19 - Il compito di una Dea
Il cielo di notte, ad Eathevyr, non era poi così tanto diverso da quello del mondo dei Salir. Certo, le stelle sembravano differenti, più colorate e luminose, la luna piena più grande e affascinante, ma nient'altro. Non c'era niente da poter ammirare nelle ore buie lì e perciò si erano fermati a stare a casa di Evelyn e la sua famiglia. E le case, quelle si che erano differenti e molto più intriganti: all'esterno sembravano semplici capanne di legni e massi simili a quelle a cui era abituato Nath a vedere nei piccoli villaggi del Regno Assoluto, ma l'interno era speciale poiché lo spazio, una volta dentro, non era quello che si era percepito prima di entrare. A volte triplicava se non di più accogliendo più persone di quelle previste, era come se la casa si fosse ingigantita e in effetti era proprio così grazie ad un incantesimo usato spesso dagli Yarix per non rovinare troppo la natura con le loro costruzioni.
Alcuni vivevano seriamente in contatto con la natura dormendo in caverne, tane abbandonate di grandi animali, viaggiavano ogni giorno da una parte all'altra del mondo. Per i Salir sarebbe stato impensabile. Il popolo dalle ali grigie non aveva nemmeno coniato monete poiché da loro i soldi non esistevano, nessuno pagava per ciò che era di tutti di diritto. Il cibo, l'acqua, il tempo, i piaceri, erano a portata di ognuno indistintamente.
– Beati voi che non avete classi sociali!– sospirò Nath. Era tranquillamente seduto sul divanetto in uno dei salotti più belli che avesse mai visto, con piante ovunque proprio come piaceva a lui. Ovviamente, quando era entrato lì, si era messo come un bambino a curiosare studiando ogni petalo dei fiori e ogni foglia di piccole piante colorate tenute con cura nei loro vasi che scoprì essere stati fatti da Sandra, la sorella maggiore di Evelyn.
– A ogni mondo il suo, tesoro.– gli diede un bacio sulla guancia Nissa appena seduta al suo fianco facendolo sorridere. Un po' meno Sheera che fece una smorfia disgustata. Era rimasta per i fatti suoi ma seduta di nuovo calma per terra poco distante da una finestra essendo l'aria di vitale importanza per lei per evitare di non impazzire e stare male.
– Vedo che ti adorano, nonostante tu non ne sembri entusiasta.– ridacchiò Evelyn sbucata dalla cucina con al seguito sua sorella, entrambe con in mano vassoi di dolci e bevande tipiche degli Yarix. Si riferiva al fatto che i due ormai ragazzini di casa, Elia ed Eve, fossero rimasti accanto a quella Dea solitaria la maggior parte del tempo a parlarle fin quando non erano andati a dormire sotto ordine delle sorelle maggiori.
– Sfortunatamente sono un'attrazione anche per loro, fin quando non conoscono la mia natura per come è realmente e ne hanno paura.– sbuffò la corvina prendendo assolutamente la bottiglia di vino che la rossa le porse.
– Pensavo che accadesse di più a Kyra a causa della sua aura benevola.– disse invece Sandra che porse ai due Salir una fetta di torta coloratissima fatta con i frutti che avevano raccolto, e per cui Nath, da bravo figlio di un fornaio, non si era lasciato sfuggire nessun dettaglio della ricetta.
– Anche, ma in maniera differente.–
– Ovvero?– domandò curiosa come sempre Nissa ringraziando poi le Yarix che sorrisero e presero posto sulle poltrone accanto.
– Lei dà la sensazione di fidarsi, di calmarsi e ascolta sempre cercando di aiutare. Io invece, nonostante possa non ascoltare una singola parola, faccio comodo a chi non vuole aiuti o pensieri altrui.–
Forse lasciò per un attimo confuso il suo amico che la squadrò facendole intuire che doveva fare un esempio, così alzò gli occhi al cielo e bevve qualche sorso di vino prima di spiegare.
– Immagina delle persone chiuse in una stanza con noi due. Da lei andrebbero tutti coloro che hanno problemi da dover affrontare a cui cercano una soluzione. Da me invece coloro che hanno problemi da dover affrontare di cui lamentarsi, a cui pensare ad alta voce, esprimersi senza che io dica nulla perché vogliono solo essere ascoltati.–
– Ma tu non li ascolti realmente.–
Sheera fece spallucce.
