29| Una Nuova Amica


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-Javed Iqbal

Asteria era montata sul suo cavallo stringendo la sacca contro il petto mentre accarezzava la criniera di Pazuzu.

Come avrebbe dovuto chiamarlo, d'ora in poi? Adesso che sapeva fosse Ciril, come avrebbe dovuto etichettarlo?

Si era morsa il labbro mentre Azef le prendeva la mano, baciandole il dorso. Non pensava che si sarebbe dovuto separare da lei cosรฌ presto e la cosa lo rattristava; sperava che il tempo sarebbe passato piรน lentamente e invece era volato, riempito di momenti gioiosi cosรฌ come di tristezza.

Aveva promesso all'amica che avrebbero rimesso in piedi il negozio e aveva tutta l'intenzione di farlo; sperava, perรฒ, di riuscirci assieme a lei, l'uno di fianco all'altra. Senza Alisha era andato avanti, piรน per inerzia che per volontร  propria, ma privarsi nuovamente di Asteria gli pesava.

Avevano la stessa etร , condividevano diverse passioni e, soprattutto, erano cresciuti assieme. Come avrebbe fatto a vivere senza di lei? Sperava che prima o poi sarebbe tornata per rimanere, piuttosto che per andarsene.

"Mi mancherai." Gli aveva sussurrato lei, scompigliandogli i capelli scuri. Anche lei ne avrebbe sofferto, forse persino piรน di lui. Dopotutto era costretta a tornare in luogo che Azef pensava esser tremendo, sommerso da chissร  quali orribili cose.

E aveva ragione, o almeno in parte.

Iblฤซs rendeva quel luogo una sorta di mattatoio. Al posto degli animali aveva i propri servi e non feriva, non spesso per lo meno, fisicamente ma puntava a rovinare le barriere mentali altrui.

Un posto in cui vivere era l'equivalente di morire.

Ma Asteria se ne era quasi abituata: non sarebbe sopravvissuta senza quel senso di familiaritร , persino Nasser glielo aveva detto.

Il problema di fondo, perรฒ, era che se si fosse abituata troppo avrebbe perso sรฉ stessa mentre se si fosse distaccata sarebbe impazzita. Il segreto, quindi, era trovare una via di mezzo sulla quale sostare.

"Mi mancherai anche tu, mancherai a tutti." Azef aveva tirato su con il naso, impedendo a qualche lacrima di cadere. Non voleva mostrarsi debole davanti a lei, cosรฌ come non voleva lasciarle un ricordo triste della propria partenza.

Asteria si era quindi piegata su Pazuzu, distogliendo lo sguardo dal villaggio.

Faceva male, malissimo, anche solo incontrare i loro occhi. Le sembrava che qualcuno le stesse perforando il petto con centinaia di aghi.

Aveva chiuso ermeticamente gli occhi, giocando con la criniera dell'animale per calmare i nervi.

Doveva resistere solo un altro po'; poteva farcela.

"Torna presto."

"Ci proverรฒ."

Asteria aveva lanciato un ultimo sguardo alla cittร , alle case e alle persone che si erano radunate nella piazze. Aveva alzato quindi una mano in aria, salutando tutti, per poi piegarsi verso l'orecchio di Pazuzu.

"Andiamo."

E lui era partito con la testa bassa, gli occhi puntati verso il sentiero e le orecchie tese. Amava galoppare, forse perchรฉ costituiva l'unico atto che gli concedeva un minimo di libertร .

L'aria si era annodata tra i suoi capelli, spingendo la treccia che si era fatta all'indietro. Il cavallo andava talmente veloce da non permetterle di tenere un contatto con l'ambiente.

Vedeva il verde e il marrone passarle davanti agli occhi con lestezza, lasciandole solo delle grandi macchie colorate nella memoria.

Il rumore delle foglie e dei rami, rotti dagli zoccoli di Pazuzu, le aveva invaso le orecchie. Amava anche lei quella sensazione: le sembrava di star galleggiando nel verde, avvolta dai suoni soffici del sentiero.

