VIII: L'ORA DEL RIMORSO E DEL RIMPIANTO

Conoscete la sensazione di cadere nel sonno? Ecco. Mi son sentito mancare l'equilibrio stando in piedi.

«Guarda...», disse il Rimorso, puntandomi col suo dito una porta materializzatasi all'istante: «Aprendo questa porta, non sarai più te stesso...»

«E... Se decidessi di non aprirla?»

«Morirai: lo sai che non sei altro che un brevissimo pensiero nella mente di un essere maggiore di te...»

«Ok, la apro...»

«Ti conviene...»

Aprendo la porta mi si presentò il caos più totale. Uno sfogo di miserabili dislocazioni sparpagliate e disordinate. Strilli striduli di voci umane, suoni di strumenti musicali mal suonati e irritazioni acustiche poco galvanizzanti. Forme mutevoli, spigoli dominanti, ellissi effervescenti con vibrazioni presenti, flussi ed eruttazioni di colori colpevoli di cedimenti.

Chiusi subito la porta.

«Che casino!»

«Devi entrarci... Ora...»

«Va bene: non capisco cos'è, ma se non entro, ho capito che ritroverò sempre te, mio caro Rimorso...»

«Entra...»

«Ho capito, ho capito! Va bene...»

Cercai di calmarmi, accarezzandomi in maniera ossessiva il braccio, mostrando spudoratamente la mia mancanza di conforto... Tremavo. Poi mi dissi: «Tranquillo, è solo una boccata d'aria prima della traversata!»

«Entra!»

Entrai.

***

Cessai d'esistere: ricordo solo una donna che piangeva la mia scomparsa... 

Ero (sono) un'altra persona: non ero Philip, non ero Aldo e nemmeno Gohanni... Sono un essere inesistente. Chi sono io? È pressoché impossibile essere diverse persone in una. (Si vede che siamo proprio in un sogno!) Non sono mai stato una persona come te, caro lettore. Lo capisco ora. Sono solo un pensiero. Anche se ho gambe, braccia e cuore e cervello, in effetti capisco che il mio autore mi ha reso così solo per essere più 'comprensibile' ai vostri occhi... Mi sento bene. O almeno credo.

***

Mi sentivo osservato. Mi voltai: il Rimorso era lì dietro di me.

«Perché sei qui?»

«Se ti volti indietro ci sarò sempre ad accompagnarti...»

Dietro il Rimorso, c'era la porta che ho attraversato semiaperta... C'era qualcosa o qualcuno.

«Chi va là?!»

Il Rimorso spiegò: «Quello, mio caro, è il Rimpianto... Non lo vedrai mai in volto, finché non deciderai di avvicinarti a lui...»

«Sta bene lì dov'è...»

«Ci seguirà per tutto il viaggio... Quando sarai pronto e avrai voglia...»

«No, nel mondo del mio autore si dice: 'Meglio vivere di rimorsi che di rimpianti...'»

«Oh, la sapienza di quel mondo è folle e assurda: te lo dico chiaramente, meglio vivere senza me e senza di lui...»

«Che faccio?»

«Innanzitutto ammira il tuo nuovo volto...», e mi diede uno specchio. Poi mi chiese: «Che cosa vedi?»

«Un volto che non conosco.»

«Vuoi sapere di chi è questo volto?»

Feci un cenno per saperne di più...

«Questo è il volto del Lettore che ti sta leggendo, proprio ora...»

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