XXV
Un bagliore fioco filtra attraverso le tende che adornano il salone dell'appartamento di Callista, infrangendosi sui miei occhi. Il mondo si presenta del tutto diverso rispetto a ieri sera, per non parlare del sabato in cui ho incontrato Connor che sembra appartenere addirittura a un'altra epoca, mentre non sono passate neanche quarantotto ore da allora.
Nonostante le premesse, ho dormito un sonno senza sogni, pesante, nero, ristoratore. Ero distrutta, piegata dalle vicende e infine da quel vino traditore. Eppure avrei tanto voluto continuare a sognare Jeremy, lui e la sua moto del cazzo, riuscire a farmi piccola accanto a lui, anche se solo per un momento. Londra è immensa e io sono così insignificante. Lui era il mio tutto, colui per il quale sono in questa città e colui che mi ha sempre spronato a essere indipendente e forte. "E io cerco di esserlo, in modo disperato, Jeremy, ma il problema è che non riesco proprio a dirti addio."
Mi accorgo di essere rimasta tutta la notte nella stessa posizione in cui mi sono addormentata ieri sera, con ancora addosso la mia tuta delle grandi occasioni. Fatico ad alzarmi e riesco a malapena a guardarmi intorno, cerco di non fare rumore immaginando che la mia ospite sia nella propria camera. Ho deciso di non disturbarla e di andare nella stanza che Callista aveva definito "il tuo rifugio per i prossimi giorni, tesoro". Sulla porta trovo però un biglietto.
Sono uscita molto presto come tutte le mattine. Non tornerò fino a sera. Sono andata... Segreto, che diamine!!!! :-) Mi casa es su casa. O qualcosa del genere. Password rete: astillacwofwof. Cal.
Sorrido mentre stacco il foglio dalla porta, per poi essere colta da una sorta di panico.
- Mannaggia, e adesso che faccio? - mi chiedo ad alta voce.
Non voglio uscire da sola, le vicende dei giorni scorsi mi hanno decisamente provata. Frugo quindi tra gli abiti, ordinatamente infilati nelle tre valigie che l'efficiente servizio della Governance ha fatto portare a casa di Callista e lo trovo: il mio tablet. Cerco di rassettarmi al meglio per la mia giornata chez Callista e riesco a collegarmi alla rete domestica. Mentre preparo un caffè, accendo la radio e apro le tende. Compare ai miei occhi un panorama mozzafiato. Quello che ho chiamato appartamento è in realtà un attico rivolto verso il Tamigi. Davanti a me, a sinistra scorgo il London Eye, più vicino Westminster, a destra il Walkie Talkie e...
"...The Shard, quindi. Un evento imperdibile, unico nel suo genere. La Green Dreams sta davvero facendo le cose in grande, ragazzi. L'upgrade di Dark Cradle scaricabile e giocabile in anteprima solo ai piedi dello Shard, il grattacielo più alto di Londra. L'afflusso di giovani e meno giovani a Londra nei prossimi giorni sarà da record. Il servizio di sicurezza sarà imponente: si attendono infatti centomila persone ad attendere le sei di sera di venerdì, il momento in cui il pacchetto di aggiornamento sarà reso disponibile solo e solamente qui a Londra. Il tutto utilizzando il potentissimo WI FI messo a disposizione dall'azienda, grazie al..."
Giro la manopola del Tivoli fino a quando non trovo un canale che trasmette musica jazz e mi dedico al mio passatempo preferito.
Mary's Secrets. Un sito commerciale di basso livello, artigianale, anonimo. La proprietaria sembra chiamarsi Maria Kapersky. Segno il suo nome su un bloc notes che ho trovato in sala. Ci sono alcune foto del negozio. Esposti, in bella mostra, si possono ammirare tutta una serie di cimeli assurdi, l'immancabile cuoco con il menù, residuo di un ristorante anni cinquanta, candelabri inizi novecento e alcuni libri di un paio di secoli fa. Poi una foto della nostra Maria, una signora sulla cinquantina, quindi un'altra immagine di lei con quelli che sembrano i suoi figli, un'adolescente, una bimba e un ragazzino.
