X: LA MATRICE È AMATRICE DI PENSIERI ASTRATTI...

«Aaaaaahhhahh!!»

«Ehi, che c'è? Che c'è?»

«No, no! Via, via!»

«Ma cosa via?»

«Via v... Oh...»

«Che è? Che hai?»

«Era un sogno...»

«E urli così, ti sembra normale?»

«Credo di no, Helen...»

«Beh, se ti venisse in mente di farlo di nuovo, non farlo: non vogliamo infarti gratuiti qui!»

«...»

«Dai, cosa hai sognato? Cadevi dal letto? Un'onda anomala?»

«No, non era un sogno normale...»

«Era un bi-sogno, come dici tu?»

«Esattamente, Helen, un bi-sogno, anzi, un tri-sogno!»

«Qui le cose si complicano, peggio di Inception... Andiamo a dormire, va', che forse è meglio...»

«Aspetta! E se scrivessi quello che ho sognato invece di una semplice storia d'amore?»

«Chi non risica non rosica: proviamoci... Però domani la notte è fatta per riposare...»

«Io mi alzo, vado a scrivere, ho paura di dimenticare... È già tutto sconnesso di suo questo sogno...»

«Rendilo più romanzato...»

«Ma se lo romanzassi per bene, non sarebbe più un sogno: diverrebbe l'ennesimo romanzo venuto al mondo...»

«Fai tu, io continuo a riposare, domani devo accompagnare i bambini in gita, sarà una giornata tosta...»

«Ok, abbozzerò qualcosa e ti raggiungo...»

Dov'è la mia penna... Veloce, prima che dimentichi... Forse nel mio studio... Vediamo. Ouch! Il tavolino, preso in pieno. Camminare nel buio è la mia passione preferita: perché mi infliggo questo ostracismo? Eccola, ed ecco anche il quadernetto.

Come intitolare la storia... Mah, credo che chiamarla "I Sogni" sia la scelta migliore... Magari in inglese è meglio, The Dreams... Oppure al singolare: The Dream. Prefazione, breve frase che catturi... Mh. Ho visto cose paradisiache... Ho visto anche incubi... Ho visto, ma in maniera astratta, anche vissuto. Sì, inconsciamente. Scriverò così: 

"Noi passiam la notte tra paradisi e mostri: siam vivi eppur inconsci..."

Bello. Credo possa piacere come frase iniziale. Ricordo i tre personaggi principali. Ma non ne ricordo il volto, ho stralci in testa non riconducibili alle cose che ho sognato: mi concentrerò solo sulle cose di cui ricordo per certo...

Primo personaggio? È Philip, sicuramente. Lui lo ricordo benissimo, è stato il mio autista privato a Île Maurice durante il mio viaggio di nozze... Lo renderò misterioso fino a quando non saranno presentati gli altri personaggi, come nel sogno. Era anche "nel passato", non so perché, ma comunque poco importa. L'altro è Aldo Rmire... Che buffo. Ho creato questo personaggio per gioco, insieme a un bambino, e ho finito per sognarlo! Che storia...

Infine, Gohanni Lumaldo. La prima volta che firmai, firmai con questo nome, da bambino. Forse non era proprio questo, ma poco importa. Eppure, credetemi, il cognome non si avvicina nemmeno un po' all'originale, piuttosto... ah! Scriviamo un'introduzione che si rispetti... Devo allertare il lettore e fargli capire che questa non è un'opera normale... Non vorrei lamentele sull'incongruenza... La intitolerò così: Intro(A in)duzione. Indurrò il lettore sulla giusta chiave di lettura. (Forse...)

***

Eccoci al 1° CAPITOLO, ci metto una bella data e il titolo tra parentesi. Bene. Ho sognato quel mare perché l'ho visto, perché l'ho realmente vissuto, a Grand Baie... Philip era ancora celato sotto un alone di mistero. Quanto amo scrivere male, mi sembra di dipingere su una tela infinita...

***

2° CAPITOLO, Aldo Rmire, Dubai e i versi onirici che ho visto e provato inconsciamente, nonché l'hotel in cui ho pernottato. Sì, ho sognato questo e scriverò questo... So che potrò destabilizzare il lettore, ma arriverà sino alla fine solo quel tipo di lettore che possiede più audacia...

