lasciarlo lì con la curiosità e tante ipotesi in testa ma la sua amica sembrava che stesse controllando il tempo, come se avesse poco tempo ma riuscì a strapparle un abbraccio in qualche modo, ridendo alle sue lamentele per quanto il suo corpo fosse caldo rispetto al suo, come sempre.

– È vero che ora anche a noi verrà data la benedizione che hanno gli Yarix?–

Quella fu la prima domanda che la corvina si beccò quando tornarono in sala da parte di Nissa, la quale la fissava incredula. Il suo sguardo passò dalla bionda a Kyra seduta sul divano dopo che la famiglia le aveva offerto qualcosa da bere e da mangiare, anche se sembrò esser più stata obbligata e lei non era riuscita a dire di no. Tipico della Dea Bianca! pensò tornando a prestare attenzione alla Salir.

– Quale intendi? Mi pare ne abbiano svariate loro.– disse con il suo solito tono.

– Quello della vita immortale.–

– Ah, quello!–

Sheera lo disse come ad essere un lamento, non sembrava totalmente d'accordo con la cosa per qualche motivo molto semplice.

– Saremo immortali?– esclamarono in coro stupiti Nico e suo padre.

– Purtroppo.–

– Eddai, non sarà male.– si intromise Kyra alzandosi e guardandola con uno dei suoi sorrisetti furbi e fastidiosi.

– Parla per te, ho già poche anime forti, se mi togli pure quelle dovrò affidarmi ad altri modi per prendere energia senza la morte.– ribatté lei portandosi le braccia al seno.

– Ah già, si aprirà una volta al mese per qualche giorno il portale per Eathevyr, di modo che possiate tra voi comunicare e scoprire cose nuove.– aggiunse la Dea Bianca. La sua amica di Stavira si illuminò subito.

– Sul serio?–

Nissa era al settimo cielo quando la vide annuire. Quella era un'idea del passato in realtà, entrambe le Dee avevano voluto provare a far incontrare quelle due specie ma non c'era mai stato un motivo per la quale non portare troppo scompiglio. Mentre lì la situazione era diversa dato che gli Yarix erano apparsi nel Regno Assoluto grazie al portale collegato all'Oblio. Non avrebbero potuto attraversare gli Abissi Infernali per raggiungere la loro casa essendo quello un luogo infido per le anime, molti si sarebbero persi probabilmente senza volerlo, morendo. E non era di certo stato nel programma.

– Quindi ora è tutto finito, sarà come prima?– domandò Nissa Nico a cui rispose sempre la chiara.

– Più o meno, dovrete abituarvi all'immortalità e anche alla nostra presenza magari ma gli Yarix vi saranno d'aiuto per tutto questo. Loro ci veneravano di più e di conseguenza conoscevano più cose rispetto a voi.–

Poi la Dea si fermò quando Sheera le fece cenno col capo di guardare fuori dalla finestra, lì dove, tra le nuvole, erano quasi percettibili tre triangoli violacei. Era la prima volta che comparivano ma le due ragazze sembravano sapere cosa fosse e cosa significasse, e Kyra sembrò rattristarsi. La sua amica non ne capì esattamente il motivo.

– Cosa significa?– domandò, la chiara che sospirò prima di parlare.

– Che dobbiamo tornare a casa. Nei nostri mondi.–

– Cosa? Perché?–

Erano da poco tornate tra loro, perché dovevano andarsene di nuovo? Cosa avrebbero dovuto fare? Non potevano avere una vita normale come loro mentre le loro energie, inconsciamente e come sempre, continuavano a portare in equilibrio i mondi? Entrambe le Dee lessero i suoi pensieri che erano simili a quelli di Nath sapendo che purtroppo non funzionava in quella maniera. Ci avevano provato per un po' tempo addietro e aveva sembrato funzionare, ma solo fino ad un certo punto.

– Siamo qui da troppo tempo, la nostra energia è aumentata gradualmente negli anni e inizialmente non c'erano problemi. Però, una volta risvegliate, la nostra aura è come esplosa e va oltre quella che questo mondo può sopportare. Ne stiamo alterando l'ordine.–  spiegò la Dea Nera prima che l'altra continuasse.

– Abbiamo due energie opposte che continuiamo ad usare e la natura sta impazzendo essendo molto sensibile a noi, in parte vive e dall'altra muore in continuazione. Dobbiamo tornare nei nostri luoghi d'origine e lasciare che tutto si sistemi. Non sappiamo per quanto tempo.– finì con tono dispiaciuto.

– Siamo venute qui per salutarvi infatti.– aggiunse, accogliendo poi l'abbraccio forte della sua amica, lasciandole delle carezze tra i suoi boccoli biondi.

– Ritorneremo. Ti guardo sempre, ricordalo.– le sussurrò prima di doversi staccare da lei. Il tempo stava scadendo per davvero, i tre triangoli stavano iniziando a svanire.

– Vi aspetteremo.– disse Nath prendendo per mano la Salir che gli sorrise trattenendo le lacrime. Le due Dee invece si guardarono prima di svanire in nubi dei loro rispettivi colori che raggiunsero il cielo svanendo tra le nuvole. Nel mentre, il vento soffiò allegro portando tra le sue braccia per tutto il Regno Assoluto il profumo dolce di petali variopinti e magici, spargendo ovunque la loro energia positiva. Tutto scorreva tranquillamente ormai.

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