VIII. La Profezia
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Nessuno sembrava aver notato o avvertito nulla. La musica non si era fermata e i nobili avevano continuato a danzare, ignari del pericolo. Neanche lord Jamie si era reso conto dello sguardo preoccupato sul volto dello zio e il principe Sebastian era nel vivo dei suoi racconti epici, circondato da bambini che lo ascoltavano con grande interesse e gli occhi sognanti.
«Cos'è accaduto, padre?» il tono del principe Will era senza espressione, troppo serio per una serata lieta come quella.
«Dovremmo andare a controllare. Un servo mi ha appena informato. È successo qualcosa nella cripta di famiglia» re Richard mise insieme alcune frasi spezzate. Era troppo agitato per dare una forma degna ai suoi pensieri.
«Alis, tesoro. Va' a chiamare tuo fratello, ci accompagnerà» nel frattempo re Aeron li aveva raggiunti e aveva ascoltato le brevi e alquanto preoccupanti parole di Richard e colse il timore balenare nei suoi occhi.
«Non ce ne sarà bisogno. Verrò anch'io» la risposta della fanciulla fu diretta e non ammetteva ulteriori repliche.
«Alis...» sussurrò il principe, come se volesse tagliarsi quel momento soltanto per loro, ricreando l'atmosfera di qualche minuto prima, quando i loro cuori gli erano sembrati più vicini che mai e aveva sentito di conoscere la sua anima come la propria.
Ma la principessa non fece in tempo a dire nulla. Re Aeron annuì debolmente e, dopo aver rivolto uno sguardo al sovrano di Auringon, questi si fece largo tra la folla, inaugurando una processione lenta e silenziosa verso i sotterranei del castello, dove giaceva la regina Kristyn, la sua prima moglie e la madre di Will.
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Will non aveva mai trovato il coraggio di percorrere quei corridoi bui o scendere le scale che portavano alla tomba della regina. Non l'aveva mai conosciuta, gli dèi non lo avevano benedetto con quel grande onore, ma i racconti su di lei tratteggiavano la figura di una donna e di una regina sempre dedita al suo popolo, giusta e amorevole.
A volte sentiva il padre che, in preda agli incubi, trascorreva laggiù intere notti, credendo che questo potesse aiutarlo a superare la perdita.
Mentre camminava il principe avvertiva brividi gelidi lungo la schiena. I secondi si susseguivano come coltelli che gli squarciavano corpo e mente con una forza disumana, facendogli venire a galla ricordi che sperava non dover rivivere mai più.
Le circostanze che gli facevano venire in mente la madre non erano mai liete o felici, a volte invocava il suo aiuto quando si trovava di fronte ad ostacoli insormontabili e – per quanto odiasse ammetterlo – raramente pensava a lei in momenti gioiosi. Nella sua mente non esisteva la madre, ma soltanto la sua morte.
Atroce, lenta, dolorosa.
Istintivamente intrecciò la sua mano a quella della principessa, come se quel contatto fosse l'unica cosa a tenerlo ancora saldo sulla terra.
Alis fu colta di sorpresa, ma non si ritrasse. Per un brutto scherzo del fato anche lei aveva perso la madre il giorno della sua nascita e conosceva bene le sensazioni che stava provando Will.
Vuoto, mancanza, solitudine.
Soltanto una porta di legno si poneva come ostacolo alla verità che sarebbe venuta fuori da quel luogo tetro. Un'unica porta separava re Richard dalla donna che aveva amato oltre ogni confine, da quello che era il suo passato. E un'unica porta divideva Will dal suo futuro, in quel momento più prossimo che mai.
Il re di Auringon respirò a fondo l'aria umida del sotterraneo prima di aprire la cripta e rivelare i segreti che si nascondevano al suo interno.
Era una sala spoglia, con le pareti rocciose costeggiate da quadri e fiori ormai secchi. Al centro, la regina giaceva in un blocco di lucente marmo bianco, dov'era intagliato il suo ritratto.
Re Richard esaminò con minuziosa cura ogni angolo della stanza, cercando di trovare il punto di origine della sua preoccupazione. Ma nulla sembrava soddisfare il sovrano.
«Non riesco a capire. Mi sembra che non manchi nulla» le spalle del re si rilassarono. Istintivamente aveva pensato che il boato fosse causato da un bandito che cercava di intrufolarsi a palazzo, ma non c'era niente di anomalo, nulla che potesse simulare un imminente attacco.
