14. Chapter Fourteen ~•~ Eyes

Nel Capitolo precedente

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«Stavo pensando che in questi ultimi giorni ti stai allenando davvero duramente, perché stasera non esci a divertirti?» le domandò con un sorriso orgoglioso, togliendole dal viso sudato una ciocca di capelli neri come i suoi.
Isabelle annuì e uscì dalla stanza, non prika di aver recuperato il telefono.

In camera provò nuovamente a chiamare, ma l'unica che le rispose ogni volta era la segreteria telefonica di Catarina.

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Chapter Fourteen
Eyes
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Prima di conoscere Magnus la vita di Alec era stata terribilmente anonima e monotona, fatta semplicemente di allenamenti con i suoi fratelli e sempre rigorosamente all'Istituto.

Alcune volte era capitato di andare al Pandemonium, solo per far felice Isabelle, ed era lì che Alec aveva avuto la conferma di essere omosessuale.
Inizialmente era rimasto turbato quando aveva iniziato ad osservare il corpo di Jace con occhi diversi, a trovare affascinante il modo in cui il sudore gli percorreva gli addominali durante gli allenamenti, o a come godesse nel sentire il corpo del fratello contro il suo quando lo atterrava durante i combattimenti corpo a corpo.

Erano tutte emozioni nuove e diverse tra loro, ma che, abbinate agli sguardi lussuriosi che lanciava ai ragazzi che ballavano al Pandemonium, lo avevano fatto giungere ad un'unica conclusione: era maledettamente e totalmente gay.

Prima di conoscere Magnus, la vita di Alec era stata terribilmente anonima e monotona, ma ora che lo Stregone aveva invaso la sua vita con la sua presenza e stravaganza tutto sembrava un susseguirsi di anomalie e guai, eppure quando si trovò davanti sua madre e suo padre che conversavano amabilmente con un sorriso sulle labbra, credette di avere le allucinazioni.

Quello era davvero troppo anomalo, davvero troppo anche per lui.
Era andato all'Istituto per prendere qualche altro vestito, dato l'appuntamento con Magnus che lo attendeva quella sera, ma di certo non si aspettava, a pochi passi dalla propria camera, una scena simile.

«Alec!» lo accolse subito sua madre non appena lo notò, correndogli incontro e stringendolo forte contro il proprio petto.
Izzy lo aveva avvisato che ultimamente era stranamente dolce, affettuosa e "materna", degli aggettivi che non erano mai appartenuti a Maryse Lightwood, neanche quando erano dei bambini.
«Cosa ci fai qui tesoro? Non sapevo saresti venuto» disse con un sorrisone, mentre Robert li osservava da dietro la donna.
«Sono qui per prendere alcune cose, poi torno a casa, cosa ci fa lui qui?» domandò con un tono leggermente astioso, ma che non poté evitarsi.

Quando Robert aveva tradito e lasciato Maryse per un'altra donna, Isabelle era troppo piccola per capire e Jace si sarebbe unito alla loro famiglia solo il mese successivo, di conseguenza Alec era l'unico abbastanza grande da capire cosa stava succedendo, da sentirsi tradito anche lui, da soffrire con la madre per la mancanza e per le lacrime.

«Sono qui per conto del Clave, starò pochi giorni» sorrise lievemente, ma era chiaro il disagio che provava, infondo quella non era più casa sua da anni e non poteva certo aspettarsi un "bentornato" dai propri figli.
«Dove avete mandato Jace?» chiese a bruciapelo, sentendo il cuore strigersi all'idea che il ragazzo fosse stato allontanato da quella che era stata la sua prima vera casa.

Era dal giorno precedente che desiderava sapere dove fosse, a chi fosse stato affidato, ma Magnus aveva giurato di non sapere nulla e Alec gli aveva creduto.
«È a casa mia, a Idris» disse Robert con un sospiro e Alec si sentì mancare.

Idris era così lontano.

«Amore, lo so che ti manca» disse Maryse prendendo il volto del figlio tra le mani, ma lui continuava  ad osservare il padre.
«Ma Ragnor e Catarina hanno ragione, stava diventando un pericolo, e quest'assurdo odio che prova nei confronti di Magnus poteva diventare un'arma a doppio taglio, poteva ferire anche te capisci?» continuò lei cercando di attirare lo sguardo del figlio su di sè, con scarsi risultati.

«Quindi, visto che ora tu ti trovi qui» disse osservando Robert, «Immagino che lui sia stato affidato alle cure della tua compagna no?- domandò con una smorfia, odiando l'idea che il fratello fosse a contatto con quella donna.
L'uomo prese un respiro profondo e annuì senza però avere il coraggio di parlare.
Alec li superò entrambi andando verso la propria stanza e prese un respiro profondo, chiudendosi dentro.

Sentiva l'opprimente sensazione di disagio causata dalla distanza che lo separava da Magnus, ma a differenza della volta precedente, che erano entrambi arrabbiati l'uno con l'altro, stavolta si erano separati con un bacio e la promessa di rivedersi nel giro di mezz'ora, e di conseguenza non sentiva poi così tanto dolore.

Osservò la propria stanza vuota e si sentì male quando notò i cassetti dell'armadio aperti alla rinfusa, alcuni letteralmente sfilati dal loro posto e buttati in terra, come se Jace avesse preparato le valige pieno di rabbia e odio, cosa di cui Alec era certo.

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Isabelle si svegliò di soprassalto nel cuore della notte.
Intorno a lei era tutto buio ma non si preoccupò di accendere la luce.
La prima cosa che fece fu prende il proprio cellulare e guardare se Catarina l'aveva richiamata, ma ovviamente non aveva nessuna chiamata persa e questo le fece terribilmente male, mentre sentiva la dolorosa stretta allo stomaco intensificarsi.

