3. Chapter Three ~•~ I Need You

Nel Capitolo precedente

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Alec non voleva andarsene, maledizione! Ma che scusa aveva per stare a casa del Sommo Stregone di Brooklyn? Nessuna.

«A mai più!» sbottò la voce di Jace ormai fuori dall'appartamento, strappando via Alec da quel posto così sconosciuto ma allo stesso tempo terribilmente familiare.

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Chapter Three
I Need You
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Entrare in camera sua gli sembrò una delle azioni più complicate della sua vita.
Non sapeva esattamente cosa fosse cambiato, ma quella notte qualcosa era successo e lui riusciva a sentire il cambiamento scorrergli nelle vene.

«Posso entrare?» domandò la voce di sua sorella, distogliendolo dai suoi pensieri riguardanti glitter e occhi da gatto.
Era ferma sulla soglia della stanza e lo osservava con uno sguardo misto tra tenerezza e comprensione.
«Certo» sorrise tentando di sembrare tranquillo e non turbato come in realtà era.
«Pensavo fosse il caso di parlare...» mormorò Isabelle attraversando la camera e sedendosi sul letto accanto a lui.

Alec sbuffò una risatina.
Parlare? Eh si, aveva un bel pò da spiegare!
«Effettivamente vorrei sapere il tuo rapporto con Magnus» gli fece strano pronunciare il suo nome come fosse un amico di vecchia data.

«Non la farò lunga Alec, sapevo del tuo matrimonio da quando ero bambina, così come te» iniziò a raccontare, osservandosi le unghie curate.

«Una sera ho sentito mamma e papà litigare ad alta voce e mi sono avvicinata all'ufficio, nascosta dietro una colonna ho ascoltato tutto e ho notato che tu eri nascosto poco lontano a fare lo stesso».
Alec scosse la testa, davvero assurdo!
«Per essere due che si portavano dietro un segreto simile, sono stati davvero poco discreti» sorrise alla sorella, prendendole una mano tra le sue e stringendola forte.

«Ora parlami di lui» chiese con un sospiro guardandola dritta negli occhi.
Voleva sapere e capire, voleva vedere Magnus come lo vedeva lei.
«Lo incontrai per la prima volta proprio al Pandemonium, fu lui a parlarmi per primo e io ovviamente, sapendo tutta la storia, lo aggredì» sorrise seguita da Alec.

«Lo hai agredito?» rise di gusto guardando Izzy.
«Si».
«Ma sei pazza? È il Sommo Stregone di Brooklyn!» ormai entrambi aveva due splendidi e identici sorrisi sulla bocca.
«Ed io ero una sorella furiosa, non so chi dovesse temere chi».

«Comunque» continuò lei «Dopo che mi sono calmata mi ha raccontato tutto e... non ho potuto fare a meno di stare dalla sua parte, è per quello che ieri sera ti ho obbligato a venire al Pandemonium!» confessò con un lieve sorriso sulla bocca «Era giunto il momento per voi di incontrarvi, se non fosse ...».

Furono distratti dall'ingresso di Jace in camera che in un primo momento si bloccò osservandoli, per poi chiudere la porta ed entrare.

«Stai confessando le tue colpe?» chiese alla sorella sfilandosi il giubbino in pelle e buttandolo sul suo letto.
«Non ho alcuna colpa da confessare stronzo!» lo aggredì lei come faceva al suo solito e per un secondo Alec riuscì a sorridere.
«E allora perchè sei così legata allo Stregone?» domandò sollevando entrambe le sopraciglia.

Isabelle sbuffò. «Non sono affatto legata a Magnus!».
«Non sembrerebbe».
Izzy si voltò di nuovo verso il fratello maggiore, convinta a voler ignorare l'altro.
«So che sembra una pazzia Alec, ma lui tiene da morire a te» sorrise lei prendendo le mani del fratello tra le sue.
«In questi mesi mi ha chiesto tantissimo di te, passavamo ore intere a parlare e lui aveva sempre quell'espressione interessata in viso, così felice e impaziente di averti!».

«Ma si, fatti fare il lavaggio del cervello dalla sorellina!».

«Devi capire che è un ragazzo come un altro!» continuò lei e Alec potè giurare di aver notato il perfetto sopracciglio schizzare verso l'alto in un tic nervoso.
Se Jace non la smetteva, Izzy lo avrebbe sbranato.

«In questi diciotto anni ha aspettato te Alec! Avrebbe potuto avere altri compagni nell'attesa ma non l'ha fatto, ha aspettato che tu fossi grande abbastanza per averti».

Il cuore di Alec stava impazzendo. Batteva forte nel suo petto facendolo sentire strano ma felice.

«Stanotte l'ha passata accanto a te, accovacciato ai piedi del divano aspettando che ti svegliassi» continuò Isabelle e Alec si voltò automaticamente verso Jace per vedere se aveva da ribattere ma il fratello strinse le labbra in una linea dura e si strinse in silenzio.

