40 - The Apology Song

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"I am sorry, toro, I am sorry
Hear my song, I know I sing the truth
Although we were bred to fight
I reach for kindness in your heart tonight, and if you can forgive

And if you can forgive, love can truly live
And if you can forgive, and if you can forgive, love can truly live"

-The Apology Song-

Diego Luna e Gustavo Santaolalla

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-Izuku... Mi dispiace... mi dispiace tanto!-

Non lo lasciava, non lo avrebbe lasciato.

-hai ragione, hai ragione a volermi morto, hai ragione ad odiare gli eroi, ti ho fatto del male, molte volte e nei modi peggiori... Non volevo, ero giovane, stupido e idiota, tu non meritavi questo, eri e sei una persona cosí magnifica che io non l'ho potuto vedere-

Il dolore si fermò, poteva sentire il sangue colare a terra e la pelle che si staccava ma non gli importava.

-ho capito tardi cosa vuol dire essere un vero eroe, tu... Tu non hai mai fatto niente aspettandoti qualcosa, eri quello giusto, quello che doveva farcela, mi dispiace Izuku, mi dispiace per ogni cosa-

Si allontanò di poco, tenendo sempre le mani sulle braccia di Izuku, fissandolo negli occhi, stava per piangere l'aveva capito, tratteneva le grida con fatica ma non stava cedendo.

-ti ho rovinato ancora la vita, volevo salvarti e... rimediare ai miei errori, perdonami, non ho pensato che forse eri felice cosí-

Izuku non parlava, rimaneva silenzioso con gli occhi coperti dai ciuffi di capelli.

-non ti chiedo di perdonarmi, non devi farlo... Con nessuno... Ma ti supplico, accetta le mie scuse!
Forse non valgono molto, forse nemmeno merito di chiederti scusa ma voglio provare, voglio poter farti capire che mi dispiace, e se dopo mi vorrai ancora vedere soffrire e... E... Morto, mi andrà bene, ma ti prego, se devi farlo, non cosí-

Il corpo del bambino si irrigidì, per poi divetare calmo.

-Kacchan...-
 
Il biondo sgranó gli occhi, sperando in una piccola, piccolissima speranza di trovare pace.

-non ricordo molto... È tutto cosí confuso e sfocato e... Sebbene senta la tua sincerità e quanto tutto questo sia faticoso e doloroso per te... non posso perdonarti... Non ci riesco-
-Izuku... io...-
-non sono quella persona che credi tu... E mi sta bene cosí, vuol dire che nessuno dei due ha motivo di correre dietro l'altro-
-non voglio perderti ancora-
-devi essere sincero con te stesso, mi hai perso ancora prima di rendertene conto... Accetto le tue scuse Kacchan... Ma non ti perdonerò mai, questa è l'ultima cosa buona che farò per te-

Si liberò dalla presa con uno strattone, camminò verso Tomura, i due corsero via, Izuku si voltò indietro un ultima volta e Katsuki sentì nuovamente le stesse dannate parole, senza bisogno che il bambino le pronunciasse.

*-non era quello che volevi?-*

Tomura e Izuku, seguiti dal nomu, sparirono all'interno di un portale mentre il resto dei villain continuavano a combattere contro gli eroi.

I due fratelli non si dissero nulla, non c'era altro da dire.

Tomura aveva fatto perdere le loro tracce, nuovamente erano al sicuro, nessuno lo avrebbe trovati, il ragazzo aveva sistemato Izuku, rendendolo presentabile per quando sarebbe tornato a casa.

-fratellone? Starai bene tutto solo?- 
-sto sempre bene Izuku, starai TU bene?-
-si... Starò bene...-
-sei una persona molto forte Izuku, mi dispiace che tu abbia dovuto passarne così tante-
-va bene così, ormai è tutto finito-
-si, è tutto finito-

In cuor suo Shigaraki sapeva che non era per niente finita, tutto questo era sempre stato parte del piano di All for One, facendo tornare Izuku bambino lo aveva fatto diventare quello che voleva e Tomura era rimasto a guardare ed aiutarlo, ma cosa poteva fare? Non voleva perderlo, ed ora era troppo tardi per cambiare le cose.

