15 - Alla prova
I lievi raggi solari quella mattina la svegliarono tardi rispetto al solito, quando li sentiva sulla sua pelle dopo poco si svegliava. Ma quella volta non accadde, forse perché doveva recuperare il sonno perso. L'aria fresca che entrava nella camera sembrava voler indicare un nuovo inizio, un'altra possibilità. Si sentivano gli uccelli cinguettare pieni di vita, proprio come si sentiva lei totalmente riposata. Aprì gli occhi e si stiracchiò, affacciandosi a quel nuovo giorno. D'un tratto però la sua felicità si tramutò in preoccupazione. Era sola in camera. Oh no, dov'è finita Sheera ora?
La finestra era ancora aperta, poteva essersene andata via. Scosse la testa, non l'aveva fatto, non sapeva perché ma si fidava della corvina. Difatti, la sua preoccupazione svanì quando la vide uscire dal bagno con indosso dei pantaloni scuri e solo il reggiseno, un asciugamano al collo e i capelli umidi. Il suo corpo era così tonico e snello, la pelle chiara sembrava così morbida.
– Ah, ti sei svegliata.– le disse semplicemente lei portandosi una mano davanti agli occhi per la luce che inondava la camera non aspettandoselo. Poi guardò Kyra e ridacchiò.
– Stai bene?–
La chiara si riscosse e si alzò in piedi distogliendo lo sguardo.
– Sì sì, è che non sapevo dove fossi.– le rispose velocemente. Ma la corvina sentì agitazione nel suo corpo, perciò si decise ad avvicinarsi a lei guardandola maliziosa.
– Ti metto in soggezione per caso?– le disse con voce leggermente roca una volta che la mise di schiena contro al muro, mettendo le mani ai lati della testa come a non volerla lasciare. A Kyra si smorzò il fiato, quasi si dimenticò come respirare. Perché quella ragazza doveva farle quell'effetto? Era sia snervante che eccitante, quel brivido lungo la schiena stranamente familiare.
– Ti piacerebbe.– le rispose alla fine fissandola negli occhi. Sheera sorrise maliziosa nel sapere cosa riusciva a provocare all'altra ma non disse altro, si allontanò tranquilla e mettendosi una maglia che aveva preso dall'armadio dell'altra. Per lo meno aveva qualche vestito scuro che le potesse andare bene.
– Ehm, vado a farmi una doccia veloce. Tu rimani qui e non toccare niente.– le disse Kyra dopo essersi ripresa e svanendo nel bagno, lasciando la corvina da sola che scosse la testa. Chissà cosa ci vede in me quella per potersi fidare talmente tanto. Io dubiterei di me stessa figurarsi.
Sospirò e si sistemò i capelli, mettendosi poi a sedere accanto alla porta della camera ad aspettare. Sarebbe riuscita per davvero a scampare al Wix in modo pacifico rispetto alla sua indole? Come l'avrebbe presa il suo amico che non vedeva da giorni? Doveva ammettere che era un ragazzo ammirevole, non avrebbe mai pensato che lui l'avrebbe seguita.
Sapeva di essere l'unica sua amica ma ridursi a così tanto, a rinunciare alla sua famiglia per giorni e ritrovarsi per una città sconosciuta. Già ad Agraq, Nath le era stata vicina come nessun altro e lei aveva provato a ricambiare. Per lui non era stato facile voler essere sua amica, non perché lei gliel'avesse impedito ma per gli altri. Per mesi si era visto contro ragazzini della sua età e smisero di tartassarlo di insulti e minacce solo perché fu lei ad intervenire minacciandoli a loro volta.
– Mi supporti pure ora, io che porto guai ovunque, assetata di sangue e con i miei difetti.– sussurrò appena come se lui potesse sentire. Chiuse gli occhi e vide un colore solo: viola chiaro. Insieme ad esso una voce femminile lontana nel tempo, soave, calda. La conosceva. Mi fido di te Sheera, lo farò sempre...
– Chi è questo?–
– Un uomo che non mi piace come gli altri quarantasette che ho già visto.–
Sheera non ne poteva più, erano già da due ore entrambe in biblioteca sedute ad un tavolo, dove la chiara le mostrava alcune foto degli invitati che doveva riconoscere, o per lo meno quelli più importanti che ogni Salir avrebbe dovuto saper conoscere a Stavira come ad esempio gli altri Protettori della magia come Andreas.
