CAP. 6 - Alex ci ha tradito?

"Ragazzi, quindi è deciso? Andremo al laboratorio?" Lyon li fissò dritti negli occhi. La tensione della situazione era palpabile.

"Direi di sì. Anna ha bisogno di una cura al più presto" annuì Cico, dando un paio di affettuosi colpetti sulla spalla della ragazza.

"Non ci sarebbe necessità, ma..." la castana venne interrotta dai rumori molesti provenienti dalla tasca della felpa verde del fidanzato. Lui prese in mano la radio, accigliato, e informò i compagni che a chiamarli era nientemeno che il generale.

"Lyon, che ci fate lì fuori? Avete qualche problema in particolare? Sai, non avete nemmeno chiesto la ricompensa." La voce del militare era carica di sospetto. Alex emise un lieve sbuffo.

"Assolutamente, signore" Il leone tentò di risolvere. "Chiediamo subito la ricompensa, grazie!" Senza ulteriori obiezioni chiuse la chiamata, decisamente abbacchiato. Mentre la fumogena rosa invadeva il vicolo di entrata alla colonia, Giorgio sussurrò: "Secondo me lui sa quello che diciamo."

"Anche per me, quella radio è strana" borbottò il rosso, incupito. I cinque ragazzi continuarono a parlare nonostante l'assordante suono del cargo in arrivo, ma mentre la cassa si depositava lentamente davanti a loro, accadde qualcosa di straordinario.

Era sceso anche un uomo, molto giovane a quanto pareva. Era appena più basso di Lyon, ma il suo portamento militare lo faceva apparire molto più alto. Indossava un'uniforme da generale, un elmetto verde ed una maschera a gas sul volto. Dal copricapo sbucava qualche ciuffo di capelli molto scuri.

"In riga, ragazzi, è il generale!" ordinò il leader del gruppo, abbassando l'arma e posizionandosi davanti al generale. In breve tutti lo imitarono.

"Cosa la porta qui, generale...?"

"Avete fatto un lungo e pericoloso viaggio, mi volevo assicurare che steste bene" parve quasi sorridere nel dirlo.

"E?" osò aggiungere Cico.

"E dovreste avere qualcosa che mi interessa. Dentro questa cassa" ed indicò la cassa con cui era sbarcato "Ci sono un fucile per ciascuno con tre caricatori e un coltello, a testa" mise le mani dietro la schiena, riprese fiato e concluse: "Potete avere tutto...a patto che mi diate ciò che avete trovato all'aeroporto. Vi do due minuti per scegliere che fare." Passò di lato rispetto ai wgf e scomparve dentro l'accampamento.

"Avevamo detto che lo tenevamo" esclamò subito Giorgio, seguito da Alex.

"Infatti, se siete d'accordo, non voglio dare l'infection stopper al generale" Lyon gli lanciò un'occhiataccia, per costringerli ad abbassare il tono di voce.

Qualche minuto dopo, il generale tornò e i cinque gli spiegarono che avrebbero rinunciato alla ricompensa. Il giovane parve sorpreso e anche arrabbiato, ma liquidò la faccenda con un "Come desiderate voi".

Tornarono all'interno della struttura appena dopo il generale, il quale destò un improvviso e colorito coro di saluti dei soldati, infine si infilò all'interno dell'edificio in mattoni gialli sul centro. Anna si mise a controllare i prezzi delle autovetture da un venditore dall'espressione arcigna, mentre Lyon e i ragazzi contavano i tappi racimolati fino a quel momento.

"Potremmo andarci comunque al laboratorio" propose Cico a bruciapelo. "Ci fingiamo cavie e poi là cerchiamo la cura" il pensiero di quelle quattro armi, mentre loro possedevano solo qualche scarsa difesa, lo aveva colpito dritto al cuore.

"Che cosa?" domandò il ragazzo con il cappello da topo, impilando una serie di tappi d'argento.

"Una scusa per andare al laboratorio ad Est ed avere le armi nuove" spiegò rapido Alex. "Beh, tentar non nuoce."

"Fate sul serio?" Anna incrociò le braccia, di ritorno dal venditore riluttante.

"Sì, facciamo sul serio" Lyon prese per l'ennesima volta la ricetrasmittente e impostò nuovamente la frequenza giusta.