Chiudo la pagina del sito, insignificante, e mi ricordo del pezzo della cornice che ho infilato nella tasca del giaccone. Mentre cerco il pastrano, si accende qualcosa nella mia mente, una piccola luce, un puntino sfocato che ancora non riesco a inquadrare bene. Trovo il pezzo di legno e cerco di interpretare l'intaglio. Un pugnale, sembrerebbe, o forse una spada molto corta. Inusuale, atipico. Originale, però. Indubbiamente metà dell'ottocento, taglio e finitura. "Pugnale? Perchè?" segno sul blocco. Rifletto sull'assunto che, ammessa la verità storica del dipinto e il fatto che ogni cosa riportata corrisponda al vero, anche questo particolare insignificante potrebbe avere in realtà una qualche importanza. Recupero lo smartphone e scatto qualche foto all'oggetto mentre prendo appunti sul blocco per poi riportarli sul tablet. Salvo in cloud, in modo da poter accedere sia da cellulare che da tablet alla mia ricerca. Ancora quel campanellino che suona nella mia testa.
Ritorno sul sito di Mary's Secrets. Cos'è che mi sfugge? Qualcosa nelle informazioni riportate... O nelle immagini, forse.
Guardo ancora una volta gli oggetti riportati nelle foto, ma è tutta roba dozzinale, di scarso valore artistico e collezionistico. Niente che possa interessare davvero. Torno sulla foto della famiglia Kapersky e guardo quei volti felici pensando che fine avranno fatto. Forse sono stati sterminati dai Destroyers, visto che il negozio era vuoto. Osservo ancora tutte le foto, una, due, tre volte. Quando finalmente appare la verità ai miei occhi e capisco!
Dapprima rimango stupita, ma subito dopo mi scappa una risata per quanto sono stata sciocca.
- E ora, mio caro Highlander, arriva la resa dei conti! - esclamo mentre cerco un nome sulla rubrica del telefono.
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Amo la National Gallery, se avessi tempo tornerei qui tutti i giorni, nonostante sia stata cacciata a calci appena un anno fa. Solo qui posso ritrovare Leonardo e Van Gogh, per citarne due a caso, come se fossero dei miei vecchi conoscenti e stupirmi ancora una volta di fronte alle loro opere e ai particolari che la maggior parte dei visitatori giudica insignificanti. Oggi però sono seduta di fronte a un tramonto stupendo. Un uomo si siede accanto a me.
- Vedo che non desisti. Continui a indagare...
Non stacco gli occhi dalla nave che solca stancamente il mare mentre il crepuscolo la avvolge, espandendosi per tutta la sala trentaquattro del museo.
- La Téméraire. La nave che ha trionfato a Trafalgar e che in questo dipinto viene trascinata sul Tamigi da un rimorchiatore, nel più malinconico dei tramonti. Guarda le luci, Steven. Guarda che trionfo di colori, di sfumature, di sentimento.
Steven guarda il dipinto come si guarda un menu fuori dal ristorante. Mi scappa un sorriso.
- Pensa che Turner aveva auspicato che quest'opera fosse resa fruibile gratuitamente al pubblico già nel milleottocentotrentanove. Qui però ci è arrivata solo a metà del novecento. Che capolavoro sublime!
- Non capisco nulla di arte, Claudia, lo sai.
- Fosse solo l'arte...
- Touché. Come mai hai voluto incontrare proprio me e proprio qui?
- Perché c'è un sacco di gente qui intorno e perché mi sento sicura qui.
- Ti fidi di me, quindi?
- Non posso fare altrimenti, Steven. Non t'illudere. - concludo mentre frugo nella borsa.
Estraggo il tablet e lo porgo a Steven indicando un punto preciso sul sito del Mary's Secrets. Steven scruta interrogativo l'immagine per qualche secondo, poi alza gli occhi al cielo e sbuffa.
- Chiamo subito il professore.
- Steven!
- Sì?
- Voglio parlargli io. Oggi. Da sola!
- Claudia...
- Voglio farlo io!
Mi alzo e m'incammino lentamente verso la sala degli impressionisti, mentre Steven fa partire la chiamata.
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