SAINT TROPEZ (PARTE UNO)
"Pronto?".
Brusii di sottofondo, un rumore indistinto di voci: dall'altra parte della cornetta del telefono non giungeva altro.
"Pronto?"
"Pronto? Gin... Ginger? Ginger sei tu?"
"Sì, Rick, sono io, ma ti sento malissimo" rispose la giovane socchiudendo gli occhi e tappandosi l'orecchio sinistro: la voce di Richard era lontana e ovattata, come se giungesse da chilometri e chilometri di distanza, e le fece tornare in mente i tempi in cui, da bambini, prendevano un lungo spago, due barattoli di latta vuoti e giocavano al telefono.
"Aspe... Aspetta" disse lui per poi rimanere in silenzio per qualche secondo; in quel breve lasso di tempo Ginger udì altri suoni indescrivibili "ora mi senti?"
"Sì, ora sì. Cosa è successo poco fa, che ti sentivo così male?"
"Non ne sono sicuro, ma penso che dipenda dal fatto che mi trovo dall'altra parte dello stretto della Manica".
La ragazza corrucciò le sopracciglia, lanciò un'occhiata al calendario appeso ad una parete e quando vide che giorno era si ricordò dell'ultima chiacchierata telefonica con David; l'orribile litigio avuto con Jennifer, e le violente emozioni che ne erano conseguite, le avevano fatto dimenticare completamente il mini tour che il gruppo doveva affrontare in Francia.
"Giusto... Il vostro tour... Come è andato il viaggio?"
"Nel complesso bene, anche se nessuno di noi è mai veramente entusiasta di prendere l'aereo. Ci sono cose alle quali non riuscirai mai ad abituarti veramente... Comunque non c'è stata turbolenza, ed i bambini sono stati bravissimi: Gala è sempre stata seduta composta e Jamie ha dormito in braccio a Juliette per tutto il tempo della traversata, e deve ancora svegliarsi... Temo che, in compenso, ce la farà pagare tenendoci svegli stanotte"
"Il tempo com'è?"
"Ohh, non c'è assolutamente nessun paragone con l'Inghilterra. Siamo scesi da pochi minuti e mi sto già sciogliendo dal caldo che fa. Lì com'è il tempo?" chiese il tastierista, ed a Ginger non sfuggì la nota d'ironia nella sua voce.
Guardò in direzione di una finestra e piegò la bocca carnosa in una smorfia alla vista delle gocce di pioggia che continuavano a picchiettare con insistenza contro il vetro: dopo una piccola parentesi fatta di sole e giornate tiepide, Londra era tornata ad essere la città grigia e cupa di sempre.
"Vuoi davvero che risponda alla tua domanda?"
"No, penso di avere già capito tutto dalle tue parole" Rick rise divertito "Ginger, non ho molto tempo a mia disposizione per parlare, quindi..."
"Stai parlando con Ginger?" Wright venne bruscamente interrotto da una voce maschile che la rossa identificò appartenere a Mason "Ginger! Ehi, Ginger, guarda che qui c'è il tuo ragazzo che si sta struggendo d'amore per te. Non riesce a darsi pace perché l'altra sera non ti ha vista. Vuole sapere perché non sei venuta al party in programma dopo l'esibizione a Hyde Park! Ti prego, diglielo prima che continui a torturarci con i suoi sospiri sofferti!"
"Nick, basta, smettila! Sto cercando di..."
"David! David! Dave, vieni qua, Rick sta parlando con la tua ragazza! Vieni a salutarla!"
"Nick, ti ho...".
La linea cadde improvvisamente, Ginger allontanò la cornetta dall'orecchio destro e la guardò perplessa; scosse la testa e la posò sul supporto.
Poco dopo, il telefono riprese a squillare.
"Perdona quell'idiota di Nick, il volo deve avergli dato completamente alla testa"
"Immagina quando sarete costretti a fare più spesso traversate più lunghe"
"Non ci voglio neppure pensare. Quando siamo andati in America abbiamo affrontato più di nove ore di volo, ed al nostro arrivo abbiamo scoperto che, a differenza di quello che ci avevano detto, non c'erano i strumenti per l'esibizione. Avevamo con noi solo un basso ed una chitarra, e siamo stati costretti a raccattare il resto in poche ore. Con l'organo per me siamo stati abbastanza fortunati, ma batteria di Nick è stata montata con pezzi di batterie diverse" raccontò Rick con un sospiro rassegnato al ricordo dell'orribile esperienza vissuta nel corso del loro primo viaggio negli Stati Uniti.
E quella, sfortunatamente, non era stata l'unica.
