24 - I don't want to set the world on fire
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-sei sicuro che possiamo fidarci?-
-certo che no, il suo nome non c'era nelle informazioni, ma lo terrò d'occhio comunque, di certo non gli farò conoscere te o Shigaraki cosí su due piedi...-
-è strano però-
-hmm?-
-l'eroe numero due che vuole entrare nella Lega dei Villain? Un po strano-
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-il nomu sará pronto presto?-
-non avere fretta... Si può sapere perchè non riesci ad aspettare?-
-ho un progetto che devo fare assieme a Dabi-
-aaaah quindi mi snobbi per il posacenere?-
-non ti snobbo! Sei stato molto occupato con la Lega e il resto-
-lo so, ma devo prepararmi per il ruolo che sensei vuole darmi-
-come capo del gruppo?-
-si ma non solo...-
-lo so che ha scelto te come suo erede e mi sta bene, penso tu sia piú tagliato per il ruolo e non mi dispiace lavorare sul campo-
-Izuku saremo entrambi a capo di tutto, siamo un team e sarai sempre nel mio party-
-mi fa piacere saperlo!-
Il locale si stava riempiendo del resto della squadra, avevano meritato un po di riposo, Kurogiri aveva autorizzato di prendere qualcosa da fuori, quindi tutti si erano messi in azione per prendere qualsiasi tipo di piatto.
-non basterà mai lo spazio-disse Kurogiri che ormai sapeva quale casino si sarebbe creato.
-ci arrangeremo-
-come?-
-i piú forti seduti ai tavoli, il resto della plebaglia a terra-
-e chi sarebbero i piú "forti" mani per faccia?-
-io ed Izuku ovviamente-
-balle... Te sarai bravino, al massimo, ma anche psicopatico, quindi perdi punti-
-vuoi morire?!-
-sediamoci tutti a terra, evitiamo morti e sangue ovunque-
-OTTIMA IDEA IZUKU! Uffa volevo vederli scannarsi-
-si può fare-
La serata procedeva con calma e tranquillità, nessuno stava cercando dj uccidersi... Esclusi Dabi e Tomura ma ormai era routine, anche Muscolar era calmo a gustarsi un hamburger, e se uno come lui era capace di stare tranquillo, tutti potevano esserlo, tralasciando un momento di follia quando Compress si era ubriacato a suon di martini, tutto era andato bene.
Fujii stava preparando la cena, la stanza odorava di spezie e carne, ascoltava una canzone che aveva registrato su una vecchia cassetta, la canticchiava spesso quando era piú giovane, si tagliò il dito con il coltello quando sentì bussare alla porta, mise in pausa il registratore e andò ad aprire.
-arrivo arrivo-
Non si aspettava di vedere suo figlio alla porta.
-posso entrare?-
Si mise di lato senza dire una parola, Enji entrò rapido, Fujii chiuse la porta.
-a cosa devo il piacere?-
-dobbiamo parlare-
-va bene...-andò in cucina, si pulì il dito insanguinato e continuò a cucinare.-di cosa volevi parlare?-
-di te... Di come stai-
-sto bene, non c'è nulla che non vada-
-non mentirmi!-
Fujii sollevò lo sguardo dalla padella e osservò Enji.
-cosa vorresti che ti dicessi Enji?-
-la verità! Tu non stai bene! Da quando è morta mamma e da quando...-
-da quando hai iniziato a darmi la colpa? Ti ha detto Shouto di parlare con me?-
Non rispose.
-Enji dimmi la verità, vuoi veramente avere a che fare con me?-
Ancora non rispose.
-capisco... Allora... Vorrei che te ne andassi-
-cosa?-
-che senso ha stare qui? È chiaro che non sono essenziale, finirò il lavoro che mi è stato assegnato e... Tornerò in Inghilterra-
-no, tu non...-
-Enji non voglio piú parlare... Sono stanco, veramente stanco di cercare di risolvere tutto, di mettere da parte il dolore che provo e non pensare a niente-
-io...-
-sono stanco... Di dovermi sentire dire dal mio stesso figlio che è colpa mia se mia moglie è morta, sono stato male anch'io ma avevo te, eri l'unica ragione a non farmi impazzire e uscire a cercare quei bastardi per fargliela pagare, non sai quante volte avrei voluto farlo ma poi pensavo... E mio figlio? Cosa succederà se mi arrestano? Quindi ho messo tutto da parte-
-mi dispiace ok? Non volevo ma... Quando non ti ho visto piangere al suo funerale, rimanevi a fissare la bara senza dire una parola, io non... Non lo so...-
Fujii annuì brevemente.
