21 • Erdelia: riformulare
"No regrets
because I know
my heart was pure"
Song: Cocaine Jesus - Rainbow Kitten Surprise
————-𓆩♡𓆪————-
12 anni prima
Erdelia, avvolgendosi con le sue stesse braccia, fece una lista mentale delle persone che aveva inavvertitamente ucciso, quando era scappata. C'era quella ragazza con il vestito rosso come i suoi ricci, quasi sembrava una volpe, l'uomo anziano al centro della piazza e la signora con i capelli corvini e gli occhi verdi.
Tre erano le persone che sicuramente erano cadute per colpa sua, ma una parte fredda e matematica di Erdelia era convinta che la lista fosse più lunga, solo che lei non voleva nemmeno pensarci.
Quello che aveva fatto era, in parte, un affronto a suo marito, che aveva passato anni della sua vita a curare chiunque si presentasse sulla soglia di casa sua, senza nemmeno chiedere una moneta in cambio. I ringraziamenti delle persone erano sempre bastati.
Espoir sfregò il musino sulla sua gonna stracciata, incitandola a proseguire nella lenta marcia. Erdelia era una persona capace di adattarsi alle difficoltà ma, nonostante gli occhi le facessero meno male del giorno precedente e ora riuscisse a scorgere luci e ombre, la consapevolezza che non avrebbe riacquistato la vista la divorava da dentro.
Forse era una punizione per aver provato a riportare in vita Gael e Atlas, o forse una condanna per essere stata causa di morte. Ancora non aveva abbandonato la speranza di portare a termine la prima parte.
Sentiva l'Energia di suo figlio e di suo marito aleggiare intorno a lei, appese alle corde mentali che lei stava tessendo per non lasciarli andare. Il mondo senza di loro forse non era nemmeno degno di essere visto, ma era terreno sacro quello su cui avevano camminato lei e la sua famiglia, e non avrebbe permesso a nessun altro di attraversarlo, nemmeno a delle dee. Perché di una cosa era sicura: erano state le Grandi Madri a rubarle la vista; non c'era Magia che non fosse in grado di compiere, eppure non riusciva a curarsi gli occhi come aveva sempre fatto con qualsiasi altro tipo d malanno.
Erano state le Grandi Madri a provocare la morte di Atlas e Gael, e lei avrebbe restituito loro il favore. Non le importava quanti anni ci avrebbe messo, ma il regno di Kiross prima o poi avrebbe conosciuto un mondo senza Dee.
«Di qui c'è il Mar Perso, non crederai mica che possa attraversarlo a nuoto.»
La riva della distesa d'acqua era costellata di sassolini bianchi e neri a creare un mosaico intricato, che Atlas avrebbe adorato risolvere come un puzzle, ma che per lei era solo un'accozzaglia di puntini.
Il pipistrello fece un verso strano, poi si posizionò a filo della distesa blu notte, per la Tessitrice solo una macchia informe di colore pure quella. Senza la sua famiglia, vista o non vista, l'avrebbe percepita alla stessa maniera, ne era sicura.
«Vuoi che lo attraversi», disse Erdelia senza infondere nella frase il minimo tono di domanda. Era chiaro quello che l'animale voleva che lei facesse, l'avrebbe capito anche qualcuno non dotato dell'abilità che aveva lei nell'interpretare il comportamento degli animali.
Erdelia fece un passo incerto verso l'acqua gelata, e rabbrividì appena il suo piede scalzo si ritrovò sommerso. La pelle delle dita era già tinta di viola chiaro, ma non era abituata ad avvertire così tanto freddo dentro le ossa. E nel cuore.
Le venne in mente una cosa che faceva spesso quando nuotava nel laghetto pallido di Brental, dove i giunchi si piegavano per essere sfiorati dalle papere di passaggio.
Creava sempre una bolla intorno al suo viso, per permettere a sé stessa di respirare sott'acqua e guardare i girini rincorrersi tra le alghe e gli altri pesci di acqua dolce.
Non l'avrebbe protetta dal gelo autunnale, ma sicuramente le avrebbe concesso di arrivare dall'altra parte, se mai esisteva un'altra sponda di quello secchio. Era più un atto di fiducia che faceva nei confronti di Espoir e una fuga disperata da un villaggio che ormai non poteva più chiamare casa. L'avrebbero giustiziata se anche solo avesse provato a tornare in territorio exousies.
«Un nome una garanzia, eh amico mio?»
Il pipistrello sembrò darle un buffetto con l'ala nuda, per poi grattarsi un orecchio con l'artiglio ossidiana. Chissà cosa avrebbe pensato sua madre a vederla in quelle condizioni; fu quasi felice che la donna non potesse più assistere al supplizio della figlia: privata di quasi tutto ciò che la rendeva una persona, con solo l'Energia a farle da fardello.