Alis si guardò attorno: quel posto la angosciava e le faceva venire i brividi, eppure vi era qualcosa che, al tempo stesso, la attirava.
«Deve essere caduto questo, sire» le sue mani minute raccolsero un libro. Quando vi avvicinò la fiamma della torcia, si rese conto che nulla era scritto sulla copertina cremisi. Nessun titolo, alcuna informazione utile che potesse suggerirne la provenienza.
«Non ho mai visto questo libro quaggiù» sussurrò Richard.
«Fatemi vedere, altezza» il principe raggiunse Alis e, quando le sue dita sfiorarono la superficie del libro, entrambi avvertirono una scossa. Il soffitto iniziò a tremare come se venisse percosso dalle grosse mani di un gigante e sulle pareti si formarono piccole crepe.
Era lo stesso rumore avvertito prima durante il Gran Ballo, solo molto più potente.
Istintivamente Alis lasciò cadere il volume e si strinse le mani al petto. Una sensazione di vuoto la pervase, improvvisamente si sentì leggera, come se la terra sotto ai suoi piedi non la reggesse più.
«Credo di aver capito cosa stia accadendo...» fu re Aeron a parlare, a suggerire una possibile spiegazione a quei fatti irrazionali.
«Di cosa parlate, sire?» domandò Will allarmato.
«Il libro».
«Pensate sia stato il libro a generare questo terremoto?» Alis conosceva bene l'espressione sul volto del padre. La sua mente stava cercando di trovare una risposta a una domanda ignota. E, per quanto assurdo, ci era riuscito. Aveva trovato quella risposta.
«No, ma credo che il libro ne è la chiave. Sono sicuro di aver già provato questa sensazione. Non il terremoto esterno, ma la scossa interna, come se il suolo non fosse abbastanza forte da sorreggermi. Come se non avessi abbastanza aria da respirare» Aeron chiuse per un secondo gli occhi, lasciando che i ricordi di quel che stava per dire gli tornassero a galla. «Il giorno in cui sei nata, Alis».
Lei trattenne il fiato, analizzando le parole del padre: anche lei aveva avvertito quella scossa, e probabilmente lo avevano fatto tutti. Non poteva essere un caso.
«Quante disgrazie sono avvenute in quella notte di miracolo» un'ondata malinconica avvolse anche il viso del sovrano di Auringon, che proprio in quel posto faceva fatica ad apparire regale e austero. Richard ricordò ogni cosa, le grida della moglie, la tempesta violenta, il dolore della regina, il pianto di suo figlio. E poi, si ritrovò nelle parole di Aeron: anche lui quella notte aveva avvertito quel mancamento, come se il corpo fosse stato strappato dal mondo. Un profondo senso di vuoto e vertigine.
«E credo che tutto fosse già scritto, già prestabilito affinché ci trovassimo proprio qui e in questo momento, affinché tu e il principe toccaste quel libro».
«Dunque cosa suggerite di fare?» fu Will a parlare.
«Scopriamo la verità» Alis aveva capito dove il discorso del padre voleva andare a mirare; a volte i problemi trovavano una loro strada per risolversi, ad altri bastava solo un po' di tempo, ma per altri, i più importanti, bisognava armarsi di coraggio e affrontarli a testa alta e con il cuore libero.
La principessa si accovacciò per riprendere il libro, chiuse gli occhi per darsi la forza necessaria e quando li riaprì si rese conto che le sue mani erano nuovamente intrecciate intorno a quelle di Will. Fu in quel momento che la principessa capì di non avere nulla da temere dal libro e da ciò che avrebbe scaturito. Perché non sarebbe stata sola, Will avrebbe combattuto e affrontato il problema che si stava per presentare, e lo avrebbero fatto insieme.
Alis sfiorò la copertina cremisi e, per un solo secondo, le sembrò di aver stretto un legame con il libro. Le pagine cominciarono a vorticare davanti gli occhi dei due nobili, alzando un leggero strato di polvere per poi trovare la loro stabilità. Quella che si era appena aperta era una pagina piena di ghirigori dorati sui lati e con poche lettere scritte.
«Leggete, altezza» il volto di re Aeron era intriso di terrore e paura, ma una leggera curiosità sembrava aleggiargli intorno. Gli occhi verdi brillavano sotto la luce delle fiaccole.
