Capitolo 18
Dovevo ammettere che c'erano alcuni vantaggi nel viaggiare con Zack.
Prima di tutto, quando camminavo per la città, gli uomini inquietanti per strada non mi guardavano nemmeno mentre quando camminavo da sola, si rivolgevano a me come se fossi una specie di gatto. Una volta, un tizio mi aveva offerto un panino e poi chiamò puttana quando dissi di no.
Poi il proprietario del air-bnb praticamente si innamorò di lui, offrendo tutti i tipi di cazzate aggiuntive, le quali ero abbastanza sicura non mi avrebbe dato se non fossi stata con Zack Darrington, la star del football.
Voglio dire, snack e bibite gratis. Non mi stavo lamentando.
Zack gettò da parte la sua borsa e sprofondò immediatamente nel divano mentre io mi diressi verso la mia stanza e ispezionai il posto. Era stata una cosa dell'ultimo minuto ed ero sorpresa che fossimo riusciti a trovare un posto economico con due camere da letto...
"Zack?" dissi mentre aprivo e riaprivo una scarpiera a caso.
"Sì, tesoro?" strascicò.
Normalmente, gli avrei lanciato un'occhiataccia per quello, ma ero troppo preoccupata a guardarmi intorno. "Dov'è la seconda camera da letto? Ne vedo solo una."
"Non riesci a trovare una camera da letto?" disse. "Non è che sia esattamente difficile vederla."
"Beh, ho guardato e ce n'è solo una," dissi, avvicinandomi a lui. Afferrai un cuscino del divano e lo colpì con quello. "Hai controllato prima di prenotare questo posto?"
Sospirò drammaticamente, facendo un grande spettacolo alzandosi dal divano. "Certo che ho controllato," disse. Si fece strada attraverso il posto, aprendo ogni porta. Alla fine, finì nell'armadio delle scarpe. "Vedi, c'è un'altra stanza..." La sua voce si affievolì mentre la porta si spalancava, rivelando un armadio abbastanza grande da contenere un bambino.
Alzai un sopracciglio verso di lui, incrociando le braccia. Se rimase colpito, non lo mostrò.
"Bene, divertiti a dormire sul divano," disse.
Si diresse verso la camera da letto, accelerando mentre io lo seguivo.
"Che cosa?" dissi. "No, ci hai messo tu in questo casino. Tu dormi sul divano."
Almeno ebbe la decenza di togliersi le scarpe prima di saltare sul letto. Le sue gambe erano così lunghe che occupavano l'intero spazio. "Avresti potuto controllare."
"Oh, già. Quanto mai ho lasciato fare a te."
"Dannazione," borbottò, stringendosi il cuscino al petto.
"Zack, alzati," dissi.
"Sai, lo farei," disse, "ma è così caldo e accogliente."
"Zack-"
"Di per favore."
I miei occhi si strinsero. "Ti castrerò."
Il suo sorriso si allargò. "Mi piacerebbe vederti provare."
Incrociai le braccia, fissando il punto in cui era sdraiato con un sorriso. Velocemente, balzai in avanti. Mi afferrò facilmente il polso e mi inchiodò al letto con una risata.
Il mio respiro si interruppe mentre i muscoli del suo braccio si fletterono. Distolsi lo sguardo solo per finire a fissarlo.
"Beh, guarda un po'," disse. "Sei-"
La sua espressione compiaciuta svanì quando allungai la mano e gli afferrai il colletto della camicia, tirandolo dentro di me. Il materiale si ammucchiò nella mia mano ma lui non disse niente. I suoi occhi vagarono lungo il mio viso.
Mi alzai così all'improvviso che Zack cadde a terra con uno schianto. Qualcosa come una scusa mi sfuggii dalla bocca mentre scappavo prima che avesse potuto accorgersi di quanto fosse rossa la mia faccia.
•••••
Dissi a Zack che saremmo dovuti partire alle 5:20. Erano le 5:18 e lui era ancora nella stanza a cambiarsi. Era sempre in ritardo, giuro.
Le 5:19 arrivarono ed ero davanti alla porta pronta a bussare quando si aprì.
La mia mente si svuotò completamente mentre usciva con una camicia nera stirata e pantaloni che enfatizzavano ogni curva e angolo del suo corpo. I suoi capelli erano acconciati all'indietro con una singola ciocca che gli pendeva dagli occhi e il suo orecchino brillava alla luce.
Porca puttana.
Se si accorse del mio sguardo fisso, non lo disse. Tutto quello che disse fu, "Sei carina. Pronta?"
Abbassai la mano, rendendomi conto che era rimasta bloccata nella posizione di bussare per un bel paio di minuti.
"Sì," dissi, la mia voce stranamente formale. "Andiamo, va bene?"
Sorrise leggermente. "Va bene?" mi prese in giro, facendomi cenno di camminare avanti.
Nonostante tutti gli anni che ci conoscevamo, non potevo fare a meno di sentirmi nervosa per qualche motivo mentre ci incamminammo. Non aiutava il fatto che mi sorprese a fissarlo un paio di volte.
Lui e quel faccia dannatamente bella.
Dovetti fare uno sforzo cosciente per assicurarmi di guardare dritto davanti a me. Una volta che prendemmo posto e le luci si spensero, sentii che il mio battito cardiaco iniziò a rilassarsi.
Il musical finì per essere davvero divertente. Guardai un paio volte per vedere Zack ridere.
Quando finì, ero molto stanca. Tuttavia quando Zack offrì, "Gelato?" non potevo resistere.
C'era una gelateria a pochi passi dal teatro dove le persone uscivano con soddisfacenti vortici di gelato. Aprii la porta un po' troppo eccitata e per poco non colpii la ragazza che stava uscendo.
"Mi dispiace tanto..." dissi subito ma la mia voce si affievolì mentre la ragazza sorrideva e la salutava. Incrociammo gli occhi e non potei fare a meno di sentirmi come se l'avessi vista da qualche parte.
La riconobbi non appena Zack lo disse. "Lola?" chiese, in piedi dietro di me.
"Zack," disse sorpresa.
Qualcosa attirò la mia attenzione mentre loro chiacchieravano. Sotto il suo top aderente, il suo stomaco aveva appena iniziato a sporgere. Non mi bastò chiedere informazioni, ma i miei sospetti erano confermati quando una mano si allunga per coprirle lo stomaco e il proprietario chiese, "Stai bene?"
Oh mio Dio.
Distolsi gli occhi dal suo stomaco per incontrare occhi luccicanti e un taglio di capelli ordinati.
Con una mano sulla spalla di Lola, Jaden Brown mi sorrideva.
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