XII: CONOSCENZE & CONSEGUENZE

Cari Ed, Matt e Cyrus, questo mondo è gratuitamente cattivo e veramente falso. Vi ho scritto questa lettera per rendervi chiaro cosa mi è successo. Voi, che siete dei giornalisti fidati di tre testate giornalistiche importanti, forse potete aprire gli occhi a tante persone.

***

Sì, sto bene. Forse ve lo stavate chiedendo. Almeno io sono riuscito a svignarmela da questa incoerenza nata da una mia decisione sbagliata. Non tutto quello che mi circondava è riuscito a resistere all'impatto, però... Solo la mia creatura, con o senza di me.

Decisi di scrivere, per conto mio e soprattutto per altri. Divenni un ghostwriter. Non tutti siamo ciò che siamo grazie alle nostre sole forze... Le conoscenze ti aiutano, le conoscenze ti distruggono.

Grazie a una conoscenza, tempo fa riuscii a ribaltare la mia situazione da parassita, se così si poteva definire: nell'azienda produttrice di strumenti musicali dove lavoravo, la Goldsong S.p.A., passavano tanti commercianti e imprenditori. Gente che per la società odierna era da considerare importante... Non sono mai riuscito ad avere un rapporto con nessuno di quei ricchi passanti... Mi limitavo a dare indicazioni dettagliate, certo, ma poi, dopo aver offerto i miei "servigi standard", usavo molti "buongiorno" e "buonasera", utilizzando spesso il mio mitico "attenda prego" qualora cercassero qualcuno in particolare...

Queste persone erano tutte ben vestite, andavano tutte di fretta, erano tutti precisi con quegli orologi che consultavano ad nauseam, come se dopo il loro ingresso alla Goldsong avessero sempre qualcosa di meglio da fare...

Un giorno, di quei interminabili giorni, alla reception si presentò un uomo, alto e fiero. Ero distratto, come sempre purtroppo, e stavo sistemando alcuni documenti di ordinaria amministrazione... In verità, mi accorsi di lui quando era già vicino alla reception...

«Buongiorno, ha un appuntamento?»

«Controlli nella sua agenda: G.W.A., ci occupiamo di scrittori...»

Presi l'agenda, ma niente... Poi presi un ammasso di fogli: forse avevo scritto lì l'appuntamento... (Già, di solito nella fretta scrivo lì alcuni appuntamenti). Sfogliando i numerosi fogli zeppi di numeri, disegni e altro, mi tagliai accidentalmente l'indice... Dannati fogli. Quest'uomo, di cui non ricordo il nome (anche perché non sono sicuro che si sia presentato), attese più del previsto, senza lamentarsi di nulla... Mi diede perfino il tempo di prendere una medicazione dal mio scarno portafoglio...

L'uomo, sistematosi maniacalmente il vestito di lino e il papillon magenta, iniziò a guardarsi in giro, poi posò la sua attenzione sul mio indice e sul mio sguardo intimorito. Mi osservò, severo, in silenzio. Quel silenzio divenne non poco imbarazzante...

«G-già, questi fogli sono proprio affilati, dannati fogli... Ehm, come posso esserle d'aiuto, signore?»

L'uomo non sembrò interessato alla mia domanda e, prendendo una penna rossa e un'agendina dalla copertina marrone, mi chiese senza indugio: «Lei ha una bella faccia tosta, furba e ubbidiente; ha mai pensato di fare qualche comparsa a teatro o al cinema»

«Ubbidiente? Cinema?»

«Le piacerebbe diventare una Maschera

«Masc... Mi scusi, ci deve essere un errore...»

«Ci serve una Maschera, un individuo che faccia tutto quello che vogliamo al posto di qualcun altro... I provini si terranno domani, alle ore 20:35 a questo indirizzo. Venga ben vestito e dimentichi la mia faccia, per favore...»

«Ma io ho già un lavoro!»

Mi gettò la busta con l'indirizzo sulla scrivania.

«La metta in borsa e non si faccia vedere mentre lo fa...»

«Ok...», ubbidii istantaneamente.

DRIIING-DRIIING!

«Un attimo che rispondo al centralino, non vada via per favore; sì? Al vostro servizio... Sì, è qui un uomo col papillon magenta, sì... Certo, va bene, ok, si figuri Mr. Constance, invito il signore a salire, sì, subito. Va bene. A dopo. Il signor Constance la sta aspettando nel suo ufficio... Lei è il signor?» - Lui non fiatò. Poi disse: «Controlli che nessuno urti la portiera contro la mia Lotus, intesi?»

«Intesi...»

Cordialità zero... Andò dal mio capo senza un ringraziamento o un saluto... Chiamò da sé l'ascensore e attese guardandomi con sguardo severo... Feci un cenno e voltai il mio sguardo verso l'auto...

Non potevo immaginare che quell'incontro avrebbe segnato l'inizio di un turbine di eventi che avrebbe stravolto la mia esistenza.

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