Il principe si scostò i capelli dal viso e prese un lungo respiro prima di iniziare.
"Quando il cielo oscuro diverrà
il Male dai profondi abissi risorgerà.
Un Cuore nobile soffrirà
tra le fiamme la Corona brucerà,
la Spada il Demone scalfirà
e con il sangue la guerra placherà".
Will aveva cercato di non lasciarsi influenzare da quelle parole sconnesse che sembravano non avere alcun senso. Anche il volto della principessa si tinse della stessa aria interrogativa.
Perché il libro aveva rivelato proprio quelle parole? Che significato potevano avere?
Soltanto re Aeron sembrava averne colto appieno il significato e, ormai, non aveva alcun dubbio. Non dopo ciò che gli esplorati del regno gli avevano riferito, non dopo le preoccupazioni e le tensioni che aveva rivelato a re Richard nella sala del Consiglio.
La Profezia stava per compiersi. Aveva bussato alle porte dei loro cuori e dovevano essere pronti per lasciarla entrare e accoglierla.
«Adesso, tutto appare chiaro dinanzi ai miei occhi. I punti si stanno allineando, proprio come costellazioni del cielo. Re Harald è tornato. La guerra contro il male è più imminente che mai e sarete voi a guidare il nostro popolo in un'era di luce. Gli dèi hanno scelto voi. Sarete incoronati sovrani del nostro Continente, comanderete il Grande Esercito contro il Demone, proprio come avevano fatto i nostri antenati all'alba dei tempi».
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La festa e il ballo sembravano ormai eventi lontani agli occhi della principessa. La notte aveva steso il suo velo da diverse ore, ma in quel momento ad Alis sembrava più oscuro del solito. Nessuna stella sembrava rischiarare la notte, nessuna stella era per la principessa un conforto, un appiglio sicuro.
Le sembrava che quella profezia le avesse fatto nascere molte più domande, piuttosto che rispondere a quelle che aveva già.
Come avrebbe fatto a sconfiggere un nemico che era antico quanto la fondazione del Continente stesso, un nemico di cui aveva sentito parlare soltanto nei libri e le cui gesta atroci venivano sussurrate e fatte volare di orecchio in orecchio come se fossero il soffio del vento.
Le sembrava di aver fatto un passo indietro, ma perlomeno adesso sapeva da dove partire. Avrebbe portato a termine il destino che gli dèi le avevano riservato. Avrebbe combattuto i suoi demoni e fatto il possibile per salvare le persone che amava.
Quando il cielo oscuro diverrà
il male dai profondi abissi risorgerà.
Alis ripeteva quelle parole come una cantilena nella sua testa, cercandone il significato. Guardò quel cielo senza stelle e improvvisamente tutto le apparve limpido, dalla sua mente scomparvero tutte le nuvole. Suo padre aveva parlato di destino, e a lei era sempre sembrata una scelta del fato la sua nascita, nello stesso giorno di quella di Will.
Più volte suo fratello le aveva raccontato che quella notte il cielo era solcato da tempeste profonde, il vento ululava pesantemente tra le foglie degli alberi, i bardi e i poeti avevano scritto storie di paura e fantasmi.
Poi le venne in mente il racconto di Killian il giorno prima di arrivare ad Auringon. Anche lui era spaventato, aveva visto qualcosa di indicibile a largo delle coste di Iskalgard, qualcosa che voleva dimenticare. E poi, istintivamente, pensò al giorno in cui era arrivata ad Auringon, a quel tendone nero che l'aveva colpita e raggelata, e a quell'essere vestito di oscurità e morte.
Non poteva trattarsi di un caso, ora Alis ne era certa. Il giorno della sua nascita – e di quella del principe – qualcosa era risorto anche nelle desolate terre di Iskalgard, qualcosa che sarebbe dovuto restare sepolto per sempre. Re Harald.
«Neanche voi riuscite a prendere sonno?» il principe la destò dai suoi pensieri e la sua chioma dorata illuminò il pallore della notte, gli occhi azzurri brillarono come schegge di vetro.
«Come potrei...» la principessa si strinse ancora di più nel suo abito. Non voleva raccontare quella raccapricciante verità a Will. Scendere nella cripta della madre, venir a conoscenza di quella profezia era già stato faticoso per lui. Poteva leggerglielo negli occhi.
