_Capitolo 2_
Erano passate solo alcune ore dopo che i tre furono riportati a casa dalla polizia dopo numerosi interrogatori. Erano ancora abbastanza sconvolti sul fatto, tanto che preferirono non parlarne per giorni, erano troppo spaventati per quello che sarebbe potuto succedere se ne avessero fatto parola. Fino a quando, dopo un mese intero di silenzio, decisero di incontrarsi a casa di Jake per parlare della questione alle cinque in punto.
*
Noah prese i fiori e controllò l'orario : tra meno di un'ora doveva essere a casa di Jake. Sarah, che nel mentre lo stava aspettando per andare, si sistemò con calma i capelli castani e spostò la frangetta dai suoi brillanti occhi azzurri.
«Ok ci sono...Grazie di accompagnarmi.»
Ringraziò Noah facendo segno a Sarah di uscire di casa, la ragazza lo notò e sorrise dolcemente.
«Se ti servisse altre volte chiedi pure! Anzi devo essere io a ringraziarti per farmi venire con te, Jake e Mary!»
Ricambiò il gesto lei, per poi finalmente uscire di casa. Dopo un po' di strada i due arrivarono al cimitero, entrarono e passarono accanto a numerose bare grigie rovinate e piene di muschio per poi fermarsi davanti ad una in particolare. Sarah rimase indietro mentre che Noah si chiniva davanti alla bara poggiando il mazzo di fiori che aveva con sé a terra, un albero gli faceva ombra dall'altro rendendo l'atmosfera cupa e triste.
«Hey E- anzi, non ti voglio disturbare...So che non siamo mai stati in buoni rapporti ma continui a mancarmi...Mi spiace per non esser stato lì quel giorno.»
Sussurrò Noah tremando alla lapide di suo cugino, vedere solo la sua foto e il suo nome incastonati nel cemento opaco gli faceva venire i brividi. Si rialzò e prese un lungo sospiro per calmarsi, successivamente prese Sarah per mano ed uscirono dal cimitero, pronti a dirigersi verso casa di Jake.
*
«Ma Noah si sbriga!»
Lagnò Mary sbattendo le gambe sul letto di Jake, mentre che lui stava mangiucchiando alcuni biscotti che gli aveva lasciato sua madre.
«Calmati riccioli d'oro, Noah è andato solo al cimitero ed arriverà tra poco...con Sarah.»
La riprese Jake e subito Mary scattò in piedi sul letto. Sentire le parole arriverà e Sarah nella stessa frase non era di certo quello che avrebbe voluto sentire.
«Ma perché deve portarselà dietro a quella! Chi la vuole miss "sto sempre con Noah per dare fastidio" nella nostra segretissima riunione!»
Gridò Mary con le mani nei capelli, Jake le gettò addosso un cuscino che c'era sul pavimento e lei glielo rilanciò infuriata. Avrebbe voluto passare il pomeriggio con i suoi amici senza una persona di più, mentre che a Jake non faceva ne caldo ne freddo. Improvvisamente qualcuno bussò alla porta della stanza, Jake si alzò ed andò ad aprire per trovarsi davanti Noah e Sarah.
«Ciao.»
Salutarono loro per poi accomodarsi nella stanza, nel mentre Mary lanciava qualche occhiataccia a Sarah, ancora irritata dal fatto che sarebbe rimasta con loro tutto il pomeriggio.
«Emh, lei sa già tutto?»
Domandò Jake guardando Noah che si era appena seduto davanti ai piedi del letto.
«Si tranquillo.»
Replicò lui mentre che Sarah si sedeva in mezzo ai due.
«Okay ma non raccontare tutto al primo che passa.»
Sbottò Mary ancora in piedi sul letto, per poi sedersi a terra accanto a Jake.
Rimasero in silenzio per un intero lunghissimo minuto, scambiandosi alcune occhiate a vicenda, fino a quando Jake decise di sputare il rospo.
«Dobbiamo indagare sulla questione.»
«Tu sei fuori! Vuoi proprio morire adesso Jake?»
L
o caziò Noah, è Jake ribatté subito.
«Ma oramai siamo dentro il caso! Sentite, molte volte su queste cose la polizia non risolve nulla...Ma i ragazzini nella maggior parte dei casi lo fanno al posto loro! Salveremo la vita di decine di persone così, fidatevi!»
«Però...Sarebbe rischioso mettersi in mezzo...Non sappiamo cosa c'è dietro.»
Balbettò Sarah ancora dubbiosa della cosa, mentre che si risistemava la sua lunga coda di cavallo.
«Si non dovremmo immischiarci...Però ci pensate a quanto sarebbe figo! Insomma, chi non vorrebbe risolvere un caso omicida!»
Dichiarò Mary, anche se lei era incerta sulla questione voleva comunque scoprire di più. Quelle situazioni la intrigavano.
«Allora facciamo così : ci proviamo, ma se finiamo nei guai molliamo. Ok?»
Domandò Noah al resto del gruppo, e tutti annuirono con decisione : avrebbero investigato anche loro su quegli strani omicidi che avvenivano tra i ragazzi della loro età, e forse avrebbero anche trovato la chiave di apertura per risolvere il caso e sbattere in carcere l'assassino! Passarono le seguenti ore a preparere un grafico di azione con le varie informazioni diviso in quattro parti : la prima descriveva come le vittime era erano ragazzi della loro età, sempre Intorno ai sedici o diciassette anni; la seconda, invece, spiegava come, se quel cadavere si fosse trovato in un luogo abbandonato, se ce ne fossero stati altri si sarebbero sicuramente trovati in luoghi simili, insieme ad una lista di posti oramai in rovina in cui cercare; il terzo serviva solo a listare cose da portarsi dietro le ricerche come guanti, torce e simili; mentre l'ultima parte era una lista delle vittime che trovavano, con già segnata quella di ieri.
Erano fieri di come fosse uscito, e fu dato l'incarico a Jake di tenerlo ed aggiornarlo in caso di nuove scoperte o simili. Dopo un po' Noah e Sarah dovettero tornare alle rispettive case, seguiti poco dopo da Mary che aveva un impegno serale improvviso. Jake rimase solo per un po' in camera sua cercando un posto sicuro dove sistemare il loro piccolo segreto, quello che stavano provando a fare era rischioso ma loro ne erano pienamente convinti, sarebbero andati affondo il più possibile, e forse avrebbero risolto il caso veramente! Un buon proposito che Jake non fece uscire dalla sua mente per tutta la serata. Domani avrebbero deciso dove fare la prima vera spedizione.
*
La stanza era buia ed umida, completamente vuota eccetto gli scatoloni sparsi qua e la. Al centro c'era un sedia a cui era legata una ragazzina che provava in tutti i modi a dimenarsi per scappare, ma senza successo.
«Smettila. Così gli darai solo più fastidio.»
Sbottò ella avvinandosi alla ragazza, dovette calmarla dandole una bella botta sul petto ma quella continuava a dimenarsi ed a provare a gridare, anche se il nastro adesivo attaccato alle sua labbra glielo impediva.
Lui entrò nella nella stanza con aria gelida, innervosendosi alla vista della ragazza che continuava ad opporsi. Si avvicino anche lui alle due e zittì definitivamente la ragazza con un colpo freddo e secco.
«Hanno già scovato un corpo, mi chiedo se saranno così intelligenti da trovare anche questo.»
Ridacchiò lui, per poi prepararsi a smembrare e nascondere quel corpo morto con lei.
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