A tutto il resto ci aveva pensato Syd, coi suoi comportamenti al limite della bizzarria e del bipolarismo, e con la sua fuga durata ben tre giorni.
La giovane ripensò a quella parte del viaggio, che le era stata raccontata da Roger il giorno in cui avevano accompagnato Syd alla sua prima ed unica seduta con uno psichiatra, e mandò giù un grumo di saliva per umidificare la gola che si era fatta improvvisamente secca ed arida come un deserto.
"Cosa volevi dirmi prima di essere interrotto da Nick?"
"Volevo parlare con te del party, ma desideravo anche introdurre l'argomento in modo più delicato"
"Ahh!" il tono di voce e l'atteggiamento della ragazza, nei confronti del suo migliore amico, cambiarono completamente, passando dal rilassato al difensivo "e cosa vuoi sapere con esattezza? Perché non sono venuta al party? Sappi che avevo detto fin da subito a David che non potevo venirci, sono stata costretta a dirgli di sì solo perché non voleva riagganciare il telefono e rischiava di arrivare tardi alle ultime prove generali. E poi... Poi Keith è stato male e non..."
"Rick! Ehi, Rick" di nuovo la voce di Mason "dobbiamo andare, è arrivato il nostro pullman! Dai! Vieni subito o saremo costretti ad esibirci senza tastierista!".
Ginger sentì Richard emettere un verso seccato e, nonostante la piega poco piacevole che la telefonava aveva preso, sorrise divertita e si lasciò scappare una breve risata.
Adorava vedere il suo migliore amico perdere le staffe, proprio perché era sempre una persona posata, seria e calma.
"Ti chiamo questa sera quando sarò più tranquillo, così possiamo continuare la nostra conversazione senza essere disturbati" dal modo in cui pronunciò quelle ultime parole, la rossa immaginò che Rick doveva essersi voltato verso Nick per fulminarlo con un'occhiata tutt'altro che gentile "nel frattempo... Fai attenzione alla cassetta della posta"
"Che vuoi dire?" domandò lei, non capendo quello strano avvertimento.
"Vedrai" rispose sibillino il tastierista prima di essere costretto a riagganciare la cornetta del telefono.
Ginger scoprì quello che il suo migliore amico voleva dirle solo nel primo pomeriggio quando Jennifer, di rientro da un pranzo in centro in compagnia di Danny, portò dentro casa la posta del giorno.
"C'è una lettera per te" disse Jen, lasciandosi cadere sul divano, accanto alla sorella maggiore; corrucciò le sopracciglia quando lesse il nome del mittente "è da parte di... Rick?"
"Rick?" ripeté la rossa incredula, sbattendo più volte le palpebre "perché diavolo Rick avrebbe dovuto scrivermi una lettera?"
"Non chiederlo a me, non ne ho la più pallida idea. Aprila, così lo scopriremo!".
Ginger aprì la busta con uno sguardo perplesso, chiedendosi cosa il suo migliore amico stava architettando alle sue spalle: si aspettava di trovare un foglio ripiegato più volte con cura, invece c'erano solo due strisce di carta rettangolari; impiegò quasi un minuto intero per capire che erano due biglietti aerei, uno d'andata ed uno di ritorno, per Saint-Tropez.
"Rick deve essere completamente impazzito, non c'è altra spiegazione!"
"Che cosa sono? Cosa ti ha mandato?"
"Due biglietti per un viaggio, ma non ha alcun senso" la giovane guardò Pamela, alla ricerca di risposte "che cosa significa?"
"Non lo so proprio, Ginger" disse la donna, mostrandosi completamente estranea alla faccenda "perché non lo chiedi a Richard quando lo sentirai?".
Ginger aspettò pazientemente che arrivasse la sera e quando arrivò la telefonata di Wright, lo tempestò subito di domande senza salutarlo e senza lasciargli il tempo di farlo a sua volta.
"Aspetta... Aspetta un secondo. Non parlare" la fermò subito il giovane, e lei obbedì, benché ritenesse quella richiesta bizzarra "ecco. Ora puoi parlare"
"Perché mi hai detto di restare in silenzio?"
"Volevo solo essere certo che qualche idiota, tipo Nick, non stesse ascoltando la nostra conversazione telefonica. Dopo questa mattina, non mi sorprenderei affatto se lo facesse"
"Sai che cosa è successo oggi pomeriggio? Jennifer ha trovato nella cassetta della posta una busta indirizzata a me, e sai che cosa ho trovato dentro? Due biglietti aerei per la Francia. E indovina chi era il mittente? Tu! Si può sapere che diavolo significa tutto questo? Mi hai comprato davvero dei biglietti per..."
