CAP. 8 - Il generale è infetto!!

"Che sta succedendo qui?" La voce tranquillizzante del topo ruppe le urla di Anna ed Alex. Persino Cico si voltò e tornò sui suoi passi. Il ragazzo scese da una piccola vettura: un quad.

"Eccolo, Cico!" Sbottò Lyon, strattonando Giorgio e mostrandoglielo come se fosse una scimmietta ammaestrata. "Puoi fare a meno di andartene: è tornato!"

"Gio, Cico e Lyon si volevano sparare perché secondo Cico ti stavamo lasciando troppo indietro" Gli spiegò Anna rapida, tralasciando molti particolari...

Il ragazzo lanciò un'occhiata rassicurate al rosso. "Tranquillo, non ti dovevi preoccupare... Lyon mi ha lasciato il quad apposta per raggiungervi!"

"Sì! E non vi ho detto una cosa: siete rimasti sconvolti che abbia ucciso quel militare a sangue freddo, no? Era un disertore, ho riconosciuto la stazione radio, è quella che ascoltano loro. E per quello non mi voleva dare nulla! Ma tanto voi non mi credete mai!" Raccontò Lyon a testa bassa, ma solo per cercare la ricetrasmittente. Avevano intenzione di informare il generale del loro arrivo sulle vette orientali.

"Potevi dircelo prima, invece" ribatté infine Anna, quasi con rimprovero. "Siamo un gruppo, e come tale dobbiamo restare tutti uniti"

"È anche la tensione, che ci fa dare di matto. Scusa Lyon, non volevo puntarti contro il fucile" Si scusò Cico. Il leone alzò lo sguardo e si sciolse in un sorrisino colpevole.

"E va bene... scusa Cico se ho reagito male anche io, e scusate ragazzi di non avervi detto del disertore. Ora però chiamiamo il generale!" Si posò un dito sulle labbra e tenendo la radio fra spalla e collo, cominciò la chiamata.

"Lyon a generale. Siamo giunti sulle montagne ad Est, fra poco dovremmo raggiungere il laboratorio"

"Circa un'ora di camminata" Gli sibilò Alex, controllando l'orologio.

"Ci manca circa un'ora a piedi, signor generale! Generale?" Una serie di tonfi e colpi piuttosto forti risuonavano nell'apparecchio.

"No Lyon, devi venire qui e subito!" La cosa che più li spaventò era il tono di voce angosciato del generale.

"Che succede?" La gattina si scordò di fare silenzio e si fece in avanti, di colpo agitata.

"L'accampamento è stato attaccato da un'orda di infetti!" Strillò lui, con il sottofondo di urla e spari. "Non so quanto resisteremo! E - oh, quanto sono patetico - dovete arrivare all'istante! Non ce la facciamo più!" La comunicazione si interruppe, lasciando i cinque preoccupati e scioccati in mezzo alla neve fresca.

"Cosa facciamo?" Chiese subito Giorgio.

"Andiamo là subito, mi pare ovvio" Disse Lyon, andando verso la jeep. "Ragazzi... dove diavolo è finita di nuovo la nostra jeep?" Gridò. Ogni traccia di quella calma apparente si dileguò: ogni wgf iniziò a cercare affannosamente in qualsiasi punto di fianco a loro; sotto gli alberi, giù dalla scarpata e anche se non era sprofondata in mezzo alla neve.

"C'è troppa poca neve perché possa essere sprofondata, sotto gli alberi non c'è... che ci sia stata una slavina e sia scivolata giù?" Rifletté Anna, mentre il biondo si affannava a scendere senza inciampare.

"Sì! È qui giù!" Li chiamò Alex, salendo un po' più in alto. Quasi sicuramente gli spari che avevano ucciso gli zombie e le urla dei due litiganti avevano una parte determinante nella caduta della neve.

"Secondo voi è così grave l'attacco alla colonia?" Cico si sporse dalla torretta per parlare coi compagni.

"Se il generale era così disperato, direi proprio di sì" La ragazza continuava a fissare nervosa il paesaggio fuori dai finestrini senza vetro, impaziente di arrivare.

"Però è davvero strano che così tanti contagiati abbiano attaccato la colonia. Cioè, non arrivano dal nulla, no?" Sostenne il gattino in blu.

"Probabile che siano stati i disertori o qualcosa del genere..." Borbottò Giorgio come suo solito. "Lyon, attento al filo spinato!!!"

Anche se tutta la sua concentrazione era sulla strada, non era comunque riuscito ad evitare l'interruzione della via; delle piccole torrette di legno sorreggevano il filo spinato. La macchina cigolò in modo inquietante, facendola sbandare in qua e in là. La lamiera delle portiere si stava visibilmente assottigliando.

