17 - Satisfied
{===============================}
"You strike me as a woman who has never been satisfied."
"I'm sure I don't know what you mean. You forget yourself."
"You're like me. I'm never satisfied."
"Is that right?"
"I have never been satisfied."
[...]
"There's a million things I haven't done but
Just you wait, just you wait..."
Satisfied - Original Broadway Cast of Hamilton
{===============================}
20 anni prima
All for One si riteneva un uomo senza paura o sentimenti, non provava nulla, tanto da chiedersi se fosse ancora umano, eliminando immediatamente quel pensiero, non aveva tempo per pensare a cose del genere, doveva vedersi con alcune persone.
Organizzare attacchi e reclutare collaboratori degni di portare avanti la sua opera.
Sceso dal treno camminò verso il punto stabilito, stava andando tutto liscio, la riunione fu breve, semplice e incisiva, nessuno osò contraddirlo, avevano troppa paura o gli portavano rispetto, sorrise tra se e se.
Se non fosse entrato in quel bar che si trovava di fronte all'edificio, dove si era tenuta la "riunione" non avrebbe mai conosciuto lei.
-cosa le porto?-
Non sapeva cosa lo fece pietrificare, sará stato quel sorriso angelico o gli occhi luminosi, non lo sapeva, sentì solamente il cuore impazzire e la voce mancargli.
-u-un ca-caffè m-macchiato-
Avrebbe voluto colpirsi in faccia da solo, lui non balbettava mai e soprattutto la sua voce non suonava cosí timorosa.
-subito, mi dia un secondo-
Dopo aver avuto il suo caffè si sedette ad un tavolo, sentiva le guance andargli a fuoco.
-ma che mi è preso?-Pensò.
Si ritrovò a tornare in quel bar, guardando la donna dai capelli verdi con fugaci sguardi, era riuscito anche ad attaccare bottone con lei.
-io sono Inko, piacere-
-Hisashi, Midoriya Hisashi-disse stringendole la mano.
Tutti i giorni andava nel piccolo bar, prendendo il solito caffè, tutta una scusa per rivederla.
-buongiorno Hisashi! Il solito immagino-
-si... ormai mi conosci bene-rise.
Ogni cosa che Inko faceva e diceva gli rallegrava la giornata, anche quando era di pessimo umore.
Aveva deciso, voleva starle accanto, a qualsiasi costo.
-Inko... Mi chiedevo se...-si interruppe un istante.-se magari ti andasse di uscire qualche volta?-si sentiva come uno scolaretto che si dichiara alla prima cotta.
Le guance di Inko divennero rosse, si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-io, ecco... S-si-disse talmente piano che si faticava a sentirla.
-davvero? Magnifico! Quando sei libera?-
Nuovamente All for One volle colpirsi in faccia, divenne esuberante e mollò la sua espressione calma.
-domani sera andrebbe bene?-
-benissimo, ci troviamo qua davanti?-
-mi sta bene-Sorrise.
Quando All for One tornò a casa, si lasciò scappare un verso di esultanza, totalmente fuori dal suo personaggio, si mise a preparare il tutto, cercando di non lasciare nulla al caso, se voleva conquistare il suo cuore doveva scegliere bene le sue carte.
Il giorno dopo era cosí nervoso che arrivò con due ore di anticipo, so sentiva un vero idiota, notò una familiare chioma verde e subito si avvicinò a lei.
-Inko?-
-H-Hisashi! Ciao... Anche tu nervoso?-Rise imbarazzata.
-beh... Forse un pochino-
Dopo l'imbarazzo iniziale passarono le ore successive a camminare e parlare ed All for One non poteva desiderare niente di meglio.
Quella fu solo la prima di molte giornate che passarono assieme, dopo due mesi si fidanzarono e All for One era al vertice della felicità.
-potresti venire a vivere da me, smettere di lavorare, posso occuparmi io di te-
-non voglio essere un peso-
-sciocchezze! Nessun peso, voglio solamente trattarti come la regina che sei-
Inko divenne rossa.
-so che dovrai pensarci ma sappi che per me non è un problema occuparmi di te-
Ci pensò per un po di tempo ma alla fine accettò, in fondo non c'era niente di male.
Hisashi viveva in un appartamento, poco lontano dal centro città, si capiva benissimo che stava bene economicamente, ed era pronto a prendere qualsiasi cosa Inko desiderasse ma lei era una donna semplice, che non badava al denaro.
