they find us out | capther 50
POV HELENA
Se pensavo di aver visto innumerevoli bei uomini nella mia vita, non avevo ancora visto Timothée.
È di una bellezza incredibile.
Un tipo di bellezza che ti lascia senza fiato ogni volta che incroci il suo sguardo.
Non ci vediamo da poco più di dieci ore, e già mi manca.
Forse sto diventando troppo sdolcinata, ma è la verità.
Perciò prendo la mia borsa di tela e esco dalla porta principale.
"Tum"
Sento la porta della cucina scricchiolare.
Che ci sia qualcuno? Impossibile.
Ho controllato e ricontrollato più volte che i miei genitori uscissero di casa prima di me.
Però controllare un'ultima volta mi farebbe stare tranquilla, quindi entro in cucina.
Fisso per qualche secondo la porta, e mi guardo a torno, ma come da programma non c'è nessuno.
Sarà stato il vento.
Chiudo la porta, e come ogni giorno mi dirigo verso la villa sul mare.
Il fatto che casa mia sia estremamente vicina alla villa di Timothée, è una gran comodità.
Mi basta camminare per una decina di minuti e sono arrivata.
Busso alla porta, e Timothée mi apre immediatamente, abituato a vedermi tutti i giorni.
«Buongiorno», appoggia le labbra sulla mia fronte, dandomi un bacio delicato.
«Buongiorno» dico chiudendo la porta alle mie spalle, «Questa mattina Chalamet lo chef è in ferie?»
«Eh si, è in ferie.
Non può cucinare senza la sua aiutante preferita, no?» incurvò leggermete le labbra in un sorrisetto.
«Se ti riferisci a me, io non faccio altro che mangiare i tuoi piatti, non sono una degna aiutate»
«Certo che sei un' aiutante degna, per chi dovrei cucinare se tu non ci fossi? Sei fondamentale»
«Onorata di esserlo»
Cominciò ad aprire le varie confezioni, «Questa mattina hai un'ampia scelta: Pain au Chocolat, croissant e girelle con la nutella.
Prendi ciò che preferisci»
«Wow, questa mattina mi tratti proprio come una principessa»
«Mi sembra ovvio, tu sei la mia principessa» diede un morso al cornetto.
«Ah sì? Lo sono? » lo provoco.
Cala improvvissimanente il silenzio.
«Non provocarmi», il suo volto si fece serio di colpo.
È incredibile come con lui, da una situazione romantica io riesca a passare ad una situazione passionale.
«Altrimenti?»
«Altrimenti questa volta non riuscirò a controllarmi»
«Allora non farlo, non controllarti» dico sicura di me.
POV TIMOTHÉE
Autocontrollo: l'unica qualità che non ho.
Non quando si parla di Helena.
Quando si parla di lei, ho tutto tranne l'autocontrollo.
Ho paura che in qualche modo tutto questo possa svanire.
Che da un momento all'altro io e lei non saremo più niente.
Che lei sia solo un meraviglioso sogno da cui non voglio svegliarmi.
Proprio per questo non riesco a controllarmi.
Ho bisogno di sentirla.
Tutta.
Non posso permettermi di farla andar via un'altra volta.
Non accadrà di nuovo.
La bacio.
La bacio così appassionatamente da farle mancare il respiro.
Le nostre bocche aderiscono perfettamente l'una con l'altra.
Ormai conoscono il proprio sapore a vicenda.
Le sfilo velocemente la t- shirt e mi lascio completamente andare al tocco del suo seno sul mio petto.
Indietreggia istintiva, per poi ritrovarsi con la schiena il tavolo.
La vedo sedersi sulla piatta superficie di legno, lasciando cadere sul pavimento i miei pantaloni.
Le mordo voracemente il lobo dell'orecchio, mentre lei si accinge a toccare il punto maggiore del mio piacere.
Le sue mani scorrono su e giù a ritmo sempre più veloce.
Il suo tocco non è delicato, è esigente.
Non vede l'ora di tuffarsi su quel letto, e io lo percepisco.
Proprio in quell'istante però, la porta si apre.
Ancor prima di voltarmi a vedere chi è, metto su istintivamente i pantaloni.
Chi mi ritrovo davanti è la persona più inaspettata che avrei mai potuto immaginare: la madre di Helena.
Cosa ci fa qui?
Il suo viso è bianco per il pallore.
«Mamma cosa ci fai qui!?» Helena scende dal tavolo e rimette la maglietta.
«Hai anche la sfacciataggine di chiedermi cosa ci faccio qui? Sono io a chiederti cosa ci fai tu qui, con lui» urlò adirata.
«Non ti riguarda con chi mi frequento», avanzò.
«Ti sbagli di grosso signorina, adesso tu torni immediatamente a casa.
E tu.. » si riferisce a me, «Stai lontano da mia figlia»
«Mi dispiace ma non lo farò.
Sua figlia è abbastanza matura da decidere cosa vuole e se vuole restare qui con me, allora resterà»
Chi cazzo crede di essere per decidere la vita di sua figlia?
«A me non frega proprio nulla di cosa pensi tu.
È mia figlia e decido io.
Io so cosa è meglio per lei», l'incrociò le braccia.
«Ah si?
Allora mi dica dov'era quando sua figlia aveva davvero bisogno di lei.
Sa che Helena non riesce ad essere se stessa in casa vostra?
Sa anche che non si sente mai abbastanza o che sente come un enorme peso sulle spalle che sta per schiacciarla?»
Sua madre mi guarda spiazzata.
«Bada alle parole che usi, altrimenti dovrò chiamare i tuoi genitori»
Chiamali pure.
A loro non frega proprio nulla.
Quantomeno a me.
«Li chiami allora, non mi importa.
Li faccia venire se è necessario, ma Helena non va via da qua» dico serio.
A quanto pare nessuno dei due ha avuto fortuna con i genitori, eh?
«Se entro questa sera non ti trovo a casa, non disturbarti a tornare» le dice poco prima di uscire.
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SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti miei cari lettori!
Questo capitolo è il delirio😫.
Quanto stiamo odiando la madre di Helena da 1 a 10?
Cosa succederà nei prossimi capitoli?? Ipotizzate.
Alla prossima<3.
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