Epilogo - Parte 2
Il canto degli uccellini con i loro cinguettii felici non era così spesso udibile a Stavira, in quel luogo così pieno di persone tra le strade affollate. Era abituato a udirne le melodie seduto tra gli alberi dalle periferie di Agraq godendosi la brezza e la calma che, quel giorno, non ci sarebbe stata.
Molti cosidetti amici della famiglia di Nissa abitavano da quelle parti e non vollero di certo mancare a quel nuovo capitolo di vita della ragazza e del ragazzo che continuava a dondolarsi avanti e indietro sui piedi esattamente sotto il grande albero pieno di cristalli nonché il luogo più calmo in quel momento.
– Strano che tu sia così calmo.– disse una voce a distrarlo e portandolo a guardare dietro di sé con un sorriso sul volto. Sheera si era fatta viva, ironico per la Dea che seminava morte da dire, e si stupì di non vederla con già un bicchiere di vino rubato da qualche parte.
– Hai rinunciato all'alcol?– ridacchiò beccandosi una lieve spallata dalla corvina.
– Ti hanno corrotto per vestirti così a te invece?– ribatté ridacchiando. Pantaloni e giacca di stoffa fin troppo pregiata per lui di colore bianco tendente al crema, camicia chiara con un piccolo bavero di merletti, scarpe e cintura marrone scuro a richiamare i suoi capelli scuri e anch'esse di una certa eleganza. Tutto l'insieme non era da quel ragazzo di campagna abituato ad abiti umili. Entrambi sapevano che a fine giornata si sarebbe messo di nuovo quella maglia mezza andata e quei pantaloni sbiaditi, tornato ad essere un semplice paesano.
– Solo per oggi, e per tutte le volte che ci saranno eventi qui a Stavira. Sono riuscito ad arrivare a questo compromesso con la famiglia di Nissa.–
Nath prese per mano la Dea e le fece fare un giro su sé stessa, o meglio la obbligò in modo tale da ammirare per bene il suo vestito che calzava a pennello non solo al suo corpo ma anche alla sua anima. Della stoffa trasparente adornata da intrecci di quelli che parevano rovi ricamati di filo nero le aderivano al corpo fino a poco sotto i fianchi dove il materiale si faceva più scuro cadendo morbido in una gonna poco ampia e gli intecci lasciavano spazio ad altri sull'orlo della gonna di un viola che si intonava agli occhi della Dea.
Lungo la linea del seno e sotto le spalle piume nere e viola davano spazio a delle lunghe maniche di velo di un paio di strati nero che si facevano meno aderenti dal gomito in poi. Infine, i suoi lunghi capelli sciolti e mossi come sempre, labbra rosso scuro e al collo la sua immancabile collana dalla pietra scura.
– Davvero è un abito fatto di oscurità?– le chiese meravigliato.
– Almeno i raggi solari non mi daranno così tanto fastidio con questo indosso. Ero quasi propensa ad una giornata nuvolosa ma Kyra ha rovinato i miei piani.– si lamentò Sheera portandosi le braccia al seno e studiando le persone intorno.
– Quanti pensieri infidi che ci sono qui, sai? Fatti tutti quel sorrisetto cordiale ma dentro sono marci per quanto gli importi delle disfatte altrui.– aggiunse poco dopo a bassa voce, Nath che annuì concordando.
– Magari potresti ucciderne qualcuno ma discretamente. Magari con qualche veleno nei calici.– scherzò, la ragazza che lo guardò maliziosa.
– Non male come idea. Occhi emozionati, parenti che singhiozzano, promesse d'amore eterno, mi vengono i conati solo a pensarci quindi non mi pare una cattiva idea per finire tutto.–
Nath rise e le mise un braccio intorno le spalle iniziando a camminare diretti verso quello che alla corvina parve un arco di rovi con un paio di panche. Posto insolito ma non aveva ancora chiaro tutta questa storia dei matrimoni.
– So che non ti piacciono queste cose e che ti sforzerai dal non combinare guai e lo apprezzo.–
– Magari potrò rinfacciarti qualche imbarazzante episodio che potrebbe capitare oggi, mica me lo perdo.–
– Non ho scampo nemmeno oggi, vero?–
– Assolutamente.–
Sheera lo guardò con quello sguardo malizioso che non vedeva da un paio di settimane almeno, gli diede l'impressione di essere nella normalità, a casa quando ancora imparavano a conoscersi.
