52_ All I want is you

GIULIA

Giorgio parcheggiò la Porsche davanti all'ingresso del ristorante dove aveva prenotato e aprendomi la portiera, mi scortò verso l'entrata, quindi mi precedette tenendomi aperta la porta affinché mi affrettassi a raggiungere l'interno. Rimasi folgorata dalla bellezza del locale; il legno dominava ogni angolo, ma era trattato in maniera alternativa e assolutamente contemporanea. Sottili lamine di legno naturale, distanziate di pochi centimetri le une dalle altre, formavano un morbido panneggio che dal solaio scendeva verso il pavimento; i tavoli, anch'essi in legno, si incastravano tra le morbide onde formando un tutt'uno; un vero spettacolo per gli occhi e per la mente.

"Ti piace questo locale?" Giorgio sembrava titubante e strano. Da quando avevamo messo piede in auto non aveva più detto una parola, perso in pensieri più grandi di lui.
"Arianna e Filippo me ne avevano consigliato uno più tradizionale, ma io ho preferito questo; siamo studenti di architettura dopotutto e poi si mangia meravigliosamente." Un discorso neutro senza declinazioni di tipo personale.

" È bellissimo... la scelta e la motivazione mi sembrano appropriate" risposi con un piccolo sorriso tornando a guardarmi intorno con occhi colmi di meraviglia.

"Buonasera, siete in due?" Una cameriera mi distolse dall'osservazione del locale e dai miei pensieri. Giorgio annuì sorridendo.

"Abbiamo prenotato: sono Giorgio Leardi!"

"Buonasera signor Leardi, non l'avevo riconosciuta! Tutto bene? suo padre come sta?"

"Luisa, che piacere rivederti!" le sorrise con dolcezza e una naturalezza che gli avevo visto raramente stampate sul volto. Un guizzo di gelosia mi attraversò gli occhi e il cuore.

Chi era questa ragazza che sembrava conoscere lui e la sua famiglia tanto bene?

Il tavolo che aveva scelto era in un angolo isolato del locale, riparato da un paravento che ci garantiva quell'intimità adatta alle confessioni d'amore. Arrossii istintivamente, mentre sentivo lo sguardo di Giorgio posarsi su di me. Ci avvicinammo e da gentiluomo d'altri tempi, scostò la mia sedia per aiutarmi a sedere, poi mi imitò.

"Dovresti stare attento a come guardi le ragazze. Luisa ad esempio..." dissi con una nota dura nella voce, rivelando quel sentimento che stava offuscando il mio cuore.

"Non capisco, come l'ho guardata... Luisa, ad esempio?" Era sincero, glielo si leggeva negli occhi.

Davvero non aveva consapevolezza di quanto il suo sguardo fosse ammaliante?

"L'hai letteralmente abbagliata!" risposi con un tono ancora leggermente acido.

"Scusa! La conosco da molti anni, suo padre è stato un paziente del mio, era un lungodegente... abbiamo fatto amicizia."  Il tono sinceramente triste della sua voce, mi fecero pentire di avergli fatto intuire il mio fastidio; sapevo che non si era ancora perdonato per il dolore che mi aveva arrecato; girare il coltello nella piaga, sapendo di farlo soffrire, era stato un po' meschino, ma non riuscivo ad evitarlo. Una parte di me, quella che cercavo di rinchiudere in un angolino buio, aveva paura, di lui, del suo "lato oscuro", della possibilità che scomparisse di nuovo. Quella parte di me cercava di proteggermi, di ricordarmi quanto profondamente Giorgio potesse ferirmi. Quella parte di me, cercava una via di fuga.

La cameriera tornò con i menù lanciando a Giorgio occhiate complici e sorrisi che nulla avevano a che fare con l'amicizia o la riconoscenza; lui non sembrò avvedersene.

O era tutta finzione?

"Io prenderei delle penne ai funghi porcini con salsa allo zafferano!" Dissi poggiando rumorosamente il menù sul tavolo.