Magari avrebbe chiesto il permesso di uscire, qualche volta, per correre assieme all'animale. Avrebbe fatto bene ad entrambi, ne era sicura.

Pazuzu aveva rallentato la propria andata, trottando placidamente per osservare con occhio attento ogni piรน piccolo dettaglio che lo circondava.

Non voleva tornare a palazzo tanto quanto non lo voleva Asteria, quindi si sarebbe preso il suo tempo. Avrebbero fatto una passeggiata tranquilla e poi sarebbero tornati da Iblฤซs.

Asteria era scesa da cavallo, prendendosi qualche secondo per ristabilire il proprio equilibrio. Le gambe le erano sembrate inferme, ma solo per dei piccoli istanti, aveva quindi fatto i primi passi in avanti.

"Vuoi farti un giro?"

Pazuzu aveva nitrito, spingendo il muso contro contro il viso della ragazza per ringraziarla. Erano anni che non gli veniva accordata cosรฌ tanta libertร  e la cosa lo elettrizzava. Poteva muoversi, correre, trottare o anche solo riposare e Asteria non avrebbe avuto niente in contrario.

Quindi si era voltato verso destra, indicandole la posizione in cui voleva incamminarsi.

"Ritroviamoci qui, okay? Prenditi il tuo tempo e quando ti sentirai stanco, torna." La ragazza gli aveva lasciato un'ultima carezza, rivolgendogli un piccolo sorriso. Anche lei aveva voglia di sgranchirsi le gambe e di fare una piacevole passeggiata da sola.

Lei e sรฉ stessa, nessun altro attorno di cui si sarebbe dovuta preoccupare. Il pensiero l'aveva deliziata, rilassandole i muscoli.

Pazuzu aveva mosso lentamente la testa, allontanandosi lentamente per paura che lei potesse cambiare idea. Si sarebbe fermato, se glielo avesse chiesto? Forse si, forse sarebbe tornato indietro perchรฉ le era riconoscente.

Ma sapeva che non gli avrebbe mai imposto una cosa simile, o almeno cosรฌ sperava, e quindi si era sentito sollevato nell'andarsene. Anche lui bramava un po' di pacifica solitudine.

Asteria aveva aspettato di vederlo sparire dal suo campo visivo prima di incamminarsi a sinistra, nel punto piรน brillante e chiaro del sentiero. Si sarebbe sentita piรน a suo agio se circondata da luce: ne aveva abbastanza di oscuritร .

Aveva respirato a pieni polmoni, lasciando che la moltitudine di odori la soffocasse. Andava bene cosรฌ, voleva esser completamente sommersa dalle sensazioni piuttosto che dai suoi pensieri.

Le sue dita erano corse a giocare con il velo nero, sottile, che le copriva parzialmente i capelli. Sembrava uno spettacolo funebre, cosรฌ vestita.

Effettivamente le sembrava di star affrontando un lutto: prima la perdita del suo negozio e poi quella di Azef.

Asteria aveva sospirato, spingendosi sempre piรน avanti. Percepiva un odore strano, avanti a sรฉ, di carne al fuoco e di spezie.

Aveva aggrottato le sopracciglia, confusa.
Che ci faceva un aroma del genere, lรฌ?

Si era fermata un attimo, deglutendo a vuoto mentre si chiedeva se avviarsi verso la fonte di quell'odore fosse una buona idea o meno.

Probabilmente non lo era, quindi non ci sarebbe andata.
Dopotutto era sola e senza Pazuzu; non poteva permettersi distrazioni o, peggio ancora, di perdersi.

Quindi aveva girato i tacchi, avviandosi dal lato opposto. Non si aspettava di vedere o di scoprire un granchรฉ, ma non le importava.

Le serviva solo un po' di pace e di silenzio.
Aveva ripensato al giorno prima, quando Azef l'aveva consolata, massaggiandole le spalle per ore mentre lei si limitava a fissare il corvo fuori la finestra.

