CAP. 9 - Il Generale è cattivo??

"Dov'è la jeep?" la voce un po' preoccupata di Anna giunse dalla strada di fianco all'accampamento. Lyon, Giorgio e Cico drizzarono allarmati le orecchie ed in breve la raggiunsero.

"Forse è scivolata verso l'acqua" suggerì il rosso. "Però la questione è un'altra: dove sarà finito Alex?" gli occhi del leone si ridussero subito a due fessure sospettose.

"Voi non mi credete mai, ed ecco, è partito con la nostra jeep..." sbuffò.

"Andiamo, non è detto che sia stato lui. È probabile che abbia ragione Cico" lo difese Giorgio, ma Lyon non accettò scuse e evitò di rispondere per incamminarsi invece verso Nordest, dopo un rapido controllo al GPS.

"Andiamo a piedi?" Anna scrutò l'ampia strada spazzata davanti a loro, di cui non si intravedeva la fine.

"Cosa possiamo fare, altrimenti? La jeep è scomparsa, dovremmo avere fortuna e trovarne un'altra" borbottò Giorgio issandosi lo zaino in spalla.

Il tragitto che proseguiva parallelo all'accampamento scivolò senza problemi; numerosi contagiati erano stati eliminati dalle torrette e dagli esploratori appartenenti alla colonia del Generale. Tuttavia quando i wgf sbucarono in una cittadina abbandonata, la situazione si fece molto più interessante.

I muri dipinti e colorati ora erano muffiti e vi si arrampicava dell'edera, le finestre rotte e sporche di schizzi rossi. Infetti bazzicavano lungo le viuzze, incastrandosi a volte nelle staccionate lise delle case. Lyon si fece strada uccidendo due infetti con il suo picchetto da ghiaccio, seguito dai colpi di fucile di Cico.

"Non sparare" disse Anna a bassa voce, camminando attenta. "Uccidiamoli con le armi a mano, facciamo meno rumore e siamo più puliti."

In fondo la città si snodava in due vie secondarie, una d'asfalto e l'altra in terra battuta. Lyon imboccò subito la seconda, curioso di cosa avrebbero trovato. C'era una modesta e solitaria casetta in mattoni rossi, accatastata accanto alla porta un fascio di legna da ardere nel camino. Nascosta dal fitto della foresta, una piccola tettoia riparava diverse balle di fieno.

"È un fienile, forse troveremo qualche risorsa!" Esclamò Cico, aprendo la porta con circospezione. Puntò l'arma ma era completamente vuota, tranne un paio di sedie e due piccole cassapanche vuote. Deluso, uscì e per poco non prese un colpo quando si trovò da solo. Fu un sollievo constatare che gli altri stavano esplorando la tettoia, che da vicino appariva molto più grande: Lyon era riuscito a procurarsi un caricatore ed Anna un paio di scatolette di cibo. Per il resto era perfettamente inutile.

"Andiamocene, ci sono davvero poche risorse" il leone chiuse l'ultima cassa. "Meglio non fare aspettare il Generale, non credete?" Un cupo mormorio d'assenso si diffuse nell'aria, facendo scoppiare tutti quanti in una risatina nervosa.

Dunque l'unico luogo che non avevano ancora visitato era la strada accanto, che raggiunsero in men che non si dica. Seguendola tutta, la destinazione era un'altra città più grande della precedente. Probabilmente era stata adibita a colonia militare, vista la presenza di numerosi veicoli incidentati e persino un minuscolo posto di blocco. L'unico piccolo problemino era il numero elevato di contagiati.

"Cavolo, nell'altra città avevamo già ripulito, qui non ci eravamo ancora passati" rifletté il rosso recuperando la mannaia dalla tasca e riponendo il fucile.

"Puliamo adesso, che ne dite?" Li stuzzicò il leader, affettando con abilità la testa ad uno zombie. Si lanciarono tutti e quattro in un breve ma intenso combattimento, dove anche Giorgio riuscì a farsi valere. Anna lo lodò ed entrambi i ragazzi gli diedero un'affettuosa pacca sulla spalla. Ora che la strada era spianata, potevano proseguire con più calma.

"Lyon, ci stiamo infilando nel folto della foresta, sicuro che sia la strada del Generale?" Gli domandò Giorgio preoccupato.

"Sì, comunque stiamo ancora seguendo l'asfalto. Spero ci sia almeno un altro accampamento in giro, però" lo tranquillizzò il leone, il GPS a portata di mano.

