25 - Segreti scoperti
Quella mattina la biblioteca era il luogo dove si erano accomodati tutti: Nath e Nissa avevano deciso di spendere un po' il tempo alla ricerca di quella leggenda che il ragazzo aveva trovato; Sarah e sua sorella erano comodamente sedute sul divano a parlare mentre Andreas era piuttosto impegnato nel suo lavoro seduto alla scrivania, accanto a sé volumi contenenti le leggi del Regno Assoluto.
– Quindi, la ragazza che ho visto è quella che era finita sui giornali? Quella del Wix?– disse Delilah stupita quando Sarah riuscì a capire chi fosse la ragazza di cui non smetteva di parlare da giorni e giorni, essendo rimasta impressionata dalla sua bellezza. Purtroppo quella donna vedeva principalmente quello nelle persone.
– Sì, mio marito le ha fatto una proposta per potersi salvare e ha partecipato alla festa dimostrando che non è un pericolo costante. Quindi è momentaneamente salva, vedremo nei prossimi giorni come si evolverà la cosa.– disse Sarah pazientemente bevendo la sua tazza di tè. Delilah si stupì invece, in mente una scena di cui non si preoccupò minimamente di cosa stava per scaturire.
– Sapete che Kyra era con lei nel giardino quella sera vero?– disse un po' preoccupata per la nipote, d'altronde c'era un motivo se quella ragazza aveva avuto addosso la maledizione del Wix. Anche se per poco.
– Come?– domandò all'istante Andreas che si staccò dai suoi fogli importanti di lavoro stando sull'attenti e vide la donna annuire.
– Le ho viste di sfuggita. E, ora non voglio insinuare nulla ma, Kyra finirà nei guai se continuerà a starle intorno! Quanto potrà durare la loro relazione? Insomma, questa ragazza non ha una buona reputazione e...–
– Ferma un momento, relazione? Ma di cosa blateri?– disse subito teso l'uomo, catturando l'attenzione anche dei due ragazzi qualche scaffale più indietro, specialmente della bionda che sapeva il segreto della sua amica. Oh no, si mette male!
– Non avete visto come si comporta vostra figlia? È spesso tra le nuvole, e ora dov'è? È strano che non sia tra i suoi amati libri. E dove sarà l'altra? Da quanto avete detto, Kyra è stata più volte alle celle e l'ha anche tenuta in camera sua, per sorvegliarla. Si sono avvicinate quella sera, non ho visto bene dato il buio ma, forse, può anche darsi che mi sbaglio, potrebbero essersi baciate.–
Il silenzio piombò, i due coniugi si guardarono all'istante. Stava parlando a vanvera quella donna oppure no? Eppure, sul suo volto un minimo di preoccupazione c'era, anche troppa per essere falsa.
– Oh ma andiamo, Sheera non è il tipo da avvicinarsi così velocemente ad una persona. Ho impiegato anni a guadagnarmi la sua fiducia e la sua amicizia.– disse Nath scuotendo la testa prima di aggiungere qualcosa che, senza farci caso, non avrebbe dovuto.
– È un tipo a cui piace divertirsi, distrarsi, giocare con le persone ma le viene difficile relazionarsi.–
Quando si rese conto di ciò che disse, fu troppo tardi, Andreas si era già alzato e provò a pararsi davanti a lui.
– Ok, mi sono espresso male, non significa che io abbia ragione al cento per cento, può essere che mi sbagli.– provò a dire. In suo aiuto, sempre che lo fosse, Sarah gli prese il braccio.
– Non sappiamo se è vero o meno, non saltare a conclusioni affrettate. Delilah potrebbe aver visto male. E poi Kyra è sempre stata nel salone intorno a noi.–
Entrambi sapevano che Delilah era una donna che amava spettegolare e talvolta anche mentire pur di avere una notizia succulenta. Ma, una parte di loro, non ne era molto convinta. La loro figlia in effetti non stava quasi più non solo tra loro ma anche la sua amica che conosceva fin da piccola. Ce l'aveva con il padre per ciò che si era permesso di fare, non con Nissa o Nath. Perché non era almeno con loro tra i libri in una ricerca che le sarebbe piaciuta fare?
