Epilogo - Parte 1

Il sole splendeva in un cielo limpido in quel giorno di tepore, nemmeno una nuvola minacciava di dipingerlo di bianco; ogni cosa nel Regno Assoluto procedeva come sempre era stato: chi lavorava nelle botteghe dei piccoli villaggi, bambini che giocavano dopo una lunga giornata di scuola tra le campagne in mezzo ai contadini, madri che si ritrovavano al mercato per parlare un po'.

L'inizio della stagione calda donava sempre vitalità, più spensieratezza, speranza, il buon umore negli animi di Yarix e Salir. Le temperature si alzavano di giorno in giorno, il sole si faceva meno timido, la natura si risvegliava, profumi di fiori si spargeva tra i campi dando un ultimo saluto alle vesti pesanti, al vento tagliente trasformatosi in brezza lieve, al ghiaccio ostile e scivoloso sulle strade.

– Smettila di controllare ogni minima cosa.–

L'unica cosa fuori dall'ordinario, quel giorno, era l'aria di festa che aleggiava su Stavira in particolare, in quel giorno speciale e tanto atteso per cui numerose donne si erano fatte preparare per l'occasione abiti suntuosi e obbligando mariti e figli e nipoti all'eleganza che una celebrazione quale l'unione tra due persone poteva essere.

– Lo so ma è più forte di me, non riesco a stare ferma. Ho calcolato ogni cosa e se non è perfetto sai che gli altri schifosi Argenti fintamente affettuosi ne parleranno male. Devo tenere l'onore alto.– 

Nissa, persino quel giorno per lei importante, non poteva che non avere in mano fogli con i nomi degli invitati, le decorazioni che aveva richiesto e tutto quello che aveva organizzato per quei mesi in attesa che la stagione fredda finisse. Dire che fosse agitata era poco, un minimo errore o imperfezione e tutto ciò che la sua famiglia aveva creato e portato avanti poteva essere messo in discussione. Non era già così tanto ben visto il fatto che una Argenti di una delle famiglie più importanti si legasse definitivamente con un semplice e comunissimo Salir, o forse molti ragazzi erano infastidi dal fatto che una persona inferiore a loro di rango potesse diventare un loro pari.

– Lasciali stare.–

Imìr, sua madre, le si avvicinò togliendole di mano i fogli sentendola sbuffare mentre le sorrise e ripose la carta in un cassetto lì vicino.

– L'importante è che sia speciale per te e per chi ti vuole bene. Nemmeno il matrimonio tra me e tuo padre è stato accettato da tutti, eppure ora siamo rispettati e molti si sono ricreduti. Ogni cosa a suo tempo.– la cercò di rincuorare prendendole le mani tra le sue. Nissa fece un respiro profondo e annuì prima di sedersi più calma sul suo letto. La luce entrava e scaldava l'ambiente dalle alte finestre, facendo spintillare i cristalli e i metalli lucidi sparsi per la camera.

Un bussare alla porta le distrasse entrambe e fece il suo ingresso Zander; purtroppo la sua malattia, come predetto dalla Dea Bianca, aveva iniziato a progredire rendendolo più debole e magro, aveva bisogno di un bastone con sé per camminare talvolta. Aveva iniziato ad assentarsi sempre più dal lavoro e sua figlia aveva preso man mano il suo posto venendo aiutata di tanto in tanto da Nath, il quale si era fatto spiegare piccole cose dal futuro suocero per poter rendersi utile. 

La cosa aveva stupito l'uomo e fatto apprezzare maggiormente il giovane con il quale aveva anche cominciato a scherzare e ad ammorbidirsi. Che fosse dovuta alla malattia o meno non importava, era meglio tenersi stretti ogni singolo momento.

– Scommetto che mia figlia è nervosa.– disse e Nissa sorrise appena a suo padre. Era vestito di tutto punto anche se il volto era stanco e segnato da pesanti occhiaie, ma questi non potevano far spegnere la luminosità dei suoi occhi, di quanto fossero ancora vividi. Camminava aiutandosi con il bastone in legno scuro intagliato con maestria da artigiani esperti di qualche bottega rinomata di Stavira, poi vesti di tessuto scuro e pregiato, la camicia chiara impeccabile come i capelli biondi e grigi in ordine. Il rigore doveve essere presente in quel giorno in cui svariati nobili li avrebbero studiati.

