LIES (PARTE TRE)
1973, settembre.
David rientrò a casa nel tardo pomeriggio, poco prima dell'ora di cena, dopo aver trascorso un'intera giornata chiuso negli Studi di Abbey Road.
Trovò Ginger ad aspettarlo, seduta sul divano, in salotto.
Gli bastò un'occhiata al suo volto pallido ed al suo sguardo freddo per capire che sapeva tutto.
"Che cos'è questo?" domandò la rossa, senza neppure salutarlo, mostrandogli un piccolo bigliettino stropicciato che stringeva nella mano destra "Keith e Demi hanno accidentalmente urtato la libreria giocando e, mentre raccoglievo i libri che erano caduti a terra, ho trovato questo biglietto che, naturalmente, non appartiene né a me né tantomeno ai bambini. E sai dopo che cosa ho fatto? Ho chiamato tuo fratello per chiedergli se era tutto apposto con la macchina, visto il disguido col fango che ha avuto il mese scorso, e sai che cosa mi ha risposto? Sai cosa mi ha risposto? Che non ti ha mai chiamato perché aveva la macchina in panne nel cuore della notte".
Ginger tirò su col naso e guardò in silenzio il chitarrista, che non disse una sola parola, limitandosi ad appoggiare a terra la custodia con dentro la Fender Stratocaster acquistata appena qualche mese prima, in seguito ai cospicui incassi di The Dark Side Of The Moon.
"David" disse infine la giovane in tono grave, alzandosi dal divano, stringendo il biglietto con mani tremanti "tu mi tradisci? Ti vedi con un'altra donna? David, guardami negli occhi e rispondi alla mia domanda, per favore: ti vedi con un'altra donna?".
Gilmour emise un profondo sospiro e puntò gli occhi chiari su quelli scuri della moglie.
"Sì" confessò, poi, perché era inutile continuare a nascondere ciò che era più che evidente.
Finalmente era arrivato il momento di mettere tutte le carte in tavola.
La rivelazione colpì Ginger come un pugno allo stomaco: la giovane trattenne il respiro, lasciò cadere a terra la prova tangibile dell'infedeltà del suo uomo, ed indietreggiò di un passo scuotendo la testa.
Non ci poteva credere.
Non poteva credere che David avesse davvero un'altra donna.
Doveva essere per forza un brutto incubo, non c'era altra spiegazione.
Eppure lui era così serio, ed il suo sguardo era così freddo... Quasi non sembrava appartenergli...
"No, no, non può essere... Questo non può essere assolutamente reale. Tu non... Non puoi... Da quanto tempo va avanti questa storia?"
"Aprile"
"E come... Dove..."
"A Philadelphia, mentre eravamo in tour".
La ragazza spalancò ancora di più gli occhi; in quel momento si rese conto che Roger non le aveva raccontato delle bugie legate all'invidia perché il suo matrimonio con Judith era finito nel peggiore dei modi, ma bensì la verità che lei non aveva voluto guardare in faccia.
Era tutto vero.
Era tutto vero e lei non aveva voluto credergli.
"Come hai potuto?" la rabbia esplose all'improvviso, cieca, bruciante ed assoluta "come hai potuto farmi questo? Come hai potuto andare a letto con un'altra donna e portare avanti una relazione alle mie spalle per quasi sei mesi? Ti rendi conto che mentre io ero in ospedale in preda ad una crisi di nervi perché mia sorella stava male, tu stavi scopando con quella puttana?"
"Il suo nome è Virginia, e non è affatto una puttana" urlò il giovane a sua volta: mai prima d'ora aveva alzato la voce nei confronti della moglie nel corso dei tre anni del loro matrimonio.
Ginger avvertì una seconda, dolorosissima, fitta allo stomaco.
"Ohh, mio dio..." sussurrò scuotendo la testa, perché non ci poteva e non ci voleva credere "mio dio... Non si tratta di una cosa passeggera... Mio dio... Non è una semplice storiella... Tu sei innamorato di lei"
"Sì, Ginger, è così: sono innamorato di lei e voglio stare insieme a lei"
"Mi fai schifo"
"Io ti faccio schifo? Io? Sul serio?" David esplose in una risata amara "smettila di fare l'ipocrita e cerca di essere sincera ed onesta con te stessa come ho appena fatto anch'io. Getta la maschera e confessa la verità"
"Verità? Quale verità? Ma si può sapere di che diavolo stai parlando?"
"Avanti, smettila di fingere. Ti ho vista quel giorno in albergo" disse Gilmour piegando le labbra in una smorfia "ti ho vista abbracciata a Roger. Ho visto come lo abbracciavi e come lui ti teneva stretta e ti accarezzava la schiena... Io almeno ho avuto la decenza di andare a letto con una ragazza che non conoscevi, mentre tu non ti sei fatta scrupoli a farlo con un mio compagno di band".
La rossa spalancò gli occhi, incredula ed indignata dalle accuse che il marito le stava rivolgendo.
Boccheggiò alla ricerca di aria.
"Tu non... Tu non stai parlando sul serio... Non puoi parlare sul serio, non puoi essere davvero convinto che tra me e Roger ci sia qualcosa... Io non... Io non sono andata a letto con lui. L'ho abbracciato solo per ringraziarlo per quello che aveva fatto per me. Perché mentre tu eri in compagnia di quella troia, lui è stato a mio fianco in ospedale!"
"Ti ho già detto che non devi permetterti di chiamare Virginia in quel modo!"
"E come dovrei chiamarla una che non si fa scrupoli di alcun genere ad andare a letto con un uomo sposato e con figli?"
