4- Una scala sulla pietra verde
Mi accorsi di essermi appoggiato ad una grossa quercia. Una delle tante in quella foresta.
Gli alberi, i fiori, l'erba, tutto ciò che si trovava li non seguiva un filo logico. A partire dal fatto che potevi trovare piante che crescevano solo in inverno vicinissime a piante totalmente estive, che con un po' di freddo sarebbero morte all'istante.
Forse era per quello che si passava dal caldo al freddo in un millesimo di secondo.
Continuai a camminare certo che finita tutta questa avventura sarei tornato a casa con un grosso raffreddore, tanta tosse e febbre a 39.
Vidi tanta frutta sugli alberi che sembrava davvero invitante, ma benché iniziassi a sentire i primi morsi della fame, decisi di non mangiarne. Non si poteva mai sapere cosa nascondeva una foresta del genere.
Dopo un lungo tratto di camminata mi accorsi che più si andava verso l'interno, o almeno quel che credevo lo fosse, più la foresta diventava strana.
Mi imbattei in strane piante mai viste prima. I colori non erano certamente come quelli che avremmo trovato nelle piante 'umane', ma anche la forma non era da meno.
Vidi un fiore nero a forma di quadrato, un tronco rosso cremisi che al centro si divideva formando un cuore, una pera con la buccia gialla come il sole e l'interno blu come il cielo di notte.
E queste erano solo un paio delle tantissime altre stranezze. Anche il tempo era strano. Finii in punti dove nevicava e con due o tre passi più in là ti ritrovavi sotto un sole cocente.
Continuai a camminare tra grandinate, forti piogge, un sole cocente, neve e nuvoloni grigi.
Le piante peggioravano sempre di più prendendo strane forme e colori. Anche l'odore che emanavano variava. In alcune era nauseabondo, in altre saresti rimasto li per secoli.
Ad un certo punto la vegetazione si fermó all'improvviso. Guardai a destra e a sinistra. Non so come spiegarlo, ma sembrava che gli alberi non potessero superare un certo limite.
Solo dopo guardai in basso. Acqua, c'era dell'acqua anche qui. Allungai lo sguardo e dedussi che quello fosse una specie di lago perfettamente circolare.
Esattamente nel mezzo si trovava un'enorme albero. E quando dico enorme non sto scherzando.
Una minimissima parte del fondo si trovava sotto l'acqua, il resto si poteva vedere bene, pure troppo bene.
Non riuscivo a vederne la fine però. La chioma dell'albero e una parte del tronco si trovava troppo più in alto rispetto al resto della foresta.
Non mi rimaneva che arrampicarmi. Per chi avesse letto tanti libri o avesse visto film d'avventura poteva facilmente capire le mie intenzioni.
Sarebbe bastato salire sulla cima dell'albero, capire in che punto ero e vedere la via più breve per la fuoriuscita dalla foresta.
L'albero era talmente grosso che molte radici arrivavano fino alla sponda del laghetto. Mi avvicinai a quella più vicina e ci salii sopra.
Avvertii la sensazione di attraversare una specie di muro, o almeno era quello che credevo. Non che avessi mai provato quella sensazione prima e immagino che neanche voi potrete capirmi, a meno che non siate dei fantasmi.
Ma questo, anche se può sembrare strano, fu la cosa meno importante. Alzando lo sguardo vidi ancora l'albero, ma ora era diverso.
Il tronco era spaccato a metà e dentro sembrava che contenesse una specie di gigantesco smeraldo fluttuante di un colore verde chiaro che emenava una luce abbagliante.
Rimasi un po' stranito da ciò, come avevo fatto a non accorgermene? Il mio occhio cadde per puro caso su uno di quegli alberi tagliati verticalmente.
Mi accorsi che non era tagliato perfettamente a metà ma era come obliquo sulla chioma. Mi venne un dubbio.
Saltai giù dalla radice, riprovando la sensazione del muro, e alzai lo sguardo. L'enorme albero al centro del laghetto era tornato normale, senza la spaccatura in mezza. Continuavo però a vedere gli alberi tagliati come ad arco.
Decisi di lasciar perdere i miei dubbi e tornare all'idea iniziale. Prima salivo sull'albero, prima uscivo dal bosco-foresta, prima trovavo il modo di andare a casa.
Salii per l'ennesima volta sulla radice e, sempre per l'ennesima volta provai la sensazione del muro. Di nuovo quella luce verde accecante proveniente dall'albero.
Iniziava a diventare tutto così ripetitivo.
Camminai in equilibrio sulla grande radice per arrivare al tronco dell'albero. Dopo un paio di minuti in cui avevo rischiato di cadere almeno 3 volte, ce l'avevo fatta.
Mai arrivare sulla cima di un albero maestoto fu più facile. Almeno fu quello che pensai all'inizio.
Avvicinandomi allo smeraldo gigante notai delle scale naturali su di esso, formatesi molto probabilmente con centinaia di anni, anche se mi pareva un po' assurdo, sembravano quasi fatte apposta.
Come avevo detto prima lo smeraldo fluttuava a prima vista, ma sarà stato di sicuro attaccato all'albero con qualcosa. Chissà chi aveva costruito una roba del genere o se era tutto naturale.
Mi sentivo così confuso, ma ormai non c'era tempo da perdere. Ero arrivato fino a lì e dovevo continuare.
Quando raggiunsi il primo scalino notai che era leggermente scivoloso, dovevo stare attento.
Fu la scalinata più lunga e difficile della mia vita. Non avevo molte sporgenze a cui aggrapparmi in caso di scivolata e gli scalini non finivano mai.
Ci misi più tempo a salire in cima all'albero che ad aver percorso tutta la foresta. Pensai che quasi quasi arrampicarsi dal tronco come in tutti i normali film sarebbe stato più veloce, ma ormai era fatta.
Ad un certo punto gli scalini finirono, così, all'improvviso. Mi guardai un po'intorno cercando qualcosa a cui aggrapparmi per arrivare ad un ramo. Nulla.
Ci doveva essere un qualcosa che mi avrebbe portato anche ad un minuscolo ramo. Che fosse costruito o una cosa naturale doveva esserci per forza.
Abbassai lo sguardo verso l'ultimo scalino ma poi guardai un po' più avanti. C'era un pezzo di pietra verde fluttuante, e dopo un altro ancora, e ancora, ancora e ancora, fino a raggiungere un ramo.
I pezzettini fluttuanti erano poco più grandi di me. Mi sarebbe bastato saltare da uno all'altro e piano piano sarei arrivato al ramo.
Mi affacciai sull'ultimo scalino e guardai sotto di me. Il vuoto.
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