16 - Comatose
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-no volevo farlo... Non volevo...-
-non preoccuparti Zu-
Si avvicinò a passo lento verso di lui.
-sono... Sono un mostro?-
-no piccolo mio, hai fatto solo quello che era giusto-
Guardò suo padre in lacrime.
-è stata colpa mia! Solo colpa mia!-
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Fuori pioveva.
Il cielo grigio piombo rendeva tutto cosí triste e monotono.
-mamma?-
-dimmi tesoro-
-dov'é andato papà?-
-doveva vedersi con dei suoi colleghi, tornerà stasera sul tardi-
-oh...-
Inko si avvicinò a Izuku e lo abbracciò.
-tranquillo piccolo mio, non andrà via-
-l-lo so mamma ho solo...-
-lo so tesoro, ti confesso che alle volte ho paura anch'io-rise.
-davvero?-
-si Izuku, non voglio che tu soffra ancora-
-mamma...-
-ora su, basta con questo pessimismo! Non avevi delle cose da fare?-
-oh si giusto! Ma... Sei sicura che ti sta bene stare qui da sola?-
-certo Izuku, che domande-
-però...-
-stai tranquillo ora vai-
Il ragazzo corse fuori scordandosi l'ombrello, aveva troppa fretta, le gocce di pioggia inumidivano i vestiti e capelli, facendo scurire la maglia dal colore vivace ed i capelli si appoggiarono contro il capo, arrivò completamente zuppo davanti all'edificio, bussando con impazienza mentre il temporale infuriava.
-ma guarda come ti sei ridotto-rise Tomura aprendo la porta.
-d-dai fammi entrare, s-sto ge-gelando-
-e ci credo! Sei tutto zuppo-
Entrato dentro notò come il locale fosse vuoto, fatta eccezione per Kurogiri che appena vide Izuku ebbe uno sguardo leggermente infastidito.
-scusami Kurogiri, ho bagnato il pavimento-
In risposta ottenne un scossa di capo.
-non è colpa tua se pioveva-
-ma perché questa urgenza per venire qui?-
-volevo un tuo parere su alcune reclute che Dabi non ha abbrustolito, inoltre dovevo chiederti alcune cose-
-d'accordo, mi sta bene-
Non si aspettava tutto questo, non si era fatto nemmeno sentire quando entrò in casa e di certo non avrebbe potuto difendersi.
Inko non era una combattente e questo lui lo sapeva benissimo, sperava di non trovarla da sola ma non si stava affatto lamentando.
Aveva capito da chi aveva preso Izuku, per quanto riguardava il tentare di far ragionare qualcuno, gli dispiaceva quello che stava per fare ma, era l'unico modo per ferire Hisashi e al tempo stesso Izuku.
-ti prego non... Non devi farlo-
Sentì una stretta nel petto, gli dispiaceva veramente.
-per quello che vale... Mi dispiace davvero, ma era l'unico modo-
Inko poté solamente piangere silenziosa, sperando in qualche miracolo o che suo marito tornasse prima.
-non mi piace l'idea di doverti fare del male ma... Devo farlo-
Per quelle due ore che seguirono Izuku sentiva uno strano brivido lungo la schiena ed una sensazione di sconforto lo attanagliava nello stomaco.
-tutto bene Izuku?-
-non lo so... Ho un brutto presentimento-
Gli squillo il cellulare.
-rispondi pure, facciamo una pausa nel mentre-Tomura si alzò per prendere qualcosa da sotto il bancone.
-mamma! Ciao, non mi aspettavo una tua ch-
Tomura guardò Izuku impallidire e diventare arrabbiato e spaventato, lasciò cadere a terra il cellulare e corse fuori senza dire una parola.
Corse a perdifiato con il cuore sull'orlo di scoppiare, per poco non corse addosso a delle persone.
La porta di casa era semi aperta, la spalancò con un colpo.
-MAMMA?! MAMMA!-
Guardò Jakob che stava beatamente seduto sul divano del salotto.
-hai fatto tutto di corsa vero?-
-DOV'È MIA MADRE?! DOV'È?!-
-non ti consiglio di vederla ora...-
-cosa le hai fatto...?-
-tranquillo ragazzino, è viva... Per adesso almeno-
-cosa vuoi?! Cosa vuoi dalla mia famiglia?!-
-giustizia, solo questo-
-allora prenditela con me non lei!-
-ci ho provato... Ma avevi sempre qualcuno che ti guardava le spalle-
Le mani di Jakob erano sporche, rosso, troppo rosso.
Izuku non ci vedeva piú dalla rabbia, nessuno fa del male alla sua famiglia.
-io ti uccido-
-la morte sarebbe veramente una visione per uno come me-
Izuku non perse tempo, assalí Jakob colpendolo suo viso, causarono un bel po di casino nella casa, mobili che si ribaltarono e oggetti che si ruppero, uno dei vicini doveva aver sentito il caos e chiamato la polizia, dato che si udirono alcune sirene avvicinarsi.
-ti uccido! Ti uccido, ti uccido!-urlava Izuku con le mani attorno al collo di Jakob.
