OFFICIAL PRESENTATION
1970, settembre.
"Ohh, mio dio, non sto più nella pelle!" esclamò Jennifer battendo le mani e saltellando, facendo dondolare i numerosi bigodini che aveva in testa per arricciare i capelli "finalmente stiamo per conoscere il ragazzo di Ginger!"
"Cerca di non farlo scappare prima del dolce" ribatté Ginger, mentre si occupava di apparecchiare la tavola; Jennifer sbuffò, si sedette e continuò ad agitare le mani per far asciugare lo smalto il più in fretta possibile: come accadeva fin da quando era piccola, ed avevano un impegno importante, la ragazza non si era alzata dal letto fino a quando non si era resa conto di essere terribilmente in ritardo.
"Stai dicendo che io faccio scappare i tuoi fidanzati? Non è mai accaduto, anche perché posso contare le relazioni che hai avuto sulle dita di una mano"
"Allora cerca di non iniziare proprio oggi"
"Perché anziché essere così acida nei miei confronti, non mi racconti qualcosa di lui? Non mi hai detto nulla sul suo conto! L'unica cosa che so è che si tratta di un vicino di casa di Rick! Com'è fatto? Me lo puoi descrivere? È alto?"
"Sì, è alto"
"Quanto?"
"Come Rick. Al di sopra del metro e ottanta"
"A me piacciono gli uomini ancora più alti. Di che colore ha i capelli e gli occhi?"
"Ha i capelli biondo scuro e gli occhi azzurri"
"Io preferisco la combinazione capelli castani ed occhi azzurri" disse Jen con un sospiro sognante; Ginger strinse le labbra in una linea sottile e contrariata.
"Io continuo a non capire come faccia Roger a piacerti così tanto... Sai che lui e Judith hanno da poco passato un periodo di crisi perché continua a metterle le corna? Come puoi difendere ed ammirare un individuo che prima sposa la sua fidanzata di sempre e poi non esita un solo istante a tradirla ripetutamente con altre ragazze? Tu riusciresti seriamente a stare insieme con una persona come lui, insieme a lui, sapendo quello che fa quando è lontano da casa?"
"Evidentemente la tradisce perché non è davvero contento di stare insieme a lei. Io sono convinta che se si innamorasse per davvero, lui..."
"Ecco, adesso stai parlando nuovamente come una ragazzina di quattordici anni. Se davvero non è contento di stare con lei, perché l'ha sposata? Perché ci sta insieme? No, qui non c'entra nulla il fatto che sia o meno contento della loro relazione: semplicemente al mondo esistono uomini, sempre se possono essere definiti tali, che pur avendo una relazione, non riescono a stare lontani dalle altre donne, anche se rischiano di mandare all'aria la loro vita sentimentale, e Waters appartiene proprio a questa categoria. Accettalo. Anche se tra lui e Judith dovesse finire, anche se dovesse trovare il vero amore della sua vita, e stai pur certa che non sarai tu, non smetterà mai di prediligere compagnia extraconiugale... Perché? Perché lui è fatto così. Ed ora è meglio se vai in camera a prepararti"
"Ma... Ma non mi hai ancora detto nulla riguardo il tuo ragazzo!"
"Lo vedrai tra poco, ormai sarà qui a momenti e tu sei ancora in vestaglia e con i bigodini. Ci tieni proprio a farmi fare una pessima figura? Cosa vuoi che pensi? Che siamo una famiglia disagiata? Sì, lo so benissimo anch'io che questa è una famiglia tutt'altro che normale, ma per una volta vorrei cercare di esserlo il più possibile... O almeno di provarci"
"Mommi!" protestò Jennifer, girando il viso in direzione di Pamela che stava tirando fuori il polpettone dal forno.
"Questa volta sono costretta a dare ragione a tua sorella, Jen. Sei in ritardo come sempre e quel ragazzo sarà qui a momenti: vai subito in camera tua a prepararti e scendi il prima possibile"
"Antipatiche!" borbottò la ragazza, alzandosi dalla sedia e scomparendo in salotto.
Ginger scosse la testa, facendo dondolare la lunga coda di cavallo fiammeggiante da una spalla all'altra, e si morse il labbro inferiore: ora che lei e Pamela erano da sole, poteva finalmente dirle ciò che le aveva tenuto in parte nascosto negli ultimi due mesi.
Si sedette, guardò la madre adottiva negli occhi ed intrecciò le dita sopra al tavolo.