«Da piccolo mi raccontavano sempre questa storia, che un giorno, chissà quanto lontano, re Harald si sarebbe svegliato dal suo sonno incantato e avrebbe riversato il male sulle nostre terre. Mi dicevano che quando quel giorno sarebbe arrivato, avrei dovuto essere forte e pronto ad affrontarlo. Ma dicevano anche che non avrei dovuto avere paura, perché un grande guerriero ci avrebbe guidati tutti verso la salvezza. Non posso credere di essere io quel guerriero, perché in realtà io sono terrorizzato» il principe annullò tutte le barriere.
Per quanto non lo avesse mai raccontato ad anima viva, temeva il giorno in cui sarebbe diventato re di Auringon. Era terrorizzato all'idea di non esserne in grado e che, presto, suo padre se ne sarebbe accorto e avrebbe deciso in altra maniera: avrebbe concesso il trono del regno a Jaime.
Aveva paura di fallire. Aveva paura di deludere Auringon e, ora che gli dèi avevano scelto lui per guidare i popoli nella guerra contro re Harald, tutto il Continente.
«Non siamo eroi mitici, siamo semplicemente uomini e donne. Non abbiamo alcuna magia in noi, solo il potere di provare a cambiare il nostro destino» gli occhi di Alis non si erano allontanati per un solo istante dal principe.
«Io sono solo un uomo che ha una paura folle di quel destino, ma nel mio cuore sono grato a questa Profezia, perché sento di poter contare su di voi. Sento che non cadremo finché saremo insieme» con lentezza Will assecondò alle parole anche i movimenti: si lasciò i giardini del palazzo e la buia notte alle spalle e incrociò i suoi occhi con quelli scuri di Alis.
«Siete un uomo forte, Will».
«Sento anche di conoscervi da tutta una vita. Da quando abbiamo ballato, poche ore fa, sento che il mio cuore vi appartiene totalmente, che vi è sempre appartenuto» la distanza che separava le loro anime era minima e quando la principessa parlò, sembrò essersi ridotta ulteriormente.
«Anch'io provo lo stesso. Quando vi sono accanto non esiste terra, non esiste cielo» Alis non sapeva dove avesse trovato il coraggio di dare vita a quelle parole, ma Will la guardava con uno sguardo pieno di comprensione, che la spronava a essere sincera.
Lo aveva letto tante volte nei libri: anime indissolubilmente legate che si giuravano amore e rispetto non solo nella vita che stavano vivendo, ma anche in quelle future. E, ogni volta che si reincarnavano, quando le loro anime si ritrovavano – sebbene non avessero ricordi della vita precedente o uno dell'altra – sentivano l'amore e il rispetto giurati che ricongiungevano i loro cuori.
Il mondo si era ridotto a un puntino minuscolo e lontano, tutto ciò che era importante era proprio lì, davanti ai loro occhi.
Alis non avrebbe mai creduto che un cuore potesse ricevere tante attenzioni e donarne in egual numero, ma era quello che sentiva in quel momento e non poteva essere una bugia. Non poteva essere un crudele sortilegio.
La mano del principe risalì lentamente il braccio della fanciulla, fino a raggiungerle il viso e sfiorarle la guancia arrossata dal vento. In quel momento non esisteva nulla che faceva loro da contorno, vi erano soltanto i loro occhi incastonati gli uni in quelli dell'altro, le loro labbra e i loro cuori che suonavano la medesima sinfonia.
Il principe si avvicinò ad Alis, le sfiorò la punta del naso e annullò la distanza – già breve – che li separava, rendendoli un unico respiro, un'unica anima e un unico cuore. Alis si abbandonò completamente a quella sensazione del tutto nuova eppure incredibilmente familiare.
Fu un bacio dolce, ricolmo di amore e speranza per il futuro.
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helo amici 🫶🏻
perdonate le numerose immagini, ma questo è uno dei capitoli più importanti di tutta la storia e ci tenevo che fosse il più completo possibile ✨
eccoci qui, la Profezia si è rivelata e re Harald sta tornando. Fatemi assolutamente sapere cosa ne pensate o se state già provando a capire il significato dietro le parole (perché credetemi, c'è eccome! 🗡️)
E poi, é ancora aperta una grandissima questione: quella del cuore di Alis. Secondo voi chi sceglierà?
Will o Killian?
Fatemi sapere se la storia vi sta piacendo e non dimenticate di lasciare una stellina!! ☆☆☆
vi voglio bene,
aphrodite
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