Andreas riprese a camminare, trascinando con sé la moglie e Delilah nel suo ufficio e, appena vide una cameriera, le chiese di cercare la corvina e portarla da lui in fretta. La donna non se lo fece ripetere subito, riuscendo in cinque minuti a condurre la ragazza, dopo svariati tentativi, nel suo ufficio.
Quando Sheera entrò inclinò la testa da un lato osservando la scenetta che aveva di fronte: Andreas stava composto e ritto sulla sua poltrona che pareva un trono, Sarah in piedi poco più distante con sua sorella intente a parlare tra loro a bassa voce. Lui le fece cenno di accomodarsi e, poter quanto non lo sopportasse, eseguì, stando comunque distante seduta svogliatamente.
– Che vuoi ora?– gli chiese con tono annoiato.
– Cosa facevi? Non eri con il tuo amico che ha lasciato la sua famiglia per te. Dovresti essergli più riconoscente.–
– Lui sa benissimo cosa penso e come sono. Non cambierò la cosa solo perché me lo dice un Protettore.– rispose brusca e fissandolo truce. Si iniziava già male.
– Non hai risposto alla domanda.–
– Mi lasciavo logorare dalla noia.–
Non era esattamente ciò che Andreas si aspettava, stava sulla difensiva come a volersi proteggere. O forse era solo il suo solito modo di rispondere. Così provò ad andare sul diretto.
– Quando è stata l'ultima volta che hai visto Kyra?–
Sheera ridacchiò prima di parlare.
– Hai perso tua figlia rinchiusa tra queste mura? Che pessimo genitore. D'altronde ce l'ha con te per quello che hai fatto.–
– Meglio che non esageri, ricorda la posizione in cui sei.– ribatté lui serio, unendo le proprie mani. Sentiva che era nervoso e lo stesso valeva per le due donne che fissò appena. Cosa era successo? Perché aveva chiamato lei? In realtà, un'idea se l'era fatta.
– Ieri sera. È stata l'ultima volta.– disse dopo un po' tornando a spostare la propria attenzione di nuovo su di lui.
– Delilah ha detto che al ballo vi ha viste fuori in giardino da sole, molto vicine. A detta sua vi siete baciate. Ora mi dirai se è vero.–
– Mi hai disturbata per questo? Non avevi del lavoro da fare al posto di controllare Kyra? Non ha cinque anni!–
– Cosa c'è tra voi?– insistette. Sheera lo osservò per bene. Sentiva rabbia, curiosità, voglia di sapere, irritazione e non poteva non nutrirsi di quelle emozioni. Aveva bisogno di forze in quanto in astinenza di sangue e, in più, non si sfamava di emozioni da qualche settimana. Però, avrebbe combinato un bel casino difficile, o meglio dire impossibile, a cui rimediare. La sua indole stava avendo la meglio in quel momento.
– Ti riferisci ai piaceri carnali?– gli disse inarcando un sopracciglio, le braccia che si portò al seno, un sorrisetto malizioso sul volto, gli occhi scuri brillanti di malignità. Per poco Sarah non si spaventò. Stava dicendo sul serio o fingeva? Tuttavia, non sembrava.
– O speravi in qualcosa a livello sentimentale?– continuò la corvina con lo sguardo che cambiò da una finta innocente. Vide subito Andreas irrigidirsi, la sua rabbia e delusione verso la figlia che aumentava.
– Delle volte troppa curiosità con me intorno non è salutare.– aggiunse ancora senza distogliere lo sguardo. Era come una sfida per lei.
– Di cosa stai parlando? Cosa le stai facendo? Non è un gioco la vita delle persone!–
Andreas aveva alzato la voce e prontamente Sheera rispose, seria.
– Può sembrare innocente quanto vuoi, ma non lo è. Sembra perfetta, solare, sempre sincera. Pensa al fuoco.– iniziò facendo apparire una fiamma scarlatta nella sua mano guardandola mentre prendeva la forma di una ragazza. Questo mise ansia agli altri, cosa voleva fare?
– Vi siete fatti un'idea diversa da quello che è tanto da averla confusa e portata su un destino non suo. Lei è fin troppo buona e non rifiuta mai qualsiasi cosa le venga chiesto di fare. Ma dopo un po' non sopporta più nulla e arriva a fare cose che normalmente non farebbe. L'avete rinchiusa in una teca, e cosa accade al fuoco se gli si toglie l'aria?–
La ragazza di fiamme iniziò a spegnersi lentamente, fino a scomparire e Sheera guardò l'uomo che aveva davanti.