L'uomo aveva ferito a mala pena Izuku, gli causò solamente un brutto taglio sulla fronte e qualche livido.
-ti ammazzo! Ti ammazzo!-
Si era giá preparo ad usare il suo quirk su Jakob, quest'ultimo era sorpreso ma sollevato, forse voleva veramente morire e chi era Izuku per negargli una simile richiesta?
-spero che brucerai all'inferno-
Urlò per pochi secondi, e prima che Izuku se ne rendesse conto, Jakob era giá ridotto in polvere, si guardò per un attimo le mani poi si alzò in piedi.
-MAMMA?! MAMMA?!-
Era a terra, sporca di sangue, respirava a fatica, Izuku la strinse piangendo.
-mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace-
Sentiva i poliziotti entrare in casa e dirigersi verso di loro.
-stai... Stai bene Izuku...?-domando Inko debolmente.
Izuku non rispose, annuì rapido, pianse ancora di piú tenendola stretta, Inko sorrise chiudendo gli occhi.
-mamma...? MAMMA?! MAMMA!-
Sebbene respirasse, Izuku temeva di perderla, i poliziotti cercarono di separarli per fare intervenire i paramedici.
-stai calmo, aiuteranno tua madre ma stai calmo!-
-NO! NO! DEVO STARE CON LEI! LASCIATEMI!-
Urlava e scalciava come un dannato, addirittura morse il braccio ad un agente pur di essere lasciato.
-adesso calmati!-urlavano.
-LASCIATEMI HO DETTO!-
Dovettero chiuderlo dentro la macchina di un poliziotto per farlo stare buono.
Lo portarono alla centrale di polizia e per tutto il viaggio Izuku rimase in silenzio.
-ti rendi conto di quello che hai fatto?-
Fu la prima cosa che gli fu detta appena arrivato alla centrale.
-mia madre sta bene?-domandò come se nulla gli fosse stato detto.
-mi hai sentito?!-
-si... Ma voglio sapere come sta mia madre, inoltre voglio fare una chiamata, non potete chiedermi nulla senza mio padre, sono sempre un minorenne-
Il poliziotto piú anziano chiuse la bocca mentre gli consegnava un cellulare, dopo pochi squilli Izuku ringraziò il cielo.
-pronto?-
-papà...-
-Zu che succede?-
Hisashi aveva capito che qualcosa non andava dal tono di voce del figlio.
-papà... Sono alla centrale di polizia, ti prego vieni-
-arrivo subito-
Infatti bastò meno di un'ora.
Izuku rimase impassibile anche alla presenza del padre che stava urlando contro i poliziotti per aver anche solo rimproverato Izuku per essersi difeso, la furia maggiore fu aver appreso la notizia che sua moglie era stata ferita gravemente, Izuku vide una rabbia simile solo negli occhi di All Might, quando si scontrò contro Hisashi.
Uscirono dalla centrale dopo che i poliziotti trascorsero a fare domande ad Izuku.
-dov'eri al momento dell'aggressione?-
-perché lo hai fatto?-
-perché eri in un altro luogo?-
-eri solo?-
Cose cosí.
Però Izuku si sentiva trattato come colpevole, quando aveva solo difeso se stesso e sua madre.
Entrato nella macchina di suo padre, il viso sbiancò orribilmente tanto da costringere Hisashi a fermarsi e fargli prendere un po d'aria.
-Zu respira-
Stava per avere un attacco di panico da quanto veloce respirava.
-no volevo farlo... Non volevo...-
-non preoccuparti Zu-
Si avvicinò a passo lento verso di lui.
-sono... Sono un mostro?-
-no piccolo mio, hai fatto solo quello che era giusto-
Guardò suo padre in lacrime.
-è stata colpa mia! Solo colpa mia!-
-non dirlo nemmeno per scherzo Izuku-
-se non fossi andato via! Lei starebbe bene!-
-Izuku...-
-l'ho lasciata sola... E lui le ha fatto del male!-
-non potevi saperlo-
Hisashi lo abbracciò cercando di calmarlo.
-ho ucciso una persona...-
-non avevi scelta-
-papà io-
-shh, va tutto bene, non devi dire altro, tu hai solamente fatto la cosa giusta, hai difeso te stesso e tua madre, chiunque avrebbe fatto lo stesso, tu non sei un mostro Izuku, non lo sei-
In silenzio risalirono sull'auto, dirigendosi all'ospedale.
Hisashi era addolorato e furioso, vedendo Inko sul lettino, occhi chiusi che davano l'impressione della morte, non poteva perdere nessun membro della sua famiglia, non ancora, avrebbe fatto qualsiasi cosa per tenerla assieme, nel bene e nel male.
Izuku sedeva silenzioso da una parte, senza il coraggio di entrare nella stanza, vergognandosi di aver lasciato andare via Jakob quella volta, se l'avesse ucciso prima, sua madre sarebbe sveglia e al sicuro, senza una maschera per l'ossigeno e nemmeno un osso rotto, si sentiva un fallimento come figlio e come eroe.
