VI: IL REWIND DI UNA FALSA REALTÀ

Da Dubai ad Archer

78 anni dopo...

Ho scritto la mia bizzarra espressione. D'altronde sono Aldo Rmire... Ci sono riuscito. Ora posso dire che ho scritto e visto ogni cosa: ho 108 anni...

Dopo la mia permanenza a Dubai, ho scritto la mia 9ª Sinfonia. Ho avuto riconoscimenti, ho avuto credito... Da allora ho potuto portare alla luce il mio personaggio: Gohanni Lumaldo.

È sempre stato il mio Sogno Prelibato creare un personaggio... Doveva essere un personaggio alla ricerca del suo creatore: me. Non che io sia il Creatore, ma un creatore. E lui era la mia creatura, apparentemente intelligente...

Anch'io, Aldo Rmire, sono una creatura di qualcuno... Diciamo che sono consapevole della matrioska... Siamo tutti in un libro qui... I libri non sono altro che le carceri dei sogni... Ogni cella un'emozione. Ogni numero una data. Ogni detenuto, un pezzo del sognatore.

Io sono Gohanni Lumaldo; e a mia volta, io sono qualcuno, e quel qualcuno dovrebbe essere a spassarsela alle Mauritius... Siamo nient'altro che pensieri. Questo sogno non fa altro che espandersi e crescere... Con un senso insensatamente sensato. Difficile. Buffo. Bizzarro. Pian piano, sogni fan nascer sogni, e...

Io, non son altro che una creatura.

«Hai mai inventato un cattivo?», mi chiedevano i miei lettori, che sempre creature mentali del sognatore erano...

«No...», risposi, «mai», determinai.

Essere cattivi è qualcosa di essenzialmente privo di creatività. Si è prigionieri di azioni scontate e ignobili.

Ma qual è l'etimologia del termine "cattivo"? Deriva dal latino "captivus", ovvero "prigioniero", attraverso la locuzione "captivus diabŏli" (prigioniero del diavolo)... Abbiamo detto tutto, no? E cosa significa diavolo? La parola diavolo deriva dal tardo latino "diabŏlus" e dal greco "diábolos", e in origine significa "calunniatore"... Quindi, un cattivo è un prigioniero della calunnia, dell'inganno. L'etimologia del termine "calunnia"? "Kali, mènos": colui che trascura, denigra. Non è mia intenzione denigrare nessuno, i cattivi vanno distrutti tutti. Tut-ti.

(Oniricamente la mente mi mente mentre io sono assente...)

STOP!

Io sono in un sogno, ed oggi voglio avere vent'anni... Posso farlo. D'altronde è solo un sogno... Anzi, sono un sogno. Un Sogno.

(Rewind)

***

Il 6 maggio del 2019 è alle porte, e io sono a zero. Sì, sono ancora a zero... Ma credo che comincerò a raccontarmi, così almeno saprete un po' più di me...

Sono un tipo abbastanza alto, circa 1,85 m... Di ogni soffio di vento gelido ne sentivo la gelida ebbrezza...

«Anche i gufi hanno freddo...»

«Perché i grilli no?»

Eravamo in un bosco sperduto e illuminato da lampioni dalla luce fioca... Eravamo io e il mio taccuino, e il mio collaboratore anonimo...

Collocati precisamente in una stazione mai vista e con diverse persone pronte a prendere il proprio treno, io e il mio collaboratore osservavamo silenziosamente la zona... La gente c'era, pure tanta, eppure non parlava, quasi non fiatava... Tutti aspettavano il treno che avrebbe permesso loro di andare a lavorare in città...

Per coprirci, io e il mio collaboratore fidato avevamo a disposizione soltanto una camicetta rossa piena di disegnini floreali piccoli e bianchi, una leggera giacca di pelle rossa e un jeans a vita alta blu... Sì, ci piace vestirci uguali, anche se siamo fisicamente diversi.

Ovviamente indossavamo il nostro paio di occhiali da sole Persol 649, colore 24/51, rigorosamente taglia 54, nonostante l'assenza del sole, alla Blues Brothers... E che dire delle nostre Converse Chuck Taylor All Star Sneaker, quelle alte, personalizzate con colori stravaganti e con i nostri nomi in evidenza sui lati? Uniche.

«Fa un freddo pazzesco nonostante siamo nel mese di maggio...»

Masticavamo le nostre Brooklyn con disinvoltura. Potevamo. Eravamo un sogno...

«Vero: se avessimo anche le nostre meravigliose ed eccelse 'vesti più pesanti' staremmo sicuramente meglio, non credi?»

«Già, sono stato uno sciocco a partire senza portarmi praticamente nulla... Credevo fosse una cosa che si potesse risolvere in giornata...»

«In giornata?»