-puoi andare adesso?-
-perché fai cosí?? Sto cercando di avere un dialogo! Sto cercando di-
-Enji, sei qui perché Shouto ti ha detto di venire... Non lo hai fatto di tua iniziativa... Se devi fingere di perdonarmi non farlo, preferisco essere odiato, fa meno male-
Enji lo fissò, guardandolo dritto negli occhi e vide un dolore non descrivibile a parole.
-per quanto stai andando avanti?-
-Enji per favore-
-no... Dimmi come stanno le cose, rimedierò te lo giuro, fammi iniziare aiutandoti per favore-
-hai troppe cose a cui pensare, aggiungerne un'altra ti farà male-
-smettila di dire cosí! Non sei un peso! Non lo sei mai stato! Fatti aiutare! Hai aiutato me anche quando non lo meritavo! Lasciami fare ammenda cosí!-
Suo padre rimase in silenzio, guardando la faccia del figlio.
-ti vuoi fermare a cena?-
Questo era un segnale che Enji colse al volo, lo spiraglio per aiutare suo padre ed essere un figlio migliore.
-molto volentieri-non nascose il sorriso.
Fujii si rimise a tagliare la carne e le verdure con Enji che faceva lo stesso sotto la sua guida, nel mentre suo padre fece ripartire la cassetta e preso dal lavoro ricominciò a cantare.
-I don't want to set the world on fire
I just want to start a flame in your heart
In my heart I have but one desire
And that one is you, no other will do-
La sua voce era bassa e armonica, Enji lo guardava con la coda dell'occhio, ricordava quella canzone, la cantava spesso quando era piccolo, la trovava ironica alle volte.
Ricordava che durante e dopo il funerale di sua madre, Enji non lo aveva lasciato un attimo, rimanendo abbracciato a suo padre come un naufrago al salvagente, lui lo teneva stretto dicendogli che non l'avrebbe lasciato mai solo, quando lo mise sotto le coperte gli cantò quella canzone, Fujii gli disse che quando conobbe sua madre stavano ascoltando proprio quella, ed era un modo per ricordarla.
-i've lost all ambition for worldly acclaim
I just want to be the one you love
And with your admission that you'd feel the same
I'll have reached the goal I'm dreaming of, believe me-continuava assorto nei pensieri.
Enji sospirò ed evitanto di guardarlo si mise a cantare anche lui, non era minimamente intonato come suo padre ma almeno ci stava provando.
-i don't want to set the world on fire
I just want to start a flame in your heart-
Suo padre lo guardò, era sorpreso che si ricordasse le parole, accennando un breve sorriso continuò.
-i don't want to set the world on fire, honey
I love you too much
I just want to start a great big flame down in your heart-
Enji si stava divertendo, vedeva suo padre per com'era davvero, un uomo che gli aveva dato tutto quello che poteva e gli avrebbe continuato a dare il mondo se ne avesse avuto bisogno, ma che aveva bisogno di aiuto, malgrado lo stesse rifiutando.
Alla fine della canzone e dopo aver finito di cucinare, Enji gli chiese cosa avesse fatto negli anni in cui non si erano visti, nelle sue lettere c'era scritto, ma voleva sentirselo dire da lui e capí di non conoscerlo affatto, come Shouto amava la soba fredda, odiava lo sport malgrado da ragazzo avesse vinto parecchi premi, aveva viaggiato molto ed intendeva farlo ancora, quando gli chiese dei suoi nonni, che non aveva mai conosciuto Fujii evitò la domanda.
-perchè non parli dei tuoi genitori?-
-brutti ricordi-rispose rapido.
-ma ne parlavi bene-
-parlavo bene di mia madre-
-e tuo padre?-
Fujii si irrigidì, scosse il capo e rimase in silenzio.
-puoi dirmelo-
-no-
-perché no?-
-perché non voglio che pensi di essere come quell'uomo-
-dimmelo lo stesso-
-non lo farò-
-voglio sapere tutto di te... Capisco che in tutti questi anni non ti ho mai conosciuto veramente-
-sei veramente sicuro di voler sapere la verità?-
-si, sono sicuro-ignorò la stretta allo stomaco.