Ogni giorno Hisashi faceva in modo di ricordarle quanto la amasse, con parole o piccoli gesti, Inko si chiedeva come avesse fatto a farlo innamorare cosí tanto, non che le dispiacesse.
-devo trattarti come il mio tesoro piú prezioso e custodirti gelosamente-
-Hisashi non c'è bisogno, sei l'unico uomo che amo-
All for One o per meglio dire Hisashi, riusciva a tenere separati vita privata e lavoro, ringraziando il cielo, malgrado alcuni suoi colleghi iniziassero ad avere alcuni dubbi, si assentava spesso e non era reperibile per molto tempo.
-perché sparisci ogni tanto?-
Domandò un suo collaboratore.
-non credo siano affari tuoi Jakob-
-beh visto che è lei a pagarmi e a darmi lavoro...-
-non sono affari tuoi, vedi di stare al tuo posto-
Jakob era un uomo violento ma anche codardo, bastava alzare la voce e abbassava la testa.
-ha altro lavoro per me?-chiese dopo molti minuti di silenzio.
-no, sei libero di andare-
All for One guardò Jakob uscire dalla stanza, doveva tenerlo sotto controllo, tramava qualcosa, quella situazione lo fece diventare nervoso, si rilassava solamente quando tornava a casa.
-Inko scusa il ritardo, dovevo finire alcune cose e... Inko?-
La casa era silenziosa e vuota, controllò ogni stanza ma lei non c'era, poco a poco iniziava ad andare nel panico, Jakob aveva trovato casa sua? Aveva scoperto tutto? Cosa le aveva fatto? Stava sudando freddo ed il cuore impazzì dalla paura.
La porta si aprì ed eccola che stava rincasando con una busta in mano.
-tesoro stai bene?!-urlò abbracciandola.
-certo che sto bene, ero solo andata a prendere una cosa, come mai sei cosí preoccupato? È successo qualcosa?-
-no, no tesoro mio, niente-
-mi stai preoccupando-
-scusami, ero solo... Sovrappensiero tutto qui-
Inko non gli domandò nient'altro, sapeva che era inutile, quando si prepararono per andare a letto notò come Hisashi fosse teso e nervoso, guardava spesso fuori dalla finestra ed il corridoio che portava alla porta d'ingresso, lo abbracciò da dietro.
-Hisashi per favore dimmi cosa c'è che non va-
Rimase in silenzio per un istante.
-ho solo avuto un brutto litigio con un... Collega, temevo mi volesse morto-
Odiava mentirle ma era l'unico modo per tenerla al sicuro.
-cosa?-era sorpresa.
-ma stai tranquilla, penso a tutto io
-m-ma non dovresti contattare la polizia? O almeno qualcuno che-
-no amore, non temere, si è trattato solo di un banale litigio, nulla di piú-
Hisashi si voltò dandole un bacio per rassicurarla.
-è stato a causa mia per caso?-
-certo che no! Come potrebbe essere a causa tua?-
-beh... Ti prendo molto tempo e-
-Inko no, te sei la mia priorità, il mio amore e non è affatto colpa tua-
Vedeva che c'erano molti dubbi negli occhi di lei ma non aveva voluto dar loro voce, quando si era addormentata fece in modo di rimanere vicina a lui.
Alcuni mesi dopo
La situazione sembrava essersi calmata sebbene All for One fosse sempre all'erta, ma quella mattina aveva altro per la testa, aveva deciso che voleva passare tutta la vita con Inko, girò ogni singolo negozio di gioielli per trovare l'anello giusto, era talmente nervoso che non sembrava nemmeno lui.
Era nuovamente a "lavoro" ma la testa pensava ad altro.
-siamo nervosi signore?-
All for One sollevo rapidamente il capo fissando Jakob con freddezza.
-cosa te lo fa pensare?-
-avanti signore, avevo capito da mplto che si era trovato una donna-
Strinse le mani fino a sbiancare le nocche.
-se ti avvicini a lei-
-hey hey, tranquillo capo, non ho intenzione di fare niente!-alzò le mani.
-sarà meglio Jakob-
-volevo solamente dirle di stare tranquillo, tutto questo nervosismo le farà male-
All for One rimase nervoso fino a che non andò a casa, sebbene volesse fare la proposta nel modo piú spettacolare non poteva attirare l'attenzione di eroi.
-amore tutto ok?-
-cosa? Oh si certo-
-non mi pare-
-come mai?-
-beh è da venti minuti che stai girando il cucchiaio in una tazza vuota-
-ah... Perdonami... Sono solo nervoso per una cosa-
-che cosa? Posso aiutarti in qualche modo?-
L'uomo sorrise prima di alzarsi in piedi e mettersi davanti a Inko che era ancora seduta al tavolo.
