scream | capther 22
POV HELENA
«Questa è la tua stanza, giusto?», mi guardai un po' attorno.
«Lo è» disse accomodandosi sul letto, «Sei incantevole, Helena»
Se solo potesse riuscire a vedere quanto sia bello lui.
«Adulatore.
Non ti credo»
Amo provocarlo.
Ma lui ama ancor di più farmi arrossire, e ogni volta trova una scusa per farlo.
Prese la mia mano e la fece scorrere fra i pantaloni e il suo intimo.
«Adesso ci credi?»
Posso sentire la sua erezione sotto il palmo della mia mano.
È questo ciò che provoco in lui?
«Dí ancora una volta che non mi credi, e ti darò una dimostrazione ancora migliore», mi guardò negli occhi.
«Allora dovresti affrettarti a dimostrarmelo, perché io 𝙣𝙤𝙣 𝙩𝙞 𝙘𝙧𝙚𝙙𝙤»
Procede a baciarmi voracemente il collo.
Lo stronzo sa che il collo è il mio punto debole, porca puttana.
Sento la sua lingua percorrere il perimetro del mio collo, impaziente.
«Mi piace questo vestito» disse all'improvviso, fuori contesto.
«Grazie, è un reg-»
«Starebbe ancora meglio sul pavimento»
Lo baciai.
Baciai Timothée come se non stessi aspettando altro, come se non vedessi l'ora di essere sua.
Fu un bacio duro, disperato, urgente.
Timothée mi bacia in un modo che mi fa capire che nella mia vita non sono mai stata baciata bene; sono stata baciata tante volte, in tanti modi, ma mai come mi bacia lui.
La sua lingua non scivola fra le mie labbra, ma le forza pretendendo che io faccia lo stesso, e le divora.
Cominciò a sfilarmi la mascherina dal viso con delicatezza.
«Noteranno la tua assenza, dobbiamo tornare di sot-»
«Non ho intenzione di farlo.
Ciò che voglio fare in questo momento è strapparti questo maledetto vestito di dosso» mi dice tra un bacio e l'altro.
E poi lo fa.
Mi toglie il vestito.
«Apri le gambe» mi dice sussurrando.
Io faccio ciò che mi dice.
Dopo aver giocherallato per un minuto con il bordo delle mie mutandine di pizzo nere, si fa spazio con le dita.
Mi inonda di piacere in una sola volta.
«Dimmi di fermarmi, Helena» sussurra.
Cosa?
«Dimmi di fermarmi e lo farò»
«Non ti dirò di fermarti»
La sua espressione sembrava essere soddisfatta.
Questa era la risposta che voleva sentirsi dire.
Però mentre mi tocca c'è un solo pensiero che mi fa sentire tremendamente in colpa: I miei genitori.
Noi non possiamo farlo.
Ciò che sta accadendo è un errore.
Dobbiamo fermarci adesso, ma... non voglio.
«E se qualcuno ci sentisse?», mi interruppe, «Adesso ti scoperò talmente forte che tutti gli invitati al piano di sotto ti sentiranno gridare il mio nome»
Chiarissimo.
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SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti miei cari lettori!
Prima o poi doveva accadere, no?
Era pure ora che Helena e Timothée cedessero alla passione che provano l'una per l'altro.
Non perdetevi il prossimo capitolo perché abbiamo la prospettiva di Timothée 👀
Alla prossima <3.
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