Quasi non la considerava più una benedizione, l'essere Tessitrice, ma una condanna. Se non avesse avuto i poteri di cui aveva perso il controllo per la rabbia, forse avrebbe potuto salvare almeno Atlas, almeno sé stessa e quelle povere vittime collaterali.
Ma un'altra parte di sé, infondo, era consapevole che anche senza le capacità di Tessitrice avrebbe vendicato la morte di Gael, dopo che le Dee erano state così meschine da spingerlo verso il suo infausto destino. Si professavano benevole, ma poi chiudevano gli occhi di fronte a destini simili, e lei si sarebbe scarnificata la pelle sotto le unghie pur di raggiungerle. Per quanto divinità, esistevano tangibili in un piano fisico, lei lo avrebbe trovato a costo di rinunciare alla parte che la rendeva umana, che la rendeva Erdelia.
Il problema vero non era lei, ma quegli exousies che avevano assassinato suo marito e avevano lasciato morire un ragazzino di diciannove anni, solo per amore del divino.
Ma, soprattutto, era colpa di Alba Laras, quella donna che tanto giocava con la sua età ma non era in grado di risparmiare la vita di altri. Avrebbe voluto privarla di quell'acqua che plasmava per mutare forma; non era la prima volta che Erdeliasentiva così tanta rabbia dentro di sé, ma era la prima volta che non era nei confronti di sé stessa.
«Tornerò per tutti loro», giurò al vento freddo del Mar Preso, preparandosi ad affrontare la traversata, «e vi vendicherò.»
Come sarebbe tornata, a quei tempi ancora non lo sapeva, ma il nocciolo della distruzione stava già sbocciando nel suo petto, rubando spazio al cuore così grande che – a suo malgrado – continuava ad avere.
Atlas e Gael, due nuclei energetici intrecciati a lei, piansero quando videro i suoi occhi vitrei, un tempo verdi come la salvia del loro giardino, regalo di un vecchio amico Silente.
Quando arrivò dall'altra parte del Mar Perso, ad aspettarla c'era una landa desolata formata da qualche insenatura nella parete rocciosa, scura quanto il fondale marino, e degli alberi che già cominciavano a perdere le loro foglie, per lasciare spazio a lunghe mani rinsecchite.
I vestiti le si erano appiccicati addosso come una seconda pelle, ma aveva troppa paura di abbandonarli per spogliarsi e lasciarli asciugare sulla riva sassosa.
Il maglione si sarebbe infeltrito, forse rimpicciolito di qualche taglia, e la gonna ormai era troppo a brandelli per essere definita tale, ma al tocco erano qualcosa che conosceva e lei non vi avrebbe rinunciato. Si strizzò i capelli con le mani, avvitandoli fra di loro come a girare un legnetto per accendere il fuoco, e poi legò le ciocche frontali dietro al testa, in modo che non le volassero sugli occhi, facendola gemere di dolore a causa della loro sensibilità.
Si morse la mano vicino al pollice, lasciando l'impronta degli incisivi sulla pelle umida.Guardando la spiaggia di traverso, tramite i suoi occhi acciaccati, Erdelia quasi riusciva a visualizzare la nuova dimora per lei e per tutti i Tessitori in fuga. Nei suoi piani, decise, avrebbe incluso una barriera protettiva intorno all'isola, in tutto il Mar Perso, addirittura, in modo che nessuno potesse fare del male a nessuno di loro.
In fondo lo sapeva, con la morte che si era lasciata alle spalle aveva segnato il destino di tutti gli exousies come lei, almeno di quelli rimasti in vita. Potevano allungarsi la vita di qualche anno in più rispetto a chi non tesseva le due Magie, ma l'immortalità non era cosa da uomini o da donne.
Come si diventava divinità?
La domanda sfiorò la mente di Erdelia, non tanto per vanità verso una bellezza di cui lei mai si era preoccupata, ma più per il potere che essere immortali riusciva a concedere.
Avere una taglia sulla testa non l'avrebbe aiutata, e nemmeno voleva porre fine ad altre vite, ma quel giorno decise che chi stava dalla parte delle Dee si schierava contro gli exousies, e questo non lo avrebbe permesso.
————-𓆩♡𓆪————-
Eheh, so che mi odierete, i capitoli con Erdelia come protagonista sono pessimi, la faccio soffrire troppo e sono sicura che nel mondo dei personaggi lei mi odi tantissimo. Ma Delia, se mi puoi sentire, sappi che ti voglio tanto bene.
In questo capitolo ho dato un bell'indizio su una cosa molto importante: mi avete sgamata? Fatemelo sapere!
A Mercoledì prossimo, spero che il capitolo vi sia piaciuto! 🤍
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top