Finalmente dopo una bella camminata davanti ai loro occhi comparve una costruzione in pietra, semisepolta dalla collina che costeggiava il luogo. C'era filo spinato dappertutto e vecchi lampeggianti come quelli dei cantieri.

"Un bunker militare, proprio come speravi tu! Ci saranno di sicuro delle munizioni" Lo spirito avventuriero di Cico lo avvicinò pericolosamente all'entrata, prima che Lyon lo afferrasse per il colletto della felpa.

"Certo che ci saranno munizioni! Ma ci sarà anche qualcuno a proteggerle, idiota!"

"Banditi in un bunker militare?" Anna non era convinta.

"Effettivamente sembra abbandonato, se vogliamo entrare è meglio rimanere accucciati" convenne il ragazzo con il cappello da orso. Gli altri lo seguirono; appena entrati nel bunker, il sibilo di un proiettile passò vicinissimo alla testa della gattina in viola. Lei trattenne a malapena un grido e invece si sistemò al riparo dietro un grosso scaffale. Lyon fu più veloce del malfattore e riuscì a sporgersi per sparargli al volo.

"Bel colpo, Lyones!" Si complimentò Cico per farsi perdonare dall'avventatezza del gesto poco prima.

"Ragazzi, temo che quelle a cui avete sparato sono guardie del bunker" li avvisò Giorgio. "Se notate non sono vestiti come i comuni banditi." Inorridito per aver sparato a dei militari, Lyon preferì scendere una scaletta a pioli che conduceva in una zona sottostante, perfettamente vuota.

"Questo posto è inutile, per di più è una trappola perché in giro sarà pieno di disertori" Anna risalì sconfortata.

"Appunto, meglio proseguire e trovare copertura. Qui davanti ci sono dei ripari ad intervalli regolari" il rosso stavolta si lanciò all'azione più guardingo.

Al grido di Lyon tutti corsero verso un riparo, ed immancabilmente l'aria fu invasa da una pioggia di proiettili, risate e insulti di banditi. Il ragazzo con gli occhiali si poggiò schiena contro un albero e ricaricò alla svelta il fucile, poi fece fuori i due che li stavano assediando.

"Continuiamo così!" Gridò rivolto ai compagni.

E così continuarono. Si spostavano di riparo in riparo, e solo quando erano al sicuro sotto le tettoie o nascosti da un tronco uscivano di poco per ammazzare i mascalzoni. Fu un sospiro di sollievo vedere qualche edifico di pietra sbucare dalla nebbia, e fu ancora più rassicurante la visione di una piccola figura distante vestita di verde.

"Ragazzi, c'è il Generale!" disse Anna sorpresa. "Che ci fa qui?" nel frattempo il diretto interessato alzò una mano e gli fece gesto di seguirlo. I ragazzi fecero una breve tappa sotto un porticato di pietra dove erano abbandonati dei vestiti, poi si avvicinarono al loro capo.

Ad un certo punto, uno sparo di fianco a Lyon gli fece gelare il sangue, prima che Cico squittisse un "Scusa, scusa!" in tutta fretta. Il leone lo fissò come se fosse alieno.

"Cico, cosa diamine stai facendo?!"

"Scusa, mi è partito un colpo" si giustificò di nuovo lui, scuotendo la chioma rossa.

"Non puoi farti partire i colpi, mi stavi per ammazzare!" sbraitò Lyon esasperato.

"Tienilo almeno abbassato" si intromise Anna; Giorgio scelse di rimanere in silenzio. Continuando a borbottare sinistre affermazioni, Lyon e i wgf seguirono il Generale all'interno di quello che sembrava un piccolo magazzino. Su un cortile interno di ghiaietto si affacciavano numerose finestrelle senza vetri, mentre una scaletta conduceva al piano sovrastante. Il topo fu il primo a scavalcare gli oblò e frugare tra le casse.

"Ho trovato un buon fucile!" aggiunse poco dopo con allegria. "L'unico problema è che non ci sono munizioni, ma le possiamo sempre comprare!"

"Qui ci sono delle fumogene rosa, di quelle che usiamo per riscuotere le ricompense" riferì Cico ronzando intorno ad uno scaffale. Lyon aveva trovato una mezza tanica di benzina.