– Non sono io a dire loro di venire da me.–
– Va bene, ma come mai non lo farebbero con Kyra? Nel senso, anche lei potrebbe solo ascoltare.– chiese Evelyn vedendola finire l'ultimo goccio di alcol stupita.
– Sono le nostre auree che comunicano con le vostre inconsciamente, vanno da ciò che hanno bisogno. Il Bene può ascoltare, certo, ma il Male non giudica mai. Andresti da lei o da me a chiedere aiuto nel caso tu abbia ucciso qualcuno ad esempio? Con quale dei due ti troveresti di più a tuo agio?– fece riflettere la Dea. In effetti, Kyra avrebbe sicuramente ascoltato e cercato di far ragionare per trovare una soluzione ma, poiché le sarebbe importato, ci avrebbe messo anima e corpo pur di far dimenticare l'accaduto considerato negativo probabilmente, per evitare di ripensarci, o così sembrava apparire.
La Dea Nera invece, avrebbe ascoltato si e no due parole senza dire niente come se non fosse accaduto nulla, come se fosse stato un evento naturale non importante abbastanza da segnare una vita intera e passarla a nascondere quel fatto. Chi più del Male stesso poteva fregarsene di un'uccisione? Scattava qualcosa nelle menti dunque, si convincevano di non doversi soffermare su quei particolari e rovinarsi così.
– Ci sono volte in cui il Bene non sempre è bene, e Male non è sempre male. Questo esempio è uno di quelli. Kyra porterebbe alla negazione e alla paura di uccidere di nuovo alimentando la mia energia negativa, io porterei all'indifferenza fino a rendere libera l'anima dalle paure alimentando l'energia positiva di Kyra. Anche questo è mantenere l'equilibrio.– continuò la corvina.
– Il Bianco non è totalmente bianco e il Nero non è totalmente nero.– ridacchiò Nath avendo capito.
– A quanto pare. Nei bambini a volte è diverso, nel caso dei vostri fratelli volevano solo parlare liberamente e io non li avrei interrotti con pensieri miei, a loro faceva comodo.–
– Anche se avresti voluto sbranarli.– aggiunse al posto suo il suo amico, e lei non negò.
– E quello che è accaduto prima invece?– domandò Nissa ripensando ai cadaveri a terra. Sandra non sembrò stupita, evidentemente sua sorella le aveva raccontato di quanto accaduto già prima, evitando a loro di dover riferire il tutto.
– Non vi ho mai viste... diciamo prendervela così tra voi.–
Maledetta Kyra e il suo sangue, non avessi ceduto non sarei così odiosamente tranquilla! pensò la corvina. In effetti, era grazie a quelle poche gocce se stava parlando più del suo solito senza mostrarsi troppo annoiata, e non lo sopportava. Però era l'unico modo per passare il tempo.
– Non ce la siamo presa, stavamo solo facendo il nostro lavoro. Quando ci si trova personalmente di fronte a situazioni in cui Bene e Male vacillano, o l'uno prevale sull'altro, bisogna assecondarlo e rendere il tutto il più veloce possibile per poter continuare a tenere sotto controllo l'equilibrio.–
– Oh, era questo che intendevate quindi con il dover mettere da parte il vostro rapporto davanti ai vostri compiti.– ricordò. Sheera roteò gli occhi per il dispiacere che sentì in lei.
– Non capita spesso, e in ogni caso non ci feriamo granché se è questo che ti preoccupa.– sbuffò, sentendo poi un corpo caldo dietro di sé e delle braccia intorno al collo in un abbraccio.
– Giusto, solo qualche minaccia.– disse Kyra tornata tra loro con il sorriso che aveva spesso in volto, i suoi occhi di nuovo luminosi nonostante fossero grigi nuovamente.
– Osa accecarmi di nuovo e ti rinchiudo nel buio totale per settimane.– ringhiò subito Sheera non molto amichevole e con le braccia al seno facendo ridacchiare l'altra.
– Visto? Nulla di cui preoccuparsi.– cercò di rincuorarequest'ultima la sua amica Salir che sorrise sollevata nel vederla di nuovo.
– Parla per te!– si lamentò ancora la corvina totalmente contrariata, ancora di più quando la chiara le morse la guancia per ripicca e se la levò di dosso guardandola truce.