Sheera poco dopo si fermò solo per scompigliargli un poco i capelli dopo averli fissati da quando lo aveva visto reputandoli troppo in ordine, anche se in realtà lui sapeva che glistava augurando buona fortuna a suo modo, senza volerlo ammettere. Infatti, qualche istante dopo sbucò dalla folla Kyra che salutò il ragazzo con euforia abbracciandolo, subito dopo gli disse di andare da qualche parte e rimase così con la corvina.
– Hai deciso di copiare ciò che indosso a quanto vedo.– fu la prima cosa che Sheera le disse dopo averla squadrata. La Dea Bianca portava un vestito abbastanza simile al suo ma dai veli bianchi e aderenti: essi partivano dal collo raggiungendo il busto e le braccia lasciando le spalle scoperte e proseguendo in maniche lunghe e larghe ornate da decorazione floreali viola chiaro, le stesse che percorrevano i seni fino i fianchi e in parte la gonna che partiva all'altezza delle ginocchia cadendo lieve e non troppo ampia. Le maniche trasperenti, in più, creavano come un lieve mantello dello stesso velo trasparente con ricami molto simili a quelli di Sheera, solo più chiari.
I capelli bianchi invece non erano stati lasciati sciolti ma raccolti in una lunga treccia imprezziosita da fiori abbinati all'abito, le dava un'aria di ordine e sicurezza. Tremendamente fastidioso ma dannatamente attraente.
– Solo perchè è simile non significa che io lo faccia. Non è la prima volta che accadono cose simili.– disse la sua Kyra calma prima di sentire il respiro dell'altra sul collo e il suo tono ammaliante.
– So di avere uno stile a dir poco sublime, tutti vorrebbero essere me compresa tu ma non lo vuoi ammettere.– la prese un po' in giro la corvina ridacchiando nel momento in cui la chiara le diede un'occhiataccia. Furono dei colori sgargianti ad attirare successivamente l'attenzione di Sheera. Per un attimo le sembrò di aver visto una ragazza vestita di una cascata di arcobaleno, peccato che si rivelò essere quasi la realtà: Cassandra era tra la folla a salutare con sorrisi vari invitati a lei sconosciuti in un abito sfarzoso. Era impossibile non individuarla, chi altro poteva mostrarsi in quelle condizioni?
– Non ne vuole ancora sapere di tornare nell'Infinitus, vero?– domandò Kyra guardando anche lei la Custode. Essendo stata spesso nell'Eden non sapeva esattamente per quale motivo quella Salir dei tempi antichi fosse lì.
– No, vorrebbe ancora esplorare il suo Mondo e nel mentre Nissa prende più informazioni possibili su com'era la vita dei Salir millenni fa. Ci sta facendo un secondo libro. L'ha invitata oggi per entrambi i motivi presumo.– sospirò in risposta. Successivamente udì una specie di campanellino e Kyra la prese per mano iniziando a trascinarla con sé verso l'arco di rose.
Sotto esso vi erano già Nico e un'altro ragazzo, probabilmente un cugino di Nissa a cui lei aveva chiesto per la benedizione. Accanto all'arco, sulla destra, Peter e sua moglie intenta a sistemare i capelli di Nath sussurrandogli qualcosa. Era nervoso, e la Dea Nera lo percepiva. Alla sinistra invece si stava facendo largo Nissa con Imìr e suo padre.
– Oggi hai perso il titolo di più luminosa Kyra, mi spiace.– sussurrò all'orecchio del suo opposto ridacchiando. Non aveva tutti i torti, la biondina era davvero raggiante.
– Credo di poterlo accettare per un giorno se è la mia amica a brillare.– le disse prima di lasciarle un bacio sulla guancia e continaundo a portarla con sé fino a raggiungere Nico e lo sconosciuto.
Sheera non stava molto attenta quando si parlava di eventi che portavano solo felicità, eppure quel giorno riuscì di tanto in tanto a studiare le varie dinamiche di quella cerimonia, incuriosita e al tempo stesso perplessa, e disgustata.
Il primo passo fu il congiungersi dei due ragazzi dagli occhi verdi poco prima di raggiungere gli altri quattro seduti alle panche; negli occhi di entrmabi vide emozionee anche imbarazzo dai loro sorrisi. Come biasimarli, avevano gli occhi di amici e parenti puntati addosso.
