VII: L'APOCALISSE DI OGNI SOGNO...

«Sei spacciato, Gohanni Lumaldo!»

Ero spaventato. Non mi sentivo più le gambe. La belva era ormai davanti a me. Terribile: i suoi denti sporchi e gialli mi si avvicinarono e per poco non mi azzannarono! Era peloso, aveva tanti nervi e muscoli. I suoi occhi erano infuocati.

Io avevo paura della mia paura.

Ma ero fermo, non esternavo paura, bensì quiete... E questo faceva infuriare ancor di più il Mostro.

Allorché, il mostro si fermò e mi disse: «Tu non hai paura... Te ne farò avere io, a modo mio...»

Cominciò a fare movimenti bruschi con le spalle e a chinare il capo, quasi come se fosse preso da una crisi epilettica... Vomitò un essere magro e avvolto in un mantello nero. Era un uomo. Il mostro si accasciò e morì. L'uomo si alzò e cominciò a vivere...

«Tu, hai veramente pensato di poter sognare così in libertà, non imbattendoti in un incubo?»

«T-tu sei uscito da quella bestia! Come hai fatto?»

«Ah! Ho cercato la sopravvivenza... Sono un'inerzia di sensazioni, sono un parassita...»

«Chi sei?»

«Io? Ahahaha! Io sono il Rimorso, povero pezzo del sognatore!»

«Pezzo del sognatore?»

«...»

«Comunque, io non provo rimorso, perché dovrei sognarti?»

«Perché hai bisogno di me...»

«No!»

«Sì!»

«Vai via!»

«Ok, va bene: ma tu vieni con me... ti devo far vedere una cosa...»

«Lasciami, lasciami!»

L'uomo incappucciato mi prese per il braccio e, iniziando ad ascendere, mi fece volare con lui, al di fuori di quel postaccio...

«Il Rimorso a volte serve... ma se io ti faccio ribrezzo, figurati cosa penserai del Rimpianto

«Lasciami stare!»

«Come desideri...»

L'uomo mi lasciò, facendomi cadere su un tetto di una casa...

«Dove mi trovo?»

C'erano altri due uomini, entrambi ben vestiti...

«Ciao, mi chiamo Philip e vengo dal Mauritius...» disse un uomo sulla cinquantina, con una camicia azzurra, una cravatta e un pantalone nero, dalle sembianze indiane.

«Ed io sono Aldo Rmire, nativo di Archer e lavoro a Dubai e...», guardando un terzo individuo, domandai: «Tu sei?»

«Io sono Gohanni Lumaldo, anch'io nativo di Archer...»

«Siamo compaesani quindi, bello...»

«Già, bella cosa... ma come siete arrivati qui?»

«Ci è capitata la stessa cosa che è capitata a te: a me, ad esempio, mi ha trovato quella bestia mentre ero nella foresta mauriziana in cerca di qualcosa che mi facesse avvicinare al Sogno Prelibato... ed eccomi qui, l'ho trovato...», disse Philip.

«Io invece mi sono invischiato in un sogno tortuoso: ero a Dubai e mi sono addormentato, poi mi sono svegliato, ho scritto una poesia prendendo spunto dal sogno scomposto e poi, essendomi di nuovo addormentato, ho sognato di invecchiare e tornare giovane, e di cambiare perfino identità... Insomma, ricordare e descrivere alla perfezione un sogno è impossibile. Se scrivi un libro perfettamente logico e lineare sul tema 'SOGNO' sei fuori strada di mille miglia... Un sogno non è mai paragonabile alla realtà...»

«In che senso, Aldo?», chiesi subitaneamente.

«Ti spiego, ci sono due tipi di ambienti, uno tratto dalla realtà e uno totalmente onirico... In quello tratto dalla realtà puoi anche spiegare cose non vere, anche degli alieni dello spazio se ti va, ma sempre affidandoti alle regole della realtà: un essere nasce, cresce e a volte, muore».

«Non capisco ancora...» dissi.

«Philip, puoi spiegarglielo tu per favore?»

«Certo, Gohanni, allora... New York esiste, giusto?»

«Sì.»

«Eppure è stata panorama di scontri epici mai avvenuti, raccontati dall'uomo in libri, film o altro...»

«Sì, è vero...»

«Questa è fantasia basata su realtà... Però possiamo fare l'esempio dei racconti fantasy o di fantascienza: non sono onirici, eppure hanno tanta inventiva. Ma comunque non possono essere paragonati a un sogno, dato che hanno una trama lineare nella maggior parte dei casi. C'è l'inizio, lo svolgimento e la fine, ci sono i personaggi con la loro esperienza passata e con le loro evoluzioni e ci sono i luoghi, inventati o no, che sono stabili...»

«Ok...»

«Un sogno è instabile, i personaggi sono distorti, i luoghi anche, le vicende cambiano in continuazione e tutto è un nonsense se non viene visto in chiave psicologica...» aggiunse Aldo.

«Quindi, come vogliamo portare avanti le nostre esistenze?»

«Dobbiamo unire le forze per uscire vivi da questo sogno...» disse Philip.

«Philip è la nostra guida, sa tutto del tuo sogno, Gohanni... Sa anche che io, come lui, siamo solo opera della tua immaginazione...»

«Oh, siete persone che vivono nella mia testa?»

«Non esattamente: tu esisti, ma sei comunque un pensiero, solo che sei di natura più grande e onnipresente in ogni sogno...»

«Perché?»

«Perché tu rappresenti l'infanzia del nostro sognatore...» disse Philip.

«La mia domanda sorge spontanea quindi: voi cosa rappresentate?»

«Io, Aldo Rmire, sono l'estro del sognatore...»

«Ed io, Philip, sono il suo sapere...»

«E voi tre vi dovete unire in un'unica entità: infanzia, estro e sapienza...» disse l'uomo incappucciato uscito dalla bestia, tornato nuovamente in scena.

«Eccolo, è lui! Lui è uscito dal mostro!» dissi indicandolo con energia.

«Ma tu... Sei un'entità malvagia!» disse Aldo Rmire.

«Lui è il Rimorso, non è sempre malvagio... Fa ribrezzo, ma non è cattivo» precisò Philip.

«Però hai un'aria misteriosa e ci hai intrappolati tutti qui, sul tetto di questa casa...» obiettai.

«Io non sono né malvagio, né cattivo, né buono e né nessun'altra cosa: sono il Rimorso di Coscienza!»

«Un attimo: tu appartieni a Coscienza?!» chiesi sbigottito.

«Sì, lei mi ha mandato qui... per aiutarvi ad essere ricordati per sempre e a non morire con l'Apocalisse di ogni Sogno: il Risveglio...»

***

Non so a voi, ma sento un ticchettio nel cervello che dopo queste recenti affermazioni mi sta facendo capire che il cervello mi esploderà a momenti... E non abbiamo ancora visto niente...

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per scoprirlo.]

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