VIII - il codice

«Non può addormentarsi quando vuole!» mi urlò qualcuno che mi fece alzare subito la testa dal banco «si dorme la notte!» continuò la voce appartenente alla signora con i capelli biondi e gli occhi azzurri.

«s-si, mi scusi» dissi ricomponendomi e presi appunti sul foglio immacolato posto davanti a me. Ma chi volevo prendere in giro? Non avevo ascoltato niente di quella lezione!

«per caso la sto annoiando?» chiese incrociando le braccia.

«no assolutamente, trovo molto interessante il suo corso, ma vede, ho solo bisogno di riposare» in realtà avrei voluto dire tutt'altra cosa e risponderle a tono, ma fortunatamente mi trattenni.

«non c'è tempo per riposarsi, dobbiamo lavorare e lei sa bene il motivo, non è così?»

«sì certo...» sussurrai ironica e sperai con tutta me stessa che non mi avesse sentito.

«mh... dove eravamo rimasti prima che si addormentasse? Ah si, qual è il codice delle sezioni?» mi chiese infine.

«71526483» risposi a voce ferma, come se sapevo quel numero a memoria da quando ero nata.

«bravissima, e invece il codice mortale?» mi richiese.

«68275413» dissi sempre con tono fermo, anche quella pareva una cosa abbastanza ovvia. Lo scrissi sul foglio davanti a me e aspettai altre domande dalla signora bionda.

«bene, per oggi abbiamo finito, può andare» disse, si voltò ed uscì dalla stanza accompagnata da due guardie. Mi aspettavo altre domande ma il tempo era finito, adesso avevo un altro corso.

***

I raggi del sole che filtravano dalla finestra mi svegliarono e mi fecero aprire gli occhi. Mi trovavo nello stesso letto di ieri ma qualcosa era cambiato, il blocco di fogli si trovava sul comodino e avevo una coperta addosso. Non mi ricordavo di averla messa e a pensarci, non l'avevo neanche vista in stanza... meglio non pensarci, ieri ero stanca e magari non me n'ero accorta.

Mi alzai e mi stiracchiai sbadigliando, che ore erano? A giudicare dall'altezza del sole probabilmente le nove del mattino, ma dato che non c'erano orologi non potevo saperlo con esattezza. Mi trascinai fuori dalla stanza come fossi uno zombie, il risveglio non era dei migliori.

Uscii dal Casolare e mi stropicciai gli occhi, avevo una voglia tremenda di ritornare a letto ma se lo facevo ci sarei rimasta tutta la giornata, non me lo potevo permettere. Andai in mensa e mi sedetti al tavolo vuoto di ieri dopo aver preso una brioche. Non avevo fame nonostante la sera prima non avessi mangiato nulla, così decisi di lasciar perdere l'idea di fare colazione e uscii dalla sala.

Mi diressi nuovamente verso il Casolare e salii le scale, magari trovavo qualcosa di interessante o qualcuno con cui parlare. I gradini scricchiolavano in modo inquietante, in effetti quella struttura sembrava piuttosto fragile, dopotutto era tutta di legno vecchio chissà quanti anni. Al piano di sopra trovai Newt, era appoggiato allo schienale di una sedia con gli occhi chiusi, sembrava stesse dormendo. Davanti a sé aveva vari fogli con scritte di diverso genere e numeri, non sapevo come mai ma avevo la sensazione di averli già visti o sentiti.

«Newt» sussurrai. Non volevo disturbarlo ma volevo sapere cos'era quella roba «Newt, svegliati» dissi un po' più forte scuotendolo leggermente.

«mh? Ah, ciao» si tirò su e si stropicciò gli occhi.

«stai bene? Ieri non ho visto nè te nè gli altri per tutto il giorno... cosa sono questi?» chiesi indicando i fogli sopra il tavolo.

«sí sto bene, devo solo dormire... sta notte sono stato con gli altri intendenti a capire questi codici, poi loro avevano sonno e sono andati nelle loro stanze, ma dato che la mia era occupata ho colto l'occasione per studiare meglio questi» disse impilando le pagine in una piccola colonna.
Ha detto che la sua stanza era occupata... magari ero finita involontariamente nella sua e se sapeva che non era libera significava che era entrato mentre dormivo, mi aveva messo la coperta e... non mi aveva cacciato via. Si era preso cura di me. Sorrisi a quel pensiero e fortunatamente il biondino non lo notò.

«quindi quei fogli cosa sono?» chiesi indicandoli e mi avvicinai a lui, appoggiando d'istinto il mento sulla sua spalla. Sentii i suoi brividi al contatto con la sua pelle, gli facevo davvero quest'effetto?

«questa scritta, "not alive", l'ha trovata Minho nel labirinto assieme a questa serie di numeri "68275413" ed è tutta la notte che cerco di capire cosa significano o se hanno un preciso scopo» quel codice, era lo stesso che avevo sognato. Gli stessi numeri nello stesso ordine... come potevo averli sognati? Ero una specie di sensitiva?

«e questo» disse prendendo un foglio dal mazzetto «è il codice che hai scritto tu» me lo porse e lo lessi, era lo stesso, i sei numeri posti nell'ordine di prima.

«68275413» lessi ad alta voce «come faccio ad averlo scritto io? Non ricordo di averlo fatto» posai il foglio e girai la testa verso la faccia del biondino.

«sta notte, mentre dormivi beatamente nel mio letto, ti ho sorpresa con una matita e delle pagine di un vecchio diario che avevo iniziato e che poi ho lasciato in sospeso» mi spiegò «ti ho vista scrivere questa serie di numeri su vari fogli, ho dovuto toglierti la matita dalle mani per farti smettere»

«come... come può essere possibile? Ho sognato questi numeri sta notte» li indicai con un gesto della mano «gli stessi identici numeri» dissi scandendo bene ogni parola.

«sei sicura? Magari ti confondi» accennò il ragazzo biondo.
«Newt sono questi.» risposi con fermezza. Ne ero certa, erano sicuramente quelli, senza ombra di dubbio.

La domanda era, perché li avevo sognati?
P

otrebbe essere una coincidenza, un'enorme coincidenza, o magari mi ricordo solo male... eppure c'erano così poche probabilità di sognare lo stesso numero...
Tenni per me i miei pensieri, non volevo far preoccupare Newt. Era anche in parte colpa mia se quella notte non aveva dormito, oltre alla scritta "not alive" doveva capire cosa c'entrasse il codice e come mai io ne fossi già a conoscenza.

«ok senti, non pensarci, sarà stata una coincidenza, non farti problemi per questa cosa, va bene?» dissi al biondino cercando di dissuaderlo «e adesso vai a farti una bella dormita, ne hai bisogno» gli misi una mano sulla spalla e sorrisi appena.

Newt aprì la bocca per rispondere ma venne interrotto da un rumore assordante. Sembrava una sirena, lui rimase come sorpreso. Era come se già conoscesse quel suono, pareva sapesse cosa fosse e che l'aveva già sentito, ma sul suo viso aveva comunque stampato uno sguardo... confuso. Mi tappai le orecchie, tutto quel baccano era insopportabile.

«cos'è sto rumore?» urlai per farmi sentire. Il biondino non si degnò di rispondermi e uscì dal Casolare andando al centro della Radura. Riconobbi subito il posto, era da lí che ero arrivata.

«è la Scatola.»

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