"C'è una cosa che devi sapere. Avrei voluto dirtela prima, ma non sapevo come fare in presenza di Jennifer..."
"Sei di nuovo incinta?".
La ragazza spalancò gli occhi scuri.
"Cosa? No, no! Assolutamente no! Non si tratta di questo, sei completamente fuori strada... E poi per il momento ho già una piccola peste di cui occuparmi... Non credo di essere pronta per gestirne una seconda così presto... No, si tratta del ragazzo che sto frequentando... Del mio ragazzo" Ginger prese a tormentarsi le dita "non sono stata del tutto sincera con voi. Non si tratta di un vicino di casa di Rick. Si tratta di David, il chitarrista del gruppo"
"Tesoro, ma io lo sapevo già"
"Lo sapevi già? E come?"
"Ma tesoro mio, mi sembra abbastanza ovvio, non credi? Hai ricominciato a lavorare per loro, trascorri la maggior parte del tempo insieme a loro e lui è l'unico a non avere già una relazione... E ti ha mandato quel bellissimo mazzo di rose un paio di mesi fa. Ginger, sono stata ragazza anch'io, sai? Perché non lo hai detto subito?"
"Perché gli altri ragazzi non sanno nulla della nostra frequentazione e per il momento voglio che le cose non cambino... E poi, dai, mi sembra abbastanza ovvio! Immagini la reazione di Jennifer se le avessi detto che ho una storia con David?"
"Se è per questo, lo sta per vedere a momenti. Come pensi che reagirà quando vedrà uno dei quattro ragazzi che segue in modo così assiduo da tre anni?"
"Anche Rick fa parte di quei quattro ragazzi, e non mi sembra che abbia qualcosa di diverso da loro"
"Ginger, per te non si tratta di nulla di eccezionale od esaltante perché passi tantissimo tempo in loro compagnia. Per te sono ragazzi come tutti gli altri, ma non è lo stesso per Jen. Rick è un caso a parte perché lo conosce fin da quando eravate piccoline, ma David, come Roger, le appare una figura lontana ed irraggiungibile. Forse avresti fatto meglio a dirle qualcosa in anticipo, così nel frattempo si preparava e sbolliva tutta l'eccitazione, non credi?" domandò Pamela, e la ragazza si ritrovò costretta ad ammettere a sé stessa che forse non era stata una buona idea tacere a Jennifer la vera identità del suo ragazzo; tutto ciò che poteva augurarsi, ora, era che la sorella minore non prorompesse in urla isteriche, da ragazzina con gli ormoni in subbuglio, alla vista di David "hanno suonato il campanello. Vai ad aprire?"
"Come sto?".
Pam si voltò a guardare la figlia adottiva maggiore: indossava un paio di pantaloni a palazzo e la camicetta a stampa floreale che aveva acquistato a Saint Tropez il famoso pomeriggio in cui Gilmour era volato giù dal palco per colpa di un contatto scoperto.
"Stai benissimo, sei raggiante".
Ginger sorrise ed uscì di casa per aprire il cancelletto al chitarrista ed accoglierlo in casa sua per la prima volta; rimase stupefatta alla vista dei due mazzi di fiori che aveva con sé e dell'enorme peluche a forma di riccio che teneva sotto il braccio sinistro.
"Ohh, mio dio... E... E questi?" domandò stupita "cosa significano?"
"Sono un piccolo pensiero per tua madre e tua sorella" rispose il giovane, riferendosi ai due mazzi di fiori identici "non potevo presentarmi a mani vuote"
"Anche quello è un piccolo pensiero?"
"Sì, per Keith. Dici sempre che è il tuo piccolo riccio e quindi ho pensato di prendere qualcosa a tema, e ti posso assicurare che non è stato per nulla semplice trovare il peluche di un riccio. Ho girato mezza Londra, ma alla fine ce l'ho fatta. Guarda, attorno al collo ha un nastro legato ad una scatola di colori... Se non sbaglio, una volta mi hai raccontato che adora disegnare, giusto?"
"Sì, adora disegnare e sono sicura che adorerà anche questo regalo. Impazzirà non appena vedrà il peluche ed i colori nuovi. Diventeranno entrambi i suoi giochi preferiti. Considera di averlo già conquistato"
"È quello che mi auguro"
"Vieni, allora, così finalmente potrai conoscerlo" Ginger fece accomodare David in casa, lo aiutò a togliersi la giacca e lo presentò a Pamela, in cucina "mommi, questo è David. David, lei è la mia mommi"
"È un piacere conoscerla, signora Anderson, Ginger mi ha parlato molto di lei. Questo è un piccolo pensiero per ringraziarla dell'invito a pranzo"
"Non c'era assolutamente bisogno che ti disturbassi, David"
"Può chiamarmi Dave, se vuole. Lo preferisco"
"E tu puoi chiamarmi semplicemente Pam e darmi del 'tu'. Ti piace il polpettone, Dave?"
