VIII
La ferita che mi ha procurato Jeremy sanguina ancora e non sono ancora pronta a concedere il benché minimo cenno di benevolenza verso chiunque, in particolar modo se si tratta di una specie di dongiovanni del secolo scorso. Gli uomini vanno usati, buttati e subito dimenticati. E scelgo io, e sarà così per sempre.
Ci accomodiamo a un tavolo un po' in disparte. La signora Coltrane sembra quasi infatuata di questo Julius Campbell: quando si rivolge a lui il tono è affettuoso e gioioso. Dal canto suo, lui si lascia andare a battute scherzose e piccoli complimenti. Nonostante l'atteggiamento che potrebbe apparire equivoco, fanno una certa tenerezza insieme. Ma che lui sia uno di quei pervertiti a cui piacciono le vecchiette?
- Cosa posso farle preparare, signorina Casterman? - chiede il latin lover all'improvviso dopo che la signora Coltrane ha ordinato una sogliola alla mugnaia.
- Ho dato un'occhiata veloce al menù, ma non so decidermi.
- Posso proporle uno dei miei piatti italiani? Li preparo io personalmente con le mie mani -
Ma per piacere...
- Oh, no guardi. Ne avrei anche voglia mi creda, ma in Inghilterra preferisco la cucina locale. In un locale così sperduto, poi. Bistecca e patate! Ho deciso! Ah, e un calice di Bordeaux.
Il ragazzo smette di sorridere e solleva un sopracciglio. Touché, sembrerebbe. Bene, ne sono lieta. Gli piazzo addosso il mio sguardo da signorina saccente e insopportabile.
- Miss Casterman! Io ho imparato a cucinare dai migliori cuochi italiani.
- Addirittura. Mi sembra un po' giovane, a essere sinceri - insisto da vera stronza. Non so perché ma con questo bellimbusto mi sento di dover alzare le barriere difensive a livelli stratosferici e addirittura di passare alla controffensiva.
L'oste guarda la signora Coltrane sconvolto. Quest'ultima accenna un sorriso, pare quasi divertita.
- Beh, in effetti dai quest'idea, Julius - rincara la cara vecchietta strizzandomi l'occhio.
Il ragazzo solleva il mento imbronciato. Mi fa quasi tenerezza ma tengo duro.
- Bistecca e patate. Le migliori fuori Londra, Miss. Ma prima le porto una mia specialità. Offro io. Se non le piace, la lascia lì sul tavolo, a destra.
- Se vuole proprio. Ma non sono una cliente facile.
- Ah, questo l'ho capito. Ma mi permetta di insistere. Non se ne pentirà.
Julius ci abbandona, quasi offeso.
- È suscettibile solo sulla cucina, signorina Casterman. L'ha punto sul vivo. È un cuoco straordinario.
- Molto giovane per esserlo.
- Già. Molto giovane - pronuncia con tono quasi affranto.
Così facendo la signora rinfocola i miei dubbi sulla natura dei suoi rapporti con il nostro amico Campbell. Non voglio sapere assolutamente nulla, per cui cambio discorso, che di sicuro non voglio indagare. Parliamo del più e del meno quando, come promesso dal cuoco e una ventina di minuti più tardi, Julius torna con la sogliola ordinata dalla vedova e un piatto di bucatini che paiono davvero ben cucinati, per certo serviti in modo divino.
- Per voi, mie signore - e rimane lì impalato a braccia conserte con un ghigno deplorevole, questa razza di pallone gonfiato.
Non voglio dare alcuna soddisfazione al "codino", ma il piatto è invitante. Rosso scuro, ha elaborato qualcosa spero senza salsa worchester. Pezzi di... pesce? Il profumo direbbe di sì. Prendo il piatto e lo avvicino. Grande presentazione, da chef di un certo rango. Bucatini arrotolati, i pezzi di coso in cima e in mezzo e tutta una granella verde sotto, spero non si tratti di cetriolo. Assaggio.
- Oh, mannaggia - mi scappa mentre mastico. Il "codino" allarga un sorriso fetente. I bucatini sono semplicemente divini. Nemmeno in Italia, nemmeno in Sicilia. La granella è pistacchio. I "pezzi" sono di pesce spada, sembrerebbe. Le papille gustative fanno la hola dopo mesi di "mai una gioia". Mi viene da piangere, ma non voglio concedere alcuna soddisfazione.