-beh ci sarebbe si ma... Devi essere sincera...-
-cosa...?-
Si mise in ginocchio, tirò fuori dalla tasca il piccolo contenitore e le mostrò l'anello, semplice ma ugualmente bello.
-Inko, dal primo momento che ti ho vista ho capito che mi ero follemente innamorato di te e voglio continuare ad amarti per tutta la vita, quindi... Mi concederesti l'onore di sposarmi?-
Inko si coprí la bocca con le mani, dagli occhi zampillavano lacrime di gioia mentre annuiva trattenendo un urlo di felicità.
-si! Si! Certo che voglio sposarti!-
Appena le mise l'anello lei gli saltò addosso abbracciandolo e baciandolo.
-renderò tutto perfetto solo per te-le disse passandole la mano tra i capelli.
-a me basta essere con te-
Preparare il matrimonio non fu complicato, Inko e Hisashi non avevano parenti prossimi, invitarono solamente poche persone.
Aveva voluto sposarsi in chiesa, e non una qualunque, doveva e voleva rendere tutto speciale solo per Inko.
Vestita in abito bianco sembrava un angelo, per tutto il tempo non riusciva a levarle gli occhi di dosso.
Malgrado i pochi invitati tutto era perfetto.
Alla fine della cerimonia Inko sorrideva felice mentre parlava con una sua amica ed il marito.
-devo dire che... L'hai scelta bene-
-Jakob... Non mi pare di averti invitato-
-su su, capo volevo solo congratularmi con lei... Beh le auguro ogni bene, mi saluti sua moglie mi raccomando-
Lo osservò andare via, era furioso, come si era permesso di andare al suo matrimonio? Dietro quel sorriso da amico c'era una serpe, pronta a mordere, al momento giusto... Avrebbe fatto in modo di punirlo severamente.
-Hisashi tutto bene...?-
-hmm? Oh amore mio, tutto a meraviglia!-
Hisashi aveva programmato anche la luna di miele, ovviamente, nulla era lasciato al caso, un viaggio in America gli era sembrata la scelta migliore.
Inko ne era estasiata, osservava tutto curiosa come una bambina, vederla felice cosí non aveva prezzo, l'avrebbe portata ovunque desiderasse, bastaca una parola e ogni desiderio che avesse avuto l'avrebbe fatto avverare.
Tornati in albergo, al sicuro nella loro stanza, Hisashi volle almeno per quel momento, dare tutto se stesso alla donna che amava.
-Inko... Io...-Era indeciso su cosa dire e come.
Lei sorrise, abbracciandolo con la forza che poteva usare.
-anch'io lo voglio-sussurrò.
Hisashi dovette mantenere un controllo su se stesso non indifferente, la voglia di prenderla e renderla sua in ogni modo possibile era forte, ma doveva stare calmo, temeva di farle del male al solo tocco, non si sarebbe mai perdonato un simile errore.
Le accarezzò il viso per poi baciarla dolcemente, mano a mano la liberava dagli abiti e lei faceva lo stesso con lui, malgrado la grande differenza d'altezza che tra i due c'era, ogni movimento e bacio diventava più rapido, passionale, incontrollabile.
La fece distendere sul letto, osservandola come un'opera d'arte, perfetta sotto ogni aspetto, era un dono solo per lui.
-n-non fissarmi cosí-disse timidamente diventando rossa.
-come non potrei?-sorrise ridacchiando.
Le lasciò qualche bacio lungo il collo, spostandosi nuovamente sulle sue labbra, fece cadere la mano fino sotto l'ombelico causando un verso sorpreso di lei, lo fissava timorosa, leggermente rosata in viso.
-tranquilla amore, so che hai paura ma farò in modo di non farti male-le sussurrò rassicurandola.
Annuì rapida mentre lo sentí massaggiarle l'intimità con movimenti costanti.
Quando fu il momento per iniziare Hisashi ebbe timore.
-Hisashi?-
-non voglio farti male-
-tesoro, andrà bene-
Passò una mano sulla sua guancia, sorridendo come sempre, dopo che Hisashi prese un respiro per calmarsi, si mosse lentamente, notò l'espressione di sconforto di Inko e si fermò immediatamente.
-no... Continua-
-ma non-
-ti prego-
Quando fu completamente un tutt'uno con lei, aspettò che si abituasse alla sensazione, quando lei annuì verso di lui iniziò a muoversi, mano a mano accelerava, fino a che ogni suono si ridusse ad ansimi esausti.