Nissa era riuscita a convincere i genitori ad una cerimonia di pochi e semplice, non troppo sfarzosa come i tipici matrimoni della capitale ma mantenendo l'eleganza caratteristica della famiglia, in modo tale da non mettere troppo a disagio Nath più di quanto non fosse. Il ragazzo aveva dovuto impare in quei mesi molte più regole, passi di danza, i nomi degli invitati e molto altro che prima non gli spettava.

– Un po'. Comunque è una splendida giornata.– rispose la ragazza guardando fuori dalla finestra e ammirando il cielo.

– Fattelo bastare, ho dovuto litigare per poter permetterti di non avere nuvole piagnucolone proprio oggi.– si intromise una voce che fece sorridere Nissa, i suoi occhi come smeraldi brillarono per un attimo mentre la figura della sua amica Dea prendeva forma dalla luce che irrompeva nella stanza.

– Sei riuscita ad esserci!– esclamò contenta la Salir abbracciandola e venendo ricambiata. Anzi, Kyra la strinse ancora di più per qualche istante. Non si erano viste per mesi, finita la storia dei Divoratori le due Dee se ne erano andate ma fu solo Sheera quella che tornò di tanto in tanto nei Mondi a portare qualche malanno ed energia negativa a cui la Dea Bianca doveva rimediare stando nell'Eden.

Poiché la ragazza dai capelli bianchi non sopportava troppo la stagione fredda, il dolore che malattie incurabili conducenti alle morti intingevano l'aria assieme al pessimo umore delle persone, aveva da sempre preferito rintanarsene nel suo Mondo luminoso. Questo però non le aveva impedito di tenersi in contatto con la sua amica, si continuavano a scambiare lettere che il vento magico portava l'una all'altra, in modo tale da poter aiutare Nissa nei preparativi e nei momenti di crisi o di sconforto per il padre e il resto della famiglia.

– Non posso mancare, e poi sto cominciando a spargere un po' ovunque tracce della mia magia per far tornare la stagione calda.–

Nissa si staccò dall'abbraccio e ridacchiò.

– Scommetto che Sheera si starà lamentando della cosa.–

– Non sai quanto, ormai quando esco dall'Eden è lì appoggiata al mio portale con il broncio o la voglia di ridurmi a brandelli.– risero insieme. Poi Kyra fece un passo indietro e ammirò la sua amica sorridendo e battendo le mani come una bambina emozionata chiedendole di fare un giro su sé stessa. L'abito che indossava era proprio come lo avevano visto mesi prima, con l'unico particolare che alla luce solare dava un effetto spettacolare.

Il tessuto di base era di un bianco caldo impreziosito da disegni oro di fiori esattamente come, mesi prima, Sheera aveva tracciato sulla carta  con maestria dando quell'impressione che fossero stati dipinti a mano. 

Partiva il tutto da un corpetto aderente diviso dalla gonna da un cinturino in oro a chiudersi con due foglie, una striscia di tessuto partiva dal lato sinistro della vita e si spostava verso destra a creare un'unica spallina che cadeva sotto la spalla. Lo stesso oro sparso per l'abito dava vita ad una collana fuori dal comune: era come un piccolo albero dai rami impreziositi dai numerosi cristalli e sbucava dal lato sinistro del collo fino a raggiungere la scollatura del corpetto.

Anche Nissa si riguardò, le erano sempre piaciuti gli abiti eleganti ma quello era davvero speciale, unico, di stoffe pregiate e modificate magicamente apposta per lei nientemeno che da esseri di straordinaria bellezza, ognuna caratterizzata dal proprio elemento, e proprio loro era state in parte le artefici del suo destino. Senza di loro, inconsapevolmente non sarebbe arrivata a quel giorno.

– Ultima cosa.– disse Kyra facendo un gesto con la mano da cui partì un lieve fascio di luce che raggiunse i capelli biondi dell'altra, adornandoli di piccoli fiori bianchi e di un rosa pallido che si intonavano allinsieme.

– Sheera non sbaglia mai se si tratta di desideri e cose genere.– continuò Kyra prima di essere lei quella ammirata dall'altra per l'abito. Ma prima che potesse aprir bocca, la sposa fu riportata con i piedi per terra dai genitori sorridenti, segno che era il momento di andare.