«Vorrei pensarci, okay?» sorrise lievemente ricevendo un sorrisino enigmatico da entrambi.
Da Izzy non del tutto felice che non avesse accettato di stare con Magnus, e da Jace per il semplice fatto che avesse preso in considerazione di pensarci.

Con quei due, entrambi con idee radicalmente opposte, era certo sarebbe impazzito.

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Osservò la traiettoria della freccia appena scoccata che aveva disegnato un arco invisibile nell'aria per poi andare a conficcarsi nella fronte del demone davanti a lui che, preso dal dolore, si accasciò a terra dando la possibilità a Jace di infilzargli la spada angelica nella schiena.
Entrambi lo osservarono urlare e accartocciarsi come un foglio di carta, fino a scomparire del tutto.

«Un'altro bastardo tornato nella sua dimensione» sbottò il suo parabatai allontanandosi seguito dall'altro.
Si trovavano in un pub poco lontano dall'Istituto e, per la gioia di Alec, si trovavano lì solo per lavoro.

Era passata una settimana dal primo incontro con Magnus, dalla fuga da casa sua e dalle parole di Izzy.
Aveva imposto ai fratelli di non parlargli più di nulla.
Erano entrambi troppo di parte e non avrebbero fatto altro se non influenzarlo negativamente.

Magnus non aveva fatto nulla per mettersi in contatto con lui, oltre a mandargli, il giorno successivo, uno splendido mazzo di rose bianche.

Glielo avevano consegnato davanti agli occhi di Jace, Izzy e sua madre.
Il suo parabatai aveva ribaltato gli occhi verso il cielo allontanandosi e sbuffando, sua madre era diventata paonazza, probabilmente imbarazzata che il suo primogenito fosse corteggiato così spudoratamente, mentre sua sorella aveva iniziato a saltare e urlare entusiasta.

Tra le rose vi era solo un biglietto.

Spero tu stia davvero bene fiorellino, M.

No che non stava bene, non stava affatto bene, sentiva dentro di se l'assenza di qualcosa e temeva che quel qualcosa fosse proprio lo Stregone.
Si sentiva come un nastro di seta sottile, tirato e sul punto di strapparsi.

«Mostrami il tuo marchio, immediatamente!» venne riportato alla realtà dalla voce dura di Jace.
Spostò lo sguardo sul suo parabatai e notò che stava parlando con uno Stregone, insieme ad altri tra Streghe e Stregoni.
«Perchè dovrei Nephilim, non sto facendo nulla di male» si difese l'uomo guardando Jace come fosse impazzito.

Aveva la pelle verdognola e due grosse corna che gli uscivano dalla fronte.
«Evita di sprecare il mio tempo, mostrami il tuo marchio, Nascosto!» sputò quella parola come il peggior insulto e Alec chiuse gli occhi deluso come non mai.

«Scusatelo» si inserì Alec «Deve aver bevuto troppo, potete andare, buona serata» sorrise tentando di essere amichevole e cordiale.
Le donne presenti nel gruppo sorrisero per il suo intervento, mentre l'uomo dalla pelle verde lo guardava fisso con un'espressione intensa per poi andarsene.

«Perchè gli hai fatti andare via così?» chiese Jace come se avesse appena salvato la vita ad un Dimenticato.
«Perchè si stavano godendo la serata come chiunque altro e, a meno che non abbiamo qualche prova di atti illegali, non abbiamo il permesso e potere di infastidirli! Sono veramente deluso da te» era stanco di quel comportamento.

«Deluso?» rise Jace come se stesse scherzando.
«Si deluso» sbottò Alec «Deluso da te! Da quando abbiamo incontrato Magnus sei diventato intollerante ai Nascosti, li importuni in continuazione, fermandoli e pretendendo informazioni che loro non sono costretti a darti!».

«Importunare? Quello che stava facendo Magnus Bane con te?» chiese amaramente facendo innervosire Alec.
«Quando mai mi avrebbe importunato?» rise allargando le braccia.

«La sera del tuo compleanno! Aveva le mani sul tuo viso, e stava per baciarti!» urlò accostandosi a lui, ormai faccia a faccia.
«Si cazzo, con il mio dannato permesso!».
L'espressione di Jace era fredda, sconvolta, stanca e tanto altro, ma Alec aveva bisogno di aria e fu per quello che si allontanò spintonando le persone in pista per poter uscire dal pub.

Sentì il cuore battere a mille un pò per il nervoso e un pò per il ricordo di quel che era successo la sera del suo compleanno.
Riusciva quasi a sentire nuovamente le mani di Magnus sul suo viso, il suo respiro caldo sulle labbra, così vicine da toccarsi, gli occhi di entrambi presi gli uni dagli altri.

Tastò a occhi chiusi la tasca dei pantaloni alla ricerca del telefono.
Fece partire la chiamata a sua sorella.

«Ehi Alec».
«Puoi darmi l'indirizzo di Magnus?».

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N.A: Pronti a conoscere e adorare il nuovo personaggio?
Qualcuno prova ad immaginare chi sarà?
Dico solo che, in questa storia, sarà un adorabile sostenitore dei Malec, insieme ad Izzy!

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