"Lasciala fuori da questa faccenda, non prendertela con lei"
"Come hai potuto farmi questo?" mormorò la giovane con il volto contratto in un'espressione di sofferenza "come hai potuto farmi questo quando mi avevi promesso che non mi avresti mai fatta soffrire? Te lo ricordi, David? Ricordi quando mi hai fatto questa promessa? Ricordi che mi avevi detto che non mi avresti mai spezzato il cuore? Io non so che assurde idee ti sei messo in testa riguardo me e Roger, ma se speri di sentirti apposto con la tua coscienza, ti sbagli di grosso".
Ginger gli voltò le spalle e corse di sopra, chiamando a gran voce Keith e Demi che stavano giocando nella cameretta del più grande.
"Mamma, che c'è? Che succede?" domandò Keith sgranando gli occhi verdi.
"Venite, forza, andiamo via"
"Dove? Dove andiamo? Mamma, dove andiamo?"
"Ho detto che andiamo via"
"Ginger, dove li vuoi portare?" domandò David, entrando trafelato nella stanza, ma lei non rispose: prese in braccio Demi, afferrò Keith per mano e ridiscese velocemente le scale che portavano al piano inferiore; Gilmour la seguì, e ripeté la domanda ad alta voce, iniziando a preoccuparsi "dove li vuoi portare? Dove diavolo li stai portando?"
"Il più lontano possibile da un porco come te!" urlò di rimando la ragazza, prendendo le chiavi della propria macchina da sopra un mobile vicino all'entrata di casa.
Uscì dall'abitazione senza avere alcuna intenzione di fermarsi o di ritornare sui propri passi, sistemò Keith e Demi sui sedili posteriori della vettura, ed aprì lo sportello anteriore destro per salire al posto di guida; David la fermò prontamente, afferrandola per il polso destro, e lei provò a divincolarsi, urlando a pieni polmoni, fregandosene dei vicini che avrebbero potuto sentire ogni singola parola.
Tanto meglio se la loro discussione non fosse passata inosservata ai loro occhi ed alle loro orecchie curiosi: tutti dovevano sapere che razza di sporco e bastardo traditore era David.
"Lasciami andare!" gridò la ragazza tentando di liberarsi "lasciami andare, David, o giuro che chiamo la polizia e ti faccio arrestare. Non provocarmi, perché giuro che lo faccio davvero. Lasciami andare immediatamente"
"Tu non vai da nessuna parte in questo stato, tantomeno con i bambini"
"Lasciami subito!"
"Dove vuoi andare? Dove li vuoi portare?".
In tutta risposta, Ginger mollò un doloroso calcio al ginocchio sinistro del giovane e lui, colto totalmente alla sprovvista dalla reazione violenta, mollò la presa, permettendole di chiudersi dentro la macchina; stringendo i denti dal dolore, Gilmour provò ad aprire la portiera, e poi iniziò a tempestare di pugni il finestrino.
"Ginger!" adesso era lui ad urlare a pieni polmoni, con uno sguardo terrorizzato "Ginger, dove vuoi portarli? Cosa vuoi fare? Ti prego, aspetta, apri questa portiera, scendi e torniamo in casa a parlarne con più calma. Non è necessario reagire in questo modo. Non è assolutamente necessario. Possiamo affrontare l'intera questione come due persone adulte, senza perdere la testa e senza fare qualcosa di cui potremo pentircene amaramente. Apri la portiera, per favore, Ginger! Ginger? Ginger, apri questa stracazzo di portiera, porca puttana!"
"Io non aprirò nessuna portiera, David, e se provi a fermarmi non mi farò alcuna remore a centrarti in pieno con il cofano della macchina, perché è quello che ti meriti, brutto stronzo schifoso che non sei altro" sibilò a denti stretti la rossa; dietro, sui sedili posteriori, Keith stringeva Demi che era scoppiato in un pianto disperato, ed osservava la madre con un'espressione angosciata negli occhi verdi spalancati "e se pensi davvero che io possa essere in grado di fare del male ai miei bambini, allora significa che dopo tre anni non hai proprio capito un cazzo di me, David Jon Gilmour".
La giovane girò la chiave, mise in moto la macchina e partì ignorando le grida del suo ormai prossimo ex marito (per lei lo era già), tenendo gli occhi fissi sulla strada davanti a sé, senza lanciare neppure un'occhiata allo specchietto retrovisore.
Non voleva vedere mai più la faccia di David.
Mai più.
"Mamma..." mormorò Keith dopo qualche minuto, titubante, mentre Demi continuava a singhiozzare stretto tra le sue piccole braccia "mamma... Mamma, cosa sta succedendo? Dove stiamo andando?"
"Non ti preoccupare, tesoro mio" rispose lei, sforzandosi di sorridergli dallo specchietto retrovisore nonostante gli occhi colmi di lacrime "andrà tutto bene. Demi, non piangere... Keith, cerca di calmare tuo fratello, per favore, digli che non c'è assolutamente nulla per cui piangere".
Keith non insistette e cercò di tranquillizzare il fratellino, che smise di piangere e singhiozzare solo qualche minuto più tardi, continuando, però, a tirare su col naso di tanto in tanto.
Ginger parcheggiò la macchina davanti alla sua vecchia casa, prese i due bambini e bussò più volte, freneticamente, alla porta d'ingresso.
Quando Pamela andò ad aprire, le bastò guardare le facce stravolte della figlia adottiva e dei due nipotini per capire che era successo qualcosa di grave.
"Ginger, cosa..."
"Ho bisogno che ti occupi di Keith e Demi per questa notte" disse la giovane, parlando in fretta, dandole in braccio il più piccolo "non te lo avrei chiesto con così poco preavviso se non fosse una vera emergenza"
"Ginger, va bene, ma... Che cosa sta succedendo? Dove stai andando? Dov'è David?"
