FORMENTERA (PARTE UNO)


1967, agosto.



Pamela chiuse il giornale con un profondo sospiro, uscì dalla cucina e salì al piano di sopra; bussò alla porta della camera da letto delle figlie e poi entrò.

"Posso o ti disturbo?" chiese alla sua primogenita, impegnata a piegare con cura dei vestiti ed a riporli all'interno di una valigia; Ginger si voltò a guardare la madre adottiva e scosse la testa con un sorriso.

"No" disse tornando ad occuparsi dei vestiti "tu non mi disturbi affatto, in nessun momento".

Pamela sorrise a sua volta e prese posto sul bordo del letto; lanciò un'occhiata alla valigia aperta.

"Emozionata per il viaggio?"

"Sì, non vedo l'ora di partire"

"Formentera è bellissima, vi divertirete tanto. Goditi questa vacanza, perché sarà un'esperienza unica. I ragazzi sono contenti?"

"Sì, sono molto contenti anche loro. Rick verrà con Juliette, e Nick porterà Lindy. Roger e Judith ci raggiungeranno dopo qualche giorno perché adesso sono in vacanza ad Ibiza"

"Nick è quel ragazzo fissato con le crostate senza crosta, mentre Roger è quel ragazzo alto e magrissimo che se si mette di profilo scompare?"

"Sì" rispose Ginger con un sorriso divertito "sono proprio loro. Li hai descritti alla perfezione"

"E Syd?" chiese, allora, Pam.

La giovane s'irrigidì e si bloccò con un costume da bagno in mano.

"Syd... Cosa?"

"Lui ci sarà?"

"Sì, ovvio, verrà anche lui"

"E come sta? È da un po' di tempo che non mi parli più di lui"

"Syd è un po'... Stressato" mormorò la ragazza, riponendo anche il costume da bagno dentro la valigia "sai... Le pressioni dello Studio, le esibizioni, i continui viaggi on the road... Ed in tutto questo deve trovare l'ispirazione per scrivere nuove canzoni perché vogliono materiale per un altro album..."

"Solo questo?"

"Sì, solo questo"

"Mary Jane".

Pamela non la chiamava mai col suo vero nome, a meno che non fosse particolarmente arrabbiata o che dovessero affrontare un argomento serio e delicato; Ginger guardò di nuovo la madre adottiva e vide il giornale che aveva in mano: era aperto su un lungo articolo che descriveva nei più piccoli particolari le continue stranezze di Syd e terminava chiedendosi retoricamente se quella giovanissima band nascente, col nome di Pink Floyd, dopo aver pubblicato il loro primo album, intitolato 'The Piper at the Gates of Dawn', fosse già sul viale del tramonto.

"Syd non..." la rossa abbassò il viso "lui non... Non sta passando un buon momento"

"Fa uso di sostanze stupefacenti?".

Ginger chiuse gli occhi.

"Non sta passando un buon momento" ripeté, evitando di dare una risposta alla domanda della madre adottiva "io ed i ragazzi ci auguriamo che questa vacanza possa aiutarlo a... A rimettersi fisicamente e... Mentalmente. Abbiamo bisogno tutti quanti di staccare la spina per un po' e pensare solo a svagarci"

"Ginger, ascolta, capisco le buone intenzioni tue e dei ragazzi, ma non credo che una vacanza a Formentera possa risolvere tutto. Se Syd sta male..."

"Lui non sta male, te l'ho già detto due volte, mommi. È solo stressato. È normale essere stressati quando si è sottoposti a così tante pressioni"

"Evitare di guardare in faccia il problema non lo farà sparire magicamente, Ginger"

"Che cosa vorresti insinuare?" scattò la giovane, spalancando gli occhi; Pamela stava per rispondere, ma venne interrotta dall'arrivo di Jennifer che pose fine alla discussione.

"Che succede?" domandò la ragazzina incuriosita; sgranò gli occhi verdi alla vista della valigia e dei costumi da bagno "stiamo partendo per un viaggio?"

"No, io sto per partire per un viaggio"

"Dove vai?"

"A Formentera"

"Per quanto tempo starai via?"

"Dieci giorni"

"E con chi vai?"

"Con Rick, la band e le loro ragazze"

"Ohh, lo sapevo! Lo sapevo!" gli occhi di Jennifer s'illuminarono "posso venire anch'io con voi?"

"No, assolutamente no"

"Perché non posso?"

"Perché sei piccola e non sei stata invitata"

"Ecco, lo sapevo! Quando si tratta di darmi delle spiegazioni, non fate altro che tirare fuori sempre la solita scusa: sono troppo piccola per fare qualunque cosa! Quando sarò libera di fare qualcosa di simile anch'io? Ginger è l'unica a divertirsi!"

"Arriverà anche il tuo momento, devi solo avere pazienza. Sono sicura che tua sorella ti porterà un bellissimo souvenir da Formentera. Non è vero, Ginger?" intervenne Pamela per smorzare sul nascere un litigio tra le figlie; si alzò dal letto ed invitò Jen a seguirla in cucina "vieni, Jennifer, Ginger deve finire con la valigia e tu devi fare i compiti"

"L'ho detto io che lei è l'unica a divertirsi sempre" borbottò la ragazzina, seguendo la madre adottiva fuori dalla stanza.