- Sì. Passabile. Un po' giù di sale. Riconosco il pistacchio, il pesce... -
- Lo spada è stato prima passato nel Primitivo di Manduria con cipolla rossa di Tropea e uno spicchio d'aglio. Poi i bucatini al dente con pesto di pistacchio, Bronte ovvio, non troppo. Pomodoro solo una velatura, per il colore. Un pizzico di un peperoncino saporito ma non troppo piccante, che non si deve neanche sentire, quello è un segreto.
Bastardo, penso in modo talmente forte che sembra che mi abbia sentito. Sono alla quarta forchettata. Duemila chilocalorie la sera, a occhio e croce. Ciao dieta. Il tamarro mi guarda e se ne va tutto trionfante.
- E dopo arrivano la bistecca e le patate. E le assicuro che si mangerà anche quelle.
Odioso fino al midollo, ma cucina da dio.
- Signora Coltrane, questi bucatini sono una meraviglia. Deve assaggiarli.
- Ah, non si preoccupi, lo so. Me li ha preparati già diverse volte.
Ah, è così, dunque. L'ha sedotta con la cucina. Julius Campbell mi convince sempre meno, ma ha di sicuro delle doti nascoste.
---------------------
Il risultato della cena che mi sono scofanata è che a mezzanotte e mezza sono ancora sveglia. La signora Coltrane ha detto che si alza presto al mattino, alle sei è già in piedi. Suppongo che anche io dovrò fare altrettanto. Considerando che Julian Gallloway non arriverà prima delle otto, potrò portarmi avanti con i rilievi per due ore. In mattinata riusciremo a tornare verso Londra. Metterei la mano sul fuoco che quel dipinto è di Turner, e la cosa mi riempie il cuore di emozione. Sono felice come non lo sono da mesi, e credo che l'effetto sia dei piatti del nostro eccezionale cuoco, nascosto nel mezzo dl nulla. Chissà poi perché. Uno così dovrebbe essere in centro a Londra, altro che qui a Blosbury. Mi alzo e vado verso la finestra. Sul viale il silenzio si distende sulle poche auto parcheggiate e dul furgone nero al quale mi sono appoggiata il pomeriggio appena passato. Non c'è anima viva dopo le dieci, in questo posto immobile. Mi incanto a immaginare una vita noiosa ma serena in questo luogo, con un'amica anziana ma esilarante con cui prendere il té alle cinque e un ristorante così inaspettato e segreto che cela un cuoco da guida Michelin. Tamarro, però. Ma incredibilmente bravo. Chissà perché la testa mi riporta sempre a lui. Forse il Bordeaux o il Primitivo dei bucatini. Quando siamo andate via ha aiutato la signora Coltrane a rimettersi il cappotto, l'ha abbracciata e l'ha accompagnata alla porta. Poi si è voltato verso di me e mi ha sollevato delicatamente la mano esibendosi in un baciamano da manuale. Sono rimasta senza parole.
- Spero che la mia impertinenza non le abbia guastato la cena e abbia invece gradito la mia esuberanza culinaria.
- Certo. Lei è uno chef eccellente. Le porgo i miei complimenti.
- Lei è stata ospite graditissima. Mi auguro di poterla ritrovare un giorno.
La sua galanteria mi ha sorpreso ancora una volta. Un personaggio singolare, contrastato e che fugge ogni classificazione. Ma mi ripeto che "tamarro" è la definizione giusta e che non ho voglia di far pensieri indecenti.
La porta si spalanca all'improvviso, mi scappa un urlo e davanti a me compare una figura illuminata da una luce tremolante.
- Signora Coltrane... Che spavento! Come mai ancora in piedi. Anche lei ha dei problemi di digestione?
- Non sono mai stata felice... - pronuncia mentre fissa il vuoto, in mano il suo fedele lume a olio acceso.
- Prego?
- Sono vecchia, stanca, sola. Mio figlio non c'è, mio marito è morto. Sono sola! Sola!
- Oh, mannaggia. Io... La prego, signora Coltrane, non faccia così - dico mentre mi avvicino.
- Mio Signore obbedisco al tuo richiamo e ti offro la mia anima - grida all'improvviso sollevando gli occhi verso l'alto in un modo che mi spaventa.
Poi si volta verso di me. Se credessi negli spettri, ne starei incrociando lo sguardo. Mi si gelano il sangue e i movimenti, tanto da trasformarmi in una statua. La signora Coltrane apre lentamente la bocca e inizia a espellere quello che è il verso di un animale ferito, un lamento ancestrale che arriva dall'origine delle cose conosciute, che in breve diventa un urlo. Nel contempo alza il braccio con il lume sopra la sua testa.
D'un tratto lascia cadere il braccio e il lume si spacca sulla testa della signora Coltrane, che in quel preciso istante si trasforma in una palla di fuoco.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top