"No, non ora... Ora non posso e non ce la faccio... Domani ti spiegherà tutto quanto, ma non ora"
"Ginger! Ginger, per l'amor del cielo, dove stai andando? Cosa sta succedendo?" chiese Pamela con uno sguardo terrorizzato, ma la rossa, anziché rispondere e spiegare che nel giro di poche ore il suo matrimonio apparentemente perfetto era bruscamente giunto al capolinea, si allontanò velocemente dall'abitazione e risalì in macchina, schiacciando con forza il pedale dell'acceleratore.
Parcheggiò di nuovo la vettura qualche quartiere più in là, davanti ad una cabina telefonica pubblica; uscì dall'abitacolo ed entrò nella cabina per effettuare una telefonata.
Le dita le tremavano così tanto che rischiò più volte di digitare il numero sbagliato.
Rick rispose dopo il terzo squillo, e venne subito ridotto al silenzio dalle prime fredde parole della sua migliore amica.
"Sei uno schifoso doppiogiochista"
"Cosa... Ginger? Ginger, ma che... Aspetta un attimo, si può sapere che sta succedendo?"
"Perché non mi hai detto che David mi stava tradendo con un'altra donna? Sapevi tutto quanto fin dall'inizio e non mi hai mai detto nulla, perché? Perché non lo hai fatto?".
Rick rimase in silenzio.
"Ginger, ascolta, lasciami il tempo di spiegarti"
"No, ascoltami tu" lo bloccò lei, stringendo con forza la cornetta nera, lottando contro le labbra che avevano preso a tremare forte come le mani: voleva che la sua voce fosse ferma e decisa "non ho alcuna intenzione di restare qui ad ascoltare le tue stupide scuse, perché non sarebbero altro che cazzate, ed io sono stanca perché ho già sentito abbastanza cazzate per oggi. Voglio che tu sappia che mi hai delusa profondamente e che il tuo gesto ha fatto spazzare via tutta la fiducia che ho sempre avuto nei tuoi confronti. Non sei diverso da David, anzi... Sei peggio di lui. Sai perché ti sto dicendo questo da una cabina pubblica anziché faccia a faccia? Perché mi disgusti così tanto che non voglio neppure vedere la tua faccia, proprio come quella di David. Mi fai schifo, Richard, e non provare mai più a presentarti davanti la porta di casa mia. La nostra amicizia è finita, e questa volta è per sempre. Non potrò mai perdonarti per quello che mi hai tenuto nascosto, io non lo avrei mai fatto se fossi stata al tuo posto. Io mi sarei comportata da vera migliore amica. Addio, Richard"
"No! Ginger, aspe...".
La giovane riattaccò senza lasciargli il tempo di ribattere e di provare a farle cambiare idea.
Non voleva sentire la sua voce, non voleva sentire le sue parole, non voleva sentire nulla di nulla da lui perché l'aveva profondamente delusa.
L'aveva delusa nel modo peggiore in assoluto.
Lui, e David: i due ragazzi in cui riponeva la propria fiducia in modo smisurato, erano stati gli stessi che non si erano fatti alcuno scrupolo a pugnalarla alle spalla alla prima occasione.
La rossa uscì dalla cabina e rientrò in macchina, senza però inserire la chiave nel cruscotto e ripartire.
Si lasciò andare contro lo schienale in pelle del sedile ed osservò, con sguardo assente, le gocce di pioggia che avevano iniziato a battere sul parabrezza della vettura.
"Pronto?"
"Ehi... Sbaglio o domani è un giorno speciale per qualcuno?".
Roger sollevò gli occhi azzurri al soffitto del salotto, mentre i suoi due gattoni neri gli si accoccolarono in grembo ed iniziarono a giocare con il maglione che indossava, riempiendoglielo inevitabilmente di peli; provò ad allontanarli agitando la mano sinistra, ma ottenne solo che i due felini spostarono la loro attenzione alle sue dita lunghe ed affusolate, ed ai numerosi anelli che indossava.
"Non so proprio di cosa tu stia parlando, Nick" commentò, poi, in tono laconico.
"No? Non lo sai proprio? Sicuro? D'accordo, allora ci penso io a rinfrescarti la memoria: domani un bassista cupo, scontroso e permaloso, alto quasi due metri, che ama vestirsi con qualunque sfumatura di nero, spegnerà trenta candeline"
"Io non sono cupo, scontroso e permaloso" ribatté Roger, con un tono di voce che dimostrava l'esatto contrario.
"Ohh, certo, allora io sono la regina Elisabetta!"
"Cavolo, deve scusarmi, non avevo capito di essere in linea con sua maestà in persona. Mi permetta di dirle che i baffi e la barba le stanno d'incanto e conferiscono maggiore femminilità e signorilità alla sua figura".
I due giovani restarono in silenzio per una manciata di secondi prima di scoppiare a ridere a crepapelle contemporaneamente.
"Questa era ottima, te lo concedo, ma non credere di chiudere la questione con una battuta. Domani è il tuo compleanno e bisogna festeggiare... Allora, che vuoi fare? Dove vuoi andare? Come hai intenzione di trascorrere la serata?"
"Sinceramente? Restando a casa"
"Che cosa?" chiese sbalordito Nick, costringendo Roger ad allontanare la cornetta dall'orecchio destro per salvaguardare il suo povero apparato uditivo "ma che vuol dire che vuoi restare a casa? Sei impazzito? Hai bevuto? Ti hanno fatto il lavaggio del cervello? Non puoi restare a casa, è fuori discussione, dobbiamo festeggiare: tieniti pronto per le sette che io e Lindy passiamo a prenderti".
Il bassista sollevò di nuovo lo sguardo al soffitto.
Se c'era un'altra cosa che odiava profondamente, erano le sorprese.