Quando fu mattina rimasero l'uno abbracciato all'altra, Hisashi baciò la fronte della moglie, ringraziandola nuovamente per la felicità e l'amore che gli aveva donato.
5 anni dopo.
Hisashi era dovuto restare per una settimana lontano da casa, maledicendo mentalmente il caos che quegli incompetenti avevano fatto.
Jakob era strano, piú strano del solito s'intende, lo stava seguendo ovunque come un'ombra, per cautela diceva, ma Hisashi non gli credeva, dopo tante tempo passato a randunare seguaci aveva imparato a scegliere di chi fidarsi ed erano veramente pochi.
Al momento voleva solo tornare a casa da sua moglie.
-qualcosa non va signore?-
-nulla-
-non si è ancora stancato della vita familiare?-
-cosa?-
-si dico, sua moglie, non pensavo ci tenesse davvero! Credevo fosse un passatempo-
-non osare parlare di lei cosí-
Jakob rimase in silenzio.
-lei non è un gioco, chiaro? Se oserai nuovamente parlare male di lei ti farò pentire di essere nato-
La loro conversazione terminò cosí, sebbene la questione fosse ancora aperta.
Tornato a casa, notò come Inko fosse nervosa ma contenta, le era saltata praticamente tra le braccia.
-sei a casa!-
-scusami per questi giorni di assenza, ma c'erano dei problemi che solo io potevo risolvere-
-non fa niente! Anzi! Ora che sei qui posso-
Il telefono squillò.
-scusami tesoro, devo rispondere, è per lavoro-
-oh... D'accordo-
Hisashi andò nello studio, rispondendo pigramente.
-cosa ha fatto?-ascoltò ogni parola attentamente e con rabbia-capisco... No no, ci penserò io a lui-
Voleva risolvere la cosa subito.
-amore io devo-
-Inko mi dispiace ma devo uscire ancora-
-cosa? Perché?-
-un problema dell'ultimo minuto, tornerò presto promesso-
Uscì velocemente senza guardare Inko che toccò la fede al dito per poi fissare il pavimento.
Hisashi entrò nella stanza con uno sguardo cupo in viso.
-Jakob?-
-si signore?-era ancora là a sistemare le carte.
-mi hanno detto cosa hai fatto-
-cosa avrei fatto?-era calmo.
-collaborare con gli eroi? Veramente? Dopo tutto quello che ho fatto per te?-
-mi dispiace ma... Non posso piú esservi fedele-
Si girò, impugnava una lama.
-non dirmi che sei cosí stupido da cercare di attaccarmi-rise fragorosamente.
-posso tentare-
Hisashi sorrideva malignamente mentre osservava i patetici tentativi di Jakob che tentava di colpirlo e usare il suo quirk per causare maggiore dolore.
-ne ho avuto abbastanza di te-
Lo afferrò, bloccando ogni movimento del coltello.
-sai... Potrei ucciderti subito, per avermi fatto lasciare mia moglie cosí bruscamente però... Ho in nente qualcosa di meglio per te-
Lo fece rinchiudere in un posto speciale, la sua punizione però poteva aspettare, adesso doveva tornare a casa.
-Inko?-
-oh... Ciao Hisashi-
-tesoro mio, mi dispiace tanto-
Era seduta sul divano, beveva una calda bevanda avvolta da una coperta.
-che ci fai la sotto?-
-pensavo-
-a cosa?-si sedette vicino a lei.
-mi... Mi ami ancora Hisashi?-
-che domande! Ovvio che ti amo, perchè me lo chiedi?-
-è solo che... Sei via spesso...-
-amore mio, lo so, ma ti giuro che ti amo tantissimo, piú della mia stessa vita-sollevò un lembo della coperta e la baciò velocemente-non dubitare di questo-
Sorrise, abbracciandolo.
-cosa mi volevi dire?-
-oh! Ecco... Poco dopo che sei partito... Ho scoperto una cosa-sorrideva.
-ebbene? Dimmi su-
-aspetto un bambino-
Hisashi aprì la bocca leggermente, la guardò per attimi infiniti, la abbracciò quasi in lacrime.
-grazie tesoro, grazie per questo dono che mi hai fatto-
Da quel momento non la lasciò mai sola.
Parlava al bambino ancor prima che si potesse vedere.