– Vedervi così è proprio divertente, sembrate delle bambine eppure siete le più vecchie.– rise Evelyn, bloccandosi e chiedendo scusa subito dopo per quanto detto sperando di non averle offese. D'altronde, stava parlando con due Dee e non con sue coetanee.
– Tranquilla. Ma quella la riconosco!– osservò poi la Dea Bianca notando sul piccolo tavolino di fronte a sé la torta fatta da Sandra che subito si illuminò, dandole una fetta subito il cui piatto però venne preso dalla corvina senza dire niente. Studiò per un attimo la piccola forchetta in metallo prima di tagliare un pezzo, il profumo era davvero dolce e invitante ma non per lei a differenza della chiara che si avvicinò al boccone che le porse.
– Non ricordo da chi l'ho assaggiata la prima volta ma è identica e spettacolare come ricordavo.– si mostrò felice come una bambina. A Sheera invece non piacquero tutti quegli sguardi addosso.
– Che c'è?– domandò infastidita.
– Stai letteralmente imboccando Kyra?– disse stupita Nissa incapace di credere a ciò. Scopriva sempre più gesti insoliti per lei, l'empatia, la pena, la preoccupazione, il sorriso.
– Non conoscevo questo tuo lato romantico.– rincarò la dose Nath ridacchiando per cui la Dea si sentì terribilmente a disagio. Lo stava facendo apposta.
– Nel caso non ve ne foste accorti, le tremano le mani in continuazione senza aggiungere che al momento non è totalmente stabile e rischierebbe di fondere il metallo con la sua temperatura.– spiegò frustrata.
– Quindi mi stai facendo il favore di conservare la mia argenteria?– si stupì Sandra, vedendola ritornare in sé con il suo sorrisetto maligno e malizioso.
– Prima o poi dovrai ripagarlo.–
– Voi Creature Oscure non vi capirò mai.– scosse la testa invece Kyra che, prima che potesse aggiungere altro, si ritrovò a masticare un altro boccone.
– Perché sarebbe così? Mi ricorda te quando eri ubriaca.– pensò ad alta voce la Salir vedendola fare spallucce.
– Se qualcuno muore davanti a lei o nei suoi paraggi lo sente e le provoca dolore fisico come se fosse lei stessa la vittima in un certo senso.– iniziò a spiegare prima che continuasse la diretta interessata.
– A quel punto è meglio che mi allontani e che cerchi di riprendermi, la mia temperatura corporea aumenta di tanto in tanto nel tentativo di rimediare alla freddezza della morte. Nulla di che ma ho un picco di energie e risulto ancora più piena di vita. Tra un po' mi passa.–
Era interessante oltre che imprevedibile la cosa. In effetti Nissa si era spesso domandata cosa potesse mai accadere se la Creatrice avesse visto gli effetti della Distruzione in prima persona. Sono piene di misteri che non ci possono rivelare totalmente, anche tra loro li hanno eppure continuano a fidarsi l'una dell'altra. Non so se io riuscirei a farlo nei loro panni, è ammirevole. Essere Dee è adatto solo a loro due pensò sorridendo e prima che la stanchezza iniziasse a farsi sentire e anche negli altri.
Sheera e Kyra lo notarono e si guardarono decidendo si andarsene e lasciarli riposare abbandonandoli ai loro sogni, accogliendo loro invece la realtà di cui era impossibile non confrontarsi.
– È stato strano, vero?– fu Kyra la prima ad intavolare il discorso una volta fuori dalla casa iniziando a camminare con la corvina al suo fianco per il villaggio deserto. C'erano ancora dei rimasugli dei piccoli falò tra l'erba, la legna ormai cenere che si stava spegnendo. Poi un lieve silenzio rotto di tanto in tanto da qualche richiamo di uccelli, il fruscio delle foglie. Tutto il resto era immobile, avvolto dal buio rischiarato solo dalla lieve luce lunare e una miriade di stelle.
– Nemmeno tra i Salir ho mai visto qualcosa del genere prima d'ora.– aggiunse guardando la luna piena, così grande e luminosa, rincuorante. Si riferiva a quanto accaduto nel campo, a ciò che avevano trovato e che era stato totalmente inaspettato e inusuale per entrambe.
