VI
Mi auguro che cambino discorso al più presto. A sentir parlare di morte mi tremano le mani, e aumenta il mio battito cardiaco. Per non darlo a vedere, sono costretta a infilare le unghie sulla gonna, tanto da poterla quasi lacerare. Quando sto per perdere ogni speranza, finalmente Galloway porta il discorso sulla questione che ci interessa davvero.
- Signora Coltrane, immagino che la sua famiglia possegga questa casa da secoli se è riuscita a nascondere per tutto questo tempo il quadro di cui mi ha parlato in quella famosa occasione.
- Certo, professor Galloway. Come le avevo accennato qualche anno fa, praticamente questo cottage vive intorno a quel dipinto da quasi due secoli.
La signora Coltrane si porta improvvisamente il palmo della mano sulla fronte.
- Oh, misericordia! Il dipinto. Voi siete venuti qui per la valutazione. Che sbadata... Amita, mi porti la lampada per favore?
La signora di origini pakistane arriva con un lume a olio in mano. O per lo meno, penso che si tratti di un lume, mai visto uno finora.
- Ecco, signora Coltrane. Faccia attenzione, per favore - avverte Amita. Poi si rivolge a noi:
- E' fissata con questo lume a olio. Usa solo questo quando va a vedere il quadro.
- Non possiamo utilizzare le luci della stanza? - azzardo in modo ingenuo.
- No, cara. Non c'è corrente elettrica nella stanza del quadro. Non è stata mai modificata da quando è stata progettata e realizzata quasi due secoli fa. La lampada poi... E' un mio vezzo. Le luci artificiali rovinano i dipinti, sa? Uso questo lume che era di mia nonna. E' quanto di più vicino ai tempi della realizzazione del quadro, sembrerebbe. Una volta al giorno vado là, mi siedo e guardo Connor per una buona mezz'ora.
- Connor?
Non posso fare a meno di notare che Julian Galloway nell'udire il nome Connor abbia sobbalzato.
- Il dipinto, cara. Quando si passa mezz'ora al giorno con qualcuno, quel qualcuno deve pur avere un nome.
Lentamente la signora Coltrane accende il lume e si incammina lungo il corridoio alle sue spalle. Il materiale predominante in tutta l'abitazione è il legno. Perline sui muri, parquet in terra. Poi tendaggi, tovaglie e merletti. Se quella lampada cade a terra, in meno di un minuto questa casa diventa un falò.
- Seguitemi, forza. Professor Galloway, spero che riusciate a darmi una mano a capire qualcosa in più di questo dipinto, sa?
- La dottoressa Casterman è una vera esperta ed è con noi proprio per aiutarci, signora Coltrane.
- Ah, cara. Lei è una benedizione. Si vede che è preparata.
Arrossisco, come sempre mi capita di fronte ai complimenti.
- Lei che cosa sa di questo quadro, esattamente? - chiedo alla vedova per avere informazioni di ordine temporale.
- Che rappresenta un evento importante di Londra, ma non so quale. Che non so chi siano le persone che sono rappresentate. Che i miei genitori, ma anche i miei nonni, non ci hanno detto nulla su di esso se non di conservarlo al meglio. Che probabilmente i genitori dei miei nonni hanno detto la stessa cosa a loro.
Si ferma e si volta a guardarmi con quel suo sorriso disarmante.
- Ah, che è stupendo, ovvio.
- E, giusto per avere il maggior numero di nozioni, da quanto tempo è sicura che si trovi qui con voi? Cioè, lei ha parlato di quasi due secoli, ma ne ha sicurezza?
La signora si ferma nuovamente e riflette.
- Credo... Beh, i nonni abitavano qui e il dipinto c'era già. Poi, dopo la guerra, io e mio marito ci siamo trasferiti in questo cottage. Eravamo molto giovani, avevo vent'anni, la casa di Londra era andata distrutta per via dei bombardamenti e ci era rimasto solo questo posto. La nonna ci accolse volentieri e qualche anno dopo anche lei lasciò la vita terrena. Abbiamo vissuto molto bene qui a Blosbury, sa? Come le dicevo, sono quasi sicura che il dipinto sia in questa casa da quando questa è stata ristrutturata completamente, intorno alla metà dell'Ottocento. Quasi due secoli, insomma.