Non capì esattamente per quale motivo lei e Nico, così come Kyra e l'altro ragazzo dovessero stare nello stresso posto degli sposini, stare ferma era uno supplizio. Almeno si divertì nel sentire parole pronunciate dal Superior che avrebbe diretto la cerimonia, le concezioni e le storie antiche dei Salir era sempre state assurde per lei. Si beccò per un paio di volte un richiamo da parte di Kyra nella mente per quelle volte in cui si era trattenuta dal non ridacchiare e dire la sua.
In seguito, verso la fine del quel supplizio, ci fu la parte delle benedizioni e promesse: iniziò tutto con il Superior che poggiò su uno dei tavolini, quello privo delle scatoline, un contenitore di metallo al cui interno vi fu della cenere mista a dei pezzi di oro. Con uno sciocco di dita accese un fuoco magico e chiese a Nath e Nissa di alzarsi e fare la propria offerta.
Le benedizioni dei Salir, come le promesse, maledizioni e molto altro, erano basilari; a loro serviva un oggetto da bruciare per creare il frutto di tale richiesta. Perciò, così come Kyra stette per fare anni prima non consapevole della sua identità, e come i loro amici fecero qualche settimana prima, dovettero buttare nella piccola fiamma un oggetto che li aveva portati a legare.
La scelta fu insolita: una mappa. Quella di Eathervyr più precisamente. La corvina aveva sentito che, quando era stata alle celle sotto sorvegliaza di Andreas, i due per passare il tempo si erano messi a scoprire e studiare quel Mondo che era ritornato in vita. Vedere un pezzo di così importanza dovette far male a chiunque amasse la cartografia tra gli invitati, sentì qualche sussulto infatti.
Poi fu il turno di Nico e lo sconosciuto, bruciarono degli oggetti legati ai rispettivi amici con cui avevano condiviso momenti importanti. Quando fu il turno delle Dee, Kyra si alzò e bisbiglià qualcosa all'orecchio del Superior, la sua espressione si fece stupita e curiosa al tempo stesso nello scoprire che loro due benedivano in un modo differente.
Quindi rispettò la richiesta della chiara e fece divampare per un secondo la fiamma prima che essa svanisse e lasciasse nella cenere due anelli oro. Sheera, una volta in piedi, prese tra le dita quello che sarebbe andato al suo amico e aspettò che Kyra fosse pronta a sua volta. Contemporaneamente, la Dea Nera fece apparire un paio di fiamme degli Abissi Infernali, alla Dea Bianca invece bastò evocare la luce dell'Eden lievemente violacea.
Osservarono entrambe il proprio elemento lasciando in essi una frase silenziosa spegnendo le fiamme e la luce. I due anelli erano unici nel loro genere, gli unici a possedere delle lievissime striature violacee.
Il resto fu abbastanza confuso, applausi, grida di gioia, petali che caddero dal cielo e comparsi dal nulla furono susseguiti da una grande festa. Gente che si congratulava, abbracciava i ragazzi senza nemmeno conoscerli davvero, altri invece andarono proprio dalle Dee a chiedere del loro incantesimo, ammaliati. Poi brindisi, cibo, musiche e racconti. Troppa energia positiva stava aleggiando nell'aria rendenole ostile qualsiasi cosa.
– Stai bene?– le domandò Kyra appena apparsa accanto a sé con un bicchiere di vino in mano apposta per lei. Si era fatta da parte stando seduta al bordo della fontana da qualche parte del giardino ormai vuoto; tutti si erano recati all'interno del grande salone della villa essendo ormai già sera mentre lei aveva trovato conforto nel vedere il cielo stellato sopra di sé.
– Sicuramente meglio di prima. Ho un vuoto, non ricordo cosa sia successo dalla fine della cerimonia a quando sono finita qui.– si lamentò massaggiandosi le meningi doloranti.
– C'è parecchia energia positiva, già. Tieni.–
Non rifiutò per niente del buon vino, lo finì quasi tutto d'un sorso e fece ridere Kyra per questo, sedendosi anche lei. Non passò molto che anche i novelli sposi le raggiunsero come se anche loro avessero bisogno di prendere un po' di aria. O così parve inizialmente.
– Non vedo l'ora di levarmi di dosso queste stoffe costose!– esclamò Nath sedendosi a terra con la schiena poggiata alla pietra della fontana accanto alla corvina.
– Come avete fatto voi due a sopravvivere a tutte queste richieste, l'etichetta, discorsi noiosi?– continuò facendo ridacchiare Kyra che fece spallucce.