"...Per raggiungerci a Saint-Tropez? Certo che l'ho fatto. Consideralo un regalo anticipato per il tuo compleanno" rispose Rick tranquillamente; Ginger, al contrario, era sconvolta.
"Richard, io... Io non posso credere che tu lo abbia fatto davvero! È una follia, non ha alcun senso! Pe... Perché?"
"Perché? Perché due giorni fa Pamela mi ha chiamato e mi ha raccontato del crollo nervoso che hai avuto. Era terribilmente preoccupata per te e mi ha chiesto di fare qualcosa per aiutarti, ed io... Beh, io l'ho fatto".
Alla spiegazione di Richard, la rossa rispose con un lungo silenzio: non poteva credere che Pamela gli avesse raccontato tutto dello sfogo avuto in seguito allo stupido litigio con Jennifer.
"Mommi deve averti fornito una versione un po' esagerata dei fatti"
"Invece io credo che lei mi abbia raccontato esattamente la situazione per quello che è, sei tu che ti ostini a non riconoscere di avere un problema"
"Io non ho nessun problema"
"Ohh, mio dio, Ginger, stai parlando proprio come Syd! Anche lui continuava a ripetere che non aveva alcun problema, e guarda, poi, come è finita"
"Magari sarebbe finita in modo diverso se qualcuno lo avesse aiutato fin dall'inizio, anziché voltare la testa dall'altra parte e fingere che fosse tutto apposto. C'è una cosa di cui ancora non mi capacito, Richard, dopo tre anni di distanza e credo che non riuscirò mai a capire: perché tu non mi hai detto nulla quando siete tornati dal tour in America? Posso capire Waters e Nick, ma tu... Il mio migliore amico... Hai avuto tantissime occasioni per raccontarmi cosa era accaduto e da cosa erano causati i comportamenti strani di Syd, ma hai sempre preferito tacere. Perché?" chiese Ginger con voce tremante, stringendo con più forza la cornetta del telefono; dall'altra parte, Wright rimase a lungo chiuso in un silenzio colpevole.
"Perché sono stato un idiota. Ho commesso un enorme errore a cui sto ancora cercando di rimediare. Ginger, posso accettare il fatto di avere perso Syd, ma non posso perdere anche te. Qui, a Saint-Tropez, abbiamo affittato una villa per noi, le nostre famiglie e per i nostri roadies. Quando non saremo impegnati a provare o ad esibirci, passeremo il tempo a rilassarsi in spiaggia o in centro città... Ne approfitteremo per fare una piccola vacanza e per divertirci un po'"
"Come avrebbe dovuto essere a Formentera?"
"Sì, ma questa volta niente andrà storto come a Formentera, fidati delle mie parole. Se c'è una persona che ha bisogno di fare una piccola vacanza e di rilassarsi un po', sei proprio tu. La Francia ti piacerà tantissimo"
"Richard, non lo so..."
"È già tutto organizzato, non devi preoccuparti di nulla. I biglietti di andata e ritorno sono già pagati e non devi pensare neppure alle valigie perché sono già qui ad aspettarti"
"Cosa significa che le mie valige mi stanno già aspettando lì?"
"Chiedilo a Pamela, perché è stata lei ad occuparsi di questa parte del piano, se così possiamo chiamarlo" rispose Wright con una risata "stai tranquilla, non viaggerai da sola in aereo. Domani mattina passerà Lindy a prenderti e verrete qui insieme. Non ha potuto partire insieme a noi a causa di un piccolo imprevisto dell'ultimo secondo, ma, a quanto pare, adesso si è tutto sistemato"
"Non posso credere che tu abbia fatto tutto questo davvero!"
"Dave non sa nulla del tuo arrivo. È rimasto molto male quando non ti ha vista al party... Chissà come reagirà quando ti vedrà comparire qui. Scommetto che resterà completamente a bocca aperta"
"Aspetta solo che arrivi, e poi noi due faremo i conti" Ginger chiuse la telefonata con quella minaccia e scese in salotto per affrontare la madre adottiva "non mi sarei mai aspettata un tradimento simile da parte tua!"
"Che cosa è successo? Cosa mi sono persa?" chiese Jennifer, disorientata, sollevando gli occhi dai ricci di Keith che stava cercando di domare con un pettine; la sua espressione cambiò repentinamente dopo aver ascoltato la spiegazione della sorella maggiore, ed il pettine per poco non le scivolò dalle mani "raggiungerai Rick in Francia? Raggiungerai il gruppo in Francia per una vacanza? Ohh, mio... Ohh, mio dio, hai la vaga idea di cosa significhi questo?"