Ginger abbassò lo sguardo sul giornale che Pam aveva lasciato sopra al letto, lasciò da parte i preparativi per il viaggio a Formentera, si avvicinò ad una cassettiera ed aprì l'ultimo cassetto; frugò tra le magliette piegate con cura e tirò fuori un piccolo blocco di fotografie tenute insieme da un nastro rosso: erano le foto che in diverse occasioni aveva scattato di nascosto a Syd solo pochi mesi prima.

Le mise a confronto con gli scatti più recenti che aveva fatto e la differenza era abissale.

Quella ritratta non sembrava neppure essere la stessa persona.

Il ragazzo dagli occhi luminosi e dal sorriso contagioso era scomparso completamente, sostituito da una sua pallida imitazione dallo sguardo vuoto e perso sempre in lontananza; anche i capelli non erano più gli stessi: i ricci voluminosi e morbidi si erano trasformati in una massa arruffata e scompigliata.

E tutto quello era accaduto in appena due mesi.

Ginger ripose le fotografie legate dal nastro dentro il cassetto, perché guardarle era doloroso.

Si avvicinò al telefono sul comodino, sollevò la cornetta e digitò il numero di casa del suo migliore amico, spinta dal disperato bisogno di sentire la sua voce ed essere tranquillizzata dalle sue parole pacate e mature, a tratti fin troppo mature per appartenere ad un ragazzo di ventiquattro anni.

Ma lui era sempre stato così.

Era sempre stato un uomo maturo intrappolato nel corpo di un ragazzo, fin dai giorni della prima adolescenza.

E Richard riuscì a farla sentire subito meglio con poche e semplici parole, dopo i saluti reciproci.

"Allora, pensi di essere pronta per questa folle vacanza?"

"Mommi mi ha garantito che Formentera è un posto bellissimo, quindi credo proprio di sì. Tu?"

"Sinceramente? Non lo so"

"Perché?"

"Dovrò stare dieci giorni lontano da Gala"

"Sono sicura che starà benissimo a casa dei tuoi genitori, Rick"

"Sì, lo so anch'io, mamma e papà stravedono per lei. Non è questo il problema. Ho sempre la sgradevole sensazione che mi sto perdendo dei momenti unici che non si ripeteranno una seconda volta. E se dovesse muovere i suoi primi passi quando io non ci sono? E se dovesse dire la sua prima parola quando io non ci sono? E se dovessi perdermi il suo compleanno? Sapevo tutto questo quando ho deciso di dedicarmi seriamente alla tastiera, ma adesso che è diventato una solida realtà è un'altra faccenda"

"Juliette che cosa dice a riguardo?"

"Dice che mi faccio troppi problemi per niente. E dice anche che questi sono piccoli sacrifici che devo affrontare, e che verrò ricompensato quando Gala sarà grande e dirà di essere orgogliosa di suo padre perché è un grande musicista conosciuto in tutto il mondo"

"Tua moglie ha perfettamente ragione, dovresti imparare ad ascoltarla più spesso" Ginger rise e sentì Rick fare altrettanto.

"A volte mi domando come faccia a sopportarmi"

"Voi due siete fatti l'uno per l'altra, Richard. Siete una coppia bellissima, avete una figlia bellissima e farete altri figli bellissimi" commentò la ragazza lasciandosi scappare un sospiro; provava una punta di invidia per la meravigliosa famiglia che il suo migliore amico si stava costruendo.

Lui stava vivendo un sogno ad occhi aperti.

Lei, un incubo.

"Ginger, va tutto bene?"

"Me lo stai chiedendo davvero? Che cosa dovrei dirti?"

"Puoi rispondere con assoluta sincerità ad una mia domanda?"

"Sì, credo di poterlo fare"

"Che cosa c'è esattamente tra te e Syd?".

Ginger chiuse gli occhi, sulle sue labbra apparve un sorriso ironico.

"Possiamo parlarne di persona ed in un altro momento, se non ti dispiace?"

"Ti ho mai fatto pressione se c'era qualcosa di cui non volevi parlarmi subito?"

"Ecco perché sei il mio migliore amico" rispose la rossa con una breve risata "Richard, tu credi che... Credi che questa vacanza possa...?"

"Non lo so. Vorrei poterti dire che questa vacanza sarà la soluzione a tutti i nostri problemi, ma non lo so davvero. Sinceramente sono così stanco e sfinito che desidero solo rilassarmi e divertirmi in vostra compagnia per dieci giorni... Anche se sarà dura stare lontano dalla mia piccola principessa"

"Facciamo così: io ti aiuterò a scegliere un bellissimo regalo per lei, e tu mi aiuterai a fare altrettanto per mommi e Jen"

"D'accordo, affare fatto. Sii puntuale domani mattina. Io e Juliette passiamo a prenderti per le sette"

"Sarò puntualissima"

"Vedrai: passeremo una vacanza unica"

"Sì, lo credo anch'io, Richard" mormorò Ginger, posando la cornetta.

Lo sguardo le cadde prima sulla valigia riempita a metà e poi sulla foto che aveva scattato a Syd due settimane prima, che lo ritraeva con quello sguardo perso e spento che non apparteneva a lui.

La giovane prese in mano il piccolo foglio di carta di cellulosa, lo guardò e ripensò a lungo al loro primo incontro, al primo momento in cui i suoi occhi si erano posati sul volto bellissimo, sorridente ed affascinante di Syd.

Voleva assolutamente credere che sarebbe stata una bella vacanza.

Aveva bisogno di crederci.

Ma non ci riusciva.

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