09 (gravity)

GIULIA

"Oggi dimettono Giorgio! Non vedo l'ora di riaverlo a casa, mi manca la sua presenza".

Al solo sentire Arianna pronunciare il suo nome, il mio cuore prese a battere più velocemente.

Se non fosse stato per l'arrivo di Francesco, forse ci saremmo baciati.

"Ciao Giulia! ...Arianna." Michele era apparso alle mie spalle senza che me ne accorgessi.

"Ciao, Michele." la sua espressione non mi piaceva, guardava Arianna in modo stano, quasi fosse infastidito dalla sua presenza.

"Giulia, posso parlarti un attimo, da sola?" Guardai la mia amica che mi sorrise incoraggiandomi, poi mi alzai e seguii il mio amico fuori dalla caffetteria.

"Allora, cosa c'era di così urgente?" Michele mi fece uno sguardo strano.

"Da quando ti metti a frequentare i Leardi?" non capivo la domanda.

Da quando erano fatti suoi con chi mi vedevo?

"È per questo che hai chiesto di parlarmi?" Ero infastidita dalla sua interruzione e dalla punta di arroganza e possessività che avevo percepito nella sua voce. "Ti ricordo che Giorgio mi ha salvato la vita; se non fosse stato per lui ora farei parte del paraurti di quel motorino o dell'asfalto!" Michele rabbrividì al ricordo.

"Giusto, giusto! Scusami, è vero, devi la vita a Leardi, ma è normale che per questa ragione tu sia gentile con la sua famiglia e i suoi amici?" Che domanda stupida, io ero gentile perché loro meritavano gentilezza, non perché erano amici di Giorgio. In realtà Arianna e i suoi amici mi piacevano già da prima dell'incidente.

"Allora?" continuai, "cosa avevi da dirmi di tanto importante? Non voglio far aspettare Arianna, non è educato."

"Ecco, beh... fra due settimane ci sarà la serata universitaria per le matricole, sai, in zona stazione Ostiense... ecco, sarebbe... beh... un modo come un altro per conoscere gente!" Lo sapevo già, avevo detto ad Arianna che sarei andata con loro.

"Sì, lo so." Testai di continuare la frase, ma Michele mi gelò con la sua richiesta.

"Ci andiamo insieme?" chiese speranzoso, con gli occhi più luminosi di un albero di Natale.

Possibile che non si rendesse conto che Martina era stracotta di lui? La stupidità degli uomini, certe volte, non aveva pari.

"Michele, ti ringrazio, ma ho già promesso ad Arianna che sarei andata con lei, se ti va però, puoi unirti a noi!" Alzai un sopracciglio sorridendo.

"Con i Leardi?" Michele sembrava confuso. "No, forse è meglio di no. Credo che lo chiederò a Martina." La mia era stata una mossa scorretta, sapevo che Michele aveva un complesso d'inferiorità nei confronti di Giorgio e dei suoi amici. Un po' mi dispiaceva anche per la mia coinquilina, lei non lo sapeva, ma era stata un ripiego. Michele mi guardò, si sentiva sconfitto su tutta la linea.

"Se ci tieni tanto, potremmo andare tutti insieme, in fondo ci conosciamo!" Gli sorrisi dolcemente; questo glielo dovevo, e mi concessi di appoggiare una mano sulla sua spalla. Lui sorrise mesto facendo un cenno di assenso.

"Grazie Michele, Arianna ne sarà contenta!" Gli appoggiai le labbra sulla guancia in segno di saluto e tornai a sedermi con la mia nuova amica. "Michele voleva chiedervi se vi andava di andare tutti insieme alla festa delle matricole; era imbarazzato a chiedervelo direttamente, vi vede così distanti." Non ero mai stata brava a mentire, ma Arianna fece finta di abboccare.

"Ma sì, più siamo meglio è; quindi, ricapitolando, siamo: Filippo, Nia, Francesco, tu, io, Michele, Martina, Angela e Flavio... occorreranno due auto" I conti non tornavano, mancava qualcuno molto importante per me. Guardai Arianna. "A Giorgio le feste non piacciono." Disse, quasi leggendomi nel pensiero. Abbassai gli occhi, odiavo essere tanto trasparente.

"Lo capisco, anch'io non amo molto le feste, inoltre non sono brava a ballare, ma a questa non mi dispiacerebbe andare!"

"Giorgio sa ballare benissimo!" Disse la mia amica, come se avesse visto la luce. "Anche se non lo fa quasi mai, ha uno straordinario senso del ritmo..."

"Arianna cosa ti frulla in testa!" Ero allarmata dal suo tono cospiratorio. "Io non piaccio a tuo fratello, non cercare di metterci insieme per forza!"

"Ti sbagli, Giulia, tu gli piaci moltissimo!" Dilatai gli occhi per la sorpresa. "Te lo assicuro, non l'ho mai visto preso da qualcuna come lo è da te! Inoltre..." e fece un sorriso malizioso, "...da quello che mi ha raccontato Francesco..."

Quel pettegolo

"Francesco si sbaglia! Lo stavo soltanto sostenendo"

E desideravo che mi baciasse con tutta me stessa.

"Giorgio si è mostrato più cortese, è vero, ma la sua espressione è sempre così fredda e distante, quasi mettesse una maschera." I miei occhi si abbassarono per l'imbarazzo e le mie guance s'imporporarono.