«...», Non risposi, consapevole della mia leggerezza.

«Leggi, leggi il documento d'ingaggio: devi allontanarti da quest'area...»

Invitandomi a leggere l'insegna su cui mi stavo appoggiando per l'estrema stanchezza, il mio amico nato nell'anonimato, ma dal nome Igor Kazakov, mi redarguì con audacia...

Igor, il nano più brillante che conosca... Fino a 5 anni fa viveva in Estonia, e dopo un incontro improbabile siamo diventati amici e collaboratori. Lui non è un tipo freddo: paradossalmente ha un accento messicano e conosce a memoria tutte le puntate di "Fringe".

Comunque, fermiamo la folle e inutile descrizione: torniamo all'azione...

Igor mi fece intendere quel che mi sarebbe potuto succedere se fossi rimasto ancora lì per un po': con un insieme di gesti buffi, si toccava le orecchie e poi gesticolava ad indicarmi un pericolo...

«Ma quale area?»

Lessi dunque l'insegna del cartello: «Area non Ascoltatori».

«Ok, conosco aree normali, come 'Area non Fumatori', ma questa...»

«Io conosco l'Area 51, invece...»

«No comment...»

«Che significa 'No comment'? È italiano? Dai, lo sai benissimo che conosco letteralmente tutte le lingue del mondo tranne l'inglese!»

«No comment, again...»

«Gentilissimo, sai sempre come assecondarmi... Scusa, ma da dove vieni? Non sei un italiano dal nome pressoché bislacco?»

«Sono un italiano, certo, proveniente da Archer, il cui nome originario era Aldo Rmire... Ma poi questo bel nome fu cambiato all'anagrafe da mio zio, perché secondo lui era 'troppo comune'...»

«E poi, con tutti i bei nomi italiani, tuo zio ti ha chiamato Niels Zmitrovich, cambiandoti nome e cognome... Mah... Incaselliamo tutto in una parola: genio, tuo zio è un genio.»

Il sogno stava degenerando... Il filo logico si stava perdendo (o forse no?).

«Possiamo cambiare argomento? Dai, parlami dell'Area Non Ascoltatori, cos'ha scritto il nostro informatore?»

«Il nostro informatore che ci ha segnalato l'anomalia dice che, in effetti, entrando in quest'area di 2 m², mio caro, ti spariscono le orecchie, letteralmente!»

«Interessante...»

«Interessante eccome, caro mio Aldo Rmire detto 'Niels Zmitrovich'!»

«Chiamami direttamente 'Z', fai prima, 'Igor Kazakov'...»

«E tu chiamami direttamente 'K', fai prima anche tu...»

«Stiamo iniziando le riprese del nuovo 'Men In Black' a mia insaputa, eh?»

«Ci sto: l'unico scarafaggio buono...»

«...era John Lennon...»

«...no, è uno scarafaggio morto...»

«...appunto, Lennon...»

«Ah... Eh... Mah... E poi sono io a fare battute cretine!»

Mi scostai dunque dall'area indicata, e poi mi avvicinai di colpo...

«Cosa!? Ma hai ragione, Nano K!»

«Nano K, questa è nuova...»

Rimasi stupito dall'istantanea mutazione del mio corpo in prossimità di quel cartello, resa concreta con l'assenza immediata delle mie orecchie...

«Siamo Cacciatori di Nonsense, abbiamo un bel lavoro da fare e questo sembra un bel Nonsense, anche se immensamente piccolo e poco entusiasmante...»

«Perché la realtà si è dilettata a creare un'area del genere? Bah!»

«Io, non-lo-so...», mi disse Igor scandendo bene le parole.

Uscii dunque dall'area e mi misi ad osservare la gente che attendeva il mio stesso treno...

Mi piace osservare la gente, soprattutto in prossimità dell'alba e soprattutto per collegare il Nonsense alla realtà che la circonda...

Perché i Nonsense, in questa realtà in cui viviamo, sono un po' come i brufoli della pelle... Sì, è un po' rivoltante come esempio, lo so... Essi spesso sono uno sfogo, una timida dichiarazione del nulla...

Escono fuori per esasperazione, spronati dal comportamento delle masse: escono sempre a causa di qualcuno o qualcosa...

Il nostro compito è trovare quel "qualcosa" o "qualcuno".

Per intenderci, "brufolo" è uguale a "mangiare troppa cioccolata", oppure "stress" o "acne"... Ecco, "Nonsense" è uguale a "imperfezione inspiegabile", "comportamenti anormali ritenuti normali", e così via...

I Nonsense sono l'effetto e noi cerchiamo la causa per cui essi si vanno a formare... E stranamente, tutti hanno il loro significato, il loro senso, pur chiamandosi "Nonsense".