-tesoro è ancora presto-
-non mi importa, voglio che lui o lei sappia che papà è qui-
So trasferirono in una casa piú grande e adatta alla loro famiglia.
nove mesi dopo.
La priorità al momento era la sua famiglia, Inko avrebbe partorito a breve e Dio solo sapeva quanto fossero emozionati.
Hisashi non le faceva alzare nemmeno un dito, la sera le toccava la pancia e parlava al loro bambino.
-non vedo l'ora di conoscerti-diceva.
Non volevano sapere il sesso del bambino, sarebbe stata una sorpresa per entrambi.
-pensi che sarò una buona mamma?-
-sarai perfetta-sorrise baciandola.
Hisashi doveva ancora occuparsi di Jakob ed aveva in mente la punizione perfetta.
-ti dispiace se esco un attimo? Devo occuparmi di una cosa-
-no vai pure, noi staremo qui-sorrise.
Inko era fin troppo paziente e comprensiva con lui.
-ciao Jakob-
-oh salve capo, allora? Mi ucciderà finalmente-
-oh no, pensavo a qualcosa di diverso-
Quando Jakob vide l'unica persona che per lui era il mondo ridotta in quello stato lanciò un grido di disperazione.
-no, no, no! Per favore! Non questo no!-
Hisashi decise di togliere a Jakob il quirk, non avrebbe piú causato dolore ad altri.
-come puoi averlo fatto? Tu che...-
-mi dispiace ma... I tuoi servigi non sono piú richiesti-
-cosa ne facciamo di lui?-
-mandatelo via, non uccidetelo, lasciatelo soffrire come merita-
-la pagherai cara Al For One... Perderai tutto quello che ami-
-non accadrà-
Mentre tornava a casa Inko lo chiamò.
-Inko non preoccuparti sto tornando a c-
-H-Hisashi-
-che succede? Stai bene?!-
-cr-credo sia il momento Hisashi-
Corse rapidamente a casa mentre chiamava un'ambulanza.
Le rimase vicino anche durante il parto, non sapeva quando dovette aspettare e pregare mentre le teneva la mano, appena udito il pianto del bambino baciò sua moglie, dicendole che era stata magnifica e adesso potevano conoscere il loro bambino o la loro bambina.
-senti che polmoni-disse un medico mentre controllavano che tutto fosse apposto.
-congratulazioni, avete un bellissimo e sanissimo bambino-
Appena Inko ebbe il loro figlioletto tra le braccia pianse di gioia.
-ecco il nostro bambino-disse esausta.
-ciao piccolo mio-
I due rimasero ad osservarlo sorridendo mentre il piccolo singhiozzava.
-che nome dovremmo dargli?-
-Izuku... Midoriya Izuku-sorrise Inko passando un dito sulla guancia del figlio.
-Izuku... Il nostro piccolo Zu-
Qualche settimana dopo.
Hisashi adorava suo figlio, non lo lasciava mai, adorava quegli occhioni curiosi e il sorriso ingenuo, una sera il piccolo si svegliò piangendo disperato, Hisashi si offrì di occuparsi di lui cosí da far riposare la moglie.
-tranquillo Zu, papà è qui-
Lo prese tra le braccia, cullandolo dolcemente.
-cosa c'è che ti turba piccolo mio?-
Il piccolo rispose solamente con versi incomprensibili.
-ho capito... Vuoi vedere un trucchetto di magia?-chiese sussurrando.
Quelle parole sembrarono catturare l'attenzione del piccolo che alla vista di uno dei quirk del padre rimase incantato, non era la prima volta che Hisashi usava questo tipo di "calmante".
-mi raccomando Zu, questo è un segreto tra me e te-
5 anni dopo.
Quando partì Izuku era ancora piccolo, aveva promesso di tornare presto, ed invece aveva perso gran parte della vita di suo figlio, sentire Inko piangere ogni volta che chiamava lo uccideva, tornò solamente per ripartire poco dopo.
-ti odio-
Gli aveva detto suo figlio prima che se ne andasse.
Quelle due parole rimbombavano nella sua testa anche mentre stava affrontando All Might.
Combatteva senza pensare, forse per questo fu ferito cosí gravemente, magari era una punizione per aver deluso le due persone che aveva di piú care al mondo.
Era scappato si, ma la ferita gli avrebbe impedito di tornare da loro.
-Inko... Izuku... Mi dispiace, mi dispiace tanto, vi ho delusi nuovamente-
Voleva versare lacrime, ma non poteva, il suo mondo era buio e la sola immagine che la mente gli faceva vedere erano sua moglie e suo figlio.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top