"Sì, significa che dovrò stare lontana da mio figlio per troppo tempo!"
"Keith starà benissimo insieme alla sua nonna ed alla sua zia preferite. Non credo esista al mondo un bambino più coccolato ed amato di lui" intervenne subito Pamela, per smorzare l'eccessiva preoccupazione della primogenita "e comunque, da quello che mi risulta, anche in Francia esistono i telefoni per comunicare con le persone a distanza"
"Avete ordito una vera e propria congiura alle mie spalle" mormorò la rossa, per nulla entusiasta della vacanza forzata e lontana da casa che l'attendeva.
"Lo stiamo facendo solo per il tuo bene, Ginger, un giorno ci ringrazierai per questo" replicò Pamela con un sorriso che, però, non arrivò a contagiare la figlia adottiva.
"Scatta più foto che puoi a Roger" disse Jennifer, contribuendo solo ad incupire maggiormente l'umore di Ginger.
"Vai, Ginger, altrimenti rischi di perdere il volo. Starai in Francia solo un paio di giorni, passeranno più in fretta di quello che pensi"
"È comunque un'eternità" la giovane si lasciò scappare un singhiozzo; salutò Pamela, Jennifer e poi strinse a sé Keith: la persona da cui era più difficile staccarsi.
Poco importava se si sarebbero rivisti da lì a pochi giorni, Ginger non si era mai separata dal suo unico figlio per più di mezza giornata.
Gli baciò le guance, la punta del piccolo naso, la fronte, gli accarezzò i folti e morbidi ricci neri e gli raccomandò più volte di fare il bravo, assicurandogli che al suo ritorno avrebbe portato con sé un bellissimo regalo per lui.
Il regalo più bello del mondo!
A malincuore, la ragazza si separò dalla sua famiglia, agitò un'ultima volta la mano destra in segno di saluto ed entrò nell'aeroporto alla ricerca di Lindy; riuscì ad individuarla, dopo qualche minuto, in una ragazza che continuava a saltellare ed agitare le braccia sopra la testa per attirare proprio la sua attenzione.
Avvicinandosi a lei, Ginger si rese conto che non era sola: seduta alla sua destra, difatti, c'era una ragazza bionda con le braccia incrociate e lo sguardo rivolto altrove.
Judith, la moglie di Roger.
Ginger non la vedeva dalla vacanza a Formentera.
"Scusami tantissimo se non sono passata a prenderti, ma c'è stato un imprevisto... Spero di non averti messa in difficoltà" disse Lindy con uno sguardo ansioso dopo aver abbracciato e salutato la rossa; lei, in risposta, scosse la testa.
"Mi ha dato un passaggio la mia famiglia" la tranquillizzò Ginger, per poi rivolgersi a Judith che non aveva ancora aperto bocca e sembrava essere assorta nei propri pensieri "ehi, Judith, quanto tempo. Come stai?".
La salute di Judith era l'ultimo dei suoi problemi, ma dal momento che erano costrette a trascorrere di nuovo del tempo insieme, tanto valeva fare buon viso a cattivo gioco: lei aveva fatto il primo passo, ora tutto dipendeva dalla dolce metà di Waters.
La bionda si alzò di scatto, non rispose alla domanda e mormorò qualcosa riguardo al fatto che doveva andare in bagno, prima di dileguarsi tra la gente che affollava il terminal.
"Cerca di non metterci troppo e di non perderti! Tra poco dovrebbero chiamare il nostro volo!" esclamò ad alta voce Lindy per farsi sentire dall'amica; quando non la vide più, sospirò e scosse la testa con aria dispiaciuta "povera, Judy"
"Perché? Che cosa le è successo? Sta male?"
"Sì, ma non fisicamente"
"Cioè?".
Lindy si guardò attorno, accertandosi che l'amica non fosse già di ritorno, si sedette e fece cenno a Ginger di prendere posto alla sua sinistra.
"Lei e Rog non stanno passando un bel momento" confessò la castana a bassa voce, emettendo un altro sospiro "hanno litigato perché Judy ha scoperto alcune... Cose... Sai, Ginger, non sempre possiamo essere presenti quando i nostri uomini devono spostarsi in continuazione per esibirsi. Spesso, poi, stanno lontani da casa anche per settimane".
Dallo sguardo della dolce metà di Mason, la giovane intuì che le 'cose' scoperte da Judith avevano a che fare con il vincolo di fedeltà imposto dal matrimonio; non rimase, tuttavia, sconcertata ed indignata da quella scoperta: secondo lei, era più che evidente che Roger fosse un tipo incline a non sdegnare compagnia femminile al di fuori di quella della moglie.
