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3 mesi dopo

COOPER

Sono tre mesi ormai che lo cerchiamo, tre lunghi mesi che cerchiamo almeno una singola prova che ci possa aiutare, ma nulla. Le parole dette dalla Barret mi sono rimaste in testa: "Ha detto che tuo figlio è morto". Cosa diavolo potrebbe mai saperne di mio figlio?

Le notti sono un tormento, il sonno mi prende difficilmente e quando succede, faccio incubi, vedo una faccia dipinta, ma quello che più mi fa paura è che ci vedo me stesso dietro quella maschera.

Questa sera dovevo uscire con David, avevamo intenzione di fare un'uscita tra amici... Ma come al solito, come faccio da ormai molte settimane, ho deciso di chiudermi in casa a pensare. Pensare a qualsiasi cosa che possa aiutarmi con l'indagine.

Lo squillo del telefono mi riporta al mondo reale.

"Cooper" Enuncio. Dall'altra parte però nulla, nessuno risponde. "Pronto?!" Dico con voce più convinta.

"Ciao Peter" Una voce roca ripercuote nel mio orecchio.

"Chi sei?"

"Ma come sei scortese... Non esiste il rispetto per te?"

"Dimmi chi sei!" Affermo con voce dura.

"Mi conosci Peter... Pensa che mi è arrivata addiruttura voce, che tu mi cerchi da tre mesi... Dimmi Peter, è vero ? Sono diventato così importante per il nostro caro tenente?" La sua voce è accusatoria.

"Cosa vuoi da me?

 Emette una risata calorosa.<Cosa voglio da te? Ma è molto semplice Cooper, io aspetto con ansia che tu mi prenda, ho molte cose da dirti. Ma sono fiducioso del fatto che sarò io a trovarti... Quando sarà il momento ovviamente.

"Perchè hai detto alla moglie di Barret di dirmi quelle cose?"

"Mi sembra ovvio Peter, quello che ho detto in un certo senso è vero"

"Cosa diamine vorrebbe dire ? Ascoltami bene maledetto bastardo, io ti troverò, e giuro che quando accadrà..."

"Shhh. Peter, tieni le forze per quando lo farai, ora devo andare, ho un piccolo affare da sbrigare" Mi interrompe

"Cosa?!" Ha chiuso. Cosa diamine intendeva con quella frase?



DARK

Parlare con Peter mi ha fatto capire che è solo uno stupido.

"Allora, signorino Lucas, le piace lo scenario che sarà la sua morte?" So benissimo che non è in grado di parlare, il nastro adesivo che ha sulla bocca glielo impedisce. Quello che mi interessa è vedere la sua espressione. Quella che hai quando ti dicono che non hai ancora molto da vivere, lui lo aveva già capito a quanto pare. La sua era un misto tra paura e odio. Sicuramente l'odio era per me, ma è anche questo il bello di quello che faccio.

"Signorino McRoy, vorrei porle una domanda, crede che sia possibile che io le levi il nastro? Affinchè lei possa rispondere?" Non risponde, o meglio, non fa nemmeno nessun gesto con il capo.

"Ha capito quello che ho detto?" Questa volta lo affermo con un po' di cattiveria, quanda alza la testa mi guarda per un secondo neglio occhi, poi fa un gesto quasi esasperato per dirmi di si.

"Allora... Vediamo... Lei crede che una persona che non ha mai fumato, meriti di avere il cancro ai polmoni ? Quando a questo mondo ci sono milioni di persone che fumano dai due ai tre pacchetti al giorno?" Mentre glielo chiedo gli levo il nastro. "Non provare minimamente ad urlare, altrimenti ti farò soffrire così tanto che comicerà a piacerti l'idea di morire" mi guarda con degli occhi atterriti.

"Allora? Sto ancora aspettando la tua risposta." Dopo queste parole ho un colpo di tosse, mi sento bruciare dentro la gola, sembra quasi che mi si stia strappando la carne dall'interno.

"Me lo chiedi, perchè tu hai il cancro vero?"

"Sei intelligente vedo. Ora rispondi"

"No, credo che non lo meriti, ma non scegliamo noi queste cose, è Dio che..."

"AHAHAHAH... Andiamo, Lucas, proprio tu mi vieni a parlare di Dio? Tu che hai picchiato, ucciso e poi bruciato una giovane innocente?"