Era stata una giornata oltremodo pesante, ma prima o poi si sarebbe risollevata. Doveva farlo, altrimenti quella pesante sensazione di vuoto l'avrebbe schiacciata.

"Oh, Lyeak non ha mai visto femmina piรน carina di questa!"

Asteria si era voltata di scatto, cercando con gli occhi la fonte di quella voce. Possibile che se lo fosse immaginata? No, non era tanto stanca da avere allucinazioni simili.

Quindi dove si trovava? Aveva sentito il cuore batterle in gola, facendola tossire animatamente.

"Stai bene?" Un viso scarno, dal colorito abbronzato e pulito, le si era parato davanti ma sottosopra.

Il corpo di un ragazzino pendeva da un ramo, proprio davanti a lei, mentre si dondolava con le gambe.

Avanti e indietro, avanti e indietro, senza mai sbilanciarsi.

Asteria non era riuscita a contenersi e cosรฌ aveva urlato, cadendo all'indietro contro il terreno.
Chi diamine era? Con le mani si era trascinata indietro, voltandosi solo per iniziare a correre il piรน velocemente possibile dal lato opposto.

Era incappata in un brigante? Ma quel ragazzino non ne aveva affatto l'aspetto! Aveva scosso la testa senza mai guardarsi indietro, cercando di arrivare al punto di incontro con Pazuzu.

"Perchรฉ scappi? Lyeak non vuole farti del male!"

Si era sentita afferrare per le spalle mentre un peso considerevole le si poggiava contro la schiena. Quel maledetto le si era appena aggrappato addosso, facendola cadere a terra.

Aveva quindi sbattuto il mento contro la superficie dura, sentendo i denti collidere tra di loro. La sensazione di male le aveva invaso la mascella, lasciandola momentaneamente senza fiato.

Si era dimenata, cercando di sgusciare sotto al ragazzino, ma questo le aveva afferrato il retro della tunica, tirandola come fossero le briglie di un cavallo.

"Spostati!" Aveva urlato lei, puntando i piedi a terra per darsi la spinta. Era quindi riuscita a voltarsi di lato, facendo precipitare il ragazzo sul terreno, proprio sotto di lei.

L'aveva sentito annaspare e gemere di dolore, cosรฌ si era affrettata a scostarsi per sedersi davanti a lui.

Asteria aveva il fiato corto e un gran senso di fastidio aveva iniziato a farsi strada nel suo petto.

"Ow, mi hai rotto una costola." Si era portato una mano al petto, massaggiandosi la spalla.

"Le costole sono piรน in giรน."

Si erano guardati per qualche istante, entrambi sfiniti e a corto di parole, mentre la ragazza tentava di capire chi diamine fosse lui.

Viveva nella foresta? Di certo sembrava agile, ma aveva anche l'aspetto di un ragazzino. Gli avrebbe dato si e no diciassette anni, non di piรน.

In qualsiasi caso non le importava, era giunta fino a lรฌ per passeggiare e rilassarvi, invece era stata braccata come fosse un animale!

Avrebbe fatto bene a tornare subito a palazzo, cosรฌ facendo non avrebbe dovuto subire quel disastroso incontro. Si era morsa l'interno guancia, dandosi della stupida.

No, tutto era meglio di Iblฤซs.
Ma lo pensava veramente? Avevano condiviso momenti piacevoli, no? E con lei non era mai stato troppo violento, o almeno cosรฌ pensava.

Avrebbe potuto ucciderla, eppure era ancora lรฌ.
Forse aveva una chance di sopravvivere e di uscire da quel casino prima che, proprio come il Re le aveva rivelato, diventasse immortale.

"A Lyeak dispiace, รจ da tanto che non vede qualcuno come lui." Aveva sporto il labbro inferiore, simulando un'espressione triste.