"Ohh, cavolo, mi dispiace" mormorò, però, preferendo tenere le proprie constatazioni personali per sé.
"Pensa che non voleva neppure venire"
"È per questo motivo che hai posticipato la partenza? Ieri sera, al telefono, Rick mi ha accennato ad un piccolo imprevisto..."
"Sì, esatto. Sono rimasta a Londra per convincere Judith a venire in Francia con noi ed a risolvere questo problema con Roger. Ieri sera siamo rimaste quasi tre ore al telefono con lui e sembrava che il peggio fosse passato, ma questa mattina ha avuto l'ennesimo ripensamento e non riuscivo più a farla smettere di piangere. Ecco perché ti ho chiesto se potevamo incontrarci direttamente in aeroporto" Lindy strinse le mani a pugno e mollò un calcio alla sua povera valigia rossa "io proprio non riesco a capire perché Rog a volte deve comportarsi così da coglione, cazzo. Lui e Judy sono cresciuti insieme, si piacciono da sempre e hanno festeggiato da pochi mesi il loro primo anniversario di nozze! Che senso ha buttare tutto nel cesso per delle avventure che durano neanche una notte? Non riuscirò mai a capire che cosa hanno in testa gli uomini!"
"Secondo me, in casi come questo, hanno un enorme blackout"
"Sì, e poi quando torna la luce e si rendono conto della cazzata che hanno commesso, allora piagnucolano come bambini... Maschi... E Rog non è l'unico a comportarsi in questo modo. Due anni fa ho vissuto in prima persona una situazione completamente capovolta, in cui era Judy che cercava in qualunque modo di consolarmi mentre piangevo disperata. Anche io e Nick abbiamo avuto un breve periodo di crisi quando eravamo fidanzati, ma poi fortunatamente si è risolto ed ora è acqua passata" la ragazza castana tornò a sorridere e mostrò a Ginger la fede che portava all'anulare sinistro, e quest'ultima si chiese se sarebbe mai arrivato anche per lei il giorno di salire gli scalini di un altare per raggiunger il suo promesso sposo.
Probabilmente no, dato che ogni sua speranza era svanita tre anni prima.
"Come ci sei riuscita?" chiese guardando l'anello "come sei riuscita a perdonare Nick per averti tradita?"
"Ci sono riuscita perché lo amo, e perché mi sono resa conto che non valeva la pena di troncare la nostra storia per un incidente di percorso... Però prima di perdonarlo, l'ho fatto disperare per un po'. Meritava una punizione severa, e sono sicura che abbia capita appieno"
"Quindi... Secondo te, pur avendo sofferto molto, è davvero possibile ricominciare da zero in amore?"
"Direi che io e Nick siamo la prova vivente che questo può accadere" sulle labbra di Lindy apparve un sorrisetto furbo "e mi sembra che tu stia facendo lo stesso con David. Nick mi ha raccontato di avervi visto un giorno nel suo appartamento e che eravate molto in confidenza... Allora, cosa sta succedendo tra voi due?".
Ginger evitò di rispondere alla scomoda domanda grazie al ritorno di Judith ed alla voce femminile all'autoparlante che annunciò l'imbarco per il loro volo.
Non appena vide la sua dolce metà al di là delle porte scorrevoli del terminal, Lindy Mason lasciò letteralmente cadere a terra le proprie valigie con un grido di gioia; corse incontro a Nick e lo abbracciò con trasporto, passandogli le braccia attorno alle spalle e le gambe attorno ai fianchi.
Ginger avvertì una fitta di tristezza e malinconia alla vista della giovane e ridente coppia baciata dai raggi del sole, e notò uno sguardo altrettanto cupo negli occhi azzurri di Judith: per ironia della sorte, proprio loro due che non potevano sopportarsi a vicenda, stavano vivendo un dolore simile nello stesso momento.
"Che cosa ci fai qui? Avevo capito che avremo trovato una macchina ad aspettarci, non che ti saresti presentato di persona per venirci a prendere!"
"E che sorpresa sarebbe stata se te lo avessi detto in anticipo? Com'è stato il viaggio? È andato tutto bene? Tu stai bene?"
"Sì, sto bene, Nick. Mi hai scambiata per una bambola di porcellana?"
"Lo sai che mi preoccupo per te" Mason abbassò la voce e mormorò qualcosa all'orecchio sinistro di Lindy, facendola ridere divertita; la posò a terra con delicatezza e raggiunse Ginger e Judith con un sorriso allegro "come state, ragazze?".