– Ti ci abitui, però sì a volte è pesante. Siete venuti per farci compagnia o dovevate staccare anche voi?– domandò facendo spazio alla sua amica che però decise di rimanere in piedi. Stranamente Nissa sorrideva in maniera furba e teneva le mani dietro la schiena.
– In realtà siamo qui per dirvi una cosa. Più o meno.–
Sheera si fece in parte sull'attenti incuriosita, anche Nath pareva in un certo senso d'accordo su qualcosa con la biondina. Fu proprio lui a cominciare a parlare, schiarendosi la gola.
– Abbiamo pensato molto in questi giorni, solitamente si fa un regalo a chi dona una benedizione. Direi che è stato molto difficile trovare qualcosa per esseri come voi. Potete avere tutto e niente solo con uno schiocco di dita.–
– Pensandoci, volevamo fare qualcosa che fosse speciale, che in un futuro potreste ricordarvi di noi anche quando non ci saremmo. Molte persone pensano che c'è un motivo per cui alcuni destini si incrocino con altri, come è successo a noi.– continuò Nissa, Kyra che inclinò la testa da un lato. Erano così giovani e già pensavano a quando le loro vite sarebbero finite? Senza contare che, con l'incantesimo che prolungava la vita, ne avevano ancora di anni e secoli da passare in compagnia.
Fu Nath a continuare e a volgere lo sguardo su Sheera. Lei notò che, come la biondina, nascondeva le mani, perlomeno tenendole in tasca facendo finta che fosse un gesto naturale.
– Se non fosse stato per te che ti eri meritata il Wix non avresti trovato Kyra, ritrovato voi stesse e fermato una minaccia. Voi eravate destinate ad incontrarvi e unirvi, e le vostre strade si sono incrociate come si sono incrociate con le nostre. Se non ti avessi seguita non sarei mai arrivato a Stavira incontrando una delle persone più importanti della mia vita.–
– Abbiamo voluto seguirvi e ci avete mostrato ciò che siete davvero comunque, senza escluderci nonostante i vostri compiti, oppure cercare la nostra compagnia. Noi che siamo solo dei Salir come tanti altri per voi.– continuò Nissa.
– Va bene che ho un'eternità davanti, ma tutti questi giri di parole mi annoiano!– sbuffò ad interromperli Sheera beccandosi un colpetto sulla spalla da parte del suo opposto, Nath che rise e scosse la testa.
– Dimenticavo che la tua pazienza ne risente.– disse togliendo dalla tasca una piccola scatolina e porgendogliela, Nissa che fece la stessa cosa verso Kyra ma con una scatola più grande. Fu la chiara la prima a curiosare facendo svanire l'involucro e scoprendo un libro dalla rilegatura azzurrognola, i bordi decorati da fili d'oro. Quando lo aprì si stupì di vedere pagine bianche e vuote ma di carta pregiata e... magica.
La ragazza dai capelli come l'oro del libro aveva pensato che, al posto di scriversi tra loro tramite lettere volanti, sarebbe stato comodo qualcosa che avrebbe tenuto i loro discorsi tutti raccolti insieme. Aveva usato la sua magia per fare in modo che le pagine non finissero mai nonostante il libro non fosse tanto alto, era simile ad un'illusione, e lei ne aveva una copia uguale da tenere con sé. In questo modo, avrebbero potuto leggere e tornare indietro nel tempo quando volevano. Per due ragazze amanti dei libri era un regalo azzeccato, la chiara la abbracciò contenta e Nissa cominciò a spiegarle come funzionasse.
Nel mentre, Sheera in maniera più lenta e tranquilla era intenta a studiare la scatolina del suo amico di un grigio scuro semplice, grande quanto la sua mano. Che regalo poteva farle? Non era una persona abituata a gesti del genere ed era difficile da impressionare.
– Sono gli oggetti che ho tenuto negli anni dopo il giorno in cui hai usato la magia davanti a me per la prima volta.– le disse il ragazzo vedendola confusa davanti un piccolo pezzo di uno specchio rotto al cui interno pareva esserci la corolla di un fiore rinsecchito.
– Ho chiesto a Nissa di fonderli insieme dato che con la sua magia può farlo. Li avevo tenuti perché mi ricordava il fatto che ti fossi fidata abbastanza da mostrarmi una parte di te che non ti è mai piaciuta molto nonostante volessi far vedere il contrario. Non dev'essere stato semplice, e ti ringrazio per averlo fatto, per esserti fidata.– continuò a spiegare, la crovina che prese lo specchio tra le dita.