-Zu-
Alzò la testa udendo suo padre.
-sta bene, deve solo riposare, so che sembra grave ma starà bene, tua madre è una donna forte, non c'è niente che non possa fare-
-lo so... Ma dovevo proteggerla, dovevo-
-non essere duro con te stesso, non lo potevi sapere-
-ti dispiace se resto qui?-
Hisashi sospirò e pensò un istante.
-no figliolo, resterò con te, va bene?-
Izuku annuì mentre guardava la porta della camera della madre, non l'avrebbe lasciata sola mai piú né lei, né suo padre, si addormentò con la testa sulla spalla di Hisashi, si sentiva al sicuro, calmo, solamente dei passi rapidi lo fecero sobbalzare, si stupì nel vedere i genitori di Bakugou e Katsuki stesso, gli adulti si misero a parlare, sebbene la voce furibonda e preoccupata di Mitsuki coprisse quella di Masaru e Hisashi.
Katsuki si sedette vicino a Izuku, rimasero in silenzio fino a che il biondo ruppe quella quiete.
-come sta?-Chiese con voce bassa.
-secondo te?-ribatté Izuku acido.
-cazzo Izuku, sto cercando di essere amichevole... Vorrei sostenerti-
-come hai sempre fatto giusto?-
Bakugou rimase in silenzio, guardandolo senza mostrare emozione.
-come l'avete saputo?-
-ne parlavano un po tutti-
-ah bene...-
-cosa è successo?-
-un pazzo è entrato in casa...-
-Izuku-
-cosa vuoi? Non potresti semplicemente dimenticarmi come hanno fatto tutti?-
-credi che a nessuno importi di te? Hitoshi non può nemmeno andare a casa tua, gli insegnanti hanno detto a tutti di starti alla larga-
-ottimo...-
-Izuku ascoltami-sussurrò.
-cosa c'è ancora?-
-alcuni stanno indagando su tuo padre... Hanno paura che-
-non voglio sentire altro-
-voglio solamente avvertirti-
-avvertirmi di cosa?-
-non saprei, forse che tuo padre potrebbe essere l'acerrimo nemico si All Might?-
-non sai nulla e nemmeno gli altri, smettetela di cercare di aiutarmi, non ho bisogno di aiuto-
-ti sbagli Izuku-
Prima che il ragazzo potesse ribattere un'altra voce lo interruppe.
-Izuku-
I due si girarono verso Mitsuki, che aveva il volto addolorato.
-mi dispiace tantissimo-
Il ragazzo abbassò la testa, la madre di Bakugou lo abbracciò sinceramente dispiaciuta per lui.
Izuku non sapeva cosa fare, rimase immobile con l'espressione addolorata.
Rimasero silenziosi per un po, ormai si era fatto tardi.
-forse dovremmo andare-disse Masaru mettendo la mano sulla spalla della moglie.
Lei annuì sebbene a malincuore.
-se aveste bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa chiamateci-
-senza dubbio-
-vieni Katsuki...-
-Izuku... Io... Se vuoi parlare, conosci il mio numero-
Nemmeno lo fissava, scostò il capo bruscamente.
Quando i Bakugou tornarono a casa l'atmosfera si fece silenziosa e fredda.
-Katsuki, andrà tutto bene-
-non lo so piú mamma... Lui... Lui non è l'Izuku che conosco e quell'uomo... Lo sta solamente portando a distruggersi-
-perché dici cosí?-
-non posso dirtelo, è piú sicuro cosí-
-sappi che io e tuo padre siamo con te-
Era notte fonda adesso, Izuku dormiva sulle sedie fuori dalla stanza di sua madre, malgrado fosse visibilmente scomodo si era rifiutato di spostarsi, la giacca di Hisashi gli faceva da cuscino, suo padre non aveva fatto altro che andare avanti e indietro dalla stanza della moglie al corridoio, poteva evitare di dormire, almeno un po, pensava a cosa fare e soprattutto a Jakob, non era da lui essere cosí avventato, eppure si era esposto a tal punto, attaccare direttamente il leone nella sua tana.
In cuor suo sapeva che non era possibile che si fosse fatto ammazzare cosí facilmente, sebbene la situazione potesse essere ribaltata in suo favore, bastava solamente far perdere definitivamente ad Izuku la fiducia nel suo caro idolo, perché Hisashi sapeva che suo figlio avrebbe potuto essere "aiutato" dai suoi ex amici, non era ancora del tutto cambiato.
Poteva fare molte cose, aveva moltissimi quirk utili per corrompere la mente, ma non voleva cambiarlo a tal punto, era sempre suo figlio.
Quindi avrebbe fatto in modo che fosse qualcun altro ad eliminare ogni possibile "pericolo".
Tornato nella stanza di Inko, si sedette vicino al letto, pensando a cosa sarebbe potuto accadere se non se ne fosse mai andato, se fosse rimasto vicino a loro.
Prese la mano della moglie, chiedendole silenziosamente perdono per ogni delusione che le aveva dato, ogni lacrima che le fece versare e ogni dolore che causò ad entrambi.
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