Asteria aveva aggrottato le sopracciglia, osservandolo mentre si metteva a sedere con le
gambe incrociate.

Le aveva sorriso, dispiaciuto, grattandosi i capelli sporchi di terra. Aveva un aspetto talmente infantile da sembrare innocuo, ma lei non si era lasciata ingannare.

La parola chiave era sembrare; le apparenze non per forza erano vere, quindi fidarsi non costituiva un'opzione.

"Chi sei?"

Lyeak aveva inclinato la testa di lato, tamburellandosi il mento con il dito come a voler riflettere sulla risposta da darle.

Lei, invece, aveva stretto la sacca al petto, ipotizzando di colpirlo con quella in caso di necessitร . Dopotutto c'era un tomo piuttosto grande al suo interno, magari sarebbe riuscita persino a fargli del male.

Asteria non aveva mai distolto lo sguardo dal ragazzo, inglobando con la coda dell'occhio i piccoli dettagli che la circondavano.

La foresta in cui si trovava era nata per magia, o almeno era questo ciรฒ che la leggenda narrava. Si diceva che il deserto fosse stato mutato in valle per disorientare gli stranieri, impedendo loro di arrivare a palazzo.

Era comunque sia rischioso avventurarvisi perchรฉ la possibilitร  di smarrire il sentiero era piรน che alta. Gli abitanti, inoltre, non apprezzavano particolarmente la fitta vegetazione.

Per molti, il deserto era piรน funzionale: potevi sempre capire chi o cosa ti fosse vicino, riuscendo ad anticipare quasi tutto.

Il bosco era, invece, un'incognita.

"Lyeak รจ uno scrittore!" Aveva sorriso lui, mostrandole due file di denti bianchi e asimmetrici. Aveva portato un dito verso il sopracciglio tagliato, massaggiandosi quindi la fronte.

Asteria aveva scosso la testa, sconsolata.

"Sei troppo piccolo per essere uno scrittore, e poi: cosa ci fai in una foresta? Ti sei perso?"

Non erano affari suoi; se ne era resa conto solo dopo aver parlato. Ma il ragazzo le sembrava piccolo e le suscitava curiositร  e pena.

Si era costretta a ripensare al modo in cui l'aveva assalita, dimenticandosi di quei momentanei sentimenti.

Lui aveva riso, ancora e ancora, tenendosi la pancia con una mano.

"Lyeak ha piรน di cent'anni, sai? Sei tu quella piccola, qui! E poi, questa รจ la mia casa." Aveva puntato un dito verso la foresta, ondeggiandolo per indicare che quella fosse davvero la sua dimora.

Ma come poteva vivere in un luogo cosรฌ inospitale? Aveva anche affermato di aver piรน di cent'anni, ma era impossibile, giusto?

No, era una cosa fattibile visto che Asteria aveva visto ben due persone dimostrarle la loro immortalitร . Se cosรฌ fosse stato, voleva dire che lo pseudo-scrittore aveva una sorta di legame con Iblฤซs.

"Oh, girano, girano veloci quelle rotelline, eh."
Si era indicato la testa, abbandonando momentaneamente il sorrisetto ironico per lasciarle uno sguardo morbido.

Con un'espressione tanto serena e docile, Asteria se l'era immaginato piรน grande. Pareva avere tutte le carte in regola per essere un adulto, ma parlava di sรฉ in terza persona e affermava cose a cui nessuno avrebbe creduto.

Nessuno tranne lei.

"Hai idea di chi sia il Re?"

Il viso di Lyeak si era incupito, mostrandole apertamente quanto quell'argomento lo disturbasse. Ma a lei non importava: voleva risposte, anzi le pretendeva.

Era stata rincorsa da quello strano tipo e ora pensava di meritare qualche spiegazione.

Non si era quindi tirata indietro e nemmeno aveva ritirato la domanda, aspettando pazientemente una qualche risposta.