"Ragazzi... tenetevi!!" Strillò il ragazzo con gli occhiali, virando con il volante. L'auto derapò facendo cozzare violentemente i suoi occupanti, ma riuscì a scavalcare le torrette. Un altro poco di filo si incagliò nel cerchione della ruota, ma per fortuna non la bucò.

"Siamo vicini all'accampamento, possiamo anche proseguire a piedi" Anna si voltò verso l'auto, da cui usciva del pesante fumo nero. "Oddio... sembra che debba esplodere" Commentò, stringendosi vicina a Lyon.

"Generale! Siete ancora vivi?" Lyon passò un braccio intorno alle spalle della fidanzata, reggendo la radio con l'altra mano.

"Ti prego, dovete arrivare, le scorte sono esaurite... non so quanto possiamo andare avanti!" Fu l'unica frase che il militare riuscì a pronunciare prima che la linea venisse interrotta con violenza. Qualche infetto aveva danneggiato i cavi della ricetrasmittente del generale, poco ma sicuro.

"Corriamo. Prima arriviamo meglio è!" Giorgio afferrò la pistola, Alex invece la ricaricò. Lyon lasciò andare Anna e annuì: "Correte!"

Fu la corsa più sfiancante e pazza che avessero mai fatto. Sentivano ancora degli spari all'interno della struttura, ma quei lunghi intervalli di silenzio li facevano pensare al peggio. Dover correre addirittura sul ponticello di legno, con tutti i suoi punti marci e i buchi, fu più difficile che mai. Cico sdrucciolò e infilò un piede nell'acqua, ma andò avanti comunque.

Una dozzina di zombie si stavano lanciando a tutta velocità contro la ringhiera di protezione. Le guardie, dall'alto delle loro torrette, ricaricavano fulminei le armi, le mani sudate e i nervi a mille. Anche i ragazzi diedero una mano: accerchiarono l'enorme mole di infetti sul limitare della foresta, facendo fuoco e colpendoli anche con le armi a mano. Ancora correndo, Lyon alzò una mano per far capire ai cecchini che era umano e si infilò nell'entrata della colonia.

"C'è ancora il sangue di contagiato e la carne..." Disse preoccupato, raccogliendola. Uccise a bruciapelo uno di quei mostri che si stavano avvicinando e giunse nella zona con le bancarelle, senza nemmeno salutare i soldati all'entrata. La maggior parte di quei bancali erano rivoltati, e i loro abitanti in giro a difendere la colonia. Il leader del gruppo ben vide quante scatole aperte e buttate, apparentemente a caso, ci fossero nei pressi della bancarella con le munizioni.

"Chiama il generale, digli che siamo qui!" Lo riscosse la fidanzata. "Strano che non l'abbiamo visto... gli altri sono a fare un giro di ricognizione attorno alla colonia."

"Bene, grandioso" cupamente, il ragazzo accese per la terza volta la radio.

"Generale, siamo arrivati... qui la situazione è stabile. Generale, mi sente?"

Silenzio. Dall'apparecchio non giungeva che il riverbero della sua voce.

"Annina, non risponde. Gli è successo qualcosa" Annunciò grave alla donna con gli occhi viola, che li sgranò.

"Cerchiamolo, è impossibile, è un generale..." Balbettò lei, temendo il peggio.

Tutti e cinque si riunirono davanti alla colonia, estremamente agitati. Alex propose di dividersi per fare più in fretta, ma Lyon bocciò la sua idea: correvano il rischio di rimanere da soli contro nuove ondate di zombie.

"Dentro l'accampamento non c'è. Non è nemmeno nel suo ufficio, perché di sicuro è sceso a combattere. Ci manca... la foresta!" Anna si batté il pugno sul palmo della mano. "Ecco dove bisogna cercare!"

Si misero in moto, le armi strette fra le braccia e diffidenti, si inoltrarono nel fitto del bosco. Nel frattempo tutti gridavano a voce alta per farsi sentire dal generale.

"Guardate laggiù!" Giorgio si voltò e puntò il dito verso Ovest. Una fumogena rosa spiccava in mezzo al verde delle fronde e al nero delle pezze di cielo che si intravedevano, la stessa che loro usavano per riscuotere le ricompense. Senza perdere ulteriore tempo, corsero fino alla piccola radura, superando un elicottero schiantato ed un paio di radio, accese in apparenza, sul terreno umido.

"Generale, eccola! Sta bene?" Anna fu la prima ad inginocchiarsi davanti al loro capo, il quale appariva corrucciato. Tentò di sollevarsi, lasciando andare uno sbuffo di dolore e ricadendo. Osservando meglio, sulla sua linda giacca verde vi erano una serie di graffi da cui colava sangue verde.