All'arrivo di All for One, Izuku gli era corso incontro, abbracciandolo con tutta la forza che aveva, l'uomo sorrideva mentre ascoltava il racconto del figlio.

-Tomura, sei stato molto bravo nel prenderti cura di lui-gli disse dandogli una pacca sulla spalla.
-grazie Sensei-
-Zu, saluta Tomura, è ora di andare a casa-

Il bambino lo abbracciò, mentre ricambiava Tomura gli sussurrò.

-se hai bisogno chiamami ok? Verrò subito-

Izuku non capì perché Tomura usò quel tono serio e preoccupato, prima di sparire nel portale con suo padre vide l'espressione di suo fratello, era piena di sensi di colpa.

Izuku teneva la mano di suo padre mentre camminavano tranquillamente verso l'aeroporto, dove Inko li aspettava.

-allora Izuku? Com'è andata? A parte l'incidente-
-tutto bene papa'... Ho il mio quirk e sono felice!-

Suo padre sorrise maggiormente a quelle parole.

-oh mio piccolo Izuku, non vedo l'ora di poterti insegnare tutto quello che so, diventerai un grande uomo, capace di conquistare il mondo-
-davvero?-
-ma certo, sei mio figlio e la grandezza è il tuo destino-
-ma se non fossi come vuoi tu?-
-che vuoi dire piccolo?-
- ...io... Quando ho visto Ground Zero... ho come... Ricordato qualcosa che non posso aver vissuto-

Suo padre strinse la presa sulla mano, cambiò espressione piú volte mentre lanciava uno sguardo al figlio.

-che tipo di cose Izuku?-
- .... Cose brutte... Dolorose... Io... Credo di aver conosciuto in altre circostanze quell'eroe... Nella mia mente è tutto cosí... Confuso-
-non devi pensarci troppo piccolo mio, appena torneremo a casa, tutto sará come prima, te lo prometto-passò la mano sul capo di Izuku.

Appena vide sua madre, Izuku le corse incontro, aveva dimenticato quello che aveva fatto e cosa gli era accaduto, ormai era una storia che voleva cancellare dalla sua mente, desiderava solo una vita come ogni bambino dovrebbe avere, serena, con la propria famiglia che li ama, e libera dall'odio e dal dolore.

-papà, mamma posso avere del mochi?-
-Izuku ti verrà il mal di pancia-
-per favoreeeee-

I due scossero il capo ridendo.

-va bene!-
-voi andate avanti, imbarco le valigie e sono da voi-
-non fare tardi-
-promesso!-

Hisashi amava quell'apparente normalità che si era costruito, il suo nome avrebbe continuato ad incutere paura, anche dopo che Tomura avrebbe ceduto il posto ad Izuku, non avrebbe perso questa sensazione di pace, anche se avesse dovuto ringiovanirli per sempre, li amava così tanto e per questo era giusto fare cosí, in tutti i suoi anni non aveva mai voluto legarsi a nessuno, i trascorsi con suo fratello ne erano un esempio di come avesse paura a legarsi a qualcuno, ma adesso? Era diverso.

Aveva finiti di imbarcare le valigie, appena si fu messo in cammino, rivide quell'inconfondibile viso e sguardo, non si stupì affatto nel vederlo, oggi, su una sedia a rotelle, occhiaie incavate da renderlo simile ad uno scheletro, ma era sempre là, quella fiamma che si accendeva ad ogni loro scambio di silenzi.

-t-tu...?!-

Hisashi sorrise serenamente.