– Tra poco mi sotterro!– esclamò la corvina poggiando la testa contro il tavolo e Kyra, seduta davanti a sé, sorrise capendola. Non era semplice memorizzare tutto in poco tempo anche se Sheera se la cavava molto bene con la memoria, era solo la sua svogliatezza e noia a bloccarla.
–- Dai, dopo tutto questo sarai libera.– le disse per cercare di rincuorarla e la sentì mugugnare qualcosa di incomprensibile, facendola ridere. Allungò un braccio verso di lei, toccandole i capelli e giocherellandoci come la sera prima. Era più forte di sé.
– Cosa pensi di fare una volta libera?– le chiese curiosa e senza farci troppo caso chiudendo l'album di ritratti che aveva davanti a sé. L'altra poggiò il mento sulle braccia incrociate sul tavolo in modo da poterla guardare e ci pensò un po' su.
– Non lo so. Forse andarmene da Agraq non avendo nulla che mi tenga legata a quel luogo dopo anni. Il Kafar mi lascerà stare e non sarò più costretta a starmene in quel postaccio.–
– E Nath? Lo lasceresti così?–
Alla corvina non bastò molto per rispondere, aveva già le idee chiare.
– So che mi seguirebbe ovunque ma non posso permettergli di farlo. Ha una famiglia e delle persone che gli vogliono bene a differenza mia. E poi, non è come me, a lui serve avere persone intorno, gli piace socializzare. Io me ne starei in luoghi che lo porterebbero alla pazzia.–
– Dove penseresti di andartene?–
Kyra era curiosa, dove poteva andare a finire quella ragazza strana, dagli occhi più scuri della notte e l'animo che voleva solo libertà, silenzio e oscurità?
– Qualsiasi posto mi va bene, tranne luoghi troppo caldi.–
– Me l'aspettavo. Non sopporti i raggi solari più forti perciò la cosa era intuibile.–
Sheera poi le prese la mano tra i suoi capelli, guardandola negli occhi e ponendole una domanda che pareva semplice, ma forse non lo era così tanto.
– Ti mancherò?–
Prese alla sprovvista la chiara, non se lo sarebbe di certo aspettato e non aveva idea di cosa dire. Non era molto brava a mentire a parole, motivo per cui scosse la testa e si convinse della cosa.
– Non credo.– disse evitando il suo sguardo fissando fuori dalla finestra, dove il giorno ancora regnava. La corvina però sapeva che non era così, lo sentiva. Eppure non insistette nel sapere la verità.
– Allora, quante persone mancano ancora? Prima che mi vada via il buonsenso.– disse dopo qualche secondo rimettendosi a sedere normalmente e Kyra annuì, aprendo di nuovo l'album e cercando di ignorare quel lieve fastidio al petto che sentiva. Si era affezionata a lei così velocemente da non essersene accorta e sapere che l'altra se ne sarebbe andata le fece male sebbene non dovesse. D'altronde non siamo legate...
Era nella sua camera, seduta sul letto aspettando pazientemente che la sua amica Nissa uscisse dal bagno dopo essersi cambiata per la festa alla quale mancava sempre meno. Non aveva notizie di Sheera da almeno un'ora, da quando Andreas le aveva raggiunte e portando la corvina via con sé, concedendo alla figlia del tempo per prepararsi anche lei.
Era riuscita a portare a termine la lista, cercando di convincere Sheera a non rispondere come suo solito, a non guardare le persone freddamente, a come conversare con qualcuno che non si conosce. Non aveva idea di cosa sarebbe potuto succedere quella sera ma sperava solo che tutto funzionasse e che potesse essere salva. Forse, in futuro, sarebbe riuscita a salvare altre persone da quel destino doloroso.
– Wow, da dove arriva questo?–
Ogni sua preoccupazione svanì appena vide la sua amica sbucare da dietro la porta in un elegante vestito verde scuro perfettamente intonato ai suoi occhi di una stoffa semplice. Aveva solo una spallina a destra ed era aderente fino alla vita da cui partiva una gonna morbida il cui orlo sfiorava terra. I capelli erano raccolti in una treccia ordinata ed impeccabile con intrecciato tra i capelli un nastro del medesimo colore del vestito. Le labbra erano colorate di un leggero rosa brillante.
– Ti piace? L'ha preso mio padre nel suo ultimo viaggio.–
– Ti sta benissimo. Farai un figurone, specialmente con qualcuno.– le disse maliziosa guardandola con occhi furbi e facendola avvampare.