Arriviamo di fronte a una porta che sembra avere la stessa età delle mura della casa. La signora Coltrane inizia ad armeggiare nelle tasche del maglioncino che indossa. Passano almeno due minuti. Osservo Galloway che scuote la testa in modo impercettibile. Sul suo volto paziente comincia ad apparire qualche crepa.
- Ma dove l'ho messa? Dove si è cacciata, per la miseria...
Fruga nelle tasche per quasi un altro minuto.
- Ah, eccola.
Una vecchia chiave compare nelle mani della signora Coltrane. Enorme, non capisco come poteva non trovarla. Tre giri e la porta si apre. La vedova entra nella stanza con il suo lume a rischiararne il buio.
- Buonasera, Connor.
Entriamo anche noi e ci troviamo di fronte a uno spettacolo che mi mozza il fiato, nonostante la penombra.
Un enorme quadro occupa tutta la parete di fronte a noi. L'incendio che vediamo è dipinto con colori vivissimi ed è riempito di pochi dettagli stilizzati, tra i quali riconosco immediatamente l'impianto della Torre di Londra.
La combinazione di giallo e rosso è abbagliante, sullo sfondo grigio e tenebroso. Così come tenebrosi sono i personaggi ritratti di fronte alle fiamme, a sinistra un uomo alto, elegante, con un lungo cappotto dell'epoca e un cilindro in testa; a destra un ragazzo stranamente ben dettagliato, il cui viso è perfettamente riportato sulla tela, sebbene in uno stile molto personale. Gli uomini si guardano in atto di sfida: quello elegante è ripreso di schiena rispetto al punto di vista dell'osservatore, il ragazzo è invece di fronte a lui. Sembrerebbe vi sia una pecca sulla prospettiva, siccome nell'uomo a sinistra l'altezza sembra davvero eccessiva, sebbene sono sicura si tratti di una scelta stilistica voluta, oppure in qualche modo obbligata, in quanto le ombre sembrano confermare questa circostanza. Pare, insomma, che il pittore abbia voluto enfatizzare la pericolosità dell'individuo, mentre nel ragazzo, così ben delineato, scorgiamo l'assenza di paura, con la posa che suggerisce senz'altro la prontezza per una battaglia. Mi incuriosiscono le scritte accennate sotto i due uomini, proprio sopra la cornice: ai piedi di quello di sinistra, quello minaccioso, leggo la parola "NIHIL", mentre sotto il ritratto del ragazzo credo di scorgere quella che potrebbe essere la parola "CROSSOVER". Annoto mentalmente le scritte, ma continuo a rimanere estasiata dalla visione di ciò che mi appare davanti.
Le luci! Oh mannaggia, che luci. Luce e dramma e un leggero vento che sposta le fiamme a sinistra, e va bene così perché se le fiamme fossero andate verso destra avrebbero distrutto la Torre. La scelta dei colori è talmente forte e inedita che sembra quasi che il gigantesco dipinto goda di una luminosità propria tale da illuminare il vano in cui si trova.
- Vi lascio alla visione del quadro, miei cari. Io torno in salotto. Mi raccomando, non rovinatelo.
Lasciamo che la signora si allontani, mentre io sento la necessità di appoggiare la schiena contro il muro e di portare le mani alla bocca.
- Ecco, dottoressa Casterman, io non voglio influenzarla, ma...
- Non ce n'è bisogno, professore. E' l'incendio alla Torre di Londra del milleottocentoquarantuno. Senz'altro. E'... Oh, mannaggia. E' un capolavoro. E... Allora... Questa è la storia. L'autore che ho in mente realizzò una serie di acquarelli su questo incendio. Per lungo tempo si era pensato che questa serie si riferisse all'incendio del milleottocentotrentaquattro alla camera dei Lord. Invece no, è provato che non lo fossero, ormai da tempo. E qui è chiarissimo, professor Galloway, un'ulteriore prova, perché a questo punto gli acquarelli erano preparatori a questo... Noi...
Mi scappa una lacrima e la voce si rompe.
- ... Ci troviamo di fronte a un Turner. Questo dipinto è di William Turner, con tutta probabilità. Dovrò fare qualche rilievo, ma ne sono praticamente certa. E' un Turner. E' il capolavoro a cui ha lavorato Turner in segreto per anni.
Guardo il professore che a questo punto inizia a sorridere.
- La vedova Coltrane ha in casa un dipinto che vale milioni di sterline.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top