I - UN GIOVANE RAGAZZO

Non si considerava per forza un ragazzo secchione. Semplicemente, aveva più a cuore trovare un sacco di possibilità,ma gli altri non lo capivano e lo ritenevano un secchione e lo prendevano in giro per questo motivo. Secondo loro, la sua intelligenza li rendeva troppo stupidi o ignoranti e a loro non piaceva. In quel momento era seduto sulla sua sedia e stava studiando per l'esame che avrebbe avuto tra due settimane.

AKIO: Queste cose sono davvero difficili,ma grazie allo studio e alla mia dedizione,riuscirò a superare questo benedetto esame e a diventare uno scrittore professionista.
AKEMI: Già che ci sei,potresti farmi i compiti. Visto che sei intelligente,almeno renditi utile. Altrimenti servi solo a mettere in imbarazzo la classe. E ricorda ... io ti tengo d'occhio.

A parlare era Akemi,una sua compagna di classe che aveva un anno in più di lui. Lei ne aveva 20, mentre lui 19. Andavano nella stessa scuola fin dall'infanzia e all' inizio si volevano bene. Negli ultimi due anni però,Akio aveva mostrato una grande dedizione allo studio ed era diventato l'idolo delle altre classi. Tanto che lo dipingevano come l'unico intelligente presente nella classe.
Fu questo che gli attirò l'odio degli altri compagni e delle altre compagne.
Ma per quanto riguarda Akemi,il motivo in realtà era un altro.

Era accaduto quando Akio aveva otto anni ed era in compagnia dí Akihito,un compagno poi trasferitosi in Italia per farsi una nuova vita con la sua futura famiglia. Stavano passeggiando per la strada della città e discutevano su quale parco giochi scegliere per la festa di compleanno di Akio,che avrebbe compiuto di lì a poco nove anni. A un certo punto passò una ragazza sopra una grata.
Con grande sorpresa,dalla grata uscì dell'aria,che sollevò di poco la gonna della tipa. I due rimasero stupiti dall'evento e quasi persero sangue dal naso. Avevano solo nove e otto anni,ma erano già in grado di perderlo.

AKIO: Oh mio dio,che vista. Sono così fortunato oggi.
AKIHITO: A chi lo dici amico. Magari qualche altra ragazza passerà di qui e ci aiuterà un po'.

La ragazza ovviamente se ne accorse e li guardò con uno sguardo severo e pieno di rabbia.
I due ovviamente sentirono la paura correre su tutto il corpo e pregarono di non ricevere un calcio che li facesse volare oltre la stratosfera,facendoli finire nello spazio profondo. L'idea di rimanere in balia di possibili ragazze aliene con tre occhi e sette braccia con sette mani,non era proprio così entusiasmante.
La donna guardò i due bambini per un attimo,ma alla fine ci rise su e li perdonò per le occhiate che avevano dato alla sua gonna.
Akemi ovviamente aveva visto tutto e da allora lo vide come un pervertito,se non come un tipo che adorava vedere le mutande delle ragazze.

AI: Cari bambini,cercate di non mettervi nei guai con altre ragazze. Non sarete così fortunati come oggi.

La ragazza poi si allontanò e i due tornarono a parlare di parchi,ma allo stesso tempo pensavano a quello che avevano visto e ci ridevano su. Akemi invece era arrabbiata e ciò la portò a odiare il suo vecchio amico.

AKEMI: Ricordati che posso sempre raccontare queste cose agli altri. Ti rovinerei la vita.

Il povero ragazzo fu così costretto a farle tutti i compiti e il giorno dopo la ragazza ottenne i complimenti dalla sua insegnante,mentre il ragazzo superò l'esame con solo un errore. A quel punto decise di organizzare un uscita con la sua famiglia per festeggiare l'evento e mentre si dirigeva verso casa sua,incontrò la stessa ragazza che aveva visto da bambino.
Ovviamente nessuno dei due riconobbe l'altra persona e per Akio fu un sospiro di sollievo. Non aveva voglia di altri incidenti.
Quando arrivò a casa,vide che suo padre era infuriato nero.

PADRE: Si può sapere perché hai mancato l'esame orale ?
AKIO: ...
PADRE: Rispondimi subito o ti metto in punizione a vita.
AKIO: Perché ... perché dovevo fare un favore a Akemi.
PADRE: Hai preferito aiutare la tua bulla piuttosto che preoccuparti del tuo futuro ? In tal caso,ti sequestro i tuo fogli e il tuo computer.

Il ragazzo era terrorizzato: se gli avesse tolto quelle due cose,non avrebbe mai potuto scrivere il testo iniziale del suo libro. Tentò in tutti i modi di negoziare un accordo con il suo unico genitore rimasto,ma suo padre fu irremovibile e lo cacciò persino in camera sua senza cena. Appena entrò in camera,iniziò a urlare dalla rabbia e a lamentarsi della sua vita e di ciò che gli dava fastidio. Odiava i compagni e le compagne che lo prendevano in giro per la sua intelligenza,odiava Akemi perché lo vedeva come un pervertito e uno schiavo che doveva fare i compiti scolastici al posto suo,e odiava il padre per essere così severo.
Alla fine decise di uscire dalla stanza e senza farsi sentire,sgattaiolò fuori dalla casa e si diresse verso il parco cittadino.

Voleva solo stare all'aria aperta senza doversi preoccupare di ragazze o di padri troppo severi.
Aveva in mente di fermarsi un attimo per riposare la mente e poi tornare a casa,per non avere problemi in più con suo padre.
Proprio in quel momento passò Akemi,che stava cercando di prendere i suoi fogli che stavano volando via a causa del forte vento.

La ragazza diede una veloce occhiata al suo amico e nel mentre si chiedeva che cosa ci facesse nel parco cittadino,visto che l'aveva sentito programmare un uscita con tutta la sua famiglia.
A forza di correre,mise male un piede e cadde in avanti. Akio si alzò in un nano secondo per tentare di aiutarla,ma Akemi riuscì a riprendere l'equilibrio.
Nel trambusto però,aveva dato al suo ex amico una bella visuale.

La ragazza non si accorse di ciò e continuò la sua corsa,mentre Akio aveva ancora il volto scioccato.
Fu allora che iniziò a sentire le vertigini e a sentirsi svenire. Tentò varie volte di chiamare aiuto,anche se i suoi tentativi andarono a vuoto, dato che per qualche motivo aveva perso la capacità di parlare o emettere suoni di qualunque tipo.
Poco prima che la vista gli si annebbiasse,vide una strana polvere viola scuro che gli si avvicinava e che lo copri del tutto,per poi espandersi nelle zone adiacenti a lui. Alla fine perse i sensi e cadde a terra,senza battere la testa e senza fare rumore.

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