Si agitava sempre quando qualcuno gli organizzava una festa a sorpresa per il proprio compleanno, ed ogni volta finiva per innervosirsi ed avere quasi un attacco di panico; Nick lo prendeva in giro dicendogli che ciò era dovuto alle sue manie di controllo: non poteva tenere le redini di qualcosa di cui era totalmente all'oscuro, di conseguenza andava subito fuori di testa.
Ogni volta, Roger gli rispondeva che non era vero e che era solo un cretino.
Lui non soffriva di manie di controllo.
Semplicemente doveva sempre essere a conoscenza di tutto.
"Spiegami per quale motivo mi hai chiesto se avevo già qualcosa in programma per domani, quando hai già pensato a tutto tu"
"Perché sapevo già che mi avresti risposto in un modo simile"
"Nick, quello che hai appena detto non ha alcun senso logico, te ne rendi conto?"
"Io... Ti passo Lindy, ha detto che vuole parlarti"
"Perdonalo, Rog, mio marito è un completo cretino: sa reggere senza problemi la pressione di stare sul palcoscenico davanti a centinaia e centinaia di persone, ma va completamente nel panico quando c'è da organizzare una sorpresa per il compleanno di uno dei suoi amici più stretti"
"Sì, hai perfettamente ragione: tuo marito è un completo cretino. E quando penso di averle viste e sentite già tutte, riesce sempre a sorprendermi con qualcosa di nuovo"
"Allora... Sei pronto per il grande giorno?"
"Perché siete tutti così fissati con il mio compleanno? Mio dio, non cambia assolutamente nulla. Non accade niente di speciale. A conti fatti, domani è un giorno come tanti altri"
"No, invece!" ribatté Lindy con testardaggine "domani è l'occasione perfetta per staccare la spina e divertirsi un po', e tu hai assolutamente bisogno di staccare la spina, o finirai per avere un esaurimento nervoso o per essere ricoverato in una clinica"
"L'ho già ripetuto una miriade di volte" disse Roger, tenendo ferma la cornetta con la spalla destra per accendersi una sigaretta; improvvisamente aveva una grande voglia di fumare "io non ho alcun problema di peso. Sono di costituzione magra ed ho un metabolismo particolarmente veloce che mi fa bruciare subito ciò che mangio".
Era vero, aveva davvero un metabolismo veloce.
Ma era anche altrettanto vero che dopo il divorzio da Judith aveva ridotto drasticamente la quantità di cibo che mangiava nell'arco di una giornata; c'erano giorni in cui arrivava a sera con lo stomaco ancora vuoto, ad eccezione di qualche tazza di the.
Aveva troppi pensieri in testa, troppe cose di cui occuparsi e troppo poco tempo a propria disposizione.
Non ne aveva da perdere per fermarsi a mettere qualcosa di sostanzioso sotto i denti.
Waters sentì Lindy emettere un profondo sospiro contrariato.
"Non so se ti farà piacere sentire quello che sto per dirti, ma..." la giovane fece una pausa, ed il bassista chiuse gli occhi perché aveva già intuito quello che stava per dire "ecco... Ieri ho sentito Judith per telefono, e..."
"Scusami, Lindy, ma ora devo proprio andare. Ci vediamo domani sera alle sette" Roger riagganciò la cornetta del telefono, chiuse gli occhi ed appoggiò le mani ai lati della testa, massaggiandosi le tempie.
Era bastato sentire il nome della sua ex moglie per fargli esplodere un violento ed improvviso cerchio alla testa.
Sapeva molto bene cosa Lindy voleva fare, e non era intenzionato a darle corda, nonostante tutti i suoi buoni propositi.
Non gl'importava nulla dei rimorsi della sua ex moglie, e gl'importava ancora meno se adesso voleva tentare un approccio con lui nella speranza di ottenere una seconda possibilità per far risorgere dalle ceneri il loro matrimonio.
Per lui era tutto finito.
Waters riaprì gli occhi e girò il viso in direzione della porta d'ingresso: qualcuno aveva appena bussato, e non aspettava alcuna visita.
Si alzò, andò ad aprire la porta ed inarcò entrambe le sopracciglia alla vista della persona che si ritrovò di fronte: dall'altra parte della porta, in piedi sotto il portico, c'era Ginger con i capelli ed i vestiti completamente bagnati a causa della pioggia che continuava a battere incessantemente.
"Non sapevo dove andare... E così sono venuta qui" mormorò lei con uno sguardo disperato; il bassista non disse nulla: si scostò per lasciarla entrare e sparì al piano di sopra, facendo poi ritorno con una maglietta ed un paio di pantaloni asciutti ed indicandole una stanza in cui poteva cambiarsi.
Ginger prese i vestiti in silenzio, andò a cambiarsi e quando uscì dal bagno trovò Roger in cucina davanti ai fornelli, intento a preparare del the caldo per entrambi; si sedette davanti al tavolo, incrociò le braccia sopra la superficie in legno e fissò un punto indefinito davanti a sé.
"Avevi ragione, maledizione" esordì la rossa, continuando a fissare il vuoto "avevi ragione su tutto fin dall'inizio, ed io sono stata una stupida che non ha voluto ascoltarti. Questo pomeriggio ho trovato un biglietto con un numero di telefono ed un indirizzo, nascosto dentro un libro, e quando ho messo David alle strette, lui mi ha confessato di avere da mesi una relazione con una ragazza che ha conosciuto a Philadelphia: era tutto vero quello che mi avevi raccontato, perfino la parte di Rick che sapeva ogni cosa e me l'ha volontariamente taciuta"
"E cosa è successo tra te e lui?"