– Io e Nath siamo solo amici, abbiamo solo parlato un po' mentre giravamo per Stavira.–
– Farò finta di crederci.–
Nissa era tutta contenta anche se per di più lo era per il regalo fatto da lei e Nath per la chiara. Inoltre la sua amica dagli occhi verdi le aveva vietato di aprirlo prima di quel momento e si sedette accanto all'amica che teneva la scatola sulle gambe.
– Vediamo un po' questi due pazzi cosa mi hanno preso...– disse curiosa. A giudicare dalla scatola era qualcosa di costoso anche se Nissa non aveva per niente problemi di soldi proprio come lei. Alla fine si decise a togliere il coperchio e si trovò davanti della carta che avvolgeva quello che sembrava un abito elegante.
– Ma siete fuori di testa voi due!– esclamò quando sollevò quello strato sottile vedendo della stoffa pregiata di un grigio chiaro molto vicino al bianco, simile alla seta, così luminoso.
– L'ha scelto Nath, sotto la mia supervisione dato che conosco i tuoi gusti ovviamente. Ha fatto una bella scelta se devo ammettere. E ora fila a mettertelo che poi ti sistemo quei capelli.–
– So benissimo prepararmi da sola sai?–
Per un attimo alla chiara tornò in mente il modo di rispondere della corvina ma scacciò quel pensiero quando Nissa le mostrò un sorrisetto furbo che conosceva bene; non l'avrebbe scampata, quindi sospirò e andò a cambiarsi in fretta.
Una volta uscita la sua amica batté le mani entusiasta del risultato, di come fosse perfetta. Quell'abito calzava a pennello all'amica. Era un abito semplice che partiva da sottili spalline con uno scollo non troppo esagerato ed era aderente fino ai fianchi da dove la gonna scendeva morbida fino a terra. La schiena era totalmente scoperta e la stoffa era impreziosita da piccolissimi cristalli che davano luce all'insieme.
– Sì, siete completamente pazzi. Non ho mai messo niente del genere.– disse Kyra guardandosi e Nissa rise.
– Sei perfetta. Sai, Nath quando l'ha visto ha detto che era come te, luminoso e semplice. In effetti ha ragione, anche se ultimamente sei tra le nuvole.–
Nissa si alzò e prese dalla scrivania la spazzola dell'amica che si arrese vedendola essere sicura di sé e di quello che avrebbe fatto, quindi si sedette sulla sedia che aveva affianco e pazientò mentre armeggiava con i suoi capelli candidi. Quando erano piccole e si erano conosciute da poco, la bionda si era sempre divertita a ritoccare quelle ciocche candide e Kyra non si era mai lamentata. Era stata l'unica a non averla guardata come qualcuno di strano o malato.
– Meglio distrarre quel ragazzo nei prossimi giorni, il Wix si avvicina e oggi era preoccupato per l'amica.– parlò dopo un po' Nissa concentrata.
– Già, immagino. Non dev'essere semplice vedere la tua migliore amica cacciarsi nei guai così giovane.– disse a bassa voce Kyra, non poteva dire nulla della proposta di suo padre nonostante volesse.
– Finito. Andiamo?– esclamò entusiasta l'altra quando terminò e la chiara si guardò brevemente allo specchio vedendo i suoi capelli raccolti e ornati da un nastro dello stesso materiale del vestito. Sorrise e prese per mano la sua amica, così come avevano sempre fatto da bambine.
– Andiamo.–
Il grande salone era già gremito, uomini, donne e ragazzi parlavano tra loro moderatamente e si congratulavano con Sarah per il lavoro svolto che, tuttavia, dava il giusto merito alla figlia non ancora presente tra loro.
Dei tavoli dalle tovaglie chiare erano stati messi lungo le pareti per il buffet, le tende turchesi si intonavano con le pareti azzurrognole e il pavimento bianco era stato lucidato. Dei musicisti si preparavano in un angolo, le cameriere porgevano vassoi di calici per la sala. Tutto era tranquillo.
– Dov'è Kyra?– domandò Andreas avvicinandosi alla moglie vestita con un elegante tubino blu.
– Non saprei.– disse lei sistemandogli la cravatta velocemente, un gesto che faceva spesso quando era nervosa e voleva che tutto andasse per il verso giusto.
– Sono qui, scusate.– si sentì dire dalla ragazza che sbucò dietro di loro con al seguito Nissa e Nath.
– Tesoro sei bellissima.–
Sarah era sbalordita dalla sua bellezza, non l'aveva mai vista così radiosa in tutti quegli anni. Le labbra erano colorate di un rossetto simile al porpora e gli occhi valorizzati da una semplice linea nera e sembrava molto più grande di una normale diciassettenne.