-Enji perché sono diventato un eroe, secondo te?-
-non lo so-
-per via mio padre...-
Enji stava per domandare se fosse un eroe anche lui, ma Fujii riprese a parlare.
-per assicurarmi che gente come lui stesse dietro le sbarre-
-cosa?-
-i miei genitori erano l'uno l'opposto dell'altro, mia madre era calma, paziente, una persona buona, mentre mio padre... Lui era violento, sempre infuriato, almeno con me. Si sono sposati perché mia madre rimase incinta di me, ma fin da quando ho memoria... Ha sempre trovato una scusa per alzare le mani contro di me, qualsiasi pretesto era buono-
Enji lo fissava sconvolto.
-mi rallegravo che almeno mia madre non venisse picchiata, faceva del suo meglio per tenerlo lontano, ma io cercavo di mettermi sempre nel mezzo, avevo paura che le facesse del male, e quando capii quanto quell'animale godesse nel vedermi spaventato, ho smesso di mostrare come mi sentivo-
-per questo sei cosí?-
-si, ma ovviamente, non smise mai, è morto quando iniziai il liceo, e Dio solo sa quanto ero felice-
-non lo avete mai denunciato?-
-erano tempi diversi, nessuno avrebbe creduto ad un bambino e mia madre non era vista di buon occhio-
-perchè no? Doveva comunque provare-
-sai Enji i miei avevano una bella differenza di età, tutti le diedero della poco di buono e puoi immaginarti quanti altri nomi le affibbiarono, io beh... Non avevo i suoi guai, ma ero sempre "il figlio della cagna", non so ancora come non abbia fatto una strage ai tempi... La famiglia per me è tutto-concluse in tono grave.
-io non... Non lo sapevo, mi dispiace-
-c'è molto che non ti ho detto Enji... Ed ancora non è il momento di parlartene-
-lo capisco... Ma sappi che... mi dispiace di averti dato la colpa della morte della mamma, non... Non mi sono mai fermato a pensare che anche tu potessi soffrire sono veramente un figlio orribile-
-no Enji, non è vero-
-si invece! Ero talmente preso da me stesso che ho lasciato indietro tutto, non ti ho mai detto grazie, nulla!-
-Enji sei sempre mio figlio, e questo non cambierà mai-
Enji era commosso, ma non sarebbe diventato emotivo, farfugliò qualcosa sottovoce ed il discorso terminò lì.
-saluta i ragazzi da parte mia-
-potresti venire da noi qualche volta, farebbe piacere a tutti, anche a me-
Fujii annuí, si salutarono sulla porta e la serata terminò positivamente, malgrado la stretta al cuore e allo stomaco non fosse sparita ed i brutti pensieri continuavano ad attanagliarlo.
Il giorno seguente non fu normale, decisamente no.
Izuku aveva ricevuto il nomu richiesto ed assieme a Dabi si stavano mettendo all'opera per attirare allo scoperto il nuovo eroe numero uno, il ragazzo rimase in disparte ad osservare, questa era la battaglia di Dabi non la sua.
-se le cose iniziassero ad andare male, interverrò-
-d'accordo broccolino, ma fai attenzione mentre non ci sono-
-certo, non parlerò con gente che non conosco e non prenderò caramelle dagli sconosciuti-
Si erano detti prima di separarsi.
Gli attimi successivi seguirono caos e macerie, Izuku osservava da lontano, pronto ad intervenire.
-è un piacere conoscerti... Endeavour, almeno credo-
Izuku rimase sorpreso nel vedere Endeavour rimanere ferito nella lotta, Dabi aveva mantenuto le distanze, non sembrava essere stato riconosciuto.
-Shoganai! Dovete andare via da lì!-urlò Tomura dell'auricolare che Izuku aveva.
-cosa? Perchè?-
-sono in arrivo altri pro, sono troppi per voi-
-Dabi dobbiamo andarcene, Tomura mi ha detto che sono in arrivo altri pro-
-ricevuto Shoganai...-Dabi guardò con un sorriso malevolo i due eroi davanti a lui-al nostro prossimo incontro Todoroki Enji!-
Izuku si riunì a Dabi dopo aver fatto sparire le sue tracce, vedendolo parlare con un eroe ebbe l'impulso di correre verso quest'ultimo ed eliminarlo, Dabi fece cenno di stare calmo.
