X - che gran fottuto casino

Lea

Newt e io andammo alla Scatola per vedere cosa stava succedendo e scoprimmo che era arrivata un'altra persona, un ragazzo.
Fantastico, continuerò a essere l'unica femmina.

Per qualche motivo volevo che fosse una ragazza e anche se era passato un solo giorno dal mio arrivo mi sentivo già sola. Avevo fatto amicizia con il biondino, Alec, Minho e anche un po' con Frypan, ma non era la stessa cosa. Sentivo che mi serviva una "presenza femminile" se così si poteva dire, qualcuno con cui parlare per davvero...

Arrivati al centro della Radura guardai le grate della Scatola e mi venne un tuffo al cuore. Mi tornarono in mente quei momenti strazianti passati lí dentro a pensare che non sarei mai uscita, sembrava fosse successo più di una settimana fa e invece era solo ieri, pareva impossibile da immaginare.
Povero ragazzo, pensai, sta passando quello che ho provato io. Mi dispiaceva per lui ancora prima di conoscerlo, che cosa buffa.

La sirena dell'allarme continuò per una buona mezz'ora prima di fermarsi improvvisamente. Per tutto il tempo rimasi fissa seduta sull'erba a guardare la Scatola e a pensare chi sarebbe uscito da lí, che faccia avesse o come si chiamasse; magari come me lui non ricordava il suo nome... continuavo a chiedermi quando mi sarebbe venuto in mente il mio, già mi ero stancata di sentirmi chiamare fagiolina o fagio. Però dopotutto in quale altro modo potevano chiamarmi? Mi andava anche bene un nome inventato sul momento, tipo Kat o che ne so... Maggie? Potevo accettare anche "ragazzina", mi dava fastidio ma mai quanto fagio.

«hey fagio» eccolo lí di nuovo, non riuscivo davvero a sopportarlo quel nomignolo. Mi alzai in piedi e mi scossi i pantaloni pulendoli dalla terra guardando male il ragazzo che aveva parlato.

«proprio non ce la fai a chiamarmi in modo diverso, eh biondino?» dissi a Newt incrociando le braccia.

«biondino?» sembrava sorpreso «ok devo ammettere che nessuno mi aveva mai chiamato così, ma mi piace» ridacchiò e io arrossì.

«comunque quando ritornerai a un colore naturale diverso dal rosso peperone dimmelo» disse ridendo. Merda, l'aveva notato. Diventai ancora più rossa e mi girai dall'altra parte in modo che non mi vedesse più la faccia.

«non è colpa mia, non posso controllarlo!» dissi imbarazzata «comunque che dovevi dirmi?» chiesi dandogli sempre le spalle.

«prima girati» disse mentre lo sentivo avvicinarsi. Con un verso di disappunto mi girai verso di lui e sentivo ancora le guance rosse, allora tenni lo sguardo basso. Lui ridacchiò e mi tirò su il viso dolcemente.

«non devi vergognarti, sei carina quando arrossisci» disse sorridendo.
Bravissimo Newt, mi hai fatto diventare un vero pomodoro adesso.

«g-grazie» balbettai, non ero ancora abituata a ricevere dei complimenti. Poi se provenivano da lui... meglio non parlarne.

«quindi? Che dovevi dirmi?» lo incitai a parlare cercando di cambiare discorso, ero parecchio imbarazzata. Nel frattempo guardavo la scena alla mia destra, ovvero Gally e un altro ragazzo, Winston mi pareva, sollevare le grate della Scatola dai due maniglioni.

«volevo chiederti se sapevi qualcosa riguardo... questa faccenda » disse indicando la Scatola «voglio dire... già è strano che arrivi una femmina dopo due anni di soli maschi e adesso questo, due novellini nel giro di due giorni» continuò. Non riuscivo a capire, cosa c'entravo io? E perché era sorpreso da questo fatto?

«Newt... cosa ne posso sapere io? E poi cosa c'è di strano?» chiesi avvicinandomi alla Scatola.

«di solito qui i fagio come te vengono spediti una volta al mese, sempre lo stesso giorno. Non sono mai arrivate due persone di fila, mai.» mi spiegò guardandomi per qualche secondo prima di sparire nella Scatola. Mi avvicinai e guardai all'interno, c'era un ragazzo, proprio come pensavo. Mi sporsi leggermente ma una marea di persone mi spinsero indietro accalcandosi all'entrata del buco per vedere chi era arrivato lasciandomi in disparte.
Grazie tante, esisto anche io, non lo sapete?