"Abbiamo discusso abbastanza violentemente e poi me ne sono andata con i bambini. Li ho portati a casa di mommi e me ne sono andata subito. Ho chiamato Rick da una cabina telefonica e poi... Poi ho vagato per un po' finché non sono venuta qui" Ginger scosse la testa, incredula ed amareggiata, e Roger le porse una tazza di the nero con zucchero "io non capisco... Non capisco proprio come abbia fatto ad essere così cieca e non capisco come abbia potuto farmi una cosa simile... Non c'erano problemi tra noi due, non c'era nulla che non andasse nel nostro matrimonio, non eravamo affatto in crisi... Tutto andava bene e parlavamo già di allargare la famiglia, magari con una bella bambina... Semplicemente lui si è perdutamente innamorato di quella ragazza. Così. L'ha vista, si è innamorato di lei ed ha cancellato i nostri tre anni di matrimonio"
"Mi dispiace"
"E Richard... Mio dio, come ha potuto tenermi nascosta una cosa così grave per così tanto tempo? Sai che gli ho detto al telefono? Gli ho detto che mi fa schifo, esattamente come David, che mi ha delusa profondamente e che quello era un addio perché non voglio vedere mai più la sua faccia. Io al suo posto non mi sarei comportata in modo così meschino, non gli avrei mai taciuto una cosa così grave... Sarebbe stato terribilmente difficile e doloroso, ma glielo avrei detto subito perché... Per un amico si fa questo ed altro, no?".
Waters annuì in silenzio e mandò giù un sorso di the bollente.
Lo aveva detto a Rick che stava sbagliando e che ben presto se ne sarebbe amaramente pentito.
E David era stato ancora più coglione: come poteva nascondere la prova così schiacciante di un tradimento e pretendere che sua moglie non la scoprisse presto o tardi? E poi, il castello di bugie che aveva innalzato negli ultimi mesi aveva una base troppo instabile per reggere a lungo.
"Cosa vuoi fare adesso?"
"Prima di tutto, non voglio più vedere la sua faccia per il resto della mia vita, e poi... Poi non ne ho la più pallida idea, perché in questo momento non riesco a ragionare con lucidità... Non riesco proprio a pensare, ho la mente completamente offuscata... Faccio fatica perfino a credere a quello che è successo"
"Allora è meglio se per questa notte non ti muovi di qui. Non puoi metterti alla guida in queste condizioni, perché finiresti solo per fare del male a te stessa od a qualcun altro"
"Keith e Demi sono da mommi"
"Appunto, quindi sono al sicuro. Ed è meglio se resti anche tu al sicuro, o preferisci lasciare orfani di madre i tuoi figli perché hai preferito metterti alla guida con la mente completamente offuscata? Demi ha poco più di un anno, crescerebbe senza avere conosciuto sua madre in pratica e dovrebbe convivere per sempre con una grandissima mancanza... Che diventerebbe ancora più difficile da sopportare ogni volta che arriva il suo compleanno" mormorò il bassista, con una smorfia, guardando verso il calendario che aveva appeso ad una parete della cucina; Ginger si voltò a guardarlo a sua volta e si accorse che il giorno seguente era il compleanno di Roger.
"Roger, scusami, io non intendevo..."
"Lo so, sei solo sconvolta: motivo in più perché è meglio che non ti muova da qui fino a domani mattina. Non so se una notte di sonno ti aiuterà a sentirti meglio, ma almeno domani mattina sarai lucida abbastanza da metterti alla guida e da pensare a cosa fare ed a come gestire l'intera situazione. Vieni, ti faccio vedere la camera da letto, è meglio che tu vada a riposare subito. Ne hai bisogno" Roger la portò al piano di sopra, aprì la porta della sua camera da letto e le fece cenno di entrare "per qualunque cosa, mi trovi al piano di sotto sul divano. Non ho alcuna voglia di fare il bis con la poltrona"
"D'accordo"
"Non ci rimuginare troppo per il momento. Stacca la spina per un paio di ore, chiudi gli occhi e pensa solo a riposarti. Buonanotte"
"Notte" mormorò la rossa, osservandolo chiudere la porta; una volta rimasta da sola, emise un profondo sospiro, s'infilò sotto le coperte, spense la luce e chiuse gli occhi.
Con la speranza che fosse tutto un orribile incubo da cui si sarebbe risvegliata molto presto.
Ginger continuava a rigirarsi sul materasso senza essere in grado di addormentarsi; anche se Roger le aveva consigliato di chiudere gli occhi e svuotare completamente la mente, continuava a pensare alla orribile discussione avuta con David ed all'altrettanto orribile verità scoperta nel corso di essa.
Non riusciva a capire come fosse potuto accadere, come il suo matrimonio avesse potuto sgretolarsi in un attimo.
Quando aveva sbagliato? Dove aveva sbagliato? Che cosa aveva fatto per spingere David tra le braccia di un'altra donna? Cosa aveva fatto per spingerlo ad innamorarsi perdutamente di lei?
Cosa aveva di così sbagliato?
La giovane scostò le coperte con un calcio e si alzò dal letto; uscì dalla camera e scese le scale per andare in cucina a bere un sorso d'acqua: aveva assolutamente bisogno di rinfrescarsi la gola con qualcosa di fresco.
Quando arrivò infondo alle scale, anziché andare in cucina, si avvicinò al divano e si sedette sul bordo: Roger stava dormendo profondamente, sdraiato sul fianco destro, con alcuni ciuffi di capelli castani che gli ricadevano sul viso; quando dormiva, sul suo viso appariva un'espressione rilassata che difficilmente aveva nel corso delle giornate.
Ginger lo scosse gentilmente per la spalla sinistra, ed il giovane socchiuse gli occhi appannati dal sonno.
"Che succede?" domandò, tirandosi su e sovrastandola con la sua altezza anche da seduto "non riesci a dormire?"
"Indovinato"
"Anche a me è successo quando ho rotto con Judith: ho trascorso le prime settimane a fissare il soffitto della camera per notti intere, poi piano piano è passata... Vuoi parlare?"
