Capitolo 11: il ragazzo di ghiaccio e smeraldo

Rose's pov

"Se in questo momento dovessi accasciarmi per terra sappi che è perché sto morendo di invidia." Mi dice Nate con un fischio.
Già, un po' di invidia la provo anch'io.
Abbiamo appena raggiunto la casa di Lizzie, anche se chiamarla così è come dire che la fine del mondo è un problemino piacevole.

Siamo di fronte ad una villa enorme in stile vittoriano. C'è un cancello in ferro battuto, dietro al quale si estende un parco di betulle e pini silvestri che oscurano le stelle e la luna, la casa spicca sullo sfondo, piena di balconi, torrette e grondaie decorate. E' una reggia.
Non avrei mai immaginato che Lizzie potesse abitare in un posto così, anche se sapevo che i suoi fossero ricchi.

"Suona il campanello." Sussurra Nate.
"Perché io?"
"Perché l'idea di venire qui è stata tua e io ho paura di avvicinarmi a quel cancello."
Sospiro e premo il campanello. Aspettiamo circa trenta secondi, prima che le porte si spalanchino e una Lizzie tutta emozionata ci corra incontro.

"Ciao Rosemary! Oh, Nathaniel! Ci sei anche tu! Entrate! Vi preparo una tazza di tè!"
Indossa un abitino grigio sformato che le spegne l'incarnato ancora di più e gli occhiali pendono storti su un naso troppo grande per il resto del viso, ma come si suol dire non si giudica un libro dalla copertina.

Il mio sesto senso si riattiva improvvisamente e sento di nuovo quella presenza. E' esattamente dietro di me. Mi alita sul collo e mi sfiora una ciocca di capelli. Mi volto di scatto, solo per non vedere nient'altro che la strada e la jeep di Nate.
Eppure so che c'è qualcosa. Percorrendo il vialetto attraverso la pineta mi sembra che ogni ombra si muova, ma nessuna ci si scaglia contro cercando di afferrarci.

Entrata in casa la sensazione è se possibile peggiore. E' tutto amplificato, come se le presenze si fossero moltiplicate.
Aiuto, sto uscendo di testa.
Lizzie ci guida fino ad un soggiorno riccamente ammobiliato e le cui pareti sono rivestite di specchi decorati.
"Allora Lizzie. Innanzitutto scusa per l'orario, davvero. Alla festa di giovedì noi abbiamo parlato, ti ricordi?" Inizio.

Lei annuisce con energia. "Sì, ti ho dato anche il mio numero! E poi ti ho urtata con il punch e... oddio che figuraccia, mi dispiace un sacco. Davvero. Ti ripagherò il vestito, lo giuro e..."
"No, stai tranquilla. Non serve. Però potresti essermi di grandissimo aiuto. Ad un certo punto mi hai portata verso il guardaroba, poi che è successo?"
"E' perché sei sparita? Per questo me lo chiedi?"

Stringo i denti e cerco di non pensare al fastidio che provo in questa casa.
"Sì. Sto cercando di capire che mi sia successo, ma ho un vuoto di memoria da quel momento in poi. Ti prego, dimmi che ti ricordi qualcosa."
Lizzie annuisce.

SI'! VITTORIA! UN PASSO AVANTI!

"Ti ho prestato il mio vestito di ricambio, ed eri incazzatissima, ma mentre mi stavo scusando mi hai detto che non ce l'avevi con me, ma con Jason. Perché l'hai trovato che ti tradiva con Jessica."
"CON JESSICA?" Esclama Nate sconvolto.
"E cioè quella Jessica. Porca troia, per questo faceva la crocerossina innamorata di Jason oggi. Ma guarda tu quest'infame, bastarda..."

"Ok, gli insulti possono bastare." Lo fermo facendo cenno a Lizzie di continuare.
"Poi siamo andate a bere insieme e ad un certo punto mi hai detto che saresti andata un attimo in bagno e che tornavi subito. Ma non sei mai tornata."

"E io non ho idea di quel che sia successo dopo." Sospiro stanca.
Un movimento alla mia destra attira il mio sguardo e devo trattenere un urlo.
Una bambina è seduta sulla poltrona accanto a Lizzie, che sembra non accorgersi di niente.

Solo che la sua pelle è traslucida e argentea, così come i capelli, gli occhi gentili e il vestito di un'altra epoca. Avrà suppergiù dieci anni, eppure sembra eterea, bloccata in un limbo senza tempo.
"E così tu sei Rose. Lizzie ha parlato molto di te dopo la festa." Sussurra.
Mi vengono i brividi. Vorrei dire qualcosa, ma Nate e Lizzie mi stanno fissando e io ho paura. Di me, di loro, della bambina, di tutto.

"Diceva che una ragazza gentile le ha parlato e si sono divertite insieme. Diceva che voleva essere come te. Ha detto che sei perfetta, con una vita fantastica, tanti amici, una bellezza stratosferica e un carattere allegro e solare. Lei vuole essere come te." Continua.
Io deglutisco e faccio un cenno a Nate, che sembra capire e comincia a parlare con Lizzie della scuola.

"Però a me non sembri perfetta. Hai un'ombra che ti segue. Un'ombra potente e vecchia. E sei come me, vero? Sei morta anche tu. Ma non come me. Tu non sei rimasta, tu sei tornata."
Sto realmente ascoltando un fantasma che vedo solo io e che potrebbe benissimo essere frutto della mia pazzia? Assolutamente sì.
"Tu sei come loro. Cerca gli altri morti che camminano, il ragazzo di ghiaccio e smeraldo, lui è qui, con il mostro in fiamme al suo fianco. Fidati dei morti, giovane Eterna. I vivi cercheranno solo di spegnerti." Sussurra la bambina, e poi scompare.

Mi accoccolo contro Nate e rifletto sull'enigma che mi è stato lasciato. Non ci ho capito niente, ma so che forse un passo avanti l'ho fatto.
Ci sono altri come me, e io li troverò.
Nel frattempo Lizzie continua a sproloquiare con Nate sui troppi compiti che ci danno, vorrei andarmene, però mi sembrerebbe un po' scortese.
Insomma, questa ragazza è stata così disponibile e carina nei nostri confronti, inoltre mi rendo conto solo adesso di quanto debba sentirsi sola in questa enorme casa silenziosa.

Ragazzo di ghiaccio e smeraldo... cos'è, una favola per bambini?
E non mi piace che sia stato menzionato anche un mostro di fuoco, non bastavano i fantasmi, ora ci si devono mettere pure dei piromani.
















































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