"Ragazzi, so che ci sono molte risorse ma stiamo perdendo di vista il Generale" la ragazza del gruppo scrutò fuori dalle aperture per vedere se c'era ancora la più alta carica militare, ma era scomparso. In breve però i ragazzi le diedero ascolto e, finito di riempire gli zaini, si rimisero in marcia.

La prima cosa che notarono, uscendo dalla porta posteriore, fu una struttura corazzata, la cui entrata era aperta. Che il Generale si fosse infilato lì? Anche l'interno, come il magazzino appena visitato, era pieno di casse militari, banchi da lavoro e persino piccoli mucchietti di filo spinato da cui si tennero distanti. Un ampio spazio centrale suggeriva uno spazio per parcheggiare un veicolo come una jeep o un quad.

"Guardate!" Lyon indicò proprio quel punto: una piccola scia di chiazze rosse, apparentemente fresche, si faceva strada fino ad un portone da garage. "Il Generale potrebbe essere ferito?"

"Sta camminando molto veloce e non ci sta aspettando, mi pare strano che sia sanguinante" borbottò Cico raggiungendoli.

"A tal proposito, dov'è finito ora?" il ragazzo con il cappellino da orso si guardò intorno preoccupato.

"Le tracce di sangue conducono al portone, sarà qui in zona" dedusse Lyon, uscendo guardingo dal garage militare e sparando a due infetti in zona. "Che strano posto" bisbigliò Anna. Lungo la stradicciola crescevano delle rigogliose piante che non erano erbacce. Inoltre, una ringhiera apparentemente nuova di zecca delimitava il tutto.

"Già" commentò Lyon. Poi, deluso, esclamò: "Adesso dov'è finito? Generale, ci aspetti!"

"È laggiù!" Cico indicò il finale della strada, dove il loro capo era appena scomparso. La recinzione era parecchio alta ma sfondata sul fondo. Poterono così attraversarla strisciando carponi sui gomiti.

"Lui sarà allenato grazie agli addestramenti militari" sbuffò Giorgio. "Ma noi no!"

"Oh, non lamentarti!" gli rispose il leone, gli occhi puntati sul paesaggio inusuale che si trovavano davanti. "Ragazzi, è questo il posto che il Generale vuole attaccare, secondo voi?"

Un'intricata rete di sentieri in ghiaia e terra si collegavano all'entrata di case di legno e piccoli accampamenti esterni; sedie e tavoli era distribuiti un po' ovunque, dove ce n'era l'evenienza. Persino i rottami di un paio di biciclette riposavano accanto ad una porta.

"Per essere la colonia di un gruppo di disertori mi sembra ben organizzata" Anna passò le dita affusolate sopra una scacchiera immacolata, poggiata su un tavolino accanto ad un generatore. "Hanno di tutto."

Lyon si allargò ad esplorare un angolo delimitato da alcune sbarre, dove erano disposti alcuni bidoni carichi di rifiuti o provviste, accanto a quello che pareva un piccolo carro armato in disuso. Trattenne a fatica un'esclamazione di stupore piuttosto volgare e tornò dagli altri, eccitati per una grandissima scoperta.

"Ci sono dei venditori, uno in questa casa e altri due sotto quel portico laggiù" gli mostrò i due posti e il leader fece capolino dalla prima porta. Un uomo con i capelli rossi gli fece un debole cenno di saluto.

"Salve, lei cosa vende?" il mercante posò sul bancone una scatola di cartone.

"Munizioni. Fa un po' vedere che fucile hai" disse, e Lyon sollevò l'arma per mostrargliela. "AK - 74... dovrei avere delle scatole con i proiettili."

"Certo, ma, ehm... quanto verrebbero a costarmi?" chiese lui insicuro. L'uomo rimase pensieroso qualche secondo e poi diede la sua risposta.

"Venti tappi a scatola per i colpi del fucile, dieci per le pistole. Puoi anche venderli, se ne hai" gli riferì, facendo illuminare l'ormai scarno viso del leone di una gioia che non gli vedeva da tempo.

"Ne compro una per il fucile e una per la pistola" estrasse i tappi e li consegnò al venditore in un modo così evidentemente spensierato che persino lui si sorprese.

"È il primo prezzo basso che trovi, eh?" chiese mentre spacchettava due scatoline in carta umidiccia.

"Sì, di questi tempi decente e conveniente non vanno di pari passo" ribatté lui con falsa modestia. "Un'altra domanda: ci sono altri venditori nei dintorni?"