"Credo di sì"
"E di cosa vuoi parlare?"
"Non lo so. Vorrei pensare ad altro, ma proprio non ci riesco. Anche se mi sforzo di non rimuginarci, la mia mente torna sempre e solo là... Io... Non ci posso credere, non posso credere che sia successo per davvero" mormorò la giovane scuotendo la testa, abbassando il viso verso il pavimento "fino a questa mattina la mia vita era normale, e adesso... Adesso è completamente stravolta e nulla sarà più come prima"
"Anche questo passerà. Ora ti sembra impossibile da credere, ma nel giro di poche settimane ti abituerai alla nuova routine"
"Tu sei fortunato dal momento che non hai avuto figli con Judith, ma io sarò costretta ad avere sempre a che fare con lui perché abbiamo Demi... E quindi oltre al danno subirò anche la beffa, perché dovrò sopportare di vederlo in compagnia di quella puttana... E poi... Poi partirà la battaglia legale per il divorzio e quella per l'affidamento... E quando arriverà il compleanno di Demi? Quando arriverà il giorno di Natale? Come faremo con le festività? Se dipendesse da me, non gli farei vedere mai più suo figlio per il resto della sua vita, ma sono sicura che lui la pensa in modo diverso... Mio dio" gemette la rossa appoggiando le mani sulle tempie, colta da un'altra fitta dolorosa alla testa "mi sento male al solo pensiero di tutto quello che mi aspetta nei prossimi mesi. E la cosa peggiore è che lui avrà una persona a suo fianco, mentre io sarò completamente sola"
"Non sarai sola, avrai tua madre e tua sorella a tuo fianco"
"Sì, ma non sarà la stessa cosa, capisci? Lui è già andato avanti con la sua vita, mentre io non so quanto tempo impiegherò per riprendermi... Non so neppure se ci riuscirò dopo questo colpo"
"Ce la farai"
"Tu credi?" Ginger sollevò di nuovo il viso e fissò Roger negli occhi "ho impiegato tre anni per riprendermi dalla fine della mia storia con Syd, e la nostra frequentazione, nel complesso, è durata appena un paio di mesi. Con David, invece, ho un matrimonio di tre anni ed un figlio che ne ha compiuto uno da pochi mesi... Un figlio che, per giunta, assomiglia già moltissimo a suo padre, e gli assomiglierà sempre di più crescendo"
"Pensa che non sei l'unica a trovarti in questa situazione"
"Sì, lo so di non essere l'unica persona al mondo in questa situazione, ma non riesco a capire come sia potuto succedere e perché proprio a me. Che cosa ho sbagliato? Che cosa ho sbagliato, Roger? Perché il mio matrimonio è andato in frantumi? Perché David, da un giorno all'altro, si è innamorato di un'altra donna? Allora... Allora quello che mi aveva detto tre anni fa era solo una lunga serie di bugie"
"Non c'è sempre una spiegazione dietro qualunque cosa, Ginger. A volte ci sono cose che succedono e basta"
"Lo so, però questo non mi fa sentire affatto meglio"
"Allora ti fa sentire meglio se dico che, secondo il mio personale parere, David è stato un emerito coglione?"
"Un pochino" mormorò la ragazza sforzandosi di sorridere, girando poi il viso in direzione dell'orologio a cucù, posizionato appena sopra la mensola del camino, che stava scandendo il termine di un'altra ora e l'inizio di una nuova "mezzanotte... Tecnicamente, da adesso è il tuo compleanno"
"Già" commentò laconico il bassista, osservando a sua volta l'orologio "tra un paio d'ore il telefono inizierà a squillare e non smetterà fino a sera. Andrà a finire che ogni anno, il giorno del mio compleanno, staccherò la spina per ventiquattro ore, così nessuno potrà disturbarmi. Prima del tuo arrivo, ho ricevuto una telefonata da parte di Lindy e Nick... A quanto pare, hanno già organizzato qualcosa per domani sera... O forse sarebbe più esatto dire per questa sera, visto che è scattata la mezzanotte"
"E cosa farete?"
"Non lo so e non lo voglio neppure sapere. Ho paura di ricevere qualche sorpresa sgradita" Roger distorse le labbra carnose in una smorfia prima di proseguire a parlare "per puro caso, Lindy mi ha detto di avere sentito Judith..."
"E tu che le hai detto?"
"Che dovevo andare, ed ho agganciato il telefono. Capisco le sue buone intenzioni e so che vorrebbe che tra noi due si sistemasse ogni cosa e che tornassimo insieme, ma io non sono intenzionato a tornare indietro sui miei passi ed a ricominciare da zero con Judith. Quando accade una cosa così, quando il tuo partner intraprende una relazione stabile alle tue spalle per tanto tempo, si spezza un equilibrio che non può essere ripristinato in alcun modo. Ciò che è rotto resta rotto. Una scappatella può essere superata, un amante stabile no. Se tra un paio di mesi David dovesse presentarsi davanti alla porta di casa tua, dicendo di essere pentito e di rivolere indietro la vostra vita, tu che cosa gli diresti?"
"Credo che reagirei nello stesso identico modo tuo" mormorò Ginger corrucciando le sopracciglia "se lo ha fatto una volta, chi mi assicura che non lo rifarà una seconda volta prima o poi?"
"Vedo che su qualcosa siamo perfettamente d'accordo"
"Però continuo a non capire" sussurrò di nuovo la rossa scuotendo la testa "continuo a non capire come sia potuto accadere proprio a me. Aveva promesso che non mi avrebbe mai fatta soffrire... Il giorno del nostro matrimonio mi ha confidato che desiderava tanto avere una bambina identica a me, dai lunghi capelli rossi".