-non temere Shoganai... Hawks non mi fará niente-
L'eroe alato guardò Izuku, fortunamente aveva la maschera, sembrava sorpreso.
-lavorate assieme?-
-non sono affari tuoi... Hawks-disse secco Izuku, incrociando le braccia.
-beh io...-
-cosa vuoi? Perchè stai parlando con Dabi?-
-voglio far parte del gruppo-
Izuku si mise a ridere, portandosi le mani sullo stomaco.
-seriamente?? Credi davvero che ti faremo entrare? Ah!-
-voglio davvero aiutarvi!-
-dovrei solamente ammazzarti-
-Shoganai tranquillo, me ne occupo io-
Izuku sapeva che Dabi non era uno stupido ma questo Hawks non gli piaceva, sembrava il tipo che riesce a ribaltare la frittata quando vuole e sempre in suo favore, forse era un agente che si doveva infiltrare? Possibile...
-quindi vedi di non deludere le aspettative... Ancora non mi fido di te-
Non aveva nemmeno ascoltato cosa si fossero detti, lui e il suo vizio.
-capisco...-
-Dabi fatti aprire un portale...-
-vieni?-
-un attimo...-
Dabi scrollò le spalle, appena si fu allontanato Izuku usò uno dei quirk che aveva rubato contro Hawks, creando radici che immobilizzarono l'eroe, la presa era stretta, sarebbe bastato poco per rompergli tutte le ossa.
-ascoltami attentamente Hawks... Perché non mi ripeterò... Se osi anche solo pensare di tradirci... Ferire qualcuno della mia famiglia... Ti tarperò le ali-
Il biondo fissò Shoganai con paura che cercava di nascondere mantenendo la calma, fu mollato quando Dabi chiamò Shoganai.
-ti terrò d'occhio Hawks... E tanto per chiarire la cosa... Non era un avvertimento ma una minaccia-
Mentre Dabi e Izuku si addentrarono nel portale, il ragazzo gli fece una domanda.
-sei sicuro che possiamo fidarci?-
-certo che no, il suo nome non c'era nelle informazioni, ma lo terrò d'occhio comunque, di certo non gli farò conoscere te o Shigaraki cosí su due piedi...-
-è strano però-
-hmm?-
-l'eroe numero due che vuole entrare nella Lega dei Villain? Un po strano-
-lo so anch'io, fino a nuovo ordine tieniti la maschera come fosse in pacemaker, fuori e sul campo, non voglio che Hawks ci pugnali alle spalle-
-se ci prova lo ammazzo-
Dabi fu preso alla sprovvista dal tono di voce cupo di Izuku.
-cosa è successo esattamente?-domandò un Tomura che stava fissando male i due.
-nulla!-
-cosa è successo?-
-non fate i finti tonti, ho visto il casino alla televisione-
-non devi credere a tutte le cose che vedi... I media mentono sempre-
Izuku si morse le labbra cercando di non ridere, mentre Tomura stava avvicinando le mani contro Dabi.
-Izuku mi auguro tu abbia una scusa da dire a tuo padre-Disse Mr.Compress che teneva un telefono in mano.
-oh...-
-non gli avevi detto niente?!-urlò Tomura che stava tenendo un lembo della maglietta di Dabi.
-beh... Non è che non avessi detto nulla...-si grattò la nuca.-ho solo... Omesso alcune cose-
-ti vuole parlare-
Mr.Compress diede il telefono ad Izuku e si poté sentire un urlo indemoniato, piú simile al ruggito di Godzilla.
-TORNA A CASA ORA!-
Izuku chiuse la chiamata, sbiancando subito dopo.
-mi chiuderà in casa a vita-
-tranquillo ti veniamo a salvare, Compress può trasformarti in biglia e ti teniamo nascosto-
-no, mica sono scemo!-
-cercherò di venire a farti compagnia-lo rassicurò Shigaraki.
-vi dirò com'è andata-
Enji si risvegliò in ospedale, la testa gli faceva male, ma almeno era vivo, Hawks era entrato poco dopo il suo risveglio dicendogli cosa era accaduto dopo che svenne.
-signore aspetti la prego, non può entrare-sentirono qualcuno parlare fuori dalla porta.