La rossa notò che indossava un paio di jeans, una maglietta a maniche lunghe ed un cappello a tesa larga: un abbigliamento che strideva con il caldo e l'afa da cui erano circondati.
"Io sto bene, ma... Tu? Come mai questo look? Senti nostalgia delle giornate fredde e piovose di Londra?"
"Magari fosse solo una questione di stupida nostalgia" rispose lui con una smorfia "niente spiaggia e niente sole per me: mi sono beccato una bella insolazione ed una intossicazione alimentare"
"Ti sei beccato una insolazione ed una intossicazione alimentare dopo neppure ventiquattro ore che sei qui senza di me? Ma si può sapere come ci sei riuscito?" domandò Lindy spalancando gli occhi scuri.
"Possiamo muoverci se non è un problema?" intervenne Judy, coprendosi la fronte con la mano destra "fa caldo, sono stanca dal viaggio e vorrei disfare le valige il prima possibile"
"Saltate sul mio bolide, allora, dolci fanciulle. Così posso condurvi alla nostra bellissima residenza in riva al mare... Beh... In realtà non si trova in riva al mare, è situata un po' più nell'entroterra perché è il massimo che potevamo prendere in affitto col nostro budget... Però è grande, spaziosa e non dista così tanto dal mare. Non fatevi ingannare: sembra un posto tranquillo solo in apparenza. Quando siamo tutti radunati lì dentro..." il batterista prese le valige di Lindy, le caricò nel bagagliaio della macchina, fece lo stesso con quelle di Judith, aprì e chiuse le portiere alle tre ragazze e poi si mise alla guida del mezzo di trasporto "vi chiedo già scusa in anticipo, ma devo ancora prendere dimestichezza con la guida a sinistra"
"Promettimi che non ci schianteremo da nessuna parte. Non ho voglia di finire contro un albero il primo giorno di vacanza"
"Tranquilla, tesoro, finire contro un albero non rientra nei miei programmi. Anche perché ho preso questa macchina a noleggio ed immagino che sarebbe un problema se la riportassi indietro completamente sfasciata... Ohh, avanti, Lindy, non mi guardare in quel modo! La mia guida non è così spericolata! Rog è molto meno affidabile di me al volante... Non è vero, Judith?".
La ragazza bionda, seduta sul sedile posteriore destro, puntò gli occhi sullo specchietto retrovisore ed incrociò per qualche istante lo sguardo di Mason.
"Credo che Roger sia inaffidabile e basta" commentò in tono secco e monocorde, rivolgendo di nuovo il viso in direzione del finestrino; Lindy lanciò un'occhiata a Nick e lui cambiò totalmente argomento, visto che il suo tentativo di riavvicinare la coppia era andato a vuoto, rivolgendo la propria attenzione a Ginger.
"Visto che le tue valigie ti aspettano già in camera, ti andrebbe di fare un salto con me dai ragazzi? Stiamo finendo di fare delle prove generali, così vedrai in anticipo il palco e, se vuoi, potrai scattare un paio di foto"
"Purtroppo non ho con me la macchinetta fotografica"
"Non ti preoccupare, Rick ha pensato anche a questo: è qui dentro il cruscotto"
"Rick ha pensato anche a questo?"
"Sì, ha pensato proprio a tutto... Ovviamente le tue valige e la tua macchinetta fotografica non sono state maltrattate in nessun modo, te lo posso garantire. Allora, che fai? Vieni con me sul palco? Dai, non farti pregare, vieni!".
Dietro le continue insistenze di Mason, Ginger si ritrovò costretta a cedere e così, dopo aver scaricato Judith, Lindy e le valige nei pressi della villa, i due giovani ripartirono per il luogo in cui si sarebbe tenuta la prossima esibizione del gruppo; la giovane si spostò sul sedile anteriore destro, sollevò lo sportello del cruscotto e prese la macchinetta fotografica: senza dirle nulla, Pamela l'aveva data, insieme a due valige colme di vestiti piegati con cura, a Richard il giorno prima della sua partenza, e lui l'aveva portata con sé a Saint Tropez.
"Ha voluto portarla qui perché sapeva che questo era l'unico modo per costringermi a partire" commentò la rossa con un sorriso, agitando l'oggetto "Richard mi conosce fin troppo bene. A volte temo che mi conosca perfino meglio di me stessa. Aspetta solo che lo veda, questa volta..."