"Sì, sign... Pam. Ginger mi ha anche detto che prepari un polpettone favoloso"
"Non lo dico per vantarmi, ma è un piatto che mi esce piuttosto bene. Ti piace anche la crostata di rabarbaro e panna?"
"Sì, sì, mi piace molto anche quella. A volte la prepara anche mia madre"
"E tu non hai nulla contro la crosta delle crostate, vero? Ricordo ancora che c'è un ragazzo nel vostro gruppo che detesta con tutto sé stesso la crosta, sente una vera e propria repulsione nei suoi confronti. Pensa che l'unica volta che lui, Rick, Roger e Syd sono venuti qui a mangiare, ha tagliato l'intera crosta"
"Nick non può proprio sopportare la crosta delle crostate... Però, a parte questo, è un bravo ragazzo"
"Mommi, guarda che cosa ha preso per Keith! Non è stupendo?" intervenne Ginger per togliere David dall'imbarazzo "ha anche una scatola di colori legata al collo con un nastro. Vuoi conoscerlo? Vieni, è qui in salotto".
La giovane fece cenno al chitarrista di seguirla in salotto ed appoggiò l'indice destro alle labbra perché doveva fare meno rumore possibile: Keith stava dormendo sul divano, raggomitolato sul fianco sinistro, sotto una copertina azzurra su cui Pamela aveva ricamato il suo nome; i ricci neri gli ricadevano sugli occhi chiusi, coprendogli in parte il viso, e Ginger glieli scostò con delicatezza, sfiorandogli appena la pelle per non svegliarlo.
David si chinò in avanti per osservare con più attenzione il piccolo e la rossa guardò con attenzione il suo viso, per non lasciarsi sfuggire la più piccola variazione di espressione.
Non gli aveva mai detto che Keith era figlio di Syd.
Non lo aveva mai fatto perché lo riteneva un particolare superfluo, inutile da precisare.
Sul volto del chitarrista apparve un sorriso tenero.
"È davvero un bambino bellissimo. Davvero bellissimo. Ti fa disperare?"
"Non sempre... Dipende dal suo umore. Ieri sera mi ha fatta disperare perché ha voluto a qualunque costo una seconda fetta di torta e poi non è riuscito a chiudere occhio per tutta la notte a causa degli zuccheri che aveva in corpo. Infatti, niente crostata oggi. Ed ecco anche spiegato perché sta dormendo come un ghiro" mormorò la rossa, sistemando il cuscino e rimboccando le coperte al piccolo.
"Vuoi che glielo dia più tardi il regalo?"
"Lascialo lì, ai piedi del divano, così sarà la prima cosa che vedrà non appena aprirà gli occhi"
"E tua sorella dov'è?"
"Jennifer? Ohh, lei sta finendo di prepararsi, non riesce mai ad essere puntuale" disse Ginger sollevando gli occhi al soffitto con un sospiro "devo avvertirti riguardo Jennifer. Lei...".
La rossa venne interrotta da un rumore di passi proveniente dal piano superiore dell'abitazione; Jennifer scese in fretta le scale, ma si bloccò di colpo a metà, non appena i suoi occhi incontrarono quelli azzurri di Gilmour.
"Ehi, tu devi essere Jennifer, giusto?" domandò lui, salutandola con un sorriso radioso, che avrebbe fatto perdere la testa a qualunque ragazza "questi fiori sono per te. Ho pensato di portarti un piccolo pensiero".
La ragazza sgranò gli occhi, avvampò violentemente, si coprì la bocca con le mani e sparì di nuovo al primo piano, rifugiandosi dentro la sua camera da letto.
"...Segue il vostro gruppo praticamente dall'inizio" concluse Ginger con un sospiro.
Era andata comunque meglio di quello che credeva.
Almeno, Jennifer non aveva urlato.
"Stai dicendo che tua sorella è nostra fan? Le piace la nostra musica?" domandò il chitarrista inarcando il sopracciglio destro.
"Sì" mormorò la rossa con una smorfia "ma per mia sfortuna le piace ancora di più quell'individuo odioso che ricopre il ruolo di bassista nel vostro gruppo".
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