-chi può essere?-
Quando la porta si aprì, Enji poté percepire un'aura malefica avvolgere l'uomo che si stava avvicinando a passo rapido verso lui e Hawks.
-Todoroki Enji quando uscirai da qui ti prenderò a schiaffi talmente forte che ti dovranno ricoverare ancora!-tuonò osservando la cicatrice sul volto del figlio.
-ehm mi scusi ma... Lei chi è?-
-è mio padre-
-eeeeeh?! Davvero?!-
-non noti la somiglianza?-
-beh si ma... Ehm..-
Lo sguardo inespressivo di Fujii lo stava mettendo parecchio a disagio.
-non preoccuparti, non morde-
-Enji dovevi essere piú cauto, potevi anche morire-
-conosco i rischi-
-non mi sembrava-
-hey! Perchè non andiamo a prendere le cose di suo figlio! Potrete discutere dopo!-
-mi saresti venuto a prendere?-
-ovvio... Ho staccato prima dal turno, la U.A. mi ha fatto chiamare-
-per cosa?-
-parliamo dopo-disse guardando Hawks-puoi farmi vedere dov'è la roba di Enji?-aggiunse.
-subito!-
Enji era senza parole, suo padre aveva praticamente messo in riga Hawks, senza nemmeno dire qualcosa di effettivamente minaccioso.
-ehm quindi... Essere pro hero è di famiglia!-disse Hawks mentre accompagnava Fujii.
-non sono conosciuto come a Londra ma si... È di famiglia-
-un eroe londinese?!-
-si... Mi chiamo Oven, sul lavoro-
-Oven? Ho sentito parlare di molte sue imprese!-
-sono sorpreso che arrivino notizie da Londra anche qua-
-sono solo molto curioso, oh oh! È vera la notizia del suo scontro con Demitrius?-
Fujii sollevò le sopracciglia.
-non pensavo che si sapesse-
-come non si potrebbe sapere!? Due giorni ininterrotti di lotta!-
Mentre rientravano nella stanza, Enji li sentiva parlare, suo padre sembrava preso dal discorso e sentirlo parlare cosí rilassato gli faceva sentire una fitta allo stomaco.
-si si, effettivamente è stata dura, ho passato una settimana in ospedale dopo, ma almeno è stato preso-
-l'idea di fondere la corazza per catturarlo è stata geniale!-
-grazie ragazzo, ma l'idea è stata dei miei colleghi, ero troppo occupato a proteggere i civili-
-possiamo andare o dovete continuare a parlare?-
-giusto, Hawks, è stato un piacere e considererò l'offerta-
-veramente?! Grazie!-
-stai in campana ragazzino-
Enji salí sulla macchina del padre, era una bella jeep bianca, magari era la solita di quando era piccolo.
-di cosa avete parlato?-
-hmm? Oh nulla di che, mi ha chiesto della mia battaglia contro Demitrius-
-il capo della mafia inglese?-
-si lui, era piú di due anni che cercavamo di catturarlo-
-ti sei ridotto molto male?-
-non troppo, qualche costola rotta e un grosso taglio sulla schiena, poteva andare peggio...-gli lanciò un rapido sguardo.
-perché non mi hai chiamato?-
-non era grave-
Rimasero in silenzio fino a metà strada.
-che proposta ti ha fatto Hawks?-
-di fare un giro di pattuglia con lui-
-rifiuterai?-
-perché dovrei? Sei forse geloso?-
-certo che no-rispose rapido e leggermente rosso.
Fujii non disse niente ma Enji sapeva che mentalmente si stava facendo due risate.
-la scuola mi aveva chiamato per Shouto, era scosso e preoccupato-
-oh...-
-vedi di non farlo preoccupare piú in questo modo, magari sará dura avere un legame forte con lui, ma sei sempre suo padre e ci tiene a te, anche Natsuo era in pensiero-
-hai parlato anche con lui?-
-con tutti e tre ho detto che ti avrei riportato a casa-
-capisco...
Fujii lo aiutò a entrare ma si fermò prima di mettere piede in casa.
-devo andare-
-non resti? Speravo che...-
-mi dispiace Enji ma ho alcune faccende da sbrigare-
Gli sembrò cosí strano, frettoloso e sbrigativo.
-va tutto bene?-
-si, tutto bene...-
Quando Enji tornò in casa pensò di fare una chiamata, c'era qualcosa che non andava in Fujii e l'avrebbe scoperto.
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