4. Chapter Four ~•~ Stay with me
Nel Capitolo precedente
~•~
Riusciva quasi a sentire nuovamente le mani di Magnus sul suo viso, il suo respiro caldo sulle labbra, così vicine da toccarsi, gli occhi di entrambi presi gli uni dagli altri.
Tastò a occhi chiusi la tasca dei pantaloni alla ricerca del telefono.
Fece partire la chiamata a sua sorella.
«Ehi Alec».
«Puoi darmi l'indirizzo di Magnus?».
~•~•~•~
Chapter Four
Stay with me
~•~
Non sapeva e non capiva cosa diavolo gli fosse saltato in testa.
Sua sorella era qusi impazzita, dopo una settimana di silenzio Alec si era espresso e sembrava più che intenzionato ad affrontare Magnus.
Gli aveva snocciolato l'indirizzo dello Stregone e ora, giunto di fronte alla porta dell'appartartamento, era indeciso se bussare e affrontarlo o tornarsene a casa.
«Sei in cretino» si rimprovverò a voce alta, continuando ad osservare la porta di legno con decori color oro.
Come comandata da una forza misteriosa questa si spalancò e temette di essere colto in flagante da Magnus ma ad affacciarsi fu un altro uomo, lo Stregone dalla pelle verdogola che Jace aveva fermato nel pub poco prima.
«Pensi di rimanere qui per molto?» domandò l'uomo con una nota divertita nella voce.
Alec si sentì ardere dalle fiamme dell'imbarazzo e si trovò a balbettare in modo ridicolo.
«Ero venuto per parlare con Magnus, ma se è occupato passo domani» mugugnò mangiandosi le parole e tentò di scappare verso le scale ma venne bloccato dallo Stregone che lo tirò dentro l'appartamento chiudendo la porta d'ingresso ed impedendo ad Alec qualsiasi fuga.
«Il mio nome è Ragnor e scusa ma non posso permetterti di fuggire, Magnus mi ucciderebbe» sorrise divertito tornando in sala e stravaccandosi nel divano su cui, una settimana prima, era stato steso lui privo di sensi.
«Capisco e… lui dov'è?» chiese a disagio sentendo l'assenza di Magnus ma, avvertendo il dolore al petto un pò alleviato, capì che non doveva essere lontano.
Sembrava tutto legato alla distanza tra loro.
In quella settimana, giorno per giorno, aveva sentito la mancanza sempre più forte e sempre meno ignorabile.
«È in doccia, vuoi raggiungerlo?» chiese con ironia e un pizzico di malizia alzando e abbassando le sopracciglia in un invito più che eloquete.
Se gli avessero dato fuoco con la benzina avrebbe avuto meno caldo.
«Credo che lo aspetterò qui…».
«Peccato, sono certo che Magnus avrebbe gradito e di sicuro non sarei stato io a fermarti» sorrise studiando lo Shadowhunters come fosse un programma comico.
Effettivamente, ne convenne Alec, il suo imbarazzo visto dall'esterno doveva essere esilarante.
«In centinaia di anni, questa è la prima volta che ti becco a parlare da solo, devi dirmi qualcosa?» urlò ovattata la voce divertita di Magnus, da una stanza poco lontana.
Alec sospirò.
Dentro di se si era scatenata una tempesta di emozioni sentendo quella voce roca e rotta da una risata.
Gli era mancato così tanto.
«Non sto parlando da solo ma con il tuo bel fidanzato» ridacchiò Ragnor alzandosi dal divano e accostandosi ad Alec.
Dalla stanza accanto provenì il suono di un vetro che andava in frantumi e un botto seguito da un gemito di dolore.
Poco dopo, dalla porta a lato, sbucò lo Stregone con solo un asciugamano stretto ai fianchi.
Il petto muscoloso era nudo e ricoperto di goccioline che scivolavano lente su quella pelle dorata e irresistibile.
«Alec…» sussurrò Magnus osservandolo e stringendosi di più l'asciugamano.
Il viso era libero dal trucco che Alec vi aveva visto la settimana precedente e non potè non ammettere a se stesso che era bellissimo anche così.
«Ero venuto solo per parlarti» sbiascicò e sperò tanto che la sua voce non fosse uscita libidinosa come era suonata nella sua testa.
Quando Ragnor scoppiò a ridere capì che effettivamente lo aveva pronunciato proprio così.