"Generale, avremmo una proposta da fargli: che ne dice se andiamo al laboratorio come cavie?" Il militare però era davvero irritato.

"Lyon, credi che non vi senta? Volete andarci solo per prendere le nuove armi che vi sono state negate!" sbottò, bloccando sul posto i cinque membri del gruppo. "Però siccome siete così convinti, andate pure."

"Le armi?" bisbigliò Lyon con un filo di voce.

"E va bene. Vi consento due fucili, solo due, lasciate perdere i coltelli. Ne terrete uno tu e uno Cicotobbi" si arrese. "Fate attenzione: non tentate di fregarmi in alcun modo, perché me ne accorgo!"

"Te lo avevamo detto!" esplose Giorgio. "La cambi la frequenza dopo aver parlato con il generale?"

Il leone arrossì, facendo capire che non lo faceva mai. Alex diede una manata a terra, facendo crollare l'esile pila di tappi di Giorgio.

"Dove diavolo la troviamo la jeep?" borbottò il biondo, raccogliendo ciò che aveva fatto cadere e rimettendolo a posto.

"Poco lontano da qui c'era la vecchia città, e mi sembrava di averne vista una parcheggiata di fianco ad una casa" propose Anna, riportando alla mente la loro prima missione. Cico e Lyon si misero a tracolla il preziosissimo fucile datogli dal generale, mentre Alex si alzava da terra e Giorgio si affrettava a raccattare i tappi sparsi a terra.

***

La camminata fino alla città vecchia era proseguita bene. Le strade, ripulite nei giorni precedenti dagli stessi wgf, erano deserte e silenziose e il freddo era meno pungente del solito. Pareva decisamente un buon segno. La cittadina era ancora in stato avanzato di degrado, ma con fare esperto la ragazza del gruppo si diresse verso una capannina di intonaco ingrigito, che si ergeva solitaria nel giardinetto di un'abitazione.

"Eccola qui" disse Cico, aprendo la porta cigolante del garage. Il ragazzo con il cappello da orso si guardò intorno nervoso, in cerca di infetti attirati dal rumore. Lyon fece il pieno di benzina e spostò la vettura nella strada.

"Scivola davvero troppo... diamine, si è impantanata!" gridò voltando il volante. Le ruote posteriori erano bloccate in un cumulo di fango fresco, che gli altri bonificarono subito.

"Lo so, non c'è un freno? Anche se è un'auto militare dovrebbe esserci" Alex salì di fianco a lui e si sporse per controllare. Il freno c'era, ma a quanto pareva non funzionava molto bene.

Con la jeep superarono diverse strade costellate da macerie e imprigionate fra fitte foreste di abeti, mentre ogni tanto con un suono poco rassicurante le ruote della macchina rompevano il ghiaccio sulla via. Giunti ad un ponte rialzato, il leader si aggiustò gli occhialini e fece: "È pieno di macchine incidentate, non ci passo nemmeno se freno!"

"Si ammaccherà un po' la jeep, ma non abbiamo alternative" Il rosso alzò le spalle, mentre Lyon curvava al millimetro, fracassando a volte gli specchietti delle automobili.

"Fermati, c'è un bunker!" La mezza gatta bloccò l'auto e scese, diretta verso una struttura imponente in ferro battuto. "Guardate qui!"

"L'unico problema è che questa porta è sigillata" Alex colpì un paio di volte l'entrata, che sembrava chiusa da alcune lamiere verdastre. "Cico, riesci a romperle col piccone? Sono solo lamiere, in teoria"

"No, sono molto spesse" ammise lui, che con la sua arma era solo riuscito a scalfirle in parte. Ripartirono senza particolari considerazioni su quel luogo, superando una fittissima foresta e arrivando infine davanti ad un piccolo posto di blocco, formato da numerosi sacchi di sabbia e filo spinato, impilati l'uno sopra l'altro.

"Non ci passo con la jeep, ci sono le case ai lati" disse Lyon dalla jeep. Il posto di blocco era infatti fra una serie di edifici abbastanza estesa, completa anche di pronto soccorso e stazione dei treni, entrambe però distrutte ed abbandonate.

