CAP.11 - Hanno sparato a Lyon!!

"L'ho implorata, ma non ne ha voluto sapere. Ha detto che chi era anche solo in contatto col Generale non può essere accettato nella colonia" annunciò abbacchiato Lyon.

Dopo la dipartita di Giorgio e il tradimento del Generale i wgf avevano viaggiato fino alla colonia che fino a pochi giorni prima volevano attaccare. La motivazione era semplice: ora che non gli era rimasto più nulla, necessitavano più che mai di un luogo dove potersi riposare.

"La loro condizione non è del tutto sbagliata" disse Anna delusa. "In fondo hanno a cuore l'accampamento e chi ci vive, e chiunque è stato col Generale è potenzialmente uno psicopatico."

"Beh, penso abbia capito che non siamo come quel traditore" ringhiò Cico in tono freddo. Da quando Giorgio era morto, non aveva più riso né fatto battute, come se il Cico di una volta fosse deceduto con lui.

"Capito o no, non possiamo stare qui: ci conviene metterci in marcia per il laboratorio ad Est" concluse Alex saggiamente. Lyon si alzò in piedi con lui e non poté che dargli ragione. Le parole ormai non servivano più; se qualcuno si muoveva gli altri lo seguivano quasi in automatico, e anche quella volta così era successo.

Erano nei pressi della città che inglobava la colonia, in procinto di andarsene, quando Alex strattonò i compagni e li costrinse a prendere copertura dietro un grosso tronco.

"Alex, sei impazzito per caso?!" Anna lo fissò sbigottita. Lui la zittì con un cenno della mano.

"Shhh, parla piano. Guardate laggiù: quello è il Generale!" il loro ex capo si stava allontanando da quel luogo, seguendo un sentiero incastrato tra due grandi colline.

"Sarebbe un suicidio, non ci sono alberi che possano farci da copertura e se ci vede ci crivellerà" obiettò Lyon.

"Lyon, non possiamo perderlo così! Non dimenticarti cos'ha fatto a Gio!" ribadì Cico pungente. Al solo ricordo, il leone si lustrò gli occhialini e si mise a correre, passando dal loro scomodo riparo ai piedi della collina.

"Tu sei un pazzo" ansimò la fidanzata mentre lo raggiungeva. "Non lo vedi quanti diavolo di infetti ci sono?"

"Dobbiamo seguirlo o lo perderemo di vista" disse Lyon dolorosamente, mentre il suo AK - 74 veniva ricaricato. Nel frattempo videro con la coda dell'occhio il Generale proseguire sull'altura, implacabile come sempre. Lyon non l'aveva ferito per nulla, la sua andatura lo testimoniava. C'era però un piccolo particolare che al leader dei wgf stonava. Anna lo aveva detto prima: 'Non lo vedi quanti diavolo di infetti ci sono?' e quell'uomo ci stava camminando in mezzo tranquillamente, senza che questi alzassero un dito.

"Com'è possibile?" chiese ad alta voce, cominciando ad arrampicarsi sulla collina. I compagni lo seguirono confusi. "Cos'è che non ti torna?" fece Cico titubante.

"Guardate quel maledetto, sta correndo come un pazzo tra almeno venti zombie e non gli stanno facendo nulla!" esclamò il ragazzo con gli occhiali, estraendo il picchetto per ucciderne uno. "Fatichiamo persino a seguirlo, dovremmo sparare e farci sentire."

"Non mi sorprenderebbe che avesse inventato qualche siero per diventare immuni." Disse Anna con insolita acidità. Alex quasi si strozzò con l'acqua che stava bevendo.

"Ma... cavolo Anna, hai ragione!" si ravvivò i capelli azzurri e riprese. "Avevamo ipotizzato che alla colonia stessero ricercando una cura, cosa impedisce che invece il Generale stesse sintetizzando un prodotto del genere?"

Quella possibilità congelò tutti. Purtroppo era spaventosa, ma estremamente probabile. Lyon spronò i wgf a non abbattersi e andarono avanti sparando ed uccidendo quanti più infetti possibili. Il cuore gli si oppresse quando si resero conto che Giorgio non avrebbe più combattuto, non sarebbe più migliorato. Dopo la morte dell'amico una parte del loro passato si era come persa, ed ora alla nostalgia del vecchio mondo si aggiungeva il dolore.

Il paesaggio si spianò davanti a loro, rompendo lo schema di colline con uno spiazzo pianeggiante. E proprio in mezzo vi era un rifugio e un numero considerevole di banditi.

"Ed ecco a voi la prova che il Generale è alleato anche dei banditi" annunciò cupo il leone uccidendoli. "Entriamo dentro quella casa, magari troviamo risorse."

"È probabile che gran parte delle sue guardie siano disertori riabilitati" approvò Alex. "Ma ripensandoci, perché un generale dovrebbe allearsi con dei disertori?