L'aria iniziava a farsi piรน calda, segnando l'arrivo del primo pomeriggio. A che ora sarebbe dovuta tornare? Non lo sapeva e non le importava.

L'importante era arrivare prima del giorno dopo, quindi poteva prendersi il suo tempo.

Lyeak aveva giocato con le centinaia di treccine che gli adornavano la chioma, portandosi tra i denti le perline colorate che glieli tenevano fermi.

"Ibis era un amico," aveva iniziato lui, storpiando il nome del Re, "ma รจ da tanto che Lyeak non lo vede."

Aveva abbassato lo sguardo, scontento, per poi portarsi le ginocchia al petto e poggiarvici sopra il mento.

Asteria aveva sbattuto le palpebre un paio di volte, incredula. Un amico? Non riusciva a immaginarsi come un essere tanto infantile potesse stringere un legame cosรฌ forte con Iblฤซs.

Se erano davvero amici, perchรฉ non viveva a palazzo? Magari la sua presenza avrebbe aiutato a ristabilire la poca sanitร  mentale del sovrano.

"Lyeak ha anche scritto un libro su di lui, prima di lasciare la sua cittร ."

Il ragazzo aveva sospirato, affranto, nel ricordare la vicenda. Era stato un periodo difficile e miserabile, per lui.

Ricordava la sensazione di tristezza data dall'esser stato isolato e si sentiva mala al solo pensiero. Con gli anni, perรฒ, la solitudine era divenuta piรน gestibile.

La mente di Lyeak, comunque sia, era un luogo in cui poche persone potevano entrare. Composta principalmente da immaginazione, questa era il luogo perfetto per smarrirsi.

Per anni era stato solo con le sue idee, i suoi pensieri, finendo col diventare uno spettacolo geniale e pazzo al tempo stesso.

Se avesse scritto qualcosa in quell'esatto momento, ne sarebbe uscito fuori un capolavoro apprezzabile da pochi.

Asteria aveva sentito la sacca pesarle sul petto e subito le si era accesa una lampadina.

"Sai qualcosa di questo libro?" Lo aveva afferrato delicatamente, posizionandolo davanti a lui.

Istantaneamente il suo sguardo si era illuminato e il suo sorriso si era allargato, se possibile, ancora di piรน.

Aveva un'espressione malinconica mentre con le dita strofinava la copertina logora del tomo. Quanti anni aveva quel libro? Sembrava averne parecchi.

"L'ha scritto Lyeak, questo, tanti anni fa." Si era massaggiato le tempie, rovistando con gli occhi tra le pagine.

Asteria si era chiesta se ciรฒ che le aveva detto fosse vero o meno. Dopotutto lo scrittore del libro le era sembrato un uomo maturo, profondo e acculturato, mentre davanti a lei non aveva altro che un ragazzino.

Ma lui le aveva detto di aver piรน di cento anni, quindi magari era piccolo solo di corporatura.

"Perchรฉ?" Aveva mormorato lei, "Perchรฉ hai scritto qualcosa del genere? E come fai a conoscere Iblฤซs in maniera cosรฌ personale?"

Aveva scritto cose che nessuno conosceva, informazioni che sarebbero dovuto appartenere esclusivamente al Re, eppure lui sembrava conoscere ogni suo segreto.

"Per qualche anno, dopo la morte di suo padre, Lyeak ha vissuto con Ibis. Ha visto e conosciuto tutto di lui, ma poi..."

Il ragazzo aveva abbassato ancora una volta lo sguardo, affranto, mentre indicava il proprio corpo.

"Poi Lyeak ha iniziato a non farsi piรน male, a non invecchiare nemmeno di un giorno e si รจ spaventato. Tutti coloro che Lyeak amava, tutti i suoi legami affettivi, sono morti di vecchiaia e lui-lui รจ rimasto bloccato in questo corpo."

Asteria si era pentita di avergli fatto tutte quelle domande e istantaneamente gli si era avvicinata, accarezzandogli i capelli.