Qualcosa che però la turbò era che in mezzo alle decine di chiamate senza risposta, ce n'era una da parte di Catarina e risultava che Isabelle aveva risposto.
Ventiquattro secondi di conversazione.
«Non ti dispiacerà se ho risposto, vero?» chiese una voce roca alle sue spalle, facendola voltare stranita e spaventata.

Davanti a lei c'era un Seelie dai lunghi capelli scuri e due grandi occhi dello stesso colore che la osservavano con un sorriso birichino, mentre lui illuminava il buio con una lucciola apparsa improvvisamente accanto a lui.
«Non smetteva di squillare e tu non volevi saperne di svegliarti, così ho detto alla tua amica che eri un tantino occupata» rise mostrando i denti appuntiti.
Voltò il cellulare verso ciò che la circondava e poté notare che si trovavano in quella che sembrava la camera di un hotel scadente.

Isabelle rimase in silenzio tentando di ricordare cosa potesse essere accaduto la sera precedente, ma l'ultimo ricordo che aveva era quello di sua madre che la invitava a divertirsi, e a quanto pare l'aveva presa alla lettera.

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Central park era stranamente calmo quella mattina.
Poco lontani si potevano scorgere alcuni bambini che correvano e ridevano, inseguendosi l'un l'altro, osservati attentamente dai genitori che si trovavano nelle panchine lì vicine.
Adrian storse il naso infastidito e spostò lo sguardo altrove.

Lui amava terribilmente i bambini, ma sapeva che non ne avrebbe mai potuti avere di propri.
In parte per la sua omosessualità, ma soprattutto per la Regina Seelie.
Ovviamente tutti i Seelie potevano avere dei figli, ma non venivano amati e cresciuti dalla madre e dal padre, come dovrebbe essere, ma anzi venivano cresciuti da tutta la Corte come una grande famiglia.

Per quanto potesse sembrare una bella cosa, non lo era affatto, e Adrian che invece aveva perso i genitori quando era piccolo aveva sentito questa morsa ancora più soffocante.
Si era scoperto spesso ad osservare le madri che spingevano i passeggini, oppure che allattavano amorevolmente i figli, e lui si era trovato ad invidiarle e odiarle per quel che loro avevano ma che allo stesso tempo a lui era negato.

«Non c'è una clausola negli Accordi che vieta ad una Fatina di guardare un Mondano in quel modo?» chiese una voce al suo fianco, mentre il proprietario prendeva posto accanto a lui.
Non aveva bisogno di sapere chi fosse, esattamente come sapeva che insieme a lui c'erano almeno altre due persone.
«Dio, sei sempre il solito Ragnor» sbuffò la voce di Catarina, mentre Magnus soffocava una piccola risata.
Adrian spostò lo sguardo sui tre Stregoni e, per la prima volta da quando lo aveva visto, Ragnor poté notare gli occhi che fino ad all'ora aveva nascosto.

Non aveva più una pupilla, nei suoi occhi c'era un vortice, una spirale bianca e nera, che continuava ininterrottamente  a girare e il suo unico scopo sembrava quello di incantare chiunque la osservasse.

E Ragnor era incantato, incantato davvero.

«Posso aiutarvi?» domandò il giovane Seelie, spostando lo sguardo nuovamente sui bambini che si divertivano, e liberando Ragnor dalla sensazione opprimente di esser stato catturato dai suoi occhi.
«Non sapevo che anche i Seelie avessero dei Marchi, come gli Stregoni» disse Magnus leggermente perplesso.
Aveva alle spalle secoli di vita, e in tutto quel lungo tempo aveva avuto a che fare con ogni genere di creatura, ma era certo di non aver mai incontrato un Seelie con qualcosa di simile.

«E infatti non li hanno» disse solo la giovane Fata, «Vi serve qualcosa?» ripeté il ragazzo con sguardo perso verso i bambini, quasi come se fosse in quella panchina da solo.
Tutti e tre li Stregoni avevano notato l'ostilità del giovane, ma nessuno osò dire nulla, tranne Ragnor, ovviamente.

«Come mai tutto questo astio Fiore, non sei felice di vedermi?» domandò infatti lo Stregone dalla pelle verdognola, accostandosi leggermente di più al Seelie, ma quando questo si voltò e lo guardò dritto negli occhi, sembrò pentirsene.

Oltre la bellissima spirale che sembrava attrarlo come una calamita, gli occhi del più giovane erano colmi di lacrime che iniziarono a scorrere lungo le guance chiare, macchiate da delicati disegni di fiori e foglie.
«Sentite io non-» prese un respiro profondo e abbassò lo sguardo verso i propri piedi.
Sollevò nuovamente la testa per parlare, ma pocò prima di aprir bocca,# venne fermato da un forte battito d'ali.

Un grosso corvo si era fermato in un albero vicino  a loro.
Li osservava con i suoi piccoli occhietti neri, e Adrian sapeva che quello era un avvertimento chiaro.
Era pronto a tradire La Regina, la sua famiglia, per qualcuno che non conosceva e che forse non era poi così importante?

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Chiedo infinitamente scusa per il ritardo, ma, nonostante gran parte del capitolo era pronto da giorni, giuro di non essere riuscita a ritagliare neanche venti minuti per concluderlo e pubblicarlo.

Ora è iniziata anche la scuola e visto che sono al mio quinto ed ultimo anno, vi chiedo un poco di comprensione.

Vi giuro che farò il possibile per aggiornare almeno una volta a settimana!

Arrivati a questo punto, cosa ne pensate del capitolo?
Qual'è la coppia o il personaggio che vi piace o incuriosisce di più?

TheyIdiot.

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