– Vuoi sapere cosa io le stia facendo? Assolutamente nulla, non la sto cambiando né manovrando se è questo che pensi. La scelta è sua. Quello che vuole è scegliere.– finì di dire.
– Non ti credo, lei non è così.–
– Tsk! Non sai nemmeno che non le piace avere intorno persone simili o uguali a lei. Si annoia a vedere sé stessa in altri.–
Il tono della corvina era serio, Andreas però non sapeva se fidarsi. Se fosse stato tutto uno scherzo? Lei era abile nel mentire.
– Le stai intorno solo per giocarci? O pensi di provare qualcosa?–
Non ci fu risposta. Solo lo sguardo cupo della ragazza che lo fissava, come se non le importasse nulla. In realtà, dentro di sé, sensazioni si mescolavano. Perché stava intorno alla chiara? Sentiva un'attrazione per lei, la sua aura luminosa chiamava la sua e viceversa, si sentiva diversa con lei. Non perché sembrava calmarla, era come essere un'altra persona. Quel calore in tutto il corpo quando Kyra la guardava, i suoi tocchi caldi sulla sua pelle fredda, il sapere di non essere vista come qualcuno di cattivo.
Avrebbe ammirato per ore la bellezza di quella ragazza dai capelli candidi che, molte volte, si era ritrovata ad accarezzare dopo una notte passata insieme. Avrebbe voluto perdersi nei suoi occhi che non giudicavano e la fissavano con curiosità e non paura.
Kyra la rispettava, l'aveva trattata come una persona normale e non una prigioniera. Le aveva dato fiducia nonostante non l'avesse conosciuta e non sapeva come definire come si sentisse al riguardo. Cosa provava per la chiara? Non era semplice attrazione fisica, no. Era di più, qualcosa che non aveva mai provato prima. O forse sì. Non sapeva spiegarselo. E non sarebbe mai riuscita a dire ciò che provava per lei a quell'uomo se nemmeno lei aveva le idee chiare. Per questo rimase in silenzio. Ormai il danno era fatto, lui sapeva ciò che voleva da lei.
– Bene.– disse dopo quelle sue inesistenti parole.
– Meglio se ti prepari, te ne andrai da qui tra qualche minuto, ho già chiesto alle guardie di prenderti.–
Sheera per poco non gli rise in faccia quando disse quelle parole. Persino Sarah e Delilah si stupirono, la moglie che provò a calmarlo, venendo solo respinta e nemmeno ascoltata.
– Lo fai solo perché non vuoi che Kyra abbia una relazione con un essere fin troppo fuori dalla tua approvazione o perché pensi alla tua stupida reputazione?– gli domandò senza alcun timore.
– Penso a mia figlia e al suo futuro. Tu la feriresti, lo so già. Non ha bisogno di una persona fuori di testa.–
Sheera si era controllata abbastanza, alzandosi di scatto e poggiando rumorosamente le mani sul legno ruvido del tavolo che li divideva, fissandolo con odio.
– Non. Chiamarmi. In quel modo.– gli ringhiò minacciosa contro scandendo bene le parole.
– Non sai chi sono né come sono o cosa faccio. Quei fogli che ti ha dato il Kafar sul mio conto che brucerei volentieri, chi ti dice che siano veritieri? Chi si è mai preso la briga di ascoltare realmente le mie parole tra voi esseri che vi credete superiori stabilendo come usare la magia? Continuate pure a limitarmi ma prima o poi perderò me stessa e la mia magia incontrollata vi ucciderà, uno ad uno. E non vedo l'ora.–
Quando finì, alzò il busto senza rompere il contatto visivo, per poi voltarsi e uscire da lì senza che lui potesse fermarla. Non stava ascoltando ciò che gli stava dicendo. Voleva solo uscire da quel posto e ritrovare sé stessa. Il suo corpo, lo sentiva, stava cambiando. Ogni giorno diventava più forte, la fame di sangue ed emozioni negative aumentavano. Non lascerò che mi fermino. Ovunque finirò, dovranno tremare davanti al mio potere.
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