"Lo vedi, Giulia, tu lo capisci meglio di chiunque altra. Giorgio si protegge dal mondo, la sua è solo una facciata; mio fratello ha il cuore più puro e dolce che io abbia mai conosciuto, solo che non lo sa... non sa quanto amore ha dentro..." Arianna era diventata incredibilmente seria, come sempre, quando parlava del fratello.

"Ma perché fa così!" Mi accarezzai istintivamente la guancia tumefatta, la stessa che lui aveva quasi accarezzato con le labbra.

"Vedrai, quando si sentirà pronto ti aprirà il suo cuore, ma ti prego, Giulia, stagli vicino, non farti scoraggiare dai suoi sbalzi d'umore, non farti ingannare dalla spessa armatura che indossa."
La guardai dubbiosa.

"E se ti sbagliassi? Ti sei mai fermata a riflettere sulla figura che farei con tuo fratello, se tu ti sbagliassi; se lui non provasse niente per me?" Tradii così il mio interesse per Giorgio arrossendo fino alla punta dei capelli.

"Mio fratello ti piace, vero?" Presi letteralmente fuoco.

"Sì, mi piace, ma nello stesso tempo, sono turbata dal suo comportamento altalenante," confessai. "Ma ti prego di non dirglielo, già mi tratta malissimo così!"

"Non preoccuparti, so quando stare zitta" mi fece l'occhiolino sorridendomi. "Ma tanto già so che andrà benone!" Avrei voluto esserne sicura anch'io.

§§§§§§§

GIORGIO

Alle otto di sera mia sorella rientrò a casa accompagnata da Filippo. Dopo avermi baciato sulla fronte, si diresse in cucina per aiutare Emilia. Il salotto era un open space con zona cottura a vista e dalla poltrona sulla quale ero seduto, sentivo canticchiare mia madre e mia sorella.

"Ho pranzato con Giulia oggi," disse allegra, lasciando la frase volutamente sospesa. Piccola pestifera Arianna. Sentire pronunciare il nome di Giulia faceva accelerare il mio battito cardiaco. Dopo il tempo passato insieme in questi giorni, il fatto di non vederla mi faceva provare una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

"Michele Antonucci ci ha chiesto di andare tutti insieme al ballo delle matricole," continuò, rivolgendosi a Filippo. "Anche se in realtà, ci scommetterei, l'invito era solo per Giulia." Arianna mi sorrise in modo strano. "Non mi dispiacerebbe andare a quella festa, che ne pensate? Andiamo?"

Filippo che stava sbocconcellando del pinzimonio sorrise a mia sorella.

"Dai, Giorgio, non ti piacerebbe andare ad una festa con Giulia e poterla palpeggiare nel buio di una discoteca?" Un sorriso si allargò sul viso di Filippo che mi fece l'occhiolino. Era ufficiale, avrei ammazzato quel chiacchierone di Francesco con le mie stesse mani. Arrossii.
Da quando arrossivo?
Che gli saltava in mente di dire, e di fronte ad Emilia per giunta!

"Smettila, Filippo!" Ringhiai, mentre lui se la rideva.

"Beh, Giulia ha detto che ci andrà; vorrà dire che sarà qualcun altro a palpeggiarla al buio!"

Cazzo, cazzo, cazzo!!!!

Bastò il pensiero di Michele Antonucci, che palpeggiava Giulia, per rendermi desiderabile l'idea di andare a quella stupidissima festa piena di stupidissime persone. Mi alzai e senza dire una parola, andai in camera mia. Avevo bisogno di pensare senza nessuno intorno, avevo bisogno di capire perché quella ragazza stava diventando così importante per me. Emilia mi raggiunse subito, come faceva ogni volta che mi vedeva turbato.

"Cosa succede, amore mio!"

Cosa potevo risponderle? Che, per la prima volta nella mia vita, il mio cuore di ghiaccio si stava sciogliendo? Oppure avevo paura che Giulia, una volta conosciuto il vero me stesso, scappasse via?

No, lei non avrebbe mai accettato che parlassi così di me, che mi descrivessi per quello che ero. Mia madre mi scompigliò i capelli, poi mi accarezzò una guancia. Dolce, dolcissima Emilia.

"Ti fa male la spalla, vuoi che chiami papà per farti somministrare un anti- dolorifico?" Aveva capito male, sperai.

"No, sto bene!" Mi affrettai a tranquillizzarla "la spalla va molto meglio." Emilia mi sorrise.

"Allora è per quello che ha detto Filippo sulla tua amica!" Emilia aveva un istinto di protezione innato e capiva al volo quali problemi potessero avere i suoi cuccioli. "Sei Geloso?" Scossi la testa. Geloso? No, assolutamente!

Eppure, sentivo lo stomaco contrarsi, alle immagini voluttuose che si formavano nella mia testa. Giulia, con un ragazzo diverso da me, Giulia che gli sorrideva, che lo abbracciava, che si lasciava toccare da lui come io non avrei potuto mai fare. Volevo scappare, volevo chiudere questo discorso al più presto, mi faceva soffrire pensare alla fuga della mia amica di fronte alle mie rivelazioni. Non volevo essere brusco con mia madre perciò tentai di cambiare discorso.

"Mi aiuti a cambiarmi, mamma?" Indossai una canottiera di cotone beige che mi lasciava scoperta la spalla e sopra vi appoggiai una camicia chiara.

"Scendo fra un attimo." Prima dovevo fare una cosa. Sì, avevo il desiderio di fare qualcosa che non mi sarei mai aspettato di fare. Avevo qualcuno da salutare, qualcuno con cui scusarmi.

Presi il cellulare e digitai un numero.

Sara Bareilles _Gravity

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