Capitolo 4
Will venne a prendermi con una piccola macchina bianca che mi fece sapere fosse a basso consumo di carburante e che fosse quella vecchia di sua madre. Era un guidatore attento, teneva sempre due mani sul volante e rispettava i limiti di velocità. Era piuttosto adorabile, secondo me.
Si complimentò anche per la mia maglietta, in particolare per la bella sfumatura di viola.
"Non troppo brillante," chiarì con un sorriso.
"Grazie," dissi. "Anche a me piace la tua maglia."
"Fantastico," dissi con un sorriso. "Non vedi l'ora di dare un'occhiata al negozio?"
Mi stava portando in una libreria che si occupava esclusivamente di classici. Il fatto che ci fosse un simpatico ragazzo del college disposto a leggere la letteratura classica era abbastanza stupefacente per me. La libreria era la ciliegina sulla torta.
"Sono così entusiasta," dissi.
"Qual è il tuo libro preferito?" chiese.
La risposta stava per uscire dalle mie labbra quando tutto il mio corpo si bloccò. Mi guardai le mani.
"Piccole Donne," buttai fuori.
"Ah," disse. "Già, a tutte le ragazze piacciono Piccole Donne o Orgoglio e Pregiudizio."
Cercai di non fare una smorfia a quel commento. "Sono dei classici per un motivo," dissi. "E tu?"
"The Blind Side," rispose senza esitazione.
Strinsi le labbra. "Quindi ti piace il football," dissi, cercando di mantenere un tono neutro.
"Ho giocato un po' al liceo," disse con un'alzata di spalle.
"Quale posizione?"
Mi lanciò un'occhiata. "Sai cos'è un running back?" chiese con un tono che mi fece pensare che presumesse il contrario.
"Un giocatore di attacco che di solito è il principale ricevitore della palla," dissi. "Sono i più veloci dei due terzini schierati dietro il QB in una formazione standard."
Sbattè rapidamente le palpebre. "A te piace il football?"
Niente contro lo sport. I ricordi ad esso associati, però: questa era una storia diversa. "Diciamo di si."
"Quindi sai che ero essenzialmente il giocatore più inutile della squadra," disse con un sorriso.
"Il running back può essere molto prezioso," protestai. "Guarda Derrick Henry. O Christian McCaffrey. La posizione non fa il giocatore."
Rendendomi conto che il mio tono era terribilmente difensivo, mi calmai. Will mi fissò per un secondo molto lungo dato che distolse lo sguardo dalla strada, e schioccò le dita.
"Il tuo ex era appassionato di football, vero? Ecco perché ti piace," disse.
Mi passai la lingua sui denti. "Gioca nel campionato universitario," dissi. "Ma anche alle ragazze può piacere il football. L'ho studiato quando ero più giovane."
"Gioca per il Michigan?" Will chiese.
Esitai. Non era la regola d'oro andare ad un appuntamento per non parlare del tuo ex?
"Sì," risposi alla fine.
I suoi occhi si spalancarono all'improvviso, potei praticamente vedere i calcoli che gli passavano per la mente. "Aspetta. Tu sei... Uscivi con Zack Darrington?"
Emisi un sospiro. "Sì."
"Mi dispiace," disse in fretta, sollevando una mano dal volante per portarsela sulla fronte. "Ho completamente mandato a puttane tutta questa faccenda, vero?"
Scossi la testa. "È normale," dissi, "è abbastanza conosciuto da queste parti. Non dovrei essere sorpresa."
"È solo- è il migliore che abbiamo avuto al Michigan per un po'. Aspetta, quindi sai cos'è successo con Marcus Jackson? Oh, cazzo, scusa," disse, le guance ora rosse. "È strano parlarne? Non voglio essere ficcanaso-
"Va tutto bene," dissi anche se la mia gola si era notevolmente stretta. "Non so cosa gli sia successo."
Nessuno lo sapeva. Non c'erano state notizie di Marcus da quando era scomparso, nemmeno a Carrie o Pete. Speravo rimanesse così.
"Mi dispiace. Possiamo non parlare del mio ex?" chiesi con una risata.
"Sì, sì, certo," disse, entrando nel parcheggio. "Siamo arrivati, comunque."
Fortunatamente, il resto dell'appuntamento andò liscio. Presi una copia di The Brothers Karamozov e Will mi sorprese regalandomi Grandi Speranze. Arrivammo a casa mia la sera e lui mi accompagnò alla porta.
"Grazie ancora per il libro," dissi, tenendo la borsa nella mia mano.
"Nessun problema," disse. "Mi sono divertito molto oggi."
"Anche io."
L'aria si fece silenziosa e io lo fissai negli occhi. Era della più bella sfumatura di nocciola. Delicata, come lui.
"Amelia," disse esitante. "Posso baciarti?"
Rimasi lì, leggermente presa alla sprovvista. Le mie labbra si incurvarono in un sorriso. "SÌ."
Premette le sue labbra sulle mie in un dolce, casto bacio, e mi chiuse il viso nella sua mano. Quando si allontanò, le sue guance si tinsero di rosa.
"Buonanotte, Amelia," disse, poi si precipitò alla sua macchina con un sorriso. Sorrisi e lo salutai mentre lo guardavo allontanarsi.
S/A.
Team Zack?
o
Team William?
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