I - una luce, una nuova vita
esattamente 3 anni, 6 mesi e 12 giorni dopo.
Stavo salendo, ero immobile ma mi stavo muovendo. Non fisicamente, ma sentivo che ero all'interno di una macchina che andava verso l'alto, chissà dove mi stava portando.
Tun tun tun
Sentivo un rumore assordante, mi scoppiava la testa e non capivo niente. Ero circondata dal buio più totale, provai ad alzarmi reggendomi alla parete di quella... "cosa che stava salendo" ma caddi immediatamente a causa della mia instabilità.
Già, sono fragile, credo...
oh cavolo
non mi ricordo niente di me, perché?
Tun tun tun
Quel rumore era insopportabile, mi entrava nel cranio facendomi pulsare la testa, in più avevo la nausea a causa del movimento di quello strano ascensore e mi girava la testa. Combo perfetta per uno svenimento.
«ma che diavolo...» sussurrai anche se nessuno poteva sentirmi, ero sola lì dentro e avevo paura. Nonostante fosse molto buio i miei occhi si stavano pian piano abituando all'oscurità e notai delle scatole, qualche barile e... armi? Mi avvicinai a quella che sembrava la sagoma di un coltello e la presi in mano.
Non si sa mai
Magari sbucava qualcuno dal nulla, che ne potevo sapere io? Lo impugnai e mi appoggiai al muro, stavo perdendo le forze.
Vedevo tutto girare e gli scossoni non mi aiutavano per niente, però cercai di rimanere lucida.
Tun tun tun
Il rumore non smetteva di fracassarmi la testa e stava diventando sempre più insopportabile, volevo uscire al più presto da lí. Mi premetti le mani sulle tempie e urlai, quel suono assordante mi stava facendo impazzire.
Poi accadde una cosa strana.
Il rumore cessò, l'ascensore si fermò e tutto cadde in un silenzio inquietante.
...
Passò qualche minuto, o forse erano ore? Ero appoggiata con la schiena contro una parete con la testa nascosta tra le mani e un un'incredibile sensazione di déjà-vu che mi pervadeva. Mi sembrava tutto così familiare, come se avessi già vissuto un'esperienza come quella.
Perché sono chiusa qui dentro?
Iniziarono ad arrivare le domande, una dopo l'altra, una sfilza di tanti, inutili quesiti a cui non sarei mai riuscita a dare una risposta, non adesso almeno.
Chi sono io? Non so neanche il mio nome...
non avevo più un'identità, magari non l'avevo mai avuta, che cosa terribile. Potevo essere chiunque, forse mi chiamavo Caroline, magari Martha, o anche Camille... speravo tanto che un giorno mi venisse in mente, sempre se non sarei rimasta bloccata là dentro e poi qualcuno mi avrebbe trovata morta.
E i miei genitori? Sanno che sono qui?
Magari neanche avevo dei genitori, forse erano morti, forse mi avevano abbandonato, forse erano stati loro a mettermi lì dentro...
Il mio flusso di pensieri venne improvvisamente interrotto dal cigolio di... qualcosa, e una luce mi illuminò dall'alto.
Manco fossi Dio
Forse non era il momento adatto per ironizzare, ma che potevo fare dopotutto?
Mi coprii d'istinto la faccia con una mano per ripararmi e mi alzai in piedi barcollando. Tenevo sempre il coltello in una mano ma mi sentivo ancora debole, rischiavo di cadere e ferirmi da sola, però cercai di sembrare il più stabile possibile.
La grata sopra di me si aprì ed entrò qualcuno nell'ascensore, un ragazzo. Era biondo e aveva gli occhi marroni, era proprio bello.
«è... è una ragazza» disse lui.
Da fuori si sentiro dapprima silenzio, poi urletti, schiamazzi e fischi, qualche battutina e delle mani che applaudivano. Io ero in completa confusione, non stavo capendo niente di quello che stava succedendo e per di più la mia debolezza aumentò. La nausea si rifece viva, vedevo ancora tutto girare e le voci delle altre persone mi facevano venire mal di testa. Lasciai cadere il coltello quando capii che stavo per svenire; poi le gambe cedettero, sentivo di sprofondare lentamente nel vuoto ma qualcuno mi prese al volo. Ora delle braccia mi stavano reggendo anche se non capivo a chi appartenessero e quando cercai di guardare il viso di chi mi aveva afferrata ero debole, troppo debole, non ci riuscivo.
Un secondo dopo svenni.
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