– Ehm, grazie.– disse timidamente Kyra guardandosi attorno.
– Tranquilla, hai già iniziato con il piede giusto. Tutti sono entusiasti di come hai reso la sala simile al mare. Sembra di trovarsi lì.– la confortò un poco Andreas sentendo la sua tensione. In realtà lei stava pensando alla corvina. Ormai quella ragazza era entrata nella sua mente e non riusciva a mandarla via. Scosse la testa quando vide qualcuno di familiare avvicinarsi a loro in un abito tutto sfarzoso e rosa confetto. Oh no... pensò subito sapendo già come sarebbe andata a finire.
–- Kyra! Guarda quanto si è fatta grande la mia ragazza! Anche tu Nissa, fatevi abbracciare!– esclamò una donna molto simile a Sarah e la chiara sorrise appena mentre veniva travolta da quelle braccia.
– Ciao zia.– disse velocemente volendo evitarla, non perché fosse una cattiva persona ma più che altro perché si ritrovava sempre in situazioni scomode con lei intorno. Non la vedeva da almeno tre anni e non era minimamente cambiata. Nissa, vedendola giocherellare con le mani di nascosto, gliene prese una come a dirle che doveva sopportare ma che lei era lì se ne avesse avuto il bisogno, mentre Delilah salutava la sorella e suo marito.
– E questo bel giovanotto chi è?– domandò già con occhi luminosi. Ecco, ora pensa che sia il mio ragazzo o qualcosa del genere. Fermati per favore! continuò a pensare la chiara trattenendosi dal non scappare.
– Lui è Nath, è il figlio di un amico che abita lontano. Il padre viaggia spesso in questi giorni e mi sono offerto di tenerlo qui da noi, lo spazio c'è.– mentì Andreas subito senza essere sospettoso. Kyra non sarebbe mai riuscita a mentire così bene ma, per il lavoro che il padre faceva, quello era una passeggiata. E poi, essendo un Protettore della magia, veniva creduto sempre.
– È un piacere signora.– salutò Nath facendo un perfetto baciamano alla donna cercando di non sembrare scortese. Se Kyra aveva aiutato Sheera, i loro amici dovevano essersi aiutati a loro volta o così immaginò la ragazza dai capelli bianchi. E poi, il ragazzo sembrava abbastanza a suo agio.
– Che ragazzo educato, chiamami pure Delilah caro.–
Lui annuì mentre la donna guardò Kyra e lei riconobbe il suo sguardo. E ci risiamo...
– Hai preparato tutto tu, eh? Che bello. Perché prima di aprire il buffet e salutare tutti non suoni qualcosa? Non ti piaceva il violino?–
– Ehm, in realtà...–
Voleva dirle che non se la sentiva di suonare davanti a tutta quella gente ma non riuscì a non rifiutare con quello sguardo speranzoso. Sentì Nissa al suo fianco scuotere la testa lievemente come a dire che era una causa persa, non sarebbe mai riuscita a dirle di no. Era un suo difetto che non riusciva mai a porne rimedio.
– Vedrò cosa posso fare.–
Delilah sorrise raggiante e Kyra iniziò a camminare verso i musicisti. Le piaceva la musica, certo, ma non suonava spesso e ormai già da un po' di mesi, figurarsi davanti a tutte quelle persone. Stava già pensando di suonare il violino come sempre, essendo lo strumento che riusciva a maneggiare meglio. Tuttavia, i suoi occhi caddero su un pianoforte particolare, sembrava anche un'arpa con tutte quelle corde ed era in un materiale simile ad un cristallo azzurrognolo. Si avvicinò e ne sfiorò i tasti affascinata e attratta da quell'oggetto nuovo, poi si sedette sulla panca dello stesso materiale, continuando a sentirsi nervosa ma fissando quei tasti lucidi. Non aveva mai suonato qualcosa di simile però era come se sapesse perfettamente come dovesse toccare le note.
Nella sala i rumori diminuirono aumentando la sua agitazione, non sapeva perché. Poi loro. Li sentì chiaramente, scrutavano la sua pelle e la osservavano in un modo che nessuno aveva mai fatto prima di allora. Conosceva quello sguardo che aveva addosso e si sentì meglio. Chiuse gli occhi e delle immagini sfuocate le apparvero nella mente appena iniziò a suonare una melodia che conosceva. Sembrava così antica e misteriosa, quella melodia incantava tutti con le sue note mentre lei si lasciò guidare da quello sguardo profondo. La musica è tua alleata...
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