17- Mostri
La figura guardò pochi istanti nella mia direzione e nell'attimo in cui lo fece cercai di visualizzarla il più possibile, dovevo avere almeno una minima idea del nemico che avrei dovuto affrontare.
Notai una smorfia sul suo viso, poi si rigirò come se nulla fosse. Molto probabilmente doveva non essersi nemmeno accorta di me.
Tirai un sospiro di sollievo. Non avrei dovuto combattere contro quella che sembrava una dolce ragazza, che magari alla fine si sarebbe rivelata un mostro assetato di sangue.
Era una bella ragazza. "Si tiene bene per essere un mostro" pensai. La vidi appoggiarsi a terra, con le ginocchia strette tra le braccia, vicino al petto.
Pareva la tipica ragazza da film: aveva lunghi capelli biondi che le ricadevano sulla schiena, ero riuscito a scorgere anche i suoi grandi occhi celesti.
Indossava un vestito bianco, con un cintura beige che le stringeva la vita. Prima che si sedesse avevo notato che il vestito le arrivava alle ginocchia e dal fondo partiva un ricamo cui la forma ricordava delle montagne, sempre di color beige.
Erano fatte talmente bene tanto da sembrare vere, mi pareva che vi dovessero uscire chili di terra.
Non era difficile osservare quello che faceva dato che tra l'albero dietro a cui mi ero nascosto e il punto in cui si trovava la ragazza, c'erano si e no 2 metri e mezzo.
Il tempo passò, quell'attesa di non so nemmeno cosa sembrava non finire più. Ogni tanto la ragazza tirava qualche sospiro.
La mia mente stava elaborando la malsana idea di uscire allo scoperto e cercare di scoprire qualcosa. Stavo quasi per farlo quando un punto vicino alla ragazza diventò sfocato.
Ne uscì fuori un ragazzo dai capelli neri. "Oh no, un altro mostro, devono essere una banda" sussurai a me stesso. Anche lui sembrava perfettamente vestito, come se lo avessero fatto apposta.
Indossava una maglietta sbracciata, fino a sotto il letto era di un colore celeste e ricordava parecchio le onde del mare. Il pantalone era di tuta lungo. Era completamente celeste e in qua e là c'erano dei ricami che ricordavano delle bollicine.
Anche questo sembrava incredibilmente vero.
"Ma ben arrivato. L'appuntamento era ben 14 minuti fa" disse la ragazza abbastanza scocciata.
"La mi scusi signorina, ma non è colpa mia se i miei non si muovevano ad uscire di casa" rispose lui in tutta fretta.
"Sono finito" mi dissi appoggiandomi al tronco. Mi strinsi le ginocchia al petto e ci nascosi la faccia. Non sarei potuto rimanere lì nascosto per sempre. Fin quando l'ampolla non mi avrebbe riportato a casa non avrei potuto fare nulla.
L'isola non era nemmeno tanto grande e non mi pare ci fossero altri nascondigli, a malapena riuscivo a nascondermi dietro quell'albero.
Sosprirai e alzai lo sguardo. Difronte a me si trovavano la ragazza bionda e il ragazzo nero corvino. I loro sguardi erano interrogativi ma non sembravano poi così sorpresi di vedermi. Anzi, avvertito una strana sensazione, come se mi conoscessero già.
Mi alzai in piedi di scatto "Emh... Ciao?". "Oddio ho detto veramente emh... ciao?" Pensai subito dopo.
"E così ce l'hai fatta ad arrivare, ce ne hai messo di tempo" disse il ragazzo. Beh, nemmeno il loro mi pareva il modo migliore per iniziare una conversazione.
"Sta tranquillo, ti spiegheremo tutto" disse la ragazza che molto probabilmente aveva visto la mia faccia impanicata "Vero?" aggiungse infine tirando una gomitata al ragazzo e lanciandogli un'occhiataccia. Non dovevano andare molto d'accordo.
"Mentre mi starete mangiando, immagino" mi uscì fuori dalle labbra in risposta alla sua affermazione.
Il ragazzo iniziò a ridere di gusto e io mi spiaccicai ancora di più contro il tronco dell'albero, sperando si essere inghiottitto da esso.
Meglio morto rinchiuso in un albero che mangiato. Okey, forse mi facevo troppo paranoie.
"Uhh, ci ha scoperto, siamo mostri affamati di carne umana. Era da un po' che non ne vedevo in giro" il ragazzo parlava e se voleva mettermi paura ci era riuscito.
"Ma smettila scemo" la ragazza gli tirò nuovamente una gomitata, doveva essere un vizio "Ti ricordo che anche te non neri nella tua fase di pieno coraggio all'inizio."
"Come lo puoi sapere? Non c'eri. " Ribatté lui, quasi offeso.
La ragazza gli fece l'occhiolino "Lo immagino".
La situazione stava diventando imbarazzante. Se non fossi stato lì, in quel posto ignoto, con due persone di cui non sapevo nulla e appiccicato a quel tronco che mi graffiava la schiena, mi sarei anche messo a ridere nel vederli battibeccare.
La ragazza fece un sospiro, esasperata. "Maschi" si lamentò. In tutta risposta il ragazzo levò gli occhi al cielo incrociando le braccia.
"Se avete finito di litigare io me ne andrei" sussurai. Feci per scappare ma qualcosa mi fermò tenendomi per il colletto della maglia.
Il ragazzo di prima non demordeva nel lasciarmi, ma anzi iniziò anche a stuzzicarmi "E dove pensi di andare? Magari pensi di farti una bella nuotatina in mare come meta l'infinito, anche se tu non mi pari un esperto nuotatore".
"Marco" lo rimproveró la ragazza.
Era così che si chiamava allora. Quel nome mi sapeva proprio di scemo su quella faccia. Solo in quel momento però osservai con più attenzione il suo viso.
Aveva gli occhi di un marrone molto scuro e un naso che sembrava perfetto. Sopra la parte destra del labbro aveva un neo, piccolo ma nero, o almeno così sembrava. Nel suo ghignare notai delle fossette. All'orecchio sinistro portava un percing, che poi scopri che si chiamava helix.
"Mi sembri un tipo di poche parole" insistette lui continuando a non ricevere risposta da parte mia "Meglio, almeno non avrò altri scocciatori con cui devo parlare". Detto questo guardò la ragazza e le fece l'occhiolino.
Una manciata di terra arrivò all'improvviso negli occhi di Marco che iniziò a lamentarsi. Eravamo tutti fermi, quella terra sembrava essersi mossa da sola. Si era mossa da sola. Sul volto della ragazza comparve un sorriso di vittoria.
"Stai tranquillo" continuò lei come se nulla fosse "non ti faremo niente di male. Non siamo noi i cattivi qui". Io mi limitai ad annuire.
"Se questi sono i buoni, non oso immaginarmi come saranno i possibili cattivi" quello fu il mio unico pensiero.
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