Ricordò di aver ridotto non solo quello in frantumi ma anche bruciacchiato qualche libro di scuola e di aver fatto appassire proprio il fiore tra le sue mani in una volta sola. E Nath ne era rimasto affascinato, e non inorridito. Era stato dopo quel momento che aveva cominciato ad aprirsi di più.
– Se è per questo, dovrei ringraziarti io per aver scoperto con te cosa sia un amico. E non dev'essere stato facile con me.–
– Come?–
Nath si stupì un attimo, non lo stava dicendo con ironia, ma per davvero e con un qualcosa di apparentemente dolce negli occhi. Uno sguardo che presto cambiò in malizioso.
– Se questo è un modo per corrompermi e farti dire che benedizione ti ho dato te lo puoi scordare.–
Ed eccola tornata in sé, Nath che sbuffò facendola ridacchiare mentre riponeva tutto nella scatolina. Kyra e Nissa erano tornate con i piedi per terra anche loro, e fu nuovamente la Salir con la sua voglia di scoprire novità a parlare. Prima squadrò Sheera, dopo la sua amica Dea Bianca.
– L'ho già detto che un giorno mi piacerebbe sapere la vostra storia? Voi conoscete molte cose sulla nostra, anzi, come ha detto Nath voi ne siete state in parte artefici.– cominciò e le due Dee si guardarono, Sheera distolse subito dopo lo sguardo e schioccò le dita facendo apparire una bottiglia di vino da bere, Kyra che seppe bene che un po' di colpa e panico la colpivano ancora dopo tutto quel tempo.
– Chi lo sa. Ma ora, questa giornata è vostra. E siete così carini insieme!– distolse l'attenzione la chiara abbracciandoli, trascinando con sé anche la tenebrosa Dea Nera. Avevano vissuto molte cose insieme, avevano condiviso momenti difficili e altri felici, crescendo. Il futuro ora era una pagina nuova, linda e bianca su cui poter scrivere un nuovo capitolo di quella storia.
– Fine –
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Ed ecco qua (e anche finalmente) siamo giunti alla conclusione di questa storia revisionata. Scrivere di questi personaggi ancora, riprenderli in mano mi riportano sempre alle primissime versioni scritte per passare il tempo e che poi, andando avanti, è diventata una passione grazie anche a voi, ai vostri commenti, alla vostra voglia di continuare ad immergervi nelle mie parole.
Grazie per la pazienza, soprattutto per questo ultimo periodo in cui purtroppo il nuovo lavoro mi occupa parecchio spazio delle mie giornate ma cercherò sempre di ritagliare anche solo cinque minuti per la scrittura.
In più, ho sempre dimenticato di dire una piccola cosa: Sheera esiste, ed abitiamo sotto lo stesso tetto. Eccola qui!
Non ho preso spunto da lei per il personaggio, lei è arrivata dopo Fate of Opposites ma vi posso giurare che nome più azzeccato non si poteva trovare. Testarda, non ascolta mai, fa di testa sua, dorme di giorno e sta sveglia di notte a fissarti, per lei esisti solo se ha fame e solo allora chiede le coccole con cui ti vuole comprare... Alcune volte mi ha assistito durante la scrittura, almeno quello.
Detto questo, ci si ritrova su Until we shatter (si, ho cambiato titolo, ops ahahaha) di cui vi lascio il prologo e di cui pubblicherò i capitoli man mano. I primi saranno più simili o uguali a come li avete letti fin'ora perciò saranno disponibili a breve, per gli altri... Preparatevi a questa avventura ;) A presto! ❤️❤️❤️
"Male e Bene,
Bene e Male.
Il Nero sa dell'esistenza del Bianco,
il Bianco sa dell'esistenza del Nero.
L'uno non esiste senza l'altro,
l'alternarsi di due forze contrastanti, come il giorno e la notte per mantenere l'equilibrio di mondi magici.
Ma non adempiono mai al loro lavoro contemporaneamente,
non sono presenti in un luogo nello stesso istante.
Nessuno sguardo scambiato, nessun contatto.
I due poteri non devono incontrarsi, il legame che potrebbe nascere ne va del futuro dei mondi.
Come potrebbe il Bene non soffrire alla presenza del Male, e il Male non soffrire davanti al Bene?
Mai andare contro ad un destino già scritto.
Mai infrangerlo."
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