"Perché è assetato di potere, e in questo mondo distrutto qualunque uomo addestrato gli fa comodo" sentenziò il rosso, tenendo la porta della casa aperta. Nessuno di loro aveva mai visto nulla di così pericoloso: un'elica, lunga e spessa quanto le loro gambe, fendeva l'aria impedendo l'accesso alle scale sul lato sinistro della costruzione. Lyon si avvicinò rasente la parete, e si arrampicò su un tavolino lì accanto per eludere la trappola.

"Scavalcate il tavolo, se riuscite" consigliò agli altri, tendendo una mano per aiutarli. "Se non ve la sentite evitate, non vorrei vedervi ridotti a poltiglia per colpa di quel coso."

"Non c'è modo di romperlo o spegnerlo?" domandò Anna agitata. Aveva preferito rimanere al di là della trappola e guardava Cico attraversare il tavolo con la paura nello sguardo.

"Servirebbe tirare una granata... ma perderemmo tutto quello che si trova qui dentro" le rispose Cico, mentre Lyon curiosava al piano di sopra. A terra erano posate solo un paio di brandine, qualche cassa e scaffali polverosi. Fu un piacere aprire ogni singola cassa e trovare un sacco di scatolette di cibo ben conservate. Il ragazzo le prese tutte e le stipò nello zaino: finalmente qualcosa andava per il verso giusto.

"Ottime notizie!" fece un sorriso enorme mentre inciampava giù per la scala. "Qui è pieno di cibo, anche se per l'acqua temo che dobbiamo arrangiarci."

Lyon divise poi tutto ciò che aveva trovato: quanto a cibo e medicazioni erano abbondanti, ma le bevande scarseggiavano. Rimaneva circa una bottiglia a testa, e nonostante Anna le conservasse per riempirle persino le fontanelle erano rare.

Un po' rattristati dalla loro misera condizione, ripresero il cammino tra le nuove colline intorno a loro. Bastò avvicinarsi ad una curva per capire che qualcosa non andava.

Il terreno vibrava, ed anche forte. Poteva essere un semplice terremoto, ma la scossa era troppo ritmica per essere causata dalla natura. Lyon sbirciò per capire di cosa si trattava.

"C'è uno di quegli infetti giganti" sussurrò ai wgf, come per paura che potesse udirli. "Costeggiamo la collina, e preghiamo che non veda." Silenziosi e spaventati, i ragazzi si acquattarono in fila indiana e proseguirono. Dall'altura videro distintamente la figura possente del gigante sbattere le braccia al suolo.

"Negate pure, ma il Generale c'entra qualcosa" borbottò Cico a denti stretti.

"Negare che abbia dato inizio a questo ritrovo di contagiati e banditi sarebbe impossibile" disse Anna alzandosi. Quei giganti avevano una forza disumana, ma i loro sensi erano tutto fuorché acuti.

"Cavolo ragazzi, mi è appena saltata in mente un'idea assurda" Lyon si voltò. "Tutta quella carne di infetto che portavamo al Generale... non è che se la mangiava per rendersi immune?"

"Sì, sì!" Cico fece brillare gli occhi. "Le cure le stanno ricercando ai laboratorio, la cosa non torna... non stava sintetizzando nessuna sostanza, era carne bella fresca."

Alex, che aveva studiato qualcosa sull'infezione, annuì. "Mangiando quella schifezza ha in corpo una piccolissima percentuale di virus, quello che basta per far sì che lo riconoscano come loro simile." disgustati da quella nuova scoperta, ebbero qualcosa di nuovo da esplorare.

La via tra le colline li aveva condotti ad un minuscolo centro abitato, fatto di case una volta ricche e maestose. Forse era una vecchia villeggiatura, la posizione era davvero suggestiva e c'era anche il mare vicino. Lì i ragazzi si divisero; Cico e Alex controllarono le case sulla destra, Lyon e Anna quelle dalla parte opposta.

La prima che quest'ultimi aprirono era una villetta con tanto di porticato di quarzo bianco e un giardino posteriore invaso dalle erbacce. Tra quelle sterpaglie vi era una profonda piscina pavimentata con piastrelle color terracotta, ovviamente vuota. L'interno era stato modificato con l'avvento dell'epidemia, la maggior parte dei mobili ostruivano l'accesso alle finestre, solo le sedie disposte in tondo al centro suggerivano che qualcuno si fosse riparato in quella casa.

Senza parlare, i due salirono le scale pericolanti. L'aria fredda scompigliò i loro capelli, e fu subito chiara la causa. Un piccolo elicottero cargo si era schiantato sulla facciata della villa, riducendone i vetri a pezzi, mentre il resto della mobilia era distrutta.

"Cavolo Lyon, come avrà fatto questo a schiantarsi?" Anna saggiò cauta il profilo del velivolo. Il fidanzato si affacciò in strada e sospirò.

"Banditi" borbottò. "Abbattono gli elicotteri per ricavarne armi e rifornimenti, magari li portano ad un capo per scambiarli coi tappi." Quasi a conclusione della frase sollevò il fucile e ne uccise uno che gironzolava nella zona.