Riusciva solo ad immaginare cosa il poverino avesse provato; quel senso di empatia era stato talmente forte da spingere qualche lacrima ad affacciarsi sui suoi occhi.

Lo compativa e le dispiaceva cosรฌ tanto per ciรฒ che gli era successo.

"Cosรฌ Lyeak se ne รจ andato, pensando che sarebbe tornato a esser normale, vivo, ma non ha funzionato.

Ora Lyeak รจ bloccato qui; non puรฒ tornare in cittร  perchรฉ non conosce nessuno, lรฌ, che sia ancora vivo cosรฌ come non comprende le nuove tradizioni e abitudini.

Ma non รจ nemmeno in grado di tornare indietro nel tempo. Quindi rimane qui, da solo, e qualche volta si specchia nel fiume per controllare di avere qualche ruga."

Aveva ridacchiato verso la fine del discorso, impietosendo ulteriormente Asteria. Essere immortale era davvero una maledizione e ora inizia a temerla.

Dopo quanto tempo il suo corpo avrebbe smesso di invecchiare? Le rimaneva poco tempo o ne aveva ancora abbastanza?

Era impallidita al pensiero di esser vicina all'immortalitร .

Quindi aveva avvolto le braccia attorno a Lyeak, abbracciandolo. E pensare che fino a qualche minuto prima lo detestava!

Prima o poi sarebbe tornata a palazzo anche lei, lasciando lo scrittore da solo.

"Perchรฉ non vai da Iblฤซs? Se davvero eravate amici, magari potrebbe darti un posto in cui stare."

Lyeak aveva scosso la testa, lanciando uno sguardo verso il fitto del bosco, il punto in cui si ergeva la sua piccola capanna.

"Non รจ piรน l'amico di un tempo; Lyeak l'ha visto cambiare, sai? Ibis รจ morto tanto tempo fa e lui non ha intenzione di incontrare il suo rimpiazzo."

Le aveva pizzicato una guancia per poi lanciare un ultimo sguardo al libro. Ricordava di averlo scritto con sentimenti contrastanti.

Lui e Iblฤซs si erano incontrati molti anni prima, quando la curiositร  aveva spinto il giovane principe fuori dalle mura del palazzo, vicino la cittadina in cui Lyeak alloggiava.

Non ricordava esattamente come fossero finiti a diventar amici, ma rammentava le fughe dell'altro per andare a trovarlo.

Era stato un giovane amichevole e dolce, ma dopo la morte del padre era cambiato completamente. Lyeak voleva ricordare solo il primo periodo della conoscenza di Iblฤซs, ma gli era difficile.

Se chiudeva gli occhi, riusciva a rammentare i corpi bruciati e mutilati degli uomini che il suo vecchio amico aveva attaccato.

Lo scrittore aveva riversato tutti gli avvenimenti piรน traumatici in un libro, sperando di isolarli, ma essi tornavano, di tanto in tanto, per perseguitarlo.

Forse era quella la sua condanna.

Asteria, comunque sia, aveva lentamente annuito.
Avrebbe voluto conoscere l'Iblฤซs che Lyeak aveva conosciuto, quell'essere dolce e fedele che il ragazzo sembrava ora rifiutare.

Come le avrebbe parlato, il Re, se fosse stato quello di una volta? L'avrebbe chiamata Miel o si sarebbe limitato ad ignorarla?

Non voleva pensarci, non ora per lo meno.

Aveva dato una pacca lieve all'altro, alzandosi da terra.

"Vorrร  dire che verrรฒ io a trovarti, di tanto in tanto. Potresti raccontarmi qualche storia e mostrarmi la foresta, che ne dici?"

Sperava non si offendesse o che non rifiutasse la sua proposta. Sarebbe stato oltremodo imbarazzante ricevere un "no, grazie" come risposta.

Lyeak aveva riso, annuendo vigorosamente per poi alzarsi a sua volta.

"Mi farebbe molto piacere, mia nuova amica."

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