"Passa da sinistra, c'è una stradina!" urlò Anna dalla strada per farsi sentire. Effettivamente riuscì ad infilarvici appena, grazie al muso assottigliato dell'autovettura.

"Non è possibile, ce n'è un altro!" sbuffò Giorgio incredulo. Questa volta era molto più grande: oltre alle pile di sabbia e filo spinato, vi era un elicottero di mezzo e una sorta di piccolo accampamento, formato da un tavolino con una radio e un paio di sacchi a pelo. Ai ragazzi parve di scorgere una figura umana; un uomo infatti era appollaiato su una sedia traballante, mentre si dondolava sulle gambe della sedia.

"Scusi, potremmo passare dal suo posto di blocco?" gli domandò cortese Alex. Il tizio, che aveva una maschera simile a quella del generale e vestiva con abiti corazzati, scosse la testa.

"Negativo" borbottò con voce roca. "Altrimenti perché si chiama posto di blocco?"

"Vende almeno qualcosa?" Cico fu più rude e diretto, il volto di colpo arcigno.

"Armi pesanti, come AK - 47, lanciarazzi, munizioni... che vi serve?" parve subito più reattivo alla vista dei tappi in mano a Giorgio."

"Il mio fucile è un AK - 74... quanto costerebbero due caricatori?" la mushroom esaminò il fucile.

"Due caricatori per AK - 74? Sono 400 tappi" confermò il venditore. Anna emise un verso di disprezzo ed incredulità.

"Quanto diavolo costano? No, è davvero troppo" sentenziò severa. Il militare alzò le spalle.

"Figliola, ti lamenti che 400 tappi sono troppi per due caricatori di AK, quando sono quello che li vende a meno" sbuffò lui, rimettendo a posto le armi e le munizioni.

"Senta, noi proseguiamo a piedi, eh" Giorgio non aspettò risposte, un gesto alquanto coraggioso contro un militare armato, e proseguì dietro al posto di blocco.

Lyon li raggiunse poco dopo, trafelato. "Ragazzi, ho lasciato la jeep al riparo. Chi era quel tipo corazzato sul posto di blocco?"

"Un idiota" dissero in tono sommesso Giorgio e Cico. Alex invece spiegò: "Un venditore di armi pesanti. Non ci ha permesso di rompere il posto di blocco e aveva prezzi spropositati"

"Dovremmo trovare un modo per passare" sospirò il leone pulendosi gli occhiali sulla felpa. "Vi propongo una cosa: ho notato una metropolitana, laggiù. Che dite se facciamo una pausa cibo lì?"

La proposta fu ben accolta, e in men che non si dica i cinque avevano già ripulito il piano superiore della metro dagli infetti. Anna si stava avventurando oltre i tornelli e oramai era scesa, quando gridò: "Ho bisogno di aiuto!"

Erano convinti che avesse bisogno, ma la donna stava benissimo. La persona al suo fianco invece no: gli si distingueva un pallido biondo cenere fra i capelli intrisi di sangue, la pelle era diafana e gli occhi chiusi. Perlomeno si vedeva ancora il petto abbassarsi ed alzarsi con estrema lentezza.

"Ha una cassa di oggetti medici vicino" sussurrò la ragazza di Lyon, come se non volesse disturbare l'agonizzante. "Secondo me qualcuno gliel'ha lasciata per curarlo e se n'è andato subito dopo."

"Che senso ha?" chiese il topo stupito.

"Non ne ho idea" rispose lei alzandosi. "Ma aspettate... dov'è Alex?"

Cico si voltò. Il biondo era scomparso.

"Era dietro di me un attimo fa..."

Il pensiero che gli fosse accaduto qualcosa si univa al sospetto. Quando l'avevano trovato era in mezzo ad un gruppo di banditi, sembrava quasi fosse loro amico...

"Qui lo dico: per me Alex è un bandito" annunciò Lyon arrabbiato. "Sembra sempre ci debba dire qualcosa ma si trattiene, per non parlare di quella volta che era coi banditi!"

"Non lo sappiamo, Lyonio" fece Cico dubbioso. "L'unica cosa che vorrei fare ora è andare a recuperare la jeep e rimetterci in marcia. Qui non mi sento sicuro."

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