V

Il cottage della vedova Coltrane si trova al fondo della via principale di un paese che sembra emergere da un libro di fiabe. Le abitazioni sono allineate l'una di fianco all'altra, tutte in pietra scura e ricoperte di muschio. I tetti spioventi rendono il paesaggio simile a quelli che si possono trovare nelle raffigurazioni delle case del millequattrocento, e cristallizzano nel tempo ogni mio pensiero. È curioso andare a cercare una rarità artistica proprio in un paese come questo, che è già di per sé un angolo di mondo nascosto sotto una campana di vetro.

- Un tempo queste abitazioni venivano utilizzate come ovili.

Il tassista interrompe il silenzio e le mie riflessioni, rispondendo alle tacite domande che io e il professore ci stiamo ponendo da quando, pochi minuti prima, abbiamo attraversato l'ingresso alla piccola cittadina.

- Non ero mai stato da queste parti. È un villaggio delizioso - esclama Galloway.

- Sì, vero? La gente del posto sta cercando di lanciarlo come luogo turistico con i controcoglioni. In effetti il suo potenziale non è ancora stato sfruttato. Ci sono un po' di problemi con i permessi, governo di merda. Per esempio, l'unico hotel del villaggio ancora non è agibile.

- Come non è agibile? - chiedo con un tono di voce che non riesce a nascondere un briciolo di isteria.

- Veramente avremmo una prenotazione al Blosbury Inn - interviene il professore.

- Il solito vecchio Ahmed. È un pasticcione. Ecco, stiamo passando di fronte all'hotel e come potete vedere è chiuso. Il fatto è che questi cazzo di permessi arrivano e poi vengono bloccati, poi valgono di nuovo, poi no. Si sta andando avanti così da inizio anno. La zona è paludosa e gli ispettori sanitari stanno facendo un sacco di verifiche. Questa settimana qui a Blosbury non si dorme in hotel.

- Per la miseria, non ne avevo idea. Il proprietario non ha neanche avvertito l'agenzia - afferma Galloway con tono stizzito.

- Ahmed fa tutto il possibile, ma da quando è finito in carcere, due giorni fa, gli viene difficile condurre i propri affari. Poliziotti bastardi.

Mi scappa un sorriso disperato. Perfetto. In mezzo al nulla, con uno sconosciuto e senza un tetto sulla testa.

- Comunque non vi preoccupate. C'è una piccola locanda a trenta miglia da qui. Vi accompagno io quando uscirete dalla casa della signora Coltrane. Eccoci arrivati, a proposito. Fanno venticinque sterline, Sir.

Il tassista consegna al professor Galloway il suo biglietto da visita. Non ci voleva. Sono le quattro e ci vorrà qualche ora solo questa sera per eseguire una valutazione di massima, tenendo conto dei convenevoli e dei rilievi di rito. Molti associano il lavoro di un esperto alla volontà del committente di ottenere un responso sul valore economico dell'opera. In realtà la finalità del mio lavoro è quella di stabilire in modo inequivocabile chi sia l'autore del quadro, la sua autenticità e il periodo di appartenenza. A tal fine spesso capita di dover rimuovere piccoli lembi della tela dipinta, nel caso di quadri dipinti a olio, in modo da verificare se il materiale usato è parte degli anni in cui si pensa provenga il lavoro dell'artista. In condizioni normali, basta uno sguardo per riconoscere una copia, ma alla National Gallery mi è capitato di essere messa in imbarazzo da dipinti realizzati da un autore del medesimo periodo al quale apparteneva il quadro.

Presa dallo sconforto mi allontano dal taxi e appoggio la schiena a un furgone nero parcheggiato accanto a me. D'un tratto mi balza in testa Jeremy e il suo sorriso. Sono stata davvero una stupida a seguirlo qui a Londra, a lavorare gomito a gomito con lui, a credere che non mi avrebbe mai abbandonata. E invece un giorno se n'è andato con Pamela e mi ha lasciata sola. Sono davvero una sciocca ragazza di provincia italiana e a pensarci bene sono nel posto sbagliato e davvero...

- Dottoressa Casterman, non si sente bene?

Il professor Galloway è di fronte a me e scuote la mia spalla in modo leggero. Mi risveglio quasi come stessi dormendo. Evidentemente la stanchezza e la tensione mi hanno giocato di nuovo un brutto scherzo. Di solito non mi lascio andare allo sconforto, ma in questo caso tutto il mio entusiasmo per il lavoro era stato risucchiato via da un momento di debolezza e da ricordi spiacevoli.

- Sto benissimo. Solo un po' di stanchezza, il viaggio credo. Eccomi, professore, di nuovo in forma. Andiamo! - rispondo cercando di dissimulare il mio attimo di disperazione. Mannaggia, non so davvero cosa mi stia capitando oggi.

La casa della vedova Coltrane è simile alle altre che la precedono. Il cottage è più grande e fiabesco, tanto che quando suoniamo alla porta di casa mi aspetto di veder arrivare la Lumaca della Fata Turchina ad aprirci. Invece della lumaca, un viso rugoso e sorridente sbircia dalla porta appena aperta.

- Professor Galloway. Finalmente, sono contento di rivederla. E lei dev'essere la signorina Casterman. Prego, accomodatevi. Amita, sono arrivati! Prepara il thé, cara, se non ti spiace.

I convenevoli sono proseguiti per circa un'ora. La signora Coltrane è estremamente educata e cortese, abbiamo parlato del tempo, delle origini del borgo, persino della Brexit, ma non abbiamo ancora fatto un minimo accenno al quadro.

- Certo che a Londra i ritmi sono frenetici, non è vero professor Galloway? Qui la vita è più tranquilla, sebbene anche qui tutti i ragazzini impazziscono per quel gioco. Come si chiama... Dark Cradle, giusto. L'ho letto sul giornale e ci giocano i figli di Amita. Esattamente come a Londra. Ma, perbacco, non in modo così ossessivo come in città, questo è sicuro. Guardi per esempio tutti quei suicidi. Che cosa orribile... - esclama la vedova mentre mi versa un'altra tazza di thé.

- Avvenimenti tremendi, signora Coltrane - risponde Galloway passando improvvisamente da un tono gioviale a uno mesto che non sembra di circostanza.

- La cosa la turba, professore. Ho notato un marcato cambio d'umore nella sua voce - sottolinea la signora Coltrane.

- Ha ragione. Parecchie delle persone che si sono tolte la vita le conoscevo. Ne sono rimasto sconvolto.

- Sono davvero mortificata, professor Galloway. Vede, anche mio marito morì in circostanze piuttosto particolari. Era un giugno luminoso di tanti anni fa, il tempo era particolarmente bello quel giorno e Patrick era andato a fare una passeggiata. Alle sette di sera non era ancora tornato. Fu ritrovato incagliato tra i canneti dell'Aire, a venti chilometri da qui. Non si è mai capito se si trattò di suicidio o di un incidente.

La signora Coltrane posa la tazza sul piattino e gli angoli della sua bocca si piegano verso il basso.

- Io penso... Voglio pensare a un incidente, perché nulla mi fece pensare a qualcosa di differente e ancora oggi non trovo spiegazione a un gesto volontario. Ma mi creda quando dico che dopo così tanto tempo, provo ancora un fortissimo dolore quando penso a lui e a come se n'è andato, così... Senza nemmeno una parola d'addio.

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