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DARK
Ogni minuto che passa sono sempre più agitato.
Prendo il telefono e digito il numero di Peter. Al secondo squillo sento la sua voce dalla parte opposta.
<Pronto?!> La sua voce ha una macchia di odio, a quanto pare pensa già di sapere con chi sta parlando.
<Ciao, Peter>
<Ma cosa cazzo vuoi da me?> E' troppo scorbutico
<Stai calmo, voglio parlare, intanto però.. So già che hai detto a David di rintracciare la chiamata, mi piacerebbe aspettare e vedere cosa succede dopo. Ma torniamo ai nostri discorsi, ti è piaciuto il regalo che ti ho fatto? Sai, è stato divertente vedere la tua faccia spaventata.>
<Perchè fai questo?> Chiede deciso.
<Perchè faccio questo.. E' una bella domanda, mi piacerebbe saperti rispondere. Probabilmente perchè amo vedere quelle persone che mi implorano, ma soprattutto, amo vedere il dolore che provoco.>
<Tu sei pazzo!> Esordisce
<Probabilmente, ma siamo noi pazzi a fare quello che c'è da fare, voi siete pecore, se uno fa un cosa la fate tutti. Noi? Noi facciamo quello che ci passa per la testa, se mi va di mandare a fanculo qualcuno lo faccio, non come voi, che addirittura fate come niente. Se mi viene voglia di ammazzare una persona perchè non merita di vivere, lo faccio.>
<Ma come fai a dire queste cose! Senza il minimo rimorso!>
<Peter, io e te siamo colpevoli, abbiamo commesso un omicidio insieme, ed è proprio per questo che tu sarai l'ultimo, tu morirai Peter>
<Giuro che ti ammazzerò!! Bastardo!>
<Pensi sul serio di potermi fare paura? Io vi sono già stato condannato alla morte Peter, se tu mi uccidessi mi faresti solo un favore. Allora? David ha capito dove sono> Quello che segue è silenzio, vorrei solo essere lì per vedere la sua faccia in questo momento.
<Cosa! Non è possibile, sei sicuro?> La sua voce è mozzata mentre parla con David <Bastardo come caz->
<Ti aspetto qui> Lo interrompo, subito dopo quelle parole chiudo.
Mi siedo qualche secondo sul letto, ho bisogno di rilassarmi.
Al suono delle sirene in lontananza preparo tutto e lascio la lettere sopra al letto.
COOPER
La strada verso casa è sempre la solita, ma ora sembra non finire mai, ho l'impressione ogni volta siamo nello stesso punto. Le sirene delle volanti ormai sono una melodia accompagnatrice per me.
Appena davanti al vialetto di casa scendo dall'auto ancor prima che si fermi, rischiando di cadere. Sfilo la pistola dalla fiondina e cautamente mi dirigo verso l'uscio.
David mi segue e subito dopo di noi la squadra speciale, faccio segno loro di controllare le altre uscite, velocemente si dividono in due gruppi ed eseguono il mio ordine. Io e David rimaniamo lì, tende delicatamente la mano verso la maniglia e gira. E' aperto, dentro non c'è nessuno, al primo piano si udono solo le voci del resto della squadra che dicono in coro "libero!"
Faccio segno con la mano a David di avviarci verso il piano superiore.
Vado avanti tenendo la pistola tesa davanti a me, con le spalle al muro e molto lentamente comincio a salire. David e il resto della squadra seguono allo stesso modo. Arrivato al punto in cui riesco a vedere il corridoio mi alzo leggermente in punta di piedi per vedere se ci sia qualcuno. Nulla, faccio cenno agli altri si venire
Le porte sono tutte aperte, tutte, tranne una. La camera di mio figlio. Guardo David il quale capisce subito e comincia a dirigersi verso di essa. Una volta arrivati ci fermiamo, io sono da un lato e lui è dall'altro della porta. Mi guarda per chiedermi cosa fare. Ma i miei pensieri vengono interrotti da una melodia che inizia improvvisamente a risuonare nella stanza, una melodia al quanto famigliare. Ora ho capito, è la canzone che io e mio figlio ascoltavamo sempre.
David mi guarda con occhi sgranati, anche lui ha capito, dopo tutto, la cantavo sempre.
<Adesso basta brutto figlio di puttana!!> Urla lui, e si appresta a sfondare la porta.
<NO DAVID!! Aspetaaaaaa!> Troppo tardi. Con un calcio sfonda la porta, il resto è solo un incubo. Un oggetto che non riesco a definire subito gli passa da una parte all'altra del corpo. Una freccia! David cade a terra con il sangue che gli riga le guancie dopo essergli uscito dalla bocca. Sento che mi stanno bruciando gli occhi, ma non voglio piangere.
<Peter.. Ricorda.. La morte ha un orologio tutto suo> Dopo queste parole il suo respiro cessa, mi avvicino per sentire se il cuore batte ancora, ma nulla, il mio migliore amico è morto.
<La squadra medica qui! Subito!> Dopo quelle parole mi alzo e vado verso la camera, entro senza pensare ad eventuali conseguenze, non sono lucido in questo momento.
Di fronte a me, lagata con un meccanismo abbastanza avanzato c'è una balestra, era collegata direttamente alla porta con un filo. Appena David ha aperto è scattata.
Sopra il comodino c'è un telefono che suona, la canzone è sempre accesa. Era un sveglia, una fottuta sveglia puntata alle 10:04, come diavolo ha fatto a calcolare tutto. Ci siamo fatti fregare.
Al centro del letto vi è una lettera, di nuovo.
"Rieccoci qui, ancora non sei riuscito a prendermi, sono obbligato a contraddire la tua fama tenente Cooper, da quello che ho sentito, ci sai fare. Sai Peter, quando ero piccolo, mi hai portato via la persona che più amavo, tu hai fatto di me quello che sono, la morte di quei ragazzi, di David, sono solo colpa tua. Certo, potresti aver evitato la morte di David, ma non credo, scommetto invece che David ora ha una freccia conficcata nel busto, non avresti mai avuto le palle di aprire tu la porta. Però è risaputo ormai, io sono vendicativo, e così, ti ho portato via l'unica persona cui più eri attaccato, spero che tu non mi tenga rancore. Ti chiamerò Peter, anche se aspetto che tu mi trovi prima.
Dark"
Spazio autore:
Ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi possa piacere, mi è dispiaciuta molto la morte di David, ma la storia è così.
Voi cosa ne pensate? Credete che Peter se lo meritasse?
Commentate e votate nel caso vi piacesse. Ogni vostra critica è ben accetta, quindi se ne avete, fatele pure.
Ringrazio in anticipo i lettori e spero che non abbandonerete la storia!!
Al prossimo capitolo!!!
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