Tra i due giovani calò un lungo silenzio rotto solo dal ticchettio delle lancette dell'orologio che si fondeva con quello della pioggia.
La giovane si alzò dal bordo del divano con un sospiro per tornare in camera, ma si fermò davanti al primo scalino, con la mano destra appoggiata al corrimano.
"Spero che da tutto questo tu abbia finalmente capito che non c'era alcuno scopo secondario dietro la mia frequentazione con David, perché io lo amavo... Proprio come ho amato Syd. Buonanotte, Roger e... Per quel che può valere... Buon compleanno" disse prima di salire le scale con lo sguardo rivolto ai propri piedi e la mente improvvisamente svuotata da qualunque pensiero.
Già sapeva che cosa l'avrebbe aspettata ora: una lunga notte insonne, con lo sguardo rivolto al soffitto, a lottare contro il mal di testa e contro il dolore lacerante che sentiva in profondità nel petto, così forte da impedirle perfino di versare lacrime.
Quelle sarebbero arrivate in un secondo momento, quando finalmente la realtà l'avrebbe schiaffeggiata in faccia, e le avrebbero fatto trascorrere altre notti in bianco.
Ora sì che si trovava costretta a fare i conti con un abisso che, molto presto, l'avrebbe inghiottita per sempre, perché non aveva nessuno che avrebbe allungato una mano verso di lei: David aveva già voltato pagina e guardava ad un nuovo futuro, mentre Richard aveva voltato le spalle ad anni, anni ed anni di solida amicizia ed amore fraterno.
Era la fine.
Quella era veramente la fine.
Ginger appoggiò la mano destra sul pomello della porta, la socchiuse... E si sentì afferrare da un paio di braccia che la costrinsero a voltarsi in modo brusco; e prima ancora che avesse il tempo di aprire la bocca, venne ridotta al silenzio da un paio di labbra carnose.
Anziché scostarsi, o allontanare violentemente da sé Roger, la giovane si aggrappò a lui con tutte le proprie forze, rispondendo al bacio ed approfondendolo con la lingua; gli strinse le mani attorno a delle ciocche di capelli e si lasciò prendere in braccio e portare in camera, ritrovandosi ben presto sdraiata sul materasso del letto matrimoniale, con l'imponente mole del bassista sopra di sé, senza mai che le loro labbra si fossero staccate per un solo, piccolo, istante.
Ginger si allontanò solo quando il bisogno di riprendere fiato divenne impellente, per poi appropriarsi di nuovo delle labbra di Waters; si allontanò una seconda volta per sfilarsi la lunga e larga maglietta che le aveva prestato e lui fece altrettanto, senza dire una parola.
Si guardarono negli occhi per diversi secondi, in silenzio, con il fiato spezzato.
Roger si riavvicinò per primo: appoggiò le mani sulle guance della giovane e la baciò con meno impeto e con più dolcezza, accarezzandole le guance con i pollici, dimostrando una gentilezza che Ginger ignorava possedesse; come erano sparite le magliette, sparirono anche i pantaloni e, dopo un istante di incertezza da parte di entrambi, sparì anche il paio di boxer neri di Roger e quello di slip bianchi di Ginger.
La giovane si lasciò scappare un piccolo singulto quando il bassista le entrò dentro, e gettò la testa all'indietro sotto le sue spinte decise, profonde, stringendo con una mano un lembo del lenzuolo e con l'altra la spalla sinistra di Waters, affondando le unghie in profondità nella sua pelle.
Sembrava conoscere alla perfezione ciò che le piaceva.
Riuscì a raggiungere l'orgasmo per ben due volte prima che il giovane rilasciasse il proprio seme dentro il suo corpo e si lasciasse andare contro il materasso, con il petto sudato che si alzava ed abbassava rapidamente ed i capelli scompigliati, incollati alla fronte, alle guance, al collo ed alle spalle.
Nel silenzio più assoluto, la rossa appoggiò la testa sul petto di Roger e chiuse gli occhi, addormentandosi, cullata dal rumore delle gocce di pioggia che battevano contro il vetro della finestra.
Un raggio di sole svegliò Ginger dal profondo, ma tutt'altro che sereno, sonno costellato dai ricordi confusi del giorno precedente; si tirò su a sedere stropicciandosi gli occhi con la mano destra e girò il viso proprio in direzione della finestra, scoprendo con sua enorme sorpresa che quella era una delle rare giornate serene a Londra.
Era proprio una buffa coincidenza: la sua vita stava andando a rotoli, e fuori splendeva il sole.
Il mondo andava avanti, indifferente ai suoi drammi personali.
Uscì dal letto ed indossò i propri vestiti, che erano stati piegati con cura e sistemati sopra una poltroncina, ora asciutti e scese al piano inferiore, seguendo i rumori che provenivano dalla cucina: esattamente come si aspettava, trovò Roger impegnato a preparare una colazione per due persone.
Sopra la tavola c'erano già due piatti, due bicchieri, una caraffa di succo d'arancia, dei barattoli di marmellata ed un piccolo vassoio su cui erano sistemate delle fette di pane tostato ed imburrato; Roger spostò lo sguardo dal bollitore del the e guardò la giovane, in piedi a pochi metri di distanza da lui.
"Buongiorno" le disse mentre un sorriso si faceva strada sulle sue labbra carnose "dormito bene?".
Senza dire una sola parola, Ginger afferrò un bicchiere e lo scagliò contro il giovane.
Roger riuscì a scansarsi in tempo per evitare di essere colpito, ma in compenso il povero bicchiere si frantumò contro una parete e provocò la fuga in salotto dei due gatti neri dagli occhi gialli.
"Ma che... Ma che cazzo stai facendo?" domandò sbalordito, spalancando gli occhi chiari, domandandosi dove diavolo avesse sbagliato; la rossa, in tutta risposta, prese il barattolo di marmellata di fragole e provò a colpire il bassista per la seconda volta.