-è sempre bello vederti Toshinori, anche se in queste condizioni-

Sapeva cosa era accaduto in quei giorni, la ferita era peggiorata cosí tanto e silenziosamente che lo fece crollare a terra durante una lezione, la notizia aveva fatto il giro del mondo, ed ora... Toshinori stava partendo per la Francia, dove un centro specializzato avrebbe tentato di salvargli la vita.

-cosa stai...-iniziò ma si fermò per colpa della tosse.
-sei da solo?-

Toshinori esitò a rispondere, ma poi non ne vide il motivo.

-no... Dei miei ex studenti mi stanno accompagnando-
-sei fortunato ad avere dei cosí bravi ragazzi ad aiutarti-

Sembrava tutto cosí... Surreale.

-ho saputo cosa è successo... E solo ora mi rendo conto che... Avevi pensato a tutto fin dall'inizio vero? La morte di Mirio... Di tutta quella gente...-
-mio carissimo All Might... Quello che ho fatto è stato per amore-
-ah! Amore... Ti piace solo l'idea di questa quotidianità-
-no, se fosse stato cosí non avrei voluto tenere Inko per tutti questi anni e certamente non avrei voluto un figlio se non l'avessi amata-
-lo hai ucciso ma non del tutto-
-sai... Ho pensato molto prima di fare quella decisione... Veramente, ci ho pensato tantissimo, ed era l'unica cosa che potevo fare, tu mi hai privato della vita di mio figlio, non ho potuto vederlo crescere sai quanto può fare male vero? Certo che lo sai... Per un po lo hai tenuto sotto la tua ala protettrice-
-perché lo vuoi trasformare in te? Izuku non ti somiglia-
-ti sbagli, certo il sangue è il mio, ma non solo quello, lui è molto più di me, sará migliore, più potente e forte, altrimenti perché è dov'è ora?-
-se fosse stato debole cosa avresti fatto?-
-pensi cosí male di me? Avrei amato Izuku anche se fosse stato senza unicità, la famiglia è tutto per me-sorrise.
-non fare la parte del padre ferito, sei solo un mostro-
-forse... Ma tu... Ti sei affezionato al figlio del mostro... Ad una parte di me, e non puoi capire quanto sia meraviglioso aver potuto vedere la tua espressione distrutta quel giorno-

Toshinori vide Izuku chiamare All for One da lontano, teneva Inko per mano che sorrideva al piccolo, quando si avvicinarono Toshinori si sentí quasi mancare il fiato, Hisashi stava "spiegando" cosa stava facendo con un sorriso imbarazzato ad Inko, mentre Izuku...

Fissava Toshinori con un'espressione incognita.

-I... Izuku...-sussurrò.
-ma guarda che ore sono! Presto dobbiamo andare!-interruppe Hisashi mentre guardava l'ora.

I due adulti controllarono i biglietti, ed Izuku si avvicinò di un passo a Toshinori.

-non mi pento del tempo che abbiamo passato... Se le cose fossero state diverse, magari non saremmo qui... Però... Sono felice di averla rivista... Toshinori-sensei-

La sua vocina risultò così flebile ma così chiara a Toshinori, se ne avesse avuto la forza avrebbe abbracciato Izuku, chiedendogli scusa e pregandolo di non diventare come suo padre, ma di essere l'uomo che LUI stesso voleva diventare.

-andiamo Zu?-
-arrivo!-

Izuku corse verso i suoi genitori, ma prima, aveva rivolto un sorriso all'ex pro hero, un sorriso che l'Izuku che una volta era faceva, sereno e sincero, Yagi pianse silenzioso mentre lo vedeva andare via, probabilmente sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe visto, ma in quel sorriso, sapeva che il suo ragazzo non era totalmente scomparso, forse l'odio non l'aveva consumato del tutto, magari...

Se il fato lo avrebbe permesso...

Non sarebbe diventato come All for One.

-Toshinori-sensei, tutto bene?-

Non rispose immediatamente alla domanda, annuì solamente.