La casa subito dopo non fu migliore della precedente: finestre spaccate ovunque, scheletri tenebrosi e una serie di scritte allucinate sulle pareti. Anna le lesse tra sé e sé e rabbrividì. Chiunque fosse stato lì dentro aveva perso la testa, e la mezza gatta sperava con tutto il suo cuore che non fossero i resti scheletrici intorno a lei. Ma nemmeno in quel posto erano avanzate risorse e una comunicazione arrivò alla radiolina di Lyon.

"Sono Cico, ricongiungetevi con noi velocemente" gracchiò il dispositivo. "Abbiamo visto il Generale lungo la strada principale."

"Ancora lui? Ma dove starà andando?" borbottò il leone, mentre tornavano sui loro passi ed incrociavano Alex e Cico.

"Stavamo controllando laggiù, abbiamo trovato solo lampadine e vecchie radio" li accolse il biondo. "Poi lo abbiamo avvistato correre di là" ed indicò la direzione, accanto alla quale compariva una strana zona di terreno smosso. Lyon la studiò interessato.

"Sembrerebbe un cantiere" disse, mostrando le transenne ed una ruspa abbandonata a sé stessa; sembrava che qualcuno l'avesse lasciata a metà del lavoro, siccome il braccio metallico era semi sollevato. Un piccolo gruppetto di infetti si trovava nei pressi di un'auto distrutta. Cico scavalcò le protezioni e si calò nella buca con circospezione.

"È molto profonda, ma non vedo nessuna minaccia" gridò agli amici, che lo seguirono. Alex fece un giro attorno alla ruspa e Anna si spinse quasi sul fondo, dove l'acqua ristagnante aveva formato una fanghiglia paludosa che gli sporcò subito le scarpe.

"Attenti, ci sono dei banditi" li avvisò, estraendo la pistola e correndo verso l'alto. In breve gli spari la raggiunsero da dietro, e con un gridolino prese subito copertura. I tre ragazzi stavano già sparando a destra e a manca, ma in un luogo così aperto il rischio di venir colpiti era altissimo.

"Ahia!" gridò Lyon quando un colpo lo ferì al braccio. Nonostante il sangue che scendeva copioso, sollevò nuovamente l'arma e fece fuoco ancora.

"Lyon!" lo richiamò Alex, anch'egli in difficoltà. Erano proprio nel bel mezzo di un'imboscata, e il fatto che il Generale fosse passato poco prima la rendeva sospetta.

Cico ammazzò un bandito che stava per raggiungere Anna alle spalle, mentre il leader del gruppo se la cavava peggio. Venne colpito anche alla gamba e quando finalmente riuscì ad uccidere il disertore appostato sopra alla ruspa, il suo ologramma gli segnalò un livello di salute inferiore al dieci per cento.

"Mi serve un medikit!" rantolò ai wgf, prima di accasciarsi a terra. La tempesta prima della calma si era quietata, ed ora rimanevano solo le nuvolette di polvere causate dai proiettili. I tre accorsero intorno all'amico bucherellato e iniziarono subito a medicargli le ferite.

"D'ora in poi potete chiamarmi colabrodo" sorrise debolmente. Cico ridacchiò ed Alex scosse divertito la testa, ma Anna lo guardò male.

"Tu non devi buttarti nell'azione senza copertura" lo ammonì con voce rotta. "Altrimenti ti farai ammazzare nel peggiore dei modi, e non saprei come andare avanti." Lyon le fece un carezza distratta mentre mandava giù gli antidolorifici per rimettersi in piedi.

"Non ti libererai di me così presto" le disse guardandola dritta negli occhi.

Nonostante i continui sguardi allarmati, Lyon riprese a zoppicare per la strada, lamentandosi di come quella appena vissuta fosse stata la peggior trappola in cui fosse caduto. Le sue chiacchiere si interruppero quando la via sfociò in un percorso in salita, e nel profilo di una grande colonia militare.

"È qui" fece a mezza voce. "Il Generale è in questo accampamento."

"Andiamo ad ucciderlo!" propose subito il rosso, ma Anna lo dissuase.

"Lyon è vivo per miracolo, siamo a corto di provviste e non sappiamo quanto ancora possiamo tirare avanti!" spiegò, apparendo esausta come non lo era mai stata. Lyon si alterò un poco.

"Beh, ma allora cosa proponi? Ce ne torniamo indietro con la coda tra le gambe come se nulla fosse?"

"Sì, e lo staneremo quando saremo più in forze" Alex si fece avanti. Cico emise un versetto di disprezzo.

"No, io voglio andare lì dentro subito! È la nostra unica occasione di prenderlo solo e farlo fuori una volta per tutte!" esclamò.

"Cosa ti fa pensare che non sia pieno di banditi come al cantiere, eh?" lo incalzò Anna, ma Lyon guardò lei e il gattino in blu con aria delusa.

"Non pensate che Giorgio voglia essere vendicato?" sbottò. A quel tono, anche Anna perse la pazienza.

"Giorgio vorrebbe che non morissimo, ecco cosa!" gridò. "A cosa serviremo quando avremo un proiettile in fronte?"

"Basta, io dico che è l'occasione buona e se continuiamo così lo perderemo per sempre" tagliò corto la mushroom. "Quindi ci conviene deciderci."

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