Furono lo i primi ad uscire dalla stanza e Nissa notò che suo padre parve avere più energie, subito dopo guardò la sua amica al suo fianco che l'aveva presa a braccetto.

– Il mio potere lo farà stare meglio solo in mia presenza ma niente di più.– le sussurrò lei avendo capito cosa le stesse per chiedere.

– Grazie.– riuscì a dirle stringendole la mano come a dirle che apprezzava e che era sollevata che almeno per un giorno tutti potevano godersi l'atmosfera di festa.

Raggiunsero tutti e quattro l'ingresso del famoso giardino di famiglia che era stato modificato apposta per il matrimonio; solo la cerimonia del legame di qualche settimana prima si era tenuta nelle vicinanze di Agraq in maniera tale da rimanere un evento intimo, era l'accordo che Nath e Nissa erano riusciti a trovare con Zander. Spesso, se la si eseguiva a Stavira o nei suoi dintorni, i nobili ficcanaso apparivano ovunque e al ragazzo la cosa lo metteva a disagio, figurarsi al resto della sua famiglia.

– Wow!– esclamò la ragazza dai capelli biondi quando si avvicinarono alla parte di giardino che aveva fatto allestire nelle ultime settimane sotto il suo sguardo attento. Il suo sguardo attento e meravigliato catturava ogni singolo dettaglio del luogo.

– Oh, mi sono dimenticata di dirti che ho dato un tocco in più anche qui. Mi pare che un giorno quando eravamo ragazzine avevi letto uno di quei libri romantici con giardini incantati.– disse ancora la Dea Bianca.

Un grande albero era posto al centro di un cerchio definito da delle siepi, le quali dovevano esser state innalzate da Kyra non essendoci mai state prima di allora, e le sue fronde si stavano riempiedo di fili di cristalli pendenti portati dagli ospiti come augurio e portatore di ricchezza ed equilibrio. Un gesto tipico per gli Argenti e gli Aereus. 

Il sole con i suoi raggi illuminava e scaldava l'atmosfera, mentre dei rovi di rose variopinte, altro gesto della Dea, si intrecciavano insieme a dell'edera a creare un arco nel posto in cui la cerimonia si sarebbe tenuta: due panche l'una di fronte all'altra con cuscini di seta verde, di fronte un paio di tavolini adornati da fiori e con delle scatoline bianche che Nissa si era accurata che rimanessero lì dove le aveva messe.

E poi le persone, una trentina di invitati e oltre sfoggiavano i più sontuosi tessuti di colori svariati; rosso, blu, giallo, poi bronzo, celeste, tutti si mischiavano tra loro. Era stato vietato l'uso del bianco e dell'oro essendo quel giorno i colori che caratterizzavano le due famiglie che a lì a breve si sarebbero unite, in maniera tale da non sovrastarli. 

L'unica eccezione era Kyra che essendo stata scelta dalla sua amica per una banedizione aveva bisogno di essere nella sua reale forma per farlo e ciò implicava vesti di luce dell'Eden. Senza contare che era pur sempre la Dea Bianca, non aveva quel nome per caso.

Imìr e Zander aprivano la strada tra la piccola folla già intenta a parlare e bisbigliare, chi per l'abito della sposa, chi per il padre che non si faceva vivo più di tanto spesso, chi per l'aver riconosciuto Kyra come la figlia di altri Argenti, anch'essi presenti e che la salutarono con un cenno, gesto che la chiara non poté non ricambiare.

Successivamente, Kyra lasciò che la sua amica andasse insieme ai genitori a salutare gli invitati facendosi da parte e studiando un po' le persone intorno a sé. A dirla tutta, in parte le mancava osservare Salir e Yarix da lontano, scoprire le loro abitudini minuziose come molto tempo prima aveva fatto.

Alcuni invitati parlavano ancora di quanto fosse speciale e raffinato l'abito della sposa, altre donne terribilmente invidiose invece ne parlavano male, oppure gli uomini radunati da una parte discutevano degli ultimi sviluppi nel lavoro. Non le era mancato quel mondo, a volte si domandava come aveva fatto a sopravvivere per diciotto anni in quell'ambiente. Fortunatamente il suo destino aveva ripreso la strada giusta. Anche se, con esso, erano tornati altri compiti tra cui il più difficile: scovare la Dea Nera e assicurarsi che non combinasse niente, specialmente quel giorno.

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