"Stai zitto, porco!" urlò, poi, scagliando l'altro barattolo di marmellata; Waters non riuscì ad evitare il terzo oggetto, che impattò violentemente sulla sua spalla sinistra, riversando una parte di marmellata di mirtilli sulla maglietta che aveva comprato in Giappone l'anno precedente, ad Hakone.
La sua preferita.
Uno dei pochi indumenti bianchi che possedeva.
"Smettila, cazzo, ma sei completamente impazzita? Ma che ti prende? Che ti ho fatto? Mi hai confuso per David o per Richard?"
"No, so esattamente chi sei: un grandissimo porco!"
"Ma si può sapere che diavolo avrei mai fatto per meritarmi questo? Ti ho ospitata a casa mia ed ora sto pure preparando la colazione! Dove avrei sbagliato?"
"E me lo domandi pure? Hai l'enorme faccia tosta di chiedermi per davvero che cosa avresti fatto?" strillò la giovane, alzando sempre di più la voce ad ogni parola "hai approfittato di me!".
Roger spalancò gli occhi e la bocca, incredulo e sconvolto per l'accusa che gli era appena stata rivolta.
Pensò ad uno stupido scherzo, ma dallo sguardo furioso della rossa capì che era estremamente seria.
"Ma sei completamente impazzita? Ti sei fottuta il cervello? È ovvio che sei ancora così sconvolta da non riuscire a ragionare con lucidità. Non sai neppure quello che stai dicendo"
"Ohh, e invece lo so benissimo! Avrei dovuto capirlo subito che c'era qualcosa che non andava nel tuo comportamento, che eri troppo gentile e comprensivo nei miei confronti... Tu mi hai ospitata per la notte e sei stato così gentile con me solo perché volevi portarmi a letto! Per avere qualcosa da sbattere in faccia a David!"
"Aspetta, aspetta, aspetta, aspetta... Tu credi che io abbia fatto tutto questo per... Ohh, mio dio, ma tu sei seria! Credi davvero che io abbia fatto tutto questo solo per portarti a letto? Tu hai una mente deviata!"
"Mi sei saltato addosso!"
"Io? Io ti... D'accordo, è vero, sono stato io a fare il primo passo perché credevo che... Credevo lo volessi anche tu, ed infatti non mi sembra affatto che ti sia tirata indietro... Anzi, al contrario: mi sembra che ti sei goduta appieno la notte movimentata che abbiamo avuto! Avresti potuto fermarmi in qualunque momento, invece non solo non lo hai fatto, ma mi hai anche detto di continuare!"
"Cosa... Io avrei... E quando mai avrei detto una cosa simile?"
"Lo hai detto... Più volte! Insieme al mio nome!"
"Questo non è assolutamente vero!" urlò Ginger, fuori di sé dalla rabbia, lanciando l'altro bicchiere, che andò a frantumarsi contro un solido muro della cucina "tu... Tu sei... Sei solo un grandissimo bastardo e porco, ed io sono stata una completa imbecille a venire qui... Mio dio, ma perché l'ho fatto? Guarda cosa mi hai fatto fare! Guarda cosa è successo... Mio dio! Mio dio, ma come cazzo ho potuto permettere che accadesse una cosa simile? Io... Io me ne vado, non provare neppure a seguirmi perché non voglio più vedere neppure la tua faccia!"
"Ohh, sta tranquilla, non ho alcuna intenzione di seguirti, se il ringraziamento per tutto quello che ho fatto per te consiste nell'essere colpito da un barattolo di marmellata di mirtilli!" gridò a sua volta Waters, con il volto paonazzo "tu sei pazza, Ginger! Sei completamente fuori di testa! Vaffanculo!".
La rossa si girò il tempo necessario per mostrargli il dito medio della mano destra e poi uscì di casa e salì in macchina sbattendo con forza la portiera anteriore destra; inserì la chiave nel cruscotto, accese il motore e ripartì scuotendo la testa e continuando a sibilare, a denti stretti, parole poco gentili nei confronti del bassista e continuando a darsi della stupida, della cretina, della grandissima testa di cazzo per essere andata a casa sua e, soprattutto, per essere finita a letto con lui.
Si diede ancora di più della testa di cazzo perché le era piaciuto.
Purtroppo, per sua enorme sfortuna, Roger era bravo a scopare.
Quando varcò la porta d'ingresso della casa materna, aveva un aspetto ancora più orribile del giorno precedente, perché oltre allo sconvolgimento per la scoperta del tradimento di David si erano aggiunti i sensi di colpa per la notte movimentata con Roger che non avrebbe dovuto esserci.
Pamela e Jennifer accorsero subito non appena sentirono la porta aprirsi e chiudersi, ed entrambe, alla vista delle condizioni in cui versava Ginger, spalancarono gli occhi e la bocca.
"Ginger!" esclamò Pamela, fuori di sé dalla preoccupazione "Ginger... Ma cosa ti è successo? Dove sei stata per tutto questo tempo? Stavamo per chiamare la polizia, abbiamo pensato al peggio... Che cosa è successo?".
Ginger provò a parlare, ma non ci riuscì.
Scoppiò in un pianto disperato ed abbracciò la madre adottiva, stringendosi a lei con forza; Pamela, sempre più sconcertata e preoccupata, ricambiò l'abbraccio ed iniziò ad accarezzare i lunghi capelli rossi della giovane.
"Tesoro mio, cosa succede? Cosa sta succedendo?"
"È tutto finito, mommi" singhiozzò la ragazza, mentre veniva abbracciata anche da Jennifer "è tutto finito. È tutto finito. È tutto completamente finito, per sempre".
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