Cosa facciamo noi? Beh, li cerchiamo, li spieghiamo a chi ci ingaggia e poi ci intaschiamo la ricompensa... Sono tutti un po' dormienti, singolari, patetici e vulnerabili quelli cacciati da noi... Eppure son tutti singolari.

«Igor, intanto che penso, hai trovato qualcosa?»

«Mentre tu dormivi e pensavi alle vacche al pascolo, io ho scovato qualcosa di interessante da questo libro che avevo in borsa... Il titolo del libro è questo, non so se lo conosci: 'La Strabiliante Classificazione Non Completa dei Nonsense...' Afferma che questo è un Nonsense triste... Ce l'ha con la gente che non ascolta ciò che potrebbe ascoltare...»

«Grazie Igor...»

«Prego, Frankenstein... Ora ti lascio pensare per scrivere la relazione...»

«Bene...»

Dunque, dunque, dunque: i Nonsense non hanno nulla a che vedere con scienza e magia... Sono nati dagli "Esternatori", ossia artisti che involontariamente formano tali pensieri... E solo i "Consapevoli", coloro che sanno di non esistere nella realtà dell'artista ma di esistere nella mente di un artista, possono capire il significato di tali Nonsense...

È difficile capire, non obietto tal cosa... Io sono un Consapevole e Igor invece è uno che è venuto a conoscenza dei Consapevoli erroneamente, per colpa mia che non sto in silenzio, in altre parole... Ecco perché può darmi una mano a mettere ordine nella mente degli artisti...

Parliamo di questo Nonsense... La prima domanda che mi pongo è: Perché è nato questo Nonsense?

Non mi resta che guardarmi intorno consapevolmente...

Osserviamo le persone: tipo quella vecchietta laggiù... Lei è una nomade, si vede. Ed è vispa, attenta, vigile... Perché deve vedere tutto e tutti...

Deve vedere chi mangia, cosa mangia e quanto mangia, chi conta il resto del biglietto e a chi cade di mano il resto del biglietto... (Siamo in una stazione ferroviaria, ve lo ricordo...)

Deve osservare anche chi è al suo pari, chi non fa il biglietto, chi è solo e vulnerabile, chi è protetto, chi ha la borsa firmata e chi la borsa se l'è firmata con un pennarello per non renderla troppo comune...

Deve vedere chi corre, chi va lento, chi guarda in giù, chi cammina a stento... Deve vedere chi ruba, chi ruba tempo, ai ritardi che rubano tempo... Sì, la stazione dei treni è un covo di ladri, a partire dal treno stesso, che se fa ritardo, ruba a tutti del tempo...

Poi c'è il tizio con la mano finta (perché con quella vera, nascosta sotto la giacca, deve frugare nelle tasche altrui...) Poi c'è chi chiede la carità, chi fa la carità, e chi dice "per carità, no!"...

Nelle stazioni si trovano i topi, nelle stazioni si trovano gli spazzini gentili, i bigliettai che spesso non hanno da dare il resto del prezzo del biglietto... Nelle stazioni si comanda, si pensa e, se vivi in un posto fortunato, si parla con la gente... Altrimenti tutti zitti, muti, senza bocca o con l'acqua in bocca.

Questo non è un posto dove si parla. Qui ci facciamo tutti defraudare un po'.

...

Pensiamo ora al Nonsense... Questo Nonsense si manifesta "eliminandoti" le orecchie. Nel resto del mondo "si perde la bocca volontariamente", ovvero c'è l'omertà.

Questo Nonsense ironizza sulla triste realtà, come se dicesse: "Ehi, gente, dato che non avete intenzione di parlare, io vi privo delle orecchie, così non potrete nemmeno sentire e ascoltare!"

Ad esempio: nelle stazioni del mondo, le persone lasciano che una sorta di serpente entri nelle loro orecchie! Questi serpenti sibilano cose, melodie, pensieri di gente depressa e felice... Si chiamano cuffie, ed entrano nella testa e ti fanno fare al cervello tante belle muffe (specialmente se sei con qualcuno che vorrebbe star con te)!

«Trovato!»

«Di già?»

«Il Nonsense si manifesta perché si rifiuta di osservare persone che smettono di parlarsi e ascoltarsi! Ora scrivo il tutto e torniamo dal nostro informatore a riscuotere la ricompensa!»

«Facciamo presto che qui si gela...»

«A dir la verità, questo assordante silenzio gela più di ogni altra cosa...»

***

Questo non ha senso...

Questo non ha senso!

Questo è il senso.

***

Il mio cervello si sgretolò come una scheda madre sull'asfalto, schiacciata dalla pressione di una scarpa col tacco di un uomo grasso, distratto e matto. Distruggendo tutto quello che credevo di sapere.

Ogni singola volta...

Ogni volere.

Ogni potere.

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per scoprirlo.]

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