-ho solo... Rivisto qualcuno che mi era molto caro, tutto qui-

Mentre l'aereo decollava, Izuku osservava la terra farsi piú distante fino a che non si ritrovò nelle nuvole.

**qualche anno dopo**

Quando ripresero la loro vita quotidiana nulla poteva andare meglio, Izuku aveva sentito la mancanza di casa sua, suo padre gli aveva detto che tutto sarebbe andato bene appena tornati a casa, e cosi era stato, appena aprì gli occhi, dopo il lungo sonno sull'aereo, non ricordava nemmeno perché si sentí triste, era quasi tutto offuscato nella sua mente, non tornò piú in Giappone per un bel po, ed ancora non poteva rivedere Tomura.

Erano andati in Inghilterra quando Touya informò suo padre della morte di Fujii, era stato un duro colpo per il ragazzo, ed Izuku pianse come una fontana appena seppe quanto stava male Touya, andarono alcuni giorni dopo il funerale, ed Izuku non volle lasciare il fianco del giovane Todoroki nemmeno per un istante; Touya aveva ereditato l'agenzia di suo nonno e la casa, che ora condivideva non solo con la sua famiglia e i suoi tre figli ma anche con suo fratello Natsuo, malgrado il dolore della perdita Touya era felice di aver conosciuto suo nonno, Izuku credeva di averlo visto almeno una volta e lo ammirava come eroe, la città dove Fujii Todoroki era nato gli aveva costruito come tributo una statua, fu un duro colpo per tutti i cittadini.

-mi dispiace molto per la tua perdita Todoroki-disse Hisashi a Touya con sincero dispiacere.
-grazie Yamikumu... Vedervi qui significa molto per me-

I figli di Touya giocavano con Izuku mentre quest'ultimo era stato capace di farli sorridere dopo giorni di tristezza assoluta.

-tuo nonno sarebbe fiero di te Touya, guarda cosa sei stato capace di fare e diventare!-
-mi ha aiutato anche lei, forse non mi merito tutto questo... Ma è bello poter avere un po di felicità-

Inko, Natsuo la compagna di Touya si erano messi in disparte a guardare i bambini, troppo occupati a parlare di quanto Fujii fosse un grand'uomo, cosa sulla quale tutti concordavano.

-tutti meritano un po di gioia e tu hai ripagato i tuoi debiti, hai una casa, un lavoro, una famiglia... Tutto il resto è marginale-
-finalmente mio nonno è di nuovo con sua moglie...-
-è andato via in pace?-
-si...-sorrise con gli occhi lucidi- credo che in quel momento, con tutti noi assieme... Sia finalmente riuscito a essere se stesso, ha sorriso, ha pianto, ha fatto tutto quello che si era vietato di fare, è stato... Come vederlo togliersi le catene-

Hisashi annuì con un sorriso, dando una pacca sulla spalla a Touya, che spostò lo sguardo sui suoi figli, la minore, Hannah, mentre inseguiva suo fratello Ukiyo, il mezzano, ed infine... Il suo primogenito che giocava con il ragazzino che ormai considerava parte della sua famiglia.

-come si chiama il tuo figliolo piú grande?-chiese Hisashi guardandoli giocare.

Touya sorrise.

-Fujii Izuku Todoroki-

Hisashi lo guardò sorpreso.

-quale onore sapere che Izuku significa cosí tanto per te-
-Izuku potrà sempre contare su di me, ha fatto molto senza saperlo-

Questa fu la conversazione che Hisashi ebbe con Touya due anni fa, le rispettive famiglie si vedevano durante l'estate verso metà agosto, gli altri giorni Tomura andava in America da loro ed Izuku ne era estasiato.

Ora Izuki si trovava al parco, giocava con alcuni suoi amici, mentre sua madre lo controllava da lontano con sguardo vigile, Tomura e Hisashi erano fuori per questioni di lavoro e sarebbero tornati nel tardo pomeriggio.

-Yamikumu! La palla!-urlò un ragazzino.