"È infetto..." Cico fissò il generale come se fosse diventato già un infetto di quelli che uccidevano nelle strade.

"Bella scoperta, genio" La voce giovane del castano li fece sobbalzare di sorpresa come sempre. "Faccio pure fatica ad alzarmi, ahia... Lyon, non hai nulla per risolvere? Fa male!" Gemette, riuscendo però a sistemarsi semi seduto.

"Non lo so, lasci che ci guardi" Il leone aprì lo zaino e la prima cosa che le sue dita toccarono fu una superficie liscia, dalla forma allungata. L'infection stopper.

"Ecco dell'infection stopper. Come sa, non è una cura, ma dovrebbe riuscire a rimettersi in piedi." Guardò uno ad uno i wgf, che annuirono silenziosamente. Per qualche istante l'unico rumore dominante furono gli spari in lontananza e il fruscio delle foglie della vegetazione. Il generale si sollevò una manica, rilevando la pelle estremamente pallida, si infilò la siringa dritta nell'incavo del braccio e premette lo stantuffo. Giorgio e Anna si voltarono, Lyon si accinse a richiudere lo zaino e Cico si ipnotizzò con estremo interesse sulla maschera del capo, come se volesse capire quale fosse la sua espressione in quel momento. Alex invece parve perso nel vuoto e nei suoi pensieri, lo sguardo assente.

"Ok, grazie mille" Il generale ripose la siringa nella tasca dei pantaloni e si rialzò, fasciandosi il fianco con una benda che prese dalla giacca. "Non mi dimenticherò il vostro aiuto."

"Sa come mai c'è stato un attacco così grande? Di solito la colonia sta molto attenta a non attirarne dal bosco" Il topo si riassettò la felpa, concitato.

"Sono stati quei bastardi dei disertori. Hanno messo delle radio nella foresta e hanno fatto dei suoni per avvicinarli...poi sentendo le voci si sono avvicinati sempre più" Spiegò il generale, mentre si sistemava i ciuffi superflui che gli erano caduti giù dall'elmetto. "A proposito: devo farla pagare a quei dannati... il loro accampamento è a Nord."

"Cosa vuol dire 'il loro accampamento è a Nord'?" Cico rimase interdetto.

"Vuol dire" ghignò il generale, "Che mi dovrete dare una mano a rendergli pan per focaccia. Eliminate le radio quaggiù, per evitare che attirino altri mostri e raggiungetemi, la strada è tutta a Nord. Ci si vede in giro." Alzò una mano come per salutare e si allontanò di corsa.

"Bene, voglio aiutarlo il prima possibile. Sbrighiamoci a rompere o spegnere le radio" Lyon abbassò al minimo il volume di quelle vicino all'elicottero; Anna tentò di spegnerne alcune più lontane, senza successo.

"Le rompo col mio piccone" Si fece avanti Alex, provando anche in quel modo: quelle radio erano più coriacee di un blocco di acciaio.

"Sentite, né si rompono né si spengono. Abbiamo tentato, no?" Il rosso incrociò le braccia.

"Sì, effettivamente il generale non può obiettare. Partiamo, non voglio perderlo troppo di vista" Lyon puntò il GPS a Nord e cominciò a muoversi.

"Abbiamo bisogno anche della jeep" Gli ricordò la fidanzata.

"Giusto, brava Anna... Cico, tieni su quel fucile!" Ordinò lui, rivolto al suo amico. Era infatti rimasto appena più indietro, l'arma penzolante al suo fianco.

"E se non fosse sicuro andare?" Si preoccupò la mushroom.

"Avanti, non dire sciocchezze. È il generale" Lo calmò il gattino blu, ma Lyon fu più rude e diretto.

"Sei molto più coraggioso quando si tratta di puntarlo a me, vero? Ma quando c'è un po' di pericolo ti tiri indietro. A casa mia si chiama vigliaccheria."

"Oh, basta litigare" Sbuffò Giorgio, alzando gli occhi al cielo.

"E me lo dici tu? Che hai ancora lo stato di sopravvissuto? Senza dimenticarci che non sappiamo se Alex sia un bandito..." Il diretto interessato come sempre preferì non ribattere.

La verità era che Lyon era impaziente di avere di nuovo una missione al fianco del generale: loro avrebbero potuto conoscerlo meglio e lui avrebbe acquisito un po' più di fiducia in loro. Con la strana sensazione di avere il cuore oppresso, ci ripensò: avrebbe avuto una missione col generale, di nuovo.

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