"Come secondo piatto vorrei... sì, costatine di agnello alla brace con patatine novelle e panna acida, mentre come dolce prenderò il semifreddo al pistacchio con salsa tiepida al cioccolato bianco!" Sorrisi soddisfatta di fronte all'espressione della cameriera...

Sì, stupida, sono esperta di cibo. Pensai facendo una smorfia.

Giorgio mi rivolse un sorriso sornione, fissandomi con i suoi incredibili occhi verdi.

"Prendo un risotto ai carciofi, e come secondo piatto bistecchine di maiale con verdure condite con una riduzione all'aceto balsamico.... per dessert, direi... sì, lo stesso della mia ragazza!" Chiuse il menù e mi fece l'occhiolino lasciandomi esterrefatta si fronte alla sua dichiarazione pubblica e all'espressione delusa della povera Luisa.

****

La cameriera ci servì la prima portata e lentamente iniziammo a mangiare più silenziosi e imbarazzati di prima. Il mio ragazzo era teso, lo notavo dalla postura e dalla rigidezza delle spalle, oltre ovviamente, dal suo prolungato silenzio.

"Giorgio..." dissi cercando di iniziare un discorso che avevo in mente da tempo, ma che non sapevo dove ci avrebbe condotti. "Cos'hai? Sei così silenzioso, ho forse detto o fatto qualcosa che ti ha sconvolto? Ti prego, dammi le tue motivazioni per l'incostanza dei tuoi comportamenti, raccontami di te, aiutami a capire, io..."

"Giulia!" il suo tono brusco mi fece sussultare. "Tu non hai fatto nulla, non sei colpevole di niente; non sei tu la ragione dei miei sbalzi di umore," si affrettò a rassicurarmi.
"E' colpa mia, sono io che..." mi guardò per un istante, come a cercare le parole più giuste ad aprire il suo cuore. "E' che mi sembra così strano essere a qui con te... qualche mese fa nemmeno ci conoscevamo, qualche mese fa non sarei mai andato a cena con nessuno che non fosse della mia famiglia, qualche mese fa io ero una persona diversa..." si interruppe e mi guardò con un sorriso timido da cucciolo indifeso.

Il mio cuore prese a battere forsennatamente, non sarei mai riuscita a resistere ad uno sguardo così, e la cosa mi terrorizzava.

"Cosa è cambiato Giorgio, cosa ti ha spinto a modificare tanto radicalmente le tue abitudini?" Volevo sentirmelo dire, volevo che Giorgio scoprisse tutte le sue carte, volevo avere la certezza dei suoi sentimenti per me. Quella parte che nascondevo al buio, bramava le sue risposte e non avrebbe accettato altri imbarazzati silenzi.

****

La cameriera arrivò con il secondo piatto interrompendoci.

"Vuoi assaggiare?" Giorgio mi sorrise porgendomi una forchettata di cibo; un tentativo come un altro per evitare una risposta che ritenevo fondamentale.

"Non cambiare discorso, Leardi!" dissi con un sorriso a metà tra il divertito e l'esasperato.

"Cosa ti ha spinto a cambiare idea?" scandii.
Giorgio alzò gli occhi dal piatto e deglutì rumorosamente, poi afferrò le mie mani e le strinse delicatamente tra le sue.

"Sei arrivata tu, Giulia, sei arrivata tu a sconvolgere tutti i miei equilibri, a ribaltare tutte le mie convinzioni, a gettare una luce accecante sui miei angoli più scuri." Strinse le mie mani un po' di più fissandomi intensamente.
"Sei arrivata tu, e io non ringrazierò mai abbastanza il destino per averti messa sulla mia strada!"
I miei occhi si riempirono di lacrime.
"Ti. Amo. Giulia!" scandì le parole affinché le cogliessi in tutta la loro devastante potenza, poi accostandosi a me, suggellò le sue parole con un intenso, dolce bacio.
"Tutto ciò che voglio sei tu!"

U2_All I Want is You

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