– Capisco perché ero perennemente in allerta. In questa forma purtroppo anche i miei sensi e l'istinto non sono alla pari della mia forma reale.– disse Sheera sospirando guardandosi le mani infastidita. Forse, avesse anche solo per un istante annullato l'incantesimo per bloccare la propria aura di modo da non destare sospetti, avrebbe avvertito ciò che sarebbe accaduto molto prima e avrebbero potuto impedire quello spargimento di sangue. Perché sì, lei era la Dea Nera, amava il caos e la violenza la eccitava però quell'avvenimento non era stato programmato dal destino. Entrambe lo sapevano, quegli Yarix non sarebbero dovuti morire, non era arrivato il loro momento.
– Dalle anime che ho raccolto ho visto che si sono uccisi a vicenda come un branco di lupi litigiosi.– informò ancora vedendo Kyra annuire triste mentre si passava le mani sulle braccia come a volersi scaldare dal freddo della morte vista qualche ora prima. Ripensarci non le faceva esattamente bene.
– Gli Yarix sono pacifici, non farebbero male a nessuno.–
– A meno che la loro indole non fosse stata alterata.–
Kyra si bloccò appena sentì le sue parole. Per un attimo pensò che lo avesse detto senza pensarci ma poi, quando i suoi occhi viola chiaro incontrarono i suoi scuri e profondi, il suo stomaco si contorse.
– Intendi dire...–
– Per un attimo, dopo che ti sei allontanata e noi siamo ripartiti, mi è sembrato di vedere frammenti di pietra viola tra l'erba vicino ad uno dei corpi. Sono svaniti in fretta prima che potessi prenderli.–
Era seria, molto, e lei spesso e volentieri non lo era quando le persone si uccidevano. Solitamente dava la colpa ai loro desideri, o che non c'era da preoccuparsi, che tanto erano solo anime che sarebbero rinate.
– No no, è impossibile.–
La chiara scosse la testa incredula. Doveva aver sentito male, la corvina non poteva aver visto niente del genere.
– Non so a cosa pensare, non capisco se mi sono sbagliata o meno ma ero anche su di giri.– si passò invece una mano tra le ciocche scure Sheera preoccupata. Prima l'avviso di Lilith, l'Oblio, la voce, la visione, poi questo... Se non mi sbaglio, sarà più che un problema... Quei pensieri non erano solo i suoi, Kyra iniziò ad agitarsi e a camminare in tondo gesticolando.
– Se loro apparissero per davvero... Ma i mondi sono in perfetto equilibrio, non ha senso, nemmeno un po'!– la sentì dire in ripetizione.
– Loro non devono tornare.– aggiunse prima di bloccarsi e fissarla di nuovo. Per poco non vide la sua mente muoversi per la moltitudine di pensieri.
– Cosa pensi di quanto detto da quell'anziano Yarix?– le chiese poi. Non ne avevano ancora parlato in effetti.
– La leggenda? Può essere vera così come il contrario. Sappiamo molte cose, abbiamo vissuto più di tutti ma in effetti non siamo a conoscenza di niente di quello che accadde prima di diventare esseri incorporei.–
Era la verità d'altronde, avevano creato una miriade di incantesimi e pozioni ma solo sotto forma incorporea. Prima di allora, come erano stati i Mondi?
– Peccato che non ne abbiamo memoria, sarebbe stato comodo!– sbuffò la chiara mordendosi il labbro nervosamente, per poco non si fece male e Sheera le si avvicinò, prendendole il volto tra le mani con il suo tocco freddo ma delicato, i loro sguardi incatenati nuovamente. Stavolta senza intenzione di sfida.
– Calmati, ok? Siamo riuscite a riportare tutta Eathevyr e i suoi abitanti a vivere dopo millenni. Qualsiasi cosa accadrà siamo noi i poteri Supremi, a noi spetta l'ultima parola su tutto.–
L'altra annuì, lo sapeva ma la paura e la preoccupazione che stava iniziando a pervadere il suo corpo non era piacevole. Così la abbracciò, la sua vicinanza, nonostante da una parte le facesse male, dall'altra la fece sentire meglio e sarebbe potuta rimanere così per sempre. Solo loro due. Solo loro due contro qualcosa di grande, di nuovo. Lo avvertivano.
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Eccomi qui, sono riuscita a pubblicare anche oggi, che bello! Nei prossimi capitoli ci saranno scene già viste nella precedente versione della storia ma, ovviamente, scritte meglio e con piccole aggiunte, dopodiché arriveranno i capitoli più nuovi e spero intriganti ;)
Alla prossima!
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