Gli occhi di entrambi si allacciarono e il desiderio nell'aria fu più che palpabile.
Lo Shadowhunter sentiva un calore anomalo lungo il corpo alla vista di quel corpo e non potè non notare anche gli occhi lucidi di desiderio dello Stregone.
«Se avete intenzione di concepire il mio primo nipotino qui e ora, datemi almeno il tempo di andarmene!» disse Ragnor scappando e a malapena i due udirono la porta dell'ingresso chiudersi.
«I-io emh… forse è il caso che vado a cambiarmi» rise Magnus passandosi una mano sul retro del collo, in un tic di imbarazzo, facendo così gonfiare il bicipite.
Aiutami Raziel.
«Si, forse è il caso» ammise lo Shadowhunter osservando l'uomo allontanarsi.
Si guardò attorno tentando di far tornare ad un ritmo normale sia il cuore che il respiro.
Quella casa era davvero caotica ma carina.
I colori la invadevano letteralmente ed era sommersa da gingilli e souvenir provenienti da tutto il mondo a testimoniare i viaggi di Magnus.
Alec si trovò a pensare quanti anni dovesse avere lo Stregone, sembrava essersi fermato, fisicamente, ai suoi venticinque anni, ma chissà quante centinaia di anni aveva alle spalle.
«Ehi, scusa il ritardo» disse la voce di Magnus alle sue spalle facendolo voltare e sorridere.
«Scusami tu, probabilmente non ti aspettavi visite a quest'ora» mormorò tentando di ignorare l'incessante fastidio e prurito che sentiva all'altezza dello stomaco.
Erano giorni che li dava il tormento, eppure ogni volta che si controllava la pelle era perfettamente pallida, senza rossori di alcun tipo.
«A dir la verità non mi aspettavo una tua visita, affatto!» disse lo Stregone sedendosi su una poltroncina e invitando Alec a fare lo stesso.
«Immagino, scusa l'improvvisata, effettivamente non è un orario decente» si sentiva terribilmente a disagio e fuori posto.
«Alexander…» sorrise Magnus, «desidero sposarti lo sai? Questa è anche casa tua» disse con una naturalezza tale da sconvolgere Alec.
Sospirò stanco e avvilito e sentiva la voglia di piangere più che mai.
«Ti prego siediti!» mormorò Magnus sollevandosi e accostandosi a lui.
«Sembri distrutto e non voglio tu ced-» fu interrotto dal buonissimo profumo del suo Alexander che si era letteralmente nascosto fra le sue braccia, il viso posato sulla sua spalla e il petto unito al suo.
«Ho bisogno che tu mi spieghi, dimmi perchè io, ti prego» sussurrò il minore piangendo contro la spalla dell'uomo tutte le lacrime di frustrazione e paura.
Sentiva il proprio cuore battere nelle orecchie mentre dei ridicoli singhiozzi gli scappavano dalle labbra eppure Magnus non sembrò biasimarlo.
Lo strinse forte a se e gli depositò piccoli e teneri baci fra i capelli mormorandogli dolci parole che Alec non ascoltò.
Dopo qualche minuti si sentì trascinare verso il divano e si addormentò tra le braccia di Magnus.
~•~•~•~
Non appena si svegliò, un forte mal di testa lo accolse facendogli scappare un piccolo mugugno infastidito.
Sospirò di piacere per la comodità del materasso su cui era steso e non potè far altro che apprezzare terribilmente il fresco lenzuolo che gli accarezzava il corpo e il profumo da uomo che aleggiava nell'aria.
Non appena sentì delle dita leggere accarezzargli la fronte, spostandogli i capelli dal viso, fu più che sveglio.
Aprì gli occhi senza però muoversi e incontrò quelli felici di Magnus.
I suoi occhi erano stupendi e particolari sempre, ma quella mattina erano più luminosi del solito, felici.
«Hai mal di testa?» gli domandò l'uomo con la solita voce roca accentuata dal sonno appena concluso.
«Si» sussurrò Alec osservandolo mentre con la sua magia tentava di alleviare il dolore.
Alec si morse il labbro e temette di essersi ferito quando gli parve di sentire sulla lingua il sapore ferroso del sangue.
Lo Stregone era a petto nudo coricato nell'altro lato dell'immenso letto matrimoniale che, sicuramente, si trovava nella sua camera da letto.
«Va meglio fiorellino?» chiese con un pigro sorriso e Alec dovette annuire, il mal di testa era totalmente sparito.