"Se vuoi, posso dirti chi è particolarmente ansioso di vederti... Ma forse lo sai benissimo da sola"
"Nick, a proposito di quello che hai visto quel giorno..." la ragazza si schiarì la gola e si sistemò una ciocca di capelli ramati dietro l'orecchio sinistro prima di proseguire "posso assicurarti che ti sei fatto un'idea completamente sbagliata, che non corrisponde assolutamente alla realtà: tra me e David non c'è nulla al di fuori di una semplice conoscenza. Ci siamo visti solo tre volte, per il resto abbiamo sempre parlato per telefono"
"Io so solo che, quando non stiamo suonando o provando o discutendo di musica, continua a parlare di te. Ed è rimasto molto male quando non ti ha vista arrivare al party. Avresti dovuto vedere la sua faccia... Continuava a cercarti con lo sguardo e ti ha aspettata fino alla fine. Secondo me non sospetta minimamente di vederti, oggi"
"E non si è insospettito quando ha visto le valigie?"
"No, perché Juliette ha finto che fossero sue" spiegò Mason con una risata "vedrai! Resterà completamente di stucco. Lo lascerai senza parole!".
Ginger rimase sconcertata alla vista della moltitudine di persone che affollavano la parte posteriore del palco e lo spazio sottostante, laddove erano già state disposte le numerose sedie pieghevoli per il pubblico che avrebbe assistito all'esibizione all'aperto; nei pochi mesi in cui aveva seguito il gruppo come loro fotografa personale, gli spettacoli si svolgevano molto più in piccolo, principalmente all'interno di pub o locali (quando non si trattava dell'UFO club), ma ora era tutto diversa: con la popolarità in continuo aumento, con il pubblico che diventava sempre più consistente, anche le esigenze ed i ritmi della band erano cambiati.
Ormai il gruppo di quattro ragazzi che doveva raccattare in fretta strumenti, cavi e amplificatori per saltare su un vecchio furgoncino sgangherato e correre in fretta in un altro locale per esibirsi di nuovo nell'arco della stessa serata, si stava trasformando in un ricordo lontano e sbiadito.
Quei ragazzi per primi non c'erano più: uno si era perso per strada e gli altri tre stavano diventando giovani uomini.
Ginger sentì un'improvvisa nostalgia dei tempi in cui si fermavano sul ciglio della strada, nel cuore della notte, e, dopo aver unito i pochi spiccioli che ciascuno aveva con sé in tasca, compravano da un venditore ambulante un cartoccio di patatine fritte ed una birra ghiacciata da dividere in cinque.
Impugnò la macchinetta e ne approfittò per scattare una prima fotografia al backstage, per immortalare il fermento che regnava lì dietro: Nick le aveva detto di non muoversi e di aspettarlo, ed erano già trascorsi un paio di minuti da quando era sparito; da quel momento non lo aveva più visto, e non aveva neppure incontrato nessun altro componente della band.
Non aveva visto né Rick.
Né David.
Né tantomeno Waters.
Nel caso del bassista non era così enormemente dispiaciuta, tutt'altro: non era affatto ansiosa di rivederlo, in parte temeva perfino il loro incontro, perché provava ancora un profondo rancore nei suoi confronti, ed il motivo era sempre lo stesso.
Syd.
Finalmente Mason riapparve, in compagnia di Richard a petto nudo, coi piedi scalzi e con addosso solo un paio di jeans neri; si era lasciato crescere i capelli nel corso di quei tre anni, ed ora gli scendevano morbidi ed ondulati ai lati del viso e gli sfioravano le spalle.
Wright sorrise e si sistemò gli occhiali da sole in cima alla testa.
"Non immagini neppure quanto sia contento di vederti qui, Ginger. È andato bene il viaggio?"
"Ritieniti fortunato che siamo in un luogo pubblico ed affollato, altrimenti non immagini neppure quello che ti avrei già fatto, Richard William Wright"
"Sai, Ginger, che la frase che hai appena detto, se ascoltata da orecchie esterne, potrebbe essere completamente fraintesa?" intervenne Nick, per stemperare i toni.
Rick rise e passò il braccio destro attorno alle spalle della sua migliore amica.
