19 (wicked game)

GIORGIO

Arianna entrò in camera mia senza bussare come sempre e si sedette a gambe incrociate sul tappeto blu oltremare, unica nota di colore in un arredo in bianco e nero piuttosto sobrio e spartano.

"Ieri ho lasciato correre perché mamma mi ha impedito di seguirti, ma ora devi dirmi tutto!"

"Non ho nulla da dirti, Arianna." Tagliai corto, non avevo voglia di condividere i ricordi della giornata che ancora aleggiavano dolci negli angoli della mia mente; non volevo parlare di me, di cosa sentivo, dei miei sentimenti. Faceva paura dirlo ad alta voce, faceva paura parlare apertamente di amore, io, che forse l'amore non l'avevo mai conosciuto davvero, io, che forse l'amore non l'avevo mai sentito sulla pelle.
Faceva paura parlarne ed io non ero pronto a farlo.
Mia sorella ignorò il mio tono scortese e continuò imperterrita nel suo interrogatorio.

Lei era sempre così, quando voleva qualcosa, non mollava la presa.

"Filippo mi ha detto che stamattina gli hai chiesto di accompagnarti da Giulia".

Ora ci si metteva anche Filippo a complicare le cose.

Da quando gli uomini erano diventati così pettegoli?

"Dai Giorgio, raccontami qualcosa, cosa avete fatto, dove siete andati, vi siete baciati?"
Non si sarebbe arresa, lo sapevo. Dovevo darle in pasto un pettegolezzo gustoso, altrimenti non me la sarei staccata di dosso; e io volevo essere lasciato solo.

"Sono passata a prenderla, abbiamo fatto colazione e poi siamo andati a lezione e in biblioteca, tutto qui; nulla di più, nulla di meno ma..."

"Ma..." Gli occhi di mia sorella si accesero di curiosità.

"So per certo che Martina Bernardi e Michele si sono finalmente messi insieme. Li abbiamo beccati mentre si coccolavano al bar."

"Davvero? Era ora direi." Sorrise. "Martina ci provava con lui da una vita; quando non ci provava con te almeno." Sorrise ancora.
Tirai un sospiro di sollievo, forse ero riuscito ad allontanare il suo interesse da me e Giulia. Arianna mi abbracciò da dietro stando attenta a non stringere troppo la mia spalla malandata.
"Giorgio, non pensare di fregarmi!" sussurrò al mio orecchio.
"Confessa, ammetti che ti stai innamorando." Continuò scompigliandomi i capelli.

No, non ero riuscito nel mio intento; Arianna era come un mastino. Nessuno sarebbe riuscito a toglierle l'osso di bocca.

"Non ti sei mai comportato così con nessuna, hai persino composto un pezzo per lei!" Disse con gli occhi accesi di gioia.

Sì, l'avevo fatto, avrei soltanto voluto tenerlo per me, ancora per un po' almeno.
"Ormai non puoi più nasconderlo, il tuo cuore si sta aprendo all'amore." Mi abbracciò, facendomi male stavolta.
"Sono così felice per te!" continuò, mentre io trattenevo a stento un gemito di dolore.

Arianna aveva ragione, come sempre del resto, mi ero innamorato di Giulia.
La amavo contro la mia stessa volontà, contro la mia mente che mi gridava di non farlo, contro la mia anima, protetta da nubi oscure per evitare di lacerarsi ancora e ancora. Contro tutto ciò cui mi ero affidato per evitare di soffrire, io la amavo; il mio cuore l'aveva scelta. Inevitabilmente. La amavo e non sarei più riuscito a tornare indietro.
Se anche lei non mi avesse voluto, avrei continuato ad amarla, forse per sempre. L'avrei amata senza sfiorarla, senza sentire su di me la morbidezza del suo corpo, il profumo della sua pelle.

Lei non doveva amarmi.
Meritava di meglio che uomo come me.

"Non è giusto" sussurrai abbassando la testa."Non è giusto condannarla all'infelicità, perché stare con me, con uno come me, le porterebbe solo questo. Infelicità."