"Cosa? E tu come fai a sape..." Prima che possa finire la frase un mio pugno piuttosto violento lo colpisce.

"Stai zitto! Non sei tu a fare le domande qui, non mi sembra di avertene dato il permesso" Ho ancora quel bruciore alla gola, mi sento soffocare.

"Voglio farti un'altra domanda Lucas, sei pregato di rispondere sinceramente!" Il colpo lo ha scombussolato ma riesce comunque a guardarmi ancora negli occhi.

"Bene, visto che non rispondi, lo prendo come un si. Allora, mi sai dire, signorino McRoy, cosa meriterebbe un degradato mentale che fa una tale brutalità ad una persona?" Il suo sguardo è perso, in questo momento probabilmente, si starà pentendo di quello che ha fatto...

"Se il tuo piano è quello di farmi inginocchiare davanti a te e chiederti venia, hai sbagliato persona amico, probabilmente meriterei di morire, ma io non torno mai sui miei passi, sono felice di quello che ho fatto"

"Bene, vedo che noi due siamo simili, però... Il giorno della tua morte sarà proprio questo Lucas, forse era meglio se ti ammazzavi da solo, non hai idea di quanto ti farò soffrire." Mentre pronuciavo queste parole, gli ho rimesso il nastro ancora più stretto di prima, ha provato a impedirlo ma è stato del tutto inutile.

Mi guarda con occhi sgranati mentre prendo un coltello piuttosto grande.

"Vedi, Lucas, prima o poi arriverà anche il mio momento, morirò pure io per i peccati che ho compiuto, ma non sarà il cancro ad uccidermi, non permetterei mai ad una malattia di togliermi la vita. Bene, che ne dici se iniziamo con tagliare le dita dei piedi ? Una alla volta?" Questo volevo vedere, diceva che non voleva chiedere perdono, ma i suoi occhi non dicono lo stesso.

A ogni dito che tagliavo, lo sentivo dimenarsi inutilmente sulla sedia, il dolore era comunque sempre minore, anche perchè era vicino a morire dissanguato, ma non lo avrei permesso, non ancora almeno.

"Ehi ehi, guarda di stare sveglio, la parte più bella deve ancora arrivare." Dopo averli tirato varie sberle per farlo riprendere gli indicai una tanica rossa.

"Ahahahah. Vedo che hai già capito, aspettami un attimo, arrivo subito." Velocemente l'ho presa.

"Bene, eccomi qui, ti è piaciuto vedere il corpo di quella ragazza mentre bruciava? Bhe, non sai quanto piacerà a me vedere il tuo." Mentre gli verso la benzina addosso l'odore mi invade l'olfatto, è strano, ma è buono.

Prendo i fiammiferi e lentamente glieli mostro, è l'espressione che ha in volto ora a spingermi a continuare quello che faccio, mi rende felice.

Ho dovuto sprecarne tre prima che il quarto prendesse, ma era solo questione di tempo.

"Bene, mi è piaciuto parlare con te Lucas, ora però, fottiti" Mentre il fiammivero volava verso di lui, ho alzato lo sguado al cielo e ho fatto un lungo respiro.

Il calore mi riscalda. L'odore che emana è nausabondo, mi viene quasi da vomitare. Il suo corpo si sta ancora muovendo, addrizza i piedi come per distenderli, probabilmente per il dolore.

Il tutto è durato poco, e morto quasi subito, forse un minuto e mezzo. Però non potevo lasciare che il fuoco divorasse letteralmente il corpo. Prendo il primo secchio di acqua che avevo preparato e lo tiro sopra alle fiamme, che divampavano ancora, per fortuna ne ho preparati più di uno, una volta tirato il secondo il fuoco si spenge. Ora manca solo la firma, devo  solo prendere il mio suovenir. Prelevo il solito strato di pelle esattamente sopra il cuore, affinchè glielo si possa vedere spento dei suoi battiti.

Manca solo la lettera ora.






Spazio autore:

Allora ragazzi, siamo arrivati anche alla fine di questo capitolo.

Spero che vi piaccia, se così fosse votate e se volete, lasciate un commento, non avete idea di quanto siano importanti per me.

Questo, secondo me, è un capitolo piuttosto importante, soprattutto per il fatto che abbiamo la prima conversazione tra Peter e Dark.

Cosa ne pensate di Lucas McRoy? Voi gli avreste fatto la stessa cosa ?

Aspetto i vostri commenti!!

Ciaooooo!!

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