Il pallone rimbalzò via sopra il capo di Izuku, andando a finire contro qualcuno che il bambino credette di conoscere.

-prendi!-disse mentre la calciava.

Izuku la prese al volo, guardandolo fisso, tentando di ricordare dove avesse visto quel volto.

-vedi di fare del tuo meglio nerd...-

Lo guardò allontanarsi, si passò una mano tra i capelli biondi e sospirò.

-Ka...cchan...?-

Come se avesse urlato contro quell'uomo, lo vise girarsi di scatto, aveva la bocca semiaperta, ma la richiuse subito, Izuku scosse il capo e si avvicinò rapido, ingorando gli amici che lo chiamavano in lontananza.

-io... Volevo solo...-il biondo non finí la frase, sospirò scuotendo il capo.

Izuku sbatté rapidamente le palpebre.

-sei felice?-domandò l'uomo fissandolo.
-si... Lo sono-rispose senza sapere bene perché l'avesse fatto, non doveva parlare con gli estranei.

-allora basta questo, scusami ancora per tutto...-

Izuku lo guardò mentre si allontanava, credeva di conoscerlo però... Qualcosa gli impediva di ricordare, voleva fermarlo per parlargli ancora.

-Izuku! Dove sei?-

Nell'udire sua madre il bambino si fermò.
 
-amore non ti allontanare-
-ma io...-

Non era ancora abbastanza distante, i loro occhi si incrociarono nuovamente ed Izuku notò quella cicatrice sul collo che subito fu coperta dalla sciarpa che indossava.

-ora dobbiamo andare Izuku-
-si mamma! Aspetta devo... Dire una cosa a quel signore-

Izuku lo rincorse, tirandogli un lembo della giacca.

-Kacchan...-

Era fermo, lo fissava con paura di sentire nuovamente quel dolore al petto.

-......malgrado... Tutto questo tempo... Io...-sembrò cercare di riprendere un pensiero che stava svanendo poi lo guardò dritto negli occhi.

-ti perdono-

Bakugou sentì le gambe tremargli, e soffocò un grido ed il pianto.

-ora devo andare via-

Si allontanò, senza sorrisi.

-Izuku... Ti... Ti ricordi di me, vero?-

Si voltò con un piccolo sorriso.

-credo di averti conosciuto in una vita passata... O in un sogno...-
-come puoi perdonarmi cosí? Dopo tutto questo tempo? Dopo quello che ho fatto?-

Il ragazzino sorrise chiudendo per un istante gli occhi.

-non voglio che il mio vecchio me mi avveleni e non dovresti permetterlo nemmeno tu-
-ma se dovessimo ritrovarci?-

Stavolta il ragazzino era confuso ma sorrise nuovamente.

-credo tu mi abbia confuso con qualcuno che non c'è piú-

Ed andò via, prendendo la mano di sua madre mentre le parlava di come volesse tornare a giocare al parco.

-voglio tornare domani con papà!-

Bakugou sorrise in lacrime, si incamminò via levandosi i segni del pianto dalle guance.

-papà? Chi era quel bambino?-chiese suo figlio correndogli incontro.

Bakugou lo prese in braccio stringendolo forte.

-qualcuno a cui dovevo dire addio, ora andiamo... Questa vacanza non durerà per sempre!-

-addio Izuku-pensò riuscendo finalmente, dopo anni, a non sentire quella morsa nel petto.

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Fine.

Waoh che dire. Emozioni.

Ringrazio tutti per aver letto la storia fino alla fine, è stata una bella impresa per me, si lo so che alcuni di voi troveranno questo finale forse breve e forse agrodolce ma fidatevi che quello originale vi avrebbe distrutto i feels, nel capitolo che seguirà ci sono le curiosità che sono tutte cose che sono state omesse ed un riassuntone del finale originale, ma anche piccole chicce sui personaggi, apsettatevelo questa domenica verso la sera.

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