Mia sorella si rattristò, non le piaceva l'opinione che avevo di me, non le era mai piaciuto che mi denigrassi.
Lei mi amava e come il resto della mia famiglia, non riusciva ad accettare quanto io fossi diverso, non poteva sapere quanto l'abbandono mi avesse segnato profondamente, né quanta oscurità avesse riversato nel mio povero cuore.
Anche se eravamo gemelli, le nostre storie erano profondamente dissimili; Arianna non sapeva quanta amarezza, quanto silenzio, quanta notte albergasse in me.
Arianna non sapeva, e Dio solo sa che avrei fatto qualunque cosa perché non sapesse mai.

"Del nostro passato non abbiamo colpa, Giorgio, eravamo solo dei bambini, non siamo responsabili. Tu, non sei responsabile."

Lei non sapeva, ma sentiva.

La sua voce mi scavő dentro, incolpevole. Gettő sale su ferite mai chiuse. Le sue parole, fecero sanguinare il mio cuore.

Arianna non sapeva e non avrebbe saputo.

Misi una mano su quelle di mia sorella, la guardai; aveva gli occhi lucidi di lacrime.

"Sì, eravamo dei bambini, non siamo colpevoli." Le concessi questa piccola vittoria.

Arianna non sapeva.

"Io non potrò mai dimenticare." Dissi infine.

Distolsi lo sguardo dai suoi occhi limpidi e chiari come il mare.

"Ciò che ho vissuto mi ha segnato troppo profondamente, il dolore che ho provato me lo porterò dentro per tutta la vita." Strinsi i pugni. "L'ira, la rabbia, il rancore, che ancora a stento riesco a trattenere, sono parte di me ormai. Non voglio condannare Giulia a stare con qualcuno con un lato così oscuro."

Il lato oscuro della luna pensò il mio subconscio.

"Ho sbagliato ad avvicinarla, ho sbagliato a cedere ai miei istinti e ad assecondare il mio egoismo."

Ora Arianna piangeva.

"E vuoi condannare entrambi alla solitudine? Giorgio, se Giulia ti ama, chi sei tu per decidere dei suoi sentimenti?" Le sue parole mi colpirono forte, e dritto al cuore. "Se Giulia ti ama, stare lontana da te sarà la vera sofferenza."

"Non voglio che mi ami!" urlai, stringendo i pugni fino a farmi sbiancare le nocche. "Ho sbagliato, cazzo! Ho sbagliato!"

L'immagine delle nostre dita intrecciate tornò ad affacciarsi alla mia mente, il suo rossore, il mio sorriso timido e impacciato, la naturalezza di un gesto che non sarebbe mai dovuto esserci, l'illusione, la dannata illusione di essere come tutti gli altri.
Le esili braccia di Arianna mi strinsero in un cerchio di amore e serenità e la mia testa si appoggiò alle sue spalle piccole, che non avrebbero retto tutto il peso della mia anima, in cerca di un conforto, di un sollievo che non poteva darmi.

"Ho paura Arianna, lo capisci?" Confessai."Ho paura di farle del male."

"E allora perché continuare ad alimentare i suoi sentimenti per te? Perché illuderla, perché invitarla a cena, perché andare a prenderla sotto casa, perché farle credere di essere interessato a lei, se in fondo hai già deciso che tra voi tutto deve finire prima ancora di cominciare?"

Già, perché?

Perché non potevo più starle lontano, perché un suo sorriso mi riscaldava l'anima, perché, vederla arrossire per un mio commento, mi faceva battere il cuore.

Perché ero totalmente innamorato di lei.

Abbassai la testa sconfitto nell'intima battaglia con me stesso.

"Sono un egoista Arianna, non so più starle lontano. Spero solo che il giorno in cui le racconterò tutto, vorrà starmi ancora vicino. E sì, sono innamorato, se questo sentimento che mi opprime il petto, e che non mi fa dormire, si chiama amore." Mi sentii pizzicare gli occhi ma non riuscii a piangere. Ormai avevo dimenticato come si piangeva. Le ultime lacrime le avevo versate per mia madre, dieci anni prima.