"Questo è il suo modo per dirmi che mi vuole bene. Lascia i ringraziamenti ad un altro momento, ora credo che sia il caso di fare una sorpresa a qualcuno, che dici? David è sul palco che si sta riposando e... Non immagina neppure lontanamente che tu sia a pochi passi di distanza da lui. Potresti avvicinarti senza farti notare, così lo coglierai letteralmente di sorpresa in tutti i sensi"
"Ohh, sì, devi farlo assolutamente! È un'idea stupenda! Ed io riprenderò l'intera scena" esclamò il batterista, abbassando lo sguardo sulla piccola cinepresa che aveva in mano "ti piace? È un acquisto che ho fatto un paio di giorni prima della partenza, così potrò riprendere tutte le cose interessanti che accadranno nel corso della vacanza"
"Nick ha preso con estrema serietà il suo nuovo ruolo da cameraman del gruppo. Pensa che ieri era così concentrato a filmare tutti noi in spiaggia che si è beccato un bel colpo di sole ed è stato male tutta questa notte"
"Sì, mi ha accennato qualcosa lungo il tragitto dall'aeroporto alla villa" commentò la giovane, trattenendo a stento una risata per le disavventure del batterista "anche riguardo una intossicazione alimentare, se non sbaglio"
"Dobbiamo per forza discutere della sfortuna che mi perseguita? Forza, Ginger, raggiungi David sul palco prima che sia lui a venire qui ed a rovinare la sorpresa. Devo assolutamente filmare in diretta la sua reazione. Sarà la mia rivincita personale nei confronti del colpo di sole e dell'intossicazione"
"E chissà che la prossima volta, se proprio devi stare ore ed ore immobile sotto il sole, ti ricorderai ad indossare un cappello ed a non abbuffarti di pesce crudo come se non mangiassi da giorni e giorni" aggiunse Rick, inforcando di nuovo gli occhiali da sole.
Ginger lasciò i due giovani da soli a proseguire sulla discussione riguardante cappelli a tesa larga, protezione solare, pesce crudo, colpi di sole ed intossicazioni alimentari, e raggiunse il palco dal dietro le quinte: l'enorme pedana di legno, dalla forma rettangolare, era stata presa d'assalto dagli strumenti della band, insieme ai corrispettivi cavi, amplificatori e microfoni, e dall'impianto luci, posizionato ai lati e sopra grazie a dei sostegni metallici.
La batteria di Nick era posizionata in secondo piano, sul lato destro, mentre la tastiera di Rick era stata sistemata su quello sinistro; la chitarra di David ed il basso di Roger erano abbandonati sulle travi di legno, a poca distanza dai microfoni posizionati in primo piano, vicino all'alto bordo del palco.
Su tutta la superficie liscia correvano cavi simili a serpenti neri, alcuni terminavano la loro corsa attaccati a degli amplificatori di diverse dimensioni mentre altri proseguivano nel backstage, e la ragazza evitò accuratamente di calpestarli per non andare incontro a spiacevoli sorprese: non ci teneva a fare la fine del polpettone arrosto che Pamela adorava preparare per il pranzo della domenica.
David era seduto sullo sgabello posizionato davanti alla batteria e le dava le spalle; anche lui, come Wright, indossava solo un paio di pantaloni.
Ginger rimase immobile ad ascoltare il motivetto che stava suonando.
Quel ragazzo, oltre la chitarra ed il basso, sapeva suonare anche la batteria.
Quanti altri talenti nascondeva?
Si avvicinò di soppiatto e, con un gesto rapido, coprì gli occhi di David con le mani e lui, colto alla sprovvista, sussultò e lasciò cadere le bacchette.
"Devo indovinare chi sei?" chiese poi con un sorriso, aspettando una risposta che non arrivò "vediamo un po'... Sei Nick, giusto? Solo lui può fare questo genere di scherzi"
"Quindi stai dicendo che potrei avere un futuro da batterista, dato che le mie mani assomigliano molto a quelle di Nick?" domandò Ginger, divertita, togliendo le mani dagli occhi del chitarrista; David si girò di scatto con un'espressione di totale sorpresa stampata sul suo volto e con gli occhi azzurri spalancati.
Dopo qualche istante di completa immobilità, sulle labbra carnose di Gilmour apparve un sorriso luminoso.
La rossa si sforzò non poco a non cedere alla tentazione di abbassare lo sguardo sul suo petto nudo.
"Ginger!" esclamò lui, incredulo "che cosa ci fai qui? Quando sei arrivata? Nessuno mi aveva avvisato del tuo arrivo!"
"Che sorpresa sarebbe stata se qualcuno di noi te lo avesse detto in anticipo? Comunque, se la cosa può interessarti, credo che Nick ci stia filmando con la sua nuova cinepresa: prima mi ha detto che voleva assolutamente riprendere in diretta la tua reazione" la giovane si voltò con un sorriso in direzione del backstage, per indicare il batterista ed il suo migliore amico, che stavano ancora osservando la scena a distanza con un'espressione divertita, e vide che a loro si era unito Waters.
Per una frazione di secondo incontrò gli occhi chiari del bassista, poi abbassò lo sguardo, sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro e si sforzò di continuare a sorridere.
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