"Certo che sì. Ti consiglio di andare da Diana Blake. Vende materiale medico" aggiunse in risposta alla faccia interrogativa del suo interlocutore. "Spero ti siano di aiuto questi proiettili, amico. Abbi cura di te"

"Altrettante" lo ringraziò Lyon. Mentre usciva, un pensiero gli appesantì il cuore: quei proiettili gli sarebbero stati d'aiuto per impossessarsi di quell'accampamento, era questa la missione del Generale... si stava cominciando a chiedere se era la soluzione giusta.

Anna e Giorgio erano tornati entusiasti proprio dal mercante di medicine, e lo furono ancor più quando Lyon divise con loro i colpi appena comprati. Infine Cico fece ritorno da un certo Riley, il venditore di pistole: una Colt 45 costava 120 tappi. Un prezzo decisamente abbordabile per un'arma da fuoco.

Lyon venne sospinto dai ragazzi verso colui o colei che vendeva i medicinali. Si trovò davanti una donna pienotta dall'aria materna, solcata però da una patina di rigidità. Lo squadrò ed esordì: "Da quanto tempo è che non disinfetti la ferita alla gamba?"

"Lei come fa a...?"

"Si capisce da come zoppichi" spiegò lei come se fosse la cosa più naturale del mondo. Posò le grosse mani sul tavolo e giunse al punto.

"Ho un po' di tutto: bende, stampelle, medikit..." ad ogni nome afferrò qualcosa e lo mostrò all'acquirente.

"Ha anche delle medicazioni in siringa?"

"E me lo chiedi pure? Ci sono gli antidolorifici, anche se sono in barattoli, morfina ed infection stopper" il cuore del leone mancò di un battito quando la conosciuta siringa azzurra fece la sua comparsa.

"Ragazzo mio, sembra che tu abbia visto un fantasma. Questa non è una cura, rallenta solo l'infezione" lo dissuase lei, riscuotendo Lyon.

"Lo so, lo so. È solo che non ho mai visto vendere questa roba da nessuno" disse lui con sincerità. Mentre la venditrice scoppiava in una risata decisamente falsa, il castano sbofonchiò qualcosa per congedarsi ed uscì.

C'era qualcosa di sbagliato nell'intera storia; quelle erano brave persone, non disertori. Senza contare che avevano ottimi prezzi e l'infection stopper. Il Generale gli stava nascondendo qualcosa di grosso, e Lyon non se la sentiva di mietere vittime che magari si sarebbero rivelate innocenti.

Tornò dagli amici con il cuore in gola. Voleva fargli un discorso serio, ma non trovava le parole. Erano tutti e tre seduti per terra, sui loro zaini, a scambiarsi ricordi ed opinioni. Il leone sedette tra loro nel più completo silenzio.

"Ragazzi, ho qualcosa di importante da dirvi."

"Che cosa?" domandarono i wgf curiosi. In quel momento Lyon decise che la via migliore era essere sinceri.

"Non so a voi, ma questi a me non sembrano disertori. Sono brave persone" iniziò serio. "Hanno prezzi migliori del Generale e anche molta più varietà."

"C'era addirittura un ragazzo che vendeva benzina ed altre cose utili" annuì Giorgio.

"Esatto. Persino l'infection stopper qui si può comprare e vendere. Io con voi voglio essere onesto e diretto: il Generale ci sta nascondendo qualcosa. Prendetemi per pazzo, ma ho questa sensazione." Riprese fiato ed aspettò una risposta. Fu un sollievo sentire parlare Cico.

"Effettivamente è strano, questi vogliono solo difendersi e sopravvivere, non attaccare" alzò le spalle. "Insomma, per me non sono quei tipi di persona che vogliono conquistare tutto, come il Generale."

"Sono d'accordo con Cico" Anna diede la sua subito dopo. "Il Generale vuole questa colonia perché è bella, grande e ben organizzata, non perché gli abbiano fatto un torto."

"Allora dobbiamo anche capire chi ha messo quelle radio nella foresta e per quale motivo" la interruppe Giorgio. "Non mi sorprenderebbe sapere che qualcuno ha problemi con il Generale."

"A questo punto dobbiamo fare una scelta difficile, forse quella più difficile in tutto il nostro cammino" Lyon mise a punto la questione. "Restiamo fedeli al Generale, avendo cibo e risorse assicurate, o andiamo per la nostra strada, opponendoci alla morte di persone innocenti?"

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