***

3° CAPITOLO. Mr. Gohanni Lumaldo, ok. Ma Kōbe? Non ci sono mai stato, ma ho mangiato una bella fetta di carne di Kōbe ultimamente. L'ha procurata mio padre... Eccellente. Poi c'erano volti di attori famosi... La sperata pioggia, che qui non se ne vede manco l'ombra... Mettiamoci all'opera a scrivere, sono le 01:33.

***

4° CAPITOLO.

«John, vieni a dormire?»

«Certamente amore, devo solo terminare di scrivere tutto quello che ricordo...»

«Non fare tardi, che già sono le 2:00.»

«Farò del mio meglio.»

Torno a scrivere, ma prima un caffè. Prendo la cialda, gli occhi sono pesanti. Mi strofino le palpebre, torno a fissare la finestra sul lavandino. È notte profonda. Metto le cuffie e ascolto brani che ascolto assiduamente, per concentrarmi... Ora è il turno di 'Run Boy Run'... Come si fa a dormire con quel ritmo e quel caffè fumante sulla scrivania che ti invita a sorseggiarlo lentamente, come il ritmo di questa storia?

Ritorno alla storia, ok.

Dunque, ricordo di aver sognato nuovamente Grand Baie. Continua il contorto viaggio alla ricerca del Sogno Prelibato. C'era Tareq in questo sogno, il mio anello da lui regalato. Una carrellata di oggetti, luoghi e sensazioni. Scrivo tutto quello che ricordo...

***

5° CAPITOLO. Come protagonista, ora torna Gohanni Lumaldo... Ricordo una conversazione. Un dottore. Denti che cadono... C'era anche Aldo Rmire. Una belva. Continuo a scrivere...

***

6° CAPITOLO. Qualcuno sta sparando dei fuochi d'artificio qua fuori, chissà perché, sono le 2:54. Comunque, ora è il turno di Aldo Rmire... Entra in gioco la consapevolezza dei personaggi di essere delle creature nate dalla mente di un artista. Beh, contorto il sogno, lungo onestamente, ma secondo me, era tutto racchiuso in un nanosecondo... Secondo il mio mero punto di vista, è un Artista chi ci ha progettati con la capacità di sognare... Ho sognato il mio personaggio vecchio tornare giovane... Forse colpa di quelle buffe foto di quei calciatori invecchiati al telegiornale... Ricordo un nome: Igor Kazakov. E ricordo che Aldo cambiò nome in Niels Zmitrovich... Cose buffe, cose strambe. Orecchie che spariscono, Lennon morto, cacciatori di Nonsense... Continuo a scrivere (ma prima un altro caffè).

***

7° CAPITOLO. Mi sento le braccia pesanti, la testa penzolante e i denti che stringono automaticamente per la forte stanchezza... Ma devo portare a termine il sogno. Devo continuare a scrivere. La logica non è più importante ormai. Gohanni Lumaldo contro una belva. Il Rimorso e il Rimpianto, le paure, le speranze perse e trovate... L'infanzia rappresentata da Gohanni Lumaldo. L'estro rappresentato da Aldo Rmire. La sapienza da Philip... Non ne ho idea del perché, dato che è la persona o il simbolo più recente che ho conosciuto fra i tre (forse indica inconsciamente una guida, un ordine, dato che era la nostra guida privata a Mauritius). D'altronde, la matrice è amatrice di pensieri astratti... Scrivo.

***

8° CAPITOLO. L'unione dei tre personaggi: infanzia, estro, sapienza... I volti sconosciuti di lettori che mai avrò.

***

9° CAPITOLO. Fuggire da qualcuno. Una sensazione passata. Un Re grande quanto un soldatino di piombo... L'altezza che dovrebbe avere un re umano. Una biblioteca. La polizia che interroga un presunto killer che killer non è, ma ama far pensare questo di sé, e ne paga le conseguenze... Tutto che si dissolve. Il Rimorso che vuole distruggere tutto. La superficie, la luce, e poi... Sobbalzai dal sonno. Fine?


https://youtu.be/TRqiFPpw2fY

P.S.

Mi chiedo se questa storia potrà mai trovare un senso compiuto, o se resterà per sempre un mosaico di immagini oniriche e frammenti di pensieri. Forse, dopotutto, è proprio questo il suo fascino: la capacità di trasportare il lettore in un viaggio attraverso l'inconscio, senza una meta precisa, ma ricco di suggestioni e simboli da interpretare...

10° CAPITOLO. Mi torna solo quella frase alla mente Noi passiam la notte tra paradisi e mostri: siam vivi eppur inconsci – e poi... oh, no. Lo specchio è... non può essere, oh, no!

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