Lo Shadowhunter si mosse a disagio nel letto osservando il bellissimo uomo accanto a lui.
«Immagino tu sia a disagio» ammise Magnus voltandosi e osservando il soffitto.
Il lenzuolo cedette un poco mostrando tutto il petto fino alla vita.
Mamma mia quanto era bello.
Alec si sentì uno stupido e piangere perchè doveva sposare quella meraviglia, eppure odiava non avere la possibilità di avere un amore normale.
«Un pò, perchè tu no?» domandò sollevandosi un poco.
Non sapeva se avrebbe avuto nuovamente la possibilità di rivederlo mezzo nudo anche se, considerando che forse sarebbe diventato il marito, l'avrebbe visto totalmente nudo.
«No» rise l'uomo voltando il viso verso di lui e guardandolo con occhi colmi di sentimento, «Sono diciotto anni che ti aspetto, svegliarmi al tuo fianco e vedere come prima cosa il tuo viso è stato splendido» confessò.
Non voleva assolutamente spaventare Alexander, ma non riusciva a contenere i sentimenti che provava.
«Anche per me è stato splendido svegliarmi e vedere te… » sussurrò Alec talmente piano da temere di non essere stato sentito da Magnus, ma lo Stregone lo aveva sentito eccome.
Si accostò piano a lui, faccia a faccia, e sollevando una mano accarezzò lievemente il volto accaldato di Alec.
«Ieri notte non ho avuto il tempo per risponderti, ma lo farò ora» sorrise.
«All'inizio non ti ho scelto perchè avessi qualcosa di diverso dagli altri ma sono perchè il tuo nome mi aveva folgorato» iniziò a raccontare.
«Dopo la tua nascita ho chiesto di poter venire a vederti, volevo tenerti in braccio, accarezzarti, cullarti ma tua madre mi impedì di entrare all'Istituto».
«Perchè?» chiese il ragazzino.
«Non lo so, forse temeva che potessi portarti via da lei» rise.
Aveva sempre visto Maryse Lightwood come una donna molto stupida, rancorosa, scontrosa e piena d'odio che scaricava sugli altri.
«Nonostante questo però ho sempre avuto modo di sapere tutto su di te, ho fatto il possibile per sapere man mano quel che accadeva nella tua vita» disse accostandosi lievemente a lui.
«Quando, a dieci anni, superasti tuo padre con l'arco ero lì, e fui così orgoglioso di te» ammise accostandosi un altro pò.
Le loro labbra erano così vicine…
Nessuno, mai, gli aveva detto di essere orgoglioso di lui.
Alec si rese conto che stava per baciarlo solo quando le loro labbra si erano già posate le une sulle altre, i fiati uniti e le mani strette fra loro.
Il suono di un cellulare li fece staccare subito, con uno schiocco, spaventati e turbati.
Si guardarono negli occhi e fu Magnus il primo a rompere quello scambio di sguardi, «È il mio».
Si sporse verso il comodino e rispose velocemente.
«Pront-… Ehi ehi tranquilla Izzy, è qua!».
Sua sorella. Effettivamente era sparito la notte precedente dopo aver discusso con Jace.
Sua sorella sapeva che dovevaa andare da Magnus ma non sapeva fosse riamasto lì a dormire.
«Tranquilla, gli apro un portale e te lo mando» rise facendo l'occhiolino ad Alec che non potè fare altro che sorridere.
~•~•~•~
Il portale si trovava davanti a lui ed era nuovamente stretto nei suoi vestiti, nuovamente padrone delle sue emozioni.
«Okay, è pronto, immagino tu sappia come funziona» comunicò l'uomo abbassando le mani che prima erano impegnate a creare il suo "mezzo di trasporto".
Era stato davvero strano vedere quelle scintille azzure uscire dalle dita che si muovevano agilmente.
Alec aveva sempre avuto un pò paura degli Stregoni, così potenti e immensi, bloccati nella loro immortalità.
«Posso chiederti una cosa?» sussurrò Magnus accostandosi lievemente a lui e sorridendo prima di sospirare, «Puoi non far passare un'altra settimana prima di vederci di nuovo?» chiese e Alec sorrise.
Un sorriso dolce, divertito e sincero.
«D'accordo» sussurrò allontanandosi e buttandosi tra le fiamme del portale che lo avrebbe portato a casa.
~•~•~•~
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top