Filippo entrò nella mia stanza, senza bussare, proprio come Arianna. Era venuto a prenderla, aveva sentito le nostre voci concitate e aveva intuito.
Lui sapeva, aveva visto come la mia furia potesse scatenarsi.
Lui sapeva e aveva avuto paura.
Lui sapeva e aveva compreso, come solo un uomo può capirne un altro.
Si sedette vicino ad Arianna carezzandole i capelli, lei si appoggiò al suo petto singhiozzando.

Si amavano profondamente, lui era l'unico, oltre a me, con cui mia sorella si confidava, l'unico cui rivelava le sue debolezze. Filippo mi guardò dritto in faccia con espressione serena.

"Giorgio, io amo profondamente tua sorella, lei mi ha raccontato tutto di voi ed io l'ho accettato il vostro passato. Se Giulia ti ama capirà. Non pretendere mai di decidere per qualcun altro, te ne potresti pentire. Potresti perdere qualcosa di veramente importante"

Filippo, più grande di me di qualche anno, era sempre così sicuro, così convincente. La sua sola presenza mi trasmetteva tranquillità. Ero veramente felice per Arianna, ero contento che lei lo avesse incontrato sul suo cammino.

Mi avevano lasciato solo, a riflettere su ciò che volevo e su ciò che sentivo.

Mi avevano lasciato solo, mentre il ricordo delle nostre dita intrecciate e del calore che mi aveva trasmesso quel gesto, tornava ad affacciarsi nella mia mente.

Mi stesi sul letto. Le note di Wicked Game riempirono la stanza facendomi rabbrividire. Avevo veramente paura che il gioco che stavo giocando potesse essere fonte di dolore.

Per lei, per me.




The world was on fire and no one could save me but you, It's strange what desire will make foolish people do.

I never dreamed that I'd meet somebody like you I never dreamed that I'd lose somebody like you

No, I don't want to fall in love, [This world is only gonna break your heart]

No, I don't want to fall in love, [This world is only gonna break your heart]

With you With you

What a wicked game to play, To make me feel this way.

What a wicked thing to do, To let me dream of you.

What a wicked thing to say, You never felt this way.

What a wicked thing to do, To make me dream of you !

And I don't want to fall in love, [This world is only gonna break your heart]

No I don't want to fall in love, [This world is only gonna break your heart]

With you

The world was on fire and no one could save me but you, It's strange what desire will make foolish people do.

I never dreamed that I'd love somebody like you I never dreamed that I'd lose somebody like you

No I don't want to fall in love, [This world is only gonna break your heart

No I don't want to fall in love, [This world is only gonna break your heart]

With you With you

Nobody loves no one

Il mondo era in fiamme e nessuno oltre a te poteva salvarmi

é strano come il desiderio rende pazze le persone

non ho mai sognato che avrei incontrato qualcuno come te non ho mai sognato che avrei perso qualcuno come te

no, non voglio innamorarmi (questo mondo ti spezzerà il cuore )

no, non voglio innamorarmi (questo mondo ti spezzerà il cuore)

di te, di te

che gioco malvagio da giocare, farmi sentire cosi che cosa malvagia da fare, lasciarmi sognare te

che cosa malvagia da dire che non ti sei mai sentita cosi che cosa malvagia da fare, lasciarmi sognare te

e non voglio innamorarmi (questo mondo ti spezzerà il cuore)

No, non voglio innamorarmi (questo mondo ti spezzerà il cuore)

di te

il mondo era in fiamme e nessuno oltre a te poteva salvarmi

é strano come il desiderio rende pazze le persone non ho mai sognato che avrei amato qualcuno come te

non ho mai sognato che avrei perso qualcuno come te

no non voglio innamorarmi (questo mondo ti spezzerà il cuore)

No, non voglio innamorarmi (questo mondo ti spezzerà il cuore)

di te, di te

Nessuno ama qualcuno.

Chris Isaak_Wicked Game

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