Sbuffai e aspettai a braccia incrociate in attesa che si formasse uno spazietto per vedere chi era il nuovo arrivato. Intanto riflettevo sulle parole del biondino, "non sono mai arrivate due persone di fila, mai". Questo voleva dire che stava succedendo qualcosa, no? Una femmina mandata il giorno prima del solito maschio, che cosa bizzarra...

Ad un certo punto sentii agitazione nell'aria, vidi i ragazzi con un'espressione strana, erano... preoccupati?! Mi avvicinai a loro e mi feci spazio tra la folla cercando di passare. Senza buttare giù nessuno -non che io ci riuscissi, in confronto a me erano tutti bestioni- arrivai al bordo della Scatola.

Vidi Newt preoccupato e quando spostai lo sguardo sul nuovo ragazzo mi mancò il respiro. Era lui, quello che avevo visto durante la mia "crisi" in infermeria...

«Lea» disse guardandomi negli occhi con un filo di voce «Lea...» ripetè prima di svenire. Improvvisamente sentii come se qualcuno mi avesse dato una botta in testa molto forte ma non avessi sentito alcun male. Un ricordo, ne ero sicura, doveva essere così.
Lea.
Era il mio nome, mi ricordavo il mio nome!

Guardai Newt contenta e mi resi conto di quello che era appena successo. Guardai i ragazzi vicino a me e mi sentii osservata. Ancora una volta cinquanta occhi erano puntati su di me, compresi quelli del biondino. Guardai il ragazzo svenuto nella Scatola e poi Newt, mi fissava come se fossi un alieno.

«io... mi ricordo il mio nome...» dissi piano, mentre il sorriso svaniva lentamente dalle mie labbra «mi chiamo Lea...» e abbassai lo sguardo. Il ragazzo svenuto aveva detto il mio nome e proprio in quel preciso momento avevo capito che era il mio. Mi guardai intorno e i Radurai assunsero un'aria ancora più stupita... non capivo le loro facce, alcuni trasmettevano una lieve forma di paura, altri non comprendevano e poi c'erano quelli così stupiti da rimanere a bocca aperta.

Aspettai che qualcuno dicesse qualcosa ma nessuno aprì bocca e la situazione si fece parecchio pesante per me. I ragazzi si scambiavano occhiate, si sussurruavano cose tra loro e mi sembrava di essere tornata al giorno prima, quando mi ero fatta vedere allo scoperto per la prima volta. Newt spostava lo sguardo in continuazione da me al ragazzo nella Scatola, vidi Alec che mi osservava come tutti gli altri e Alby che non capiva niente. Che cavolo stava succedendo!?

«h-ho detto che mi chiamo Lea» ripetei tenendo la voce bassa, volevo fuggire.

«bene, Lea» disse Alby cercando di rimanere calmo. Sentivo che si stava forzando, dentro stava sicuramente esplodendo. Come tutti credo, del resto nessuno stava capendo quello che succede.

Spostai lo sguardo su di lui e lo fissai un po' impaurita su quello che avrebbe detto. Se mi avesse ritenuta responsabile dell'arrivo del ragazzo nuovo? Magari mi incolpava di ciò che stava accadendo...
Dio mio calmati Lea

Mi faceva strano sentire il mio nome nella testa. Adesso almeno ne avevo uno e non dovevo più sentire la gente che mi chiamava fagio.
Aspettai che il capo dicesse qualcosa ma si girò e si mise a camminare in direzione del Casolare.

«adunanza, adesso.» disse senza smettere di camminare. Alcuni dei ragazzi -compresi Alec e Gally- lo seguirono e mi chiesi dov'era andato Minho, ma non era quello il problema adesso. Vidi Newt che usciva a fatica fuori dalla Scatola e diceva a Jeff e un altro tipo di portarlo in infermeria, sicuramente si riferiva a quello svenuto.

«Newt, che succede?» chiesi avvicinandomi a lui.

«c'è un adunanza, ti spiegherò tutto dopo, promesso» e detto ciò si mise a camminare a passo svelto verso l'ammasso di legno che chiamavo Casolare.

Mi sedetti a terra con la testa tra le mani, non capivo niente di niente. Era appena arrivato un ragazzo nuovo, anzi il ragazzo, quello della mia visione; avevo ricordato il mio nome non appena lui l'aveva pronunciato; la Scatola era salita